La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

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SETTIMA DOMANDA

L'AMORE AL CROCIFISSO

"Quanto a me invece non ci sia altro vanto che nella croce del Signore nostro Gesù Cristo, per mezzo della quale il mondo per me è stato crocifisso, come io per il mondo" (Gal 6,14).

Figlie mie carissime, per una religiosa, la devozione a Gesù crocifisso dovrebbe essere l'anima di tutta la sua vita interiore, l'anima della sua anima. Ricordate che dal santo legno della croce sono scaturite le devozioni più care al cuore umano. Gesù crocifisso, con la sua passione e morte, ci ha meritato la grazia delle grazie: la Santissima Eucaristia. Infatti nella S. Messa si rinnova il sacrificio di Gesù sulla croce. Sulla croce Gesù si è fatto trafiggere il cuore per farlo divenire rifugio, difesa e paradiso dell'anima, perché esso sia per noi sorgente da cui sgorgano ininterrottamente grazia e amore. Dall'alto della croce Gesù ci ha dato Maria come Madre e ha dato noi a Maria come figli. Dall'alto della croce sono discese sui santi le grazie che li hanno santificati e che ci hanno dato in loro potenti intercessori e meravigliosi modelli di virtù e santità.

Tutto ciò che è buono, sublime e santo nella vita soprannaturale, è disceso dalla croce, perché Cristo ce lo ha ottenuto con la sua passione e la sua morte. E perciò le persone consacrate dovrebbero volgere il loro sguardo verso la croce, come il fiore verso il sole. Nella croce la nostra salvezza, nella croce la nostra speranza, nella croce l'amore e la felicità, in essa ogni nostro bene. Perché sulla croce Gesù ci ha redenti col suo preziosissimo sangue, ci ha aperto le porte del cielo; con la sua passione ci ha assicurato l'eterna felicità.

Quale amore, quale gratitudine dobbiamo al nostro Redentore! Il mondo pensa poco a questa gratitudine, pensa poco a questo amore, perché esso esige amore per amore, sacrificio per sacrificio; perché la croce sembra richiamarci a prendere coscienza di dover consolare il Cuore agonizzante di Cristo, di dover portare con lui la croce, perché la sua tristezza e le sue lacrime non possono accordarsi con la superficiale allegrezza del mondo. Perciò alcune persone ‑ consacrate a Dio ‑ prendono su di sé il dovere di amare in modo particolare Gesù crocifisso, di consolarlo con il loro amore, di stare ai suoi piedi come la Maddalena, baciando con grande tenerezza le sue santissime ferite. Con i santi voti si inchiodano alla croce e si impegnano a seguire Gesù crocifisso: povere con Gesù povero, stanche con Gesù stanco, in croce con Gesù in croce.

Per una religiosa la croce è tutta la sua felicità, è tutto il suo amore: è il suo tutto. Ha abbandonato il mondo e ciò che esso può dare, in cambio ha ricevuto la croce e in essa trova ciò che è possibile desiderare:

"Tu sostituirai nel mio cuore la patria, la ricchezza,

tu mi farai sentire il cielo vicino.

L'amore, la libertà, i ricordi del passato e l'avvenire, tutto si trova nella Croce".

Stringetevi dunque alla croce. Nella croce, e solo nella croce, cercate la felicità, il conforto e la consolazione nella sofferenza, la luce nelle tenebre, il consiglio nei dubbi, il pentimento nelle cadute, la tranquillità nelle tempeste della vita, la speranza nello scoraggiamento, la gioia nella morte!

Figlie mie, amate Gesù crocifisso, amatelo con tutto il cuore. Stringetevi ai suoi piedi, rimanete in lui con il pensiero e con il cuore. Meditate spesso la passione del Signore. Imparate da Gesù crocifisso come amare Dio, come amare gli uomini, come essere umili, obbedienti e mortificati, come sacrificarsi per gli altri, come lavorare per la gloria di Dio e la salvezza del mondo. Il modo migliore per consolare Gesù sulla croce è manifestargli il proprio amore: è imitare le sue virtù.

Quanto più cercherete di imitare Gesù crocifisso, tanto più vi avvicinerete alla croce, tanto più il Crocifisso diverrà il vostro tutto sulla terra. Anche durante la S. Messa meditate la passione di Gesù. Fate volentieri la Via crucis, baciate spesso la croce con grande amore e imparerete facilmente che nella croce vi è la più grande felicità: la felicità del cielo in mezzo alle sofferenze della terra.

Nella basilica di S. Maria degli Angeli a Roma ho trovato le seguenti parole che mi sono state poi nella vita di grande consolazione, luce e dolcezza ‑ e le trasmetto a voi:

"Ai piedi di Gesù

sono rose le spine,

è dolce soffrire,

è gioia morire!"

 

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