La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
RITIRO ANNUALE 2021 Roma, 25 - 30 agosto
con Don Marco Cianci
Marco... Marco...
"incontro speciale" con sant'Orsola/Fondatrice
Stamani alle 5.11, di sobbalzo mi sono svegliato,
mi sono messo a scrivere quanto ho sognato, per evitare,
come tutti i sogni che anche questo finisse nel dimenticatoio.
Ho sognato la vostra fondatrice,
ieri sera parlando di Lei con suor Danuta,
e delle sue foto che vedo appese nelle vostre case,
probabilmente ho fissato la sua immagine,
e con un grande cappotto, attorniata di 4 bambini
è venuta a chiedermi di voi.
“Come hai trovato le mie suore?”
E’ stata una domanda che mi ha lasciato imperterrito:
“ma come, le ho risposto, non le conosci le tue suore?”
Ognuna ha un cuore che quotidianamente si
affida a te tramite il Cuore di Gesù.
Ho cercato di essere il più politicamente corretto, credetemi,
evitando di scendere nei nostri capricci terreni,
ma lei ha incalzato nuovamente:
“Come hai trovato le mie suore?”
A questo punto, mi sono confidato.
Cara Sant’Orsola
abbiamo vissuto una settimana di esercizi
nella quale per primo io ho goduto del tempo di Dio.
Mille anni, dice il salmo per te sono come il giorno di ieri che è passato.
Sono arrivato cinque giorni fa e subito è giunto il momento di ri-partire.
Mi sembra che questo dato sia da sottolineare,
non per sottovalutare la tua domanda,
ma per dirti che se il tempo mi è volato via di mano
è perché in mezzo alle tue suore,
esattamente come lo scorso anno,
mi sono trovato bene,
cioè ho respirato la Presenza del Mistero.
Questo parlare di me per dire di loro (voi, care suore) è necessario
perché il dato di serenità non è trascurabile in un mondo
efficientista dove ognuno pensa a sé.
Qui non ho avvertito questo disagio,
e per questo desidero sottolinearlo.
Ho trovato le tue suore interessate all’ascolto della Parola.
Abbiamo scelto dei brani evangelici
nei quali ci siamo lasciati condurre da Luca
che ci ha mostrato la misericordia del Padre.
Una misericordia decisa e ferma,
come il suo salire a Gerusalemme.
Abbiamo compreso che per vivere la trinità
è necessaria la presenza del fratello:
saremo salvati solo attraverso l’altro.
Come pure avremo modo di migliorare
se l’altro che abbiamo accanto,
il prossimo di casa nostra,
il vicino, quindi la consorella,
ci aiuterà a snidare le durezze del cuore,
le fatiche che ci chiudono
le tristezze che appesantiscono il cuore della singola suora.
Ho trovato le tue suore molto sincere nei dialoghi con me.
Dialoghi veri e profondi, tutti.
Non si sono risparmiate le lacrime
di dolore,
di confusione,
di fatica,
di gioia.
Ho visto sguardi di tenerezza rivolti verso le più anziane
che da tutte sono trattate col dovuto rispetto
e con la consapevolezza di avere tra loro
donne che hanno consegnato la vita a Cristo,
una ricerca di unità nella sequela totale a Cristo.
L’incontro con Cristo è totalizzante,
cioè diventa la forma di tutti i rapporti.
Cara sant’Orsola, così ho trovato le tue suore.
Marco, Marco, non hai null’altro da dirmi?
Cara sant’Orsola, ho ancora una cosa da dirti e te la dico col cuore.
Con Luca siamo giunti al comprendere il discernimento degli spiriti:
ciò che viene dallo Spirito di Cristo
e ciò che viene dallo spirito del male.
Le tue suore hanno ben chiaro
quando una cosa viene da Lui oppure dal nemico.
Purtroppo qualcuna si è lasciata prendere dal pettegolezzo,
lo ha riconosciuto,
qualcuna ha parlato solo in corridoio
e non è riuscita a farlo di persona,
qualcun’altra ha fomentato gli animi
inasprendo le tensioni.
Insomma, cara sant’Orsola, siamo cascati
nel voler aver tutti ragione,
segnando in tal modo la nostra cocciutaggine.
Ma il punto è che io non sono minimamente preoccupato.
Perché tutto è grazia, tutto ci serve per prendere le misure.
Siamo umani, la nostra zucca è più grossa e dura
rispetto a quelle che coltiva suor Renata nell’Orto.
Vogliamo misurarci con le nostre misure e ci dimentichiamo
Agostino che ci ha insegnato: la misura dell’amore è amar senza misura.
Vedi, ho trovato le tue suore,
sincere e desiderose di ripartire.
E poco importa se tutte le scartoffie saranno pronte o meno,
mancherà sempre qualcosa, magari ci sarà anche del disordine,
ma io sono consapevole che il dono più grande
sarà quello di essere presenti a noi stesse.
Questo è il dono che rende una suora anzitutto donna,
capace di vivere con pienezza il dono che le è dato,
lasciando alle spalle il desiderio di pettegolezzo che è indice di vendetta.
Possa essere nel cuore di ognuna
una sete permanente di verità.
Cosa dice Cristo del tuo lavoro, dei tuoi affetti,
della tua storia, della natura dell’uomo e del mondo?
Desideriamo guardare la realtà come un’avventura
di conoscenza.
Seguire Cristo significa maturare un giudizio nuovo
su ogni cosa, guadagnare il suo sguardo su tutto,
come dice san paolo: avere il pensiero di Cristo.
Così ho trovato le tue suore,
donne capaci di rimettersi in discussione,
donne capaci di affidarsi a Cristo.
La Comunione con Cristo, questa mi auguro sia la prima ricerca.
Se solo ho un consiglio da dare loro
è questo, e mi permetto:
che la comunità sia il luogo nel quale ciascuna
può dire ciò che pensa.
Dove il personalismo né della superiora,
né dell’ultima tra le ultime,
sia di inciampo per le altre.
Umiltà, umiltà e umiltà, mi disse suor Orsola
e aggiunse:
ricorda loro di scoprire l’infinita bontà del Suo Cuore
e che ciascuna di loro sappia
che è proprietà di Gesù.
Poi tenendo la mano ai suoi bambini
incominciò a camminare avanti a me
si voltò ancora, e mi sorrise.
Non so se mi vide, ma a questo punto
le soffiai un bacio volante.
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