La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

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SEDICESIMA DOMANDA

LO ZELO PER LA SALVEZZA DELLE ANIME

Un'orsolina del Cuore di Gesù Agonizzante, dovrà mettersi in ascolto della supplica dolorosa che scaturisce dalle labbra del Signore che agonizza sulla croce: "Sitio". E’ un grido di dolore che viene dal cuore saturo di sofferenza alla vista del piccolo numero di persone che sanno approfittare delle grazie che egli, il nostro Gesù, con la sua passione e morte, ha ottenuto per noi e per tutto il genere umano.

Gesù ha sete, e questa sete è così tremenda che lui, che non si è mai lamentato, sembra non poter trattenere quel gemito. Desidera persone capaci di amarlo, sulle quali poter riversare, in cambio del loro amore, i tesori delle sue grazie, per condurle all'eterna felicità, al cielo, dove vuole preparare per loro un posto.

Figlie mie, arda nei vostri cuori, continuamente il fuoco dell'amore per le anime. Salvarle, portarle a Gesù, far loro conoscere l'infinita bontà del suo Cuore: ecco l'ideale al quale dobbiamo consacrarci. E poiché un santo sacerdote può fare moltissimo per le anime, pregate dunque per i sacerdoti affinché il Signore mandi operai alla sua vigna. Non risparmiate a questo fine sacrifici: quelli della propria volontà, dell'ambizione, della pigrizia. Siate generose nel sacrificarvi per i nostri piccoli sacerdoti "in spe".

Quante grazie può impetrare per i sacerdoti una suora che silenziosa, ignota al mondo, dedita ad un lavoro semplice e nascosto, lavora, si sacrifica, sopporta silenziosamente le piccole croci della vita, e con il lavoro, la stanchezza, la dedizione, il sacrificio chiede al Signore grazie per i sacerdoti! Nel giorno del giudizio finale ella vedrà i frutti del suo silenzioso lavoro per la salvezza delle anime, ignoto al mondo, del sacrificio del proprio "io", per attirare grazie e santità sui sacerdoti. Figlie mie, che stupendo ideale! E se abbiamo dinanzi a noi un grande ideale, è più facile il lavoro e siamo più pronte a far ciò da cui la natura rifugge.

Quando per la prima volta sono stata da Papa Pio XI, allora nunzio apostolico a Varsavia, egli mi ha fatto osservare che il Signore per nessun'altra cosa ha chiesto con tanta insistenza di pregare, quanto per ottenere buoni sacerdoti. E quando, per la prima volta mi sono inginocchiata sulla tomba di S. Pio X, padre della nostra Congregazione, una donna francese, mi ha dato quella preghiera per i sacerdoti che recitiamo ogni giorno. Non sono forse questi segni chiari della volontà di Dio? Non ci manifesta Gesù attraverso i suoi vicari in terra la sua volontà affinché preghiamo in modo particolare per ottenere buoni sacerdoti?

Con coraggio dunque, Figlie mie carissime, all'opera, con coraggio! Devi essere quell'olocausto che silenziosamente e continuamente si consuma nel lavoro, nella preghiera, nella sofferenza, per impetrare grazie per i sacerdoti. Ogni croce diverrà più leggera, ogni dolore più lieve, ogni sacrificio più soave se sarà animato da questa supplica: "Gesù, ricevi questa offerta che grida al cielo: Signore, donaci buoni, santi sacerdoti”.

Rispettate i sacerdoti, non parlate mai male di loro, anche quando non agiscono bene, a meno che una vera necessità non vi costringa a farlo. Non parlate tra voi né dei sacerdoti né dei confessori, ma affidateli al Signore con sempre maggior fervore. Per gli scandali che, purtroppo essi, possono talvolta dare, chiedete perdono a Dio con tutte le forze e cercate di consolare il Cuore di Gesù ago­nizzante che risente molto dolorosamente delle ferite che gli vengono inferte da coloro che sono elevati alla dignità regale del sacerdozio.

Sorelle, Figlie mie, non vi fermate troppo sulle vostre sofferenze, spesso immaginarie, sulle vostre croci di solito piccole, che l'amor proprio ingrandisce tanto da velare la vista del Cuore di Gesù agonizzante, immerso nel dolore per le infedeltà dei suoi servi.

La più divina delle opere è collaborare per la salvezza delle anime. A me sembra però che ancor più divina sia quella di collaborare per la santificazione dei sacerdoti e per moltiplicare le vocazioni sacerdotali. A quest'opera così importante accingetevi dunque con amore e sacrificio!

In questo lavoro non vi stancate e non vi scoraggiate, anche se forse non vedrete mai qui sulla terra il frutto della vostra fatica. Tanto meglio! Gesù stesso raccolga il frutto del vostro sacrificio. Tu, povera sorellina, che pensavi di essere un'inutile serva del Signore, vedrai nell'eternità il frutto del tuo lavoro, per il quale Gesù ti ripagherà col suo amore. Ti rallegrerai alla vista delle anime alle quali hai ottenuto, col tuo lavoro, col sacrificio e la tua dedizione, le grazie e la luce, per adempiere sempre più fedelmente i sacri doveri dello stato sacerdotale.

 

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