La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2021  Roma, 25 - 30 agosto


 

con Don Marco Cianci

NB. adattamento libero degli Appunti


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27 agosto - mattina

 

Salmo 126 (125)


 

1 Canto delle ascensioni.
Quando il Signore ricondusse i prigionieri di Sion,
ci sembrava di sognare.
2 Allora la nostra bocca si aprì al sorriso,
la nostra lingua si sciolse in canti di gioia.
Allora si diceva tra i popoli:
«Il Signore ha fatto grandi cose per loro».
3 Grandi cose ha fatto il Signore per noi,
ci ha colmati di gioia.
4 Riconduci, Signore, i nostri prigionieri,
come i torrenti del Negheb.
5 Chi semina nelle lacrime
mieterà con giubilo.
6 Nell'andare, se ne va e piange,
portando la semente da gettare,
ma nel tornare, viene con giubilo,
portando i suoi covoni.


 

 

Il tema di questo canto è la gioia – il canto del ritorno dei discepoli dalla missione. Esprime la stessa esperienza dei discepoli mandato in missione da Gesù. La gioia che il male è stato vinto dalla gioia pasquale – il segno definitivo di tutte le missioni.

 

Lc 10, 17-24   -   17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 19 Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli». 21 In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 22 Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare». 23 E volgendosi ai discepoli, in disparte, disse: «Beati gli occhi che vedono ciò che voi vedete. 24 Vi dico che molti profeti e re hanno desiderato vedere ciò che voi vedete, ma non lo videro, e udire ciò che voi udite, ma non l'udirono».

 

Qui vediamo i frutti della missione:

 

-       E’ stato vinto il male: I demoni si sottomettono - qui vediamo il frutto della missione.

-       L’uomo diventa il padrone della creazione.

 

DOMANDA:

 

 da quali tensioni possa essere offuscata la consapevolezza che noi siamo figli di Dio/ noi siamo la gioia di Dio?

Quale è il nostro compito? Noi dobbiamo accogliere la verità che siamo la gioia di Dio.

Noi siamo cristiani e il cristianesimo racchiude in se il tesoro che è data nella parola”il perdono”.

 

Il testo LC 10, 17-18 -

 

17 I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: «Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome». 18 Egli disse: «Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. 

 

 

il centro della nostra vita è Lui – Dio/Cristo. Dobbiamo andare verso i nostri fratelli. Come noi viviamo questa dimensione della Chiesa in uscita? Come ritorniamo a Dio dopo la missione compiuta?

Domanda: il nostro Istituto mi garantisce questa missione? Come mi aiuta/garantisce questa maternità? In che cosa fatico personalmente a realizzare questa missione? Noi cerchiamo la gioia: la principale caratteristica di Dio: “rallegrati Maria…” Ricordiamo, che con la missione sottomettiamo il satana sotto i nostri piedi, ma lui si ribella e la lotta diventa davvero difficile. La guerra non è finita, questa fatica continua fino alla fine del mondo.

 

Il testo LC 10, 19-20 -

 

 19 Ecco, io vi ho dato il potere d

i camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. 20 Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli».

 

Gesù ci dice: vi ho dato il potere… qui il serpente richiama il serpente antico con il veleno in bocca: sarete come Dio… la menzogna che ci pone davanti agli occhi, mentre sconfiggere questa menzogna è dare l’ascolto al Vangelo che ci libera e ci dà la vita – il serpente è sconfitto. La nostra vita è tutta avvelenata per paura della morte ma, la nostra fine è la comunione con il Padre; il vangelo mi dà il potere sul veleno del serpente e la vittoria sulla paura della morte.

 

Qui ci viene in mente s.Paolo il quale dice che “tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio…” (cfr. Rm 8,28).

Il testo LC 10, 21-22 -

 

 21 In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: «Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. 22 Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare».

Gesù, mentre ascolta i discepoli è preso dalla loro stessa gioia. Non solo perché satana è stato piegato, ma perché i nomi dei discepoli sono stati scritti nel cielo. Gesù è nella gioia, perché la sua ‘ora’ arriva – la gioia dell’incontro con il Padre, nello Spirito Santo – come alle origini della creazione del mondo: tutto era ‘bello’ ma quando crea l’uomo tutto diventa ‘molto bello’ (cfr. ,,,,) Noi siamo iscritti in cielo – noi siamo iscritti in Dio.

Bisogna porci la domanda: ma io mi voglio bene? Sì, perché Dio mi vuole bene/Dio mi ama e ha dato la sua vita per me.

 

Il punto nodale è quello di RICONOSCERCI AMATI.

 

Per la preghiera:

 

Salmo 62 (63); Salmo 126 (125) Salmo 119 (118); Ap 12; Gv 1, 18; !gv 1-2-3; Ct

 

 

27 agosto - pomeriggio

 

Salmo 146 (147)

 

1 Alleluia.
Lodate il Signore:
è bello cantare al nostro Dio,
dolce è lodarlo come a lui conviene.
2 Il Signore ricostruisce Gerusalemme,
raduna i dispersi d'Israele.
3 Risana i cuori affranti
e fascia le loro ferite;
4 egli conta il numero delle stelle
e chiama ciascuna per nome.
5 Grande è il Signore, onnipotente,
la sua sapienza non ha confini.
6 Il Signore sostiene gli umili
ma abbassa fino a terra gli empi.
7 Cantate al Signore un canto di grazie,
intonate sulla cetra inni al nostro Dio.
8 Egli copre il cielo di nubi,
prepara la pioggia per la terra,
fa germogliare l'erba sui monti.
9 Provvede il cibo al bestiame,
ai piccoli del corvo che gridano a lui.
10 Non fa conto del vigore del cavallo,
non apprezza l'agile corsa dell'uomo.
11 Il Signore si compiace di chi lo teme,
di chi spera nella sua grazia.

 

Chiediamo al Signore di sperimentare ciò che Lui ci ha suggerito – Lui ci ricopre della Sua grazia.

Noi siamo la gioia di Dio, ma siamo anche la Sua tristezza quando non ci accorgiamo dei Suoi doni.

Parlando del cristianesimo dobbiamo sottolineare che esso non è una religione che lega ma è un luogo della libertà e dell’amore.

 

La parabola del samaritano - Luca 10,25-37:  25 Un dottore della legge si alzò per metterlo alla prova: «Maestro, che devo fare per ereditare la vita eterna?». 26 Gesù gli disse: «Che cosa sta scritto nella Legge? Che cosa vi leggi?». 27 Costui rispose: «Amerai il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente e il prossimo tuo come te stesso». 28 E Gesù: «Hai risposto bene; fa' questo e vivrai». 29 Ma quegli, volendo giustificarsi, disse a Gesù: «E chi è il mio prossimo?». 30 Gesù riprese: «Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e incappò nei briganti che lo spogliarono, lo percossero e poi se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre. 33 Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto lo vide e n'ebbe compassione. 34 Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi, caricatolo sopra il suo giumento, lo portò a una locanda e si prese cura di lui. 35 Il giorno seguente, estrasse due denari e li diede all'albergatore, dicendo: Abbi cura di lui e ciò che spenderai in più, te lo rifonderò al mio ritorno. 36 Chi di questi tre ti sembra sia stato il prossimo di colui che è incappato nei briganti?». 37 Quegli rispose: «Chi ha avuto compassione di lui». Gesù gli disse: «Va' e anche tu fa' lo stesso».

Che cosa si deve fare per avere la vita eterna? La risposta è semplice: vivere come Gesù.

E’ come vivere? Semplicemente: amando come Gesù.

 

Tutte queste domande sono importantissime, perché l’animale sazio non si domanda mentre l’uomo è fatto per un altro destino; l’uomo è programmato per la felicità. Essa non è l’istinto (come nel caso dell’animale). Gesù non dà la soluzione ma ci dice: interrogati, domanda.

 

L’amore non sono solo le leggi da rispettare. L’amore è un’educazione – solo Cristo ce la consegna; Lui ce la comanda. E’ necessario comprendere che si tratta dell’amore che riguarda Dio e tutto ciò che a Dio ci conduce attraverso la nostra vita e tutte le sue azioni. Dio è la sposa dell’umanità e così l’uomo diventa lo sposo di Dio. Tutto ciò che ci viene da Dio e si può solamente realizzare nella sua pienezza in Dio. Non possiamo vivere nella mediocrità dell’accontentarsi , ma dobbiamo tendere al massimo dell’amore. Dio ha creato tutto per l’uomo e al suo servizio e l’uomo è l’incoronamento dell’amore di Dio. Possiamo dire con certezza che se noi non sappiamo amarci, non amiamo Dio… - “il male dell’uomo è che non sa amare”.  

 

Possiamo porci la domanda di fronte alla crisi attuale del mondo che si manifesta nella sua mancanza d’amore: chi è il mio prossimo? chi mi ama?  E’ naturale perché tutto ciò che noi facciamo, che viviamo è possibile perché ci sentiamo stimati, voluti bene – altrimenti non ha senso.

 

Sin dalle origini del mondo l’uomo amato da Dio, da Lui si allontana – si incappa nei briganti e perde la sua identità. Siamo fatti all’immagine e somiglianza di Dio e lontano da Lui non siamo ciò che dovremmo essere; tutta la vita rimaniamo mezzi morti perché non viviamo pienamente in Dio.

 

Chiediamoci: quali sono i nostri limiti personali che ancora non riconosciamo e non accettiamo in essi la manifestazione dell’amore misericordioso di Dio?

 

vv. 31-32 – per scoprire la legge e il culto: 31 Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e quando lo vide passò oltre dall'altra parte. 32 Anche un levita, giunto in quel luogo, lo vide e passò oltre.

E’ il primo tentativo di uscire dalla condizione di male è la legge che decide bene/male. La legge vede il bene e il male ed emette il giudizio, ossia condanna; essa non salva mai nessuno. La legge è diagnostica e non terapeutica, dunque non è la via della salvezza.

Il levita rappresenta il culto – ma anche questo non ci salva.

Questi due: la legge/il culto sono solamente il tentativo dell’uomo per uscire dalla propria limitatezza verso la libertà.

 

Il cammino dell’uomo avviene nel verso contrario rispetto alle esigenze della legge e del culto: sull’esempio di Gesù che fascia le ferite.

Può nascere a questo punto la domanda: sono consapevole che le mie ferite/la mia debolezza, le mie sofferenze sono il luogo privilegiato del mio incontro con Cristo.

 

Concludendo:

-       Posso amare solo se sono amato e ne faccio esperienza.

-       Posso curare, perché ho sperimentato le mie ferite curate da Gesù.

-       Posso amare, perché sono salvato.

 

Per la LETTURA:  Salmo 103;   Dt 6, 4ss;  Lv 19, 18;   Rm 13, 8-10;   Is 53

 

 

 


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