La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2021  Roma, 25 - 30 agosto


 

con Don Marco Cianci

NB. adattamento libero degli Appunti.


 

28 agosto - mattina

 

Salmo 16 (15)

 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

2 Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene».

3 Agli idoli del paese,

agli dèi potenti andava tutto il mio favore.

 

4 Moltiplicano le loro pene

quelli che corrono dietro a un dio straniero.

Io non spanderò le loro libagioni di sangue,

né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

 

5 Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita.

6 Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:

la mia eredità è stupenda.

7 Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;

anche di notte il mio animo mi istruisce.

 

8 Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare.

 

9 Per questo gioisce il mio cuore

ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

10 perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,

né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

 

11 Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.


Questo salmo è un salmo di fiducia in Dio. I primi versetti dimostrano tutto l’interesse per cui viviamo.

 

Riflettiamo sul nostra ‘fare’ – prima del mio lavoro c’è la consorella; prima del ‘far’ – so ‘stare’ ?

 

Lc 10, 38-42   38 Mentre erano in cammino, entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo accolse nella sua casa. 39 Essa aveva una sorella, di nome Maria, la quale, sedutasi ai piedi di Gesù, ascoltava la sua parola; 40 Marta invece era tutta presa dai molti servizi. Pertanto, fattasi avanti, disse: «Signore, non ti curi che mia sorella mi ha lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». 41 Ma Gesù le rispose: «Marta, Marta, tu ti preoccupi e ti agiti per molte cose, 42 ma una sola è la cosa di cui c'è bisogno. Maria si è scelta la parte migliore, che non le sarà tolta».

 

Questo episodio è fortemente indicato per interrogarci sul nostro servizio per il Signore; che non sia solo di grande insofferenza, ma di attenzione alla Persona di Gesù – alla consorella.

Maria ‘seduta’ sta per indicare l’atteggiamento del discepolo che impara/ascolta. Il discepolo è colui che ascolta il Maestro; Maria stava in ascolto.

Domanda è: ascolto Cristo che mi parla in diversi modi? – il comando di Dio è: “ascolta Israele”; “questo è il Figlio mio prediletto – ascoltatelo”.

 

Sarebbe bello risvegliare in noi stessi il desiderio di imparare per dimorare presso/in Dio.

Le due sorelle non è altro che un binomio in uno – tutti e due gli atteggiamenti si intrecciano, si incorrono e si relazionano nell’atteggiamento del discepolo, che pur nelle proprie debolezze applica tutto se stesso per ‘dimorare’ in Gesù, per ascoltarlo e seguirlo. E’ Gesù, che ci ama per primi – lo sentiamo?  Dobbiamo accettare che Lui ci ami. Marta si sente trascurata… Sotto la  critica che fa Marta è un vero rimprovero a Dio (come Giona). Questo atteggiamento è comune a noi che spesso critichiamo gli altri e il loro rapporto con Dio. Gesù tiene molto a Marta perché è lei che ne ha bisogno; il vero peccatore è colui che si crede il giusto.

 

La nostra vita quotidiana, il nostro vissuto di tutti i giorni ha qualcosa da dirci – che cosa? Come Dio si dimostra in esso? Dobbiamo ricordare che noi non siamo i registri della nostra vita – è Dio e solo Lui.

Se la nostra religiosità significa essere risucchiati dalle circostanze e dagli affanni della vita allora dobbiamo interrogarci seriamente dove ci stiamo dirigendo – dove andiamo?

Non sempre il cristianesimo è conveniente perché è fatica, dolore ma proprio così esso si esprime in pienezza: attraverso il dono e della rinunzia per conquistare gli altri per Dio e per Cristo:  ACCOGLIERE è il FONDAMENTO di tutto!

 

Per la riflessione: sul Carisma personale e dell’Istituto

 

Come vivo l’unità nel mio Istituto? Salmo 16 (15); Gen 18, 1-10; Is 30,15; Flp 3,1-11

 

 

28 agosto - pomeriggio

 

Salmo 102 (103) Inno alla misericordia di Dio

 

Benedici il Signore anima mia – il salmo di benedizione per quello che il Signore è.

 

Passando al cap.11 del vangelo di Luca passiamo al discernimento degli spiriti:

 

Lc 11, 1-4: 1 Gesù si trovava in un luogo a pregare; quando ebbe finito, uno dei suoi discepoli gli disse: «Signore, insegnaci a pregare, come anche Giovanni ha insegnato ai suoi discepoli». 2Ed egli disse loro: «Quando pregate, dite:

Padre,
sia santificato il tuo nome,
venga il tuo regno;
3dacci ogni giorno il nostro pane quotidiano,
4e perdona a noi i nostri peccati,
anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore,
e non abbandonarci alla tentazione».

 

E’ molto importante non dimenticare che ci rivolgiamo come chiesa ma… personalmente nella relazione gli uni degli altri – noi non ci salviamo da soli. L’Altro è Gesù Cristo che mi salva.

 

La preghiera è come il respiro per noi – è il frutto dell’amore/della comunione con Dio. L’uomo è stato creato all’immagine e somiglianza di Dio. Se siamo davanti a Dio, noi riflettiamo Dio, sua immagine. Se siamo lontani da Dio, non riflettiamo nulla. Se stiamo davanti a Dio, stiamo davanti a tutti gli uomini. La preghiera è lo stare davanti a Lui, perché lui mi ama.

 

La preghiera continua è il nostro stare con Dio alla maniera piena, consapevole; noi diventiamo ciò che viviamo, ciò che respiriamo, come mangiamo. Ci sono dei momenti particolari di preghiera ma la nostra unione con Dio può e deve diventare incessante e senza l’interruzione. Noi siamo chiamati di vivere alla presenza del mistero e di tutta la nostra realtà alla presenza di Dio; ogni realtà diventa un’opportunità di stare alla presenza del Padre. Diventa così sempre più dinamica e si sviluppa insieme a noi, nei ritmi della nostra vita. La terra diventa così ‘divina’.

 

La nostra relazione con il Padre è come con il ‘papà’ – è il Dio con noi e con il suo ‘sorriso’ che vede crescere il proprio figlio e noi ci sentiamo guardati/amati da Lui. Viviamo senza timore del giudizio; se siamo insieme, lo siamo per camminare insieme per la lode di Dio.

 

Il nostro errore fondamentale è perché noi pensiamo di dover meritare l’amore del Padre – il peccatore capisce l’amore misericordioso del Padre ed è .consapevole che non riuscirà mai a guadagnarselo perché è amato con l’amore gratuito. Dio è Santo – questa santificazione del Nome ci rende idonei a vivere da fratelli; l’essenza di questa nota è data dall’amore che vige tra noi. Così viene il Suo Regno – Regno del Padre e del Figlio tra i fratelli. Bisogna che noi impariamo a guardare gli altri con la tenerezza anziché con la pretesa. La tenerezza è la dimensione ‘comunionale’.

 

Tutto quello che noi viviamo è il segno dell’amore di Dio – ricevendo il ‘pane’ noi riceviamo il dono dell’eternità; quando noi conserviamo il pane, esso diventa stantio e quando conserviamo/risparmiamo la vita e allora la perdiamo. Dobbiamo investire la nostra vita nelle opere di ‘perdono’ – darci a Dio e agli altri. Se noi non perdoniamo, significa che noi non abbiamo accolto il Suo amore che è senza limiti. Il perdono non dato all’altro significa che noi rifiutiamo il perdono del Padre. Noi dobbiamo far sì, che non blocchiamo la circolazione dell’amore – il vero fallimento della vita è il non saper perdonare.

 

La grossa tentazione dell’uomo è non credere al perdono.

 

 

Suggerimento:

 

·         Ripetiamo il Padre nostro fermandoci su ogni singola parola.

·         Sant’Ignazio e s.Teresa D’Avila ci suggeriscono meditare con il ritmo del respiro.

·         Per la Lettura: “il Magnificat” & “il Benedictus”

 


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