La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2020  Roma, 24 - 29 agosto


 

con Don Marco Cianci

 

NB. Tutti gli appunti sono liberamente adottati dalle partecipanti.


 

28 agosto - mattina

 

Salmo 22 - 1 Salmo. Di Davide.
Il Signore è il mio pastore: non manco di nulla;
2 su pascoli erbosi mi fa riposare,ad acque tranquille mi conduce.
3 Mi rinfranca, mi guida per il giusto cammino, per amore del suo nome.
4 Se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me.
Il tuo bastone e il tuo vincastro mi danno sicurezza.
5 Davanti a me tu prepari una mensa sotto gli occhi dei miei nemici; cospargi di olio il mio capo. Il mio calice trabocca.
6 Felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita, e abiterò nella casa del Signore per lunghissimi anni.

 

Questo salmo si sposa con la catechesi dell’ascolto nel brano del vangelo di Luca che stiamo meditando durante i nostri esercizi. Per riconoscere chi è Gesù, non basta ascoltare – ascoltarlo, ma c’è di mezzo il ‘pane’ – cioè lo stile di vita:

 

Lc 9, 10-17 - 10 Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 11 Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure. 12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente». 14 C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta». 15 Così fecero e li invitarono a sedersi tutti quanti. 16 Allora egli prese i cinque pani e i due pesci e, levati gli occhi al cielo, li benedisse, li spezzò e li diede ai discepoli perché li distribuissero alla folla. 17 Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

 

v.10 Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò verso una città chiamata Betsàida. 

 

– quando Erode voleva vedere Gesù, gli apostoli tornano da Gesù; noi siamo inviati nel tornare a Christo. Gli apostoli confrontano con Lui ciò che facciamo – la domanda che ci viene da fare sarebbe: quale è lo stile dei nostri confronti con le nostre consorelle? Come comunico la mia fede? Quale è la fatica che io vivo stando dietro a Gesù? Il rischio è di banalizzare i discorsi.

 

v.11 Ma le folle lo seppero e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlar loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.

 

Il centro di ogni azione è Cristo. Come mi accorgo che nella mia Congregazione il luogo privilegiato dell’azione apostolica è Cristo? Quali sono i segni che me ne parlano? Quando le folle seguono il Signore? – quando vedono che noi Lo seguiamo. Poniamo ci la domanda: quale è il nostro stile di stare insieme? La gente cerca la soluzione ai problemi della propria vita – quale soluzione noi abbiamo per loro? Ci accorgiamo della desolazione del loro cuore? Loro cercano il senso della vita e il senso sta in Dio! Diamo a loro Dio attraverso la nostra testimonianza di Lui? Abbiamo l’attenzione all’altro?

 

v.12 Il giorno cominciava a declinare e i Dodici gli si avvicinarono dicendo: «Congeda la folla, perché vada nei villaggi e nelle campagne dintorno per alloggiare e trovar cibo, poiché qui siamo in una zona deserta». 13 Gesù disse loro: «Dategli voi stessi da mangiare». Ma essi risposero: «Non abbiamo che cinque pani e due pesci, a meno che non andiamo noi a comprare viveri per tutta questa gente».

 

Qui vediamo la nozione del tempo ‘il giorno declina’ – inizia un ‘nuovo’ giorno. Espressine:’ i dodici’ - ‘apostoli’ – ‘discepoli’ – vuol significare ‘noi’. Gesù dice: ‘date’ – la vita c’è perché esiste il dono; problema è in questo passaggio dall’economia al dono.

 

v.14 C'erano infatti circa cinquemila uomini. Egli disse ai discepoli: «Fateli sedere per gruppi di cinquanta».

 

Gesù non vuole congedare la folla. I ‘cinquemila’ vuol sottolineare la prima comunità dei cristiani (cfr. At 2,2). Gesù fa ‘adagiare’ la folla, come nel banchetto serale sull’erba verde che cresce nel deserto che ha fiorito con la presenza del Signore e l’economia del dono. Nel testo c’è scritto non ‘moltiplicazione’ bensì ‘divisione’ – vale a significare che dividendo che si moltiplica; noi siamo chiamati a con-dividere.

 

v.17 Tutti mangiarono e si saziarono e delle parti loro avanzate furono portate via dodici ceste.

 

A questo banchetto tutti mangiano – tutti vivono ma vivono come popolo ordinato (a gruppi), come società, come chiesa. Noi mangiamo ma il nostro cibo non ci sazia mai… Questo cibo rischia di essere divorato ma non sufficiente per saziarci, perché? I beni della terra se sono vissuti in termini eucaristici sono la comunione e bastano per tutti – se sono vissuti in termini dell’economia son il segno di possesso e provocano l’insufficienza. La questione di sazietà dipende da come prendiamo il pane: possedendolo o spezzandolo! Il pane spezzato non solo sazia ma perfino abbonda: avanzate furono portate via dodici ceste Se questa esistenza è vissuta come dono/condivisione allora basta per tutti, basta per tutti e sovrabbonda -

 “non esiste altro momento che l’ORA’” – questa è la vita eterna.

 

per riflettere:

 

Lc 22, 19-20; Gv 6; At 2, 42-48; 4, 32-35; Ef 5,20; Rm 12, 1-2

 

 

28 agosto - pomeriggio

 

Isaia 42,1-9

1 Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto di cui mi compiaccio.
Ho posto il mio spirito su di lui; egli porterà il diritto alle nazioni.
2 Non griderà né alzerà il tono, non farà udire in piazza la sua voce,
3 non spezzerà una canna incrinata, non spegnerà uno stoppino dalla fiamma smorta.
Proclamerà il diritto con fermezza;
4 non verrà meno e non si abbatterà, finché non avrà stabilito il diritto sulla terra; e per la sua dottrina saranno in attesa le isole.
5 Così dice il Signore Dio che crea i cieli e li dispiega, distende la terra con ciò che vi nasce, dà il respiro alla gente che la abita e l'alito a quanti camminano su di essa:
6 «Io, il Signore, ti ho chiamato per la giustizia e ti ho preso per mano; ti ho formato e stabilito come alleanza del popolo e luce delle nazioni,
7 perché tu apra gli occhi ai ciechi e faccia uscire dal carcere i prigionieri, dalla reclusione coloro che abitano nelle tenebre.
8 Io sono il Signore: questo è il mio nome;non cederò la mia gloria ad altri,né il mio onore agli idoli.
9 I primi fatti, ecco, sono avvenuti e i nuovi io preannunzio; prima che spuntino, ve li faccio sentire».

 

Questo cantico è l’anticipo descrittivo di chi sia il Messia – l’uomo sofferente.

 

Dal Vangelo secondo Luca 9,18-22

Un giorno, mentre Gesù si trovava in un luogo appartato a pregare e i discepoli erano con lui, pose loro questa domanda: “Chi sono io secondo la gente?”
Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”.
Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”
Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”.
Egli allora ordinò loro severamente di non riferirlo a nessuno. “Il Figlio dell’uomo, disse, deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dai sommi sacerdoti e dagli scribi, esser messo a morte e risorgere il terzo giorno”.

 

Questa è la seconda parte del testo – il cammino che va verso Gerusalemme. Una caratteristica è quella che Gesù risponde: ‘non dite a nessuno’ e subito dopo dirà: seguitemi.

I discepoli capiscono ben poco; ciascuno di noi ha un’immagine personale di Dio. Non basta conoscere e scrutare le scrutare le scrittura – è Gesù in Persona e il Suo Spirito che ci fa capire/comprendere. E’ la nostra storia: quanti di noi si credono di conoscere Gesù, mentre non lo conosce!

 L’evangelista ci dice che il luogo dove noi cominciamo a vedere il Signore e capire un poco di più, è la preghiera. Perché la preghiera è il luogo della conoscenza di Dio? Perché essa è il nostro luogo primordiale, è il nostro stato per cui siamo creati – all’immagine di Dio.

D’ora in poi è Gesù che ci domanda: “chi sono io?” La risposta la saprà Lui, se Lui ci domanda. Allora, possiamo dire che la fede ha un suo inizio non quando io mi interrogo su Dio bensì quando Dio mi pone le domande – quando Lui mi interpella con chi ho davanti; “voi, chi dite che io sia” per la vostra esperienza.

 

v.19  Essi risposero: “Per alcuni Giovanni il Battista, per altri Elia, per altri uno degli antichi profeti che è risorto”.


Le risposte sono bell’è pronte e preconfezionate – Gesù vuole la ‘nostra’ personale risposta, che sgorga dall’ esperienza personale. Possiamo dire che il nostro modo di dare le risposte che riguardano le cose fondamentali e della fede le diamo in funzione delle migliori figure del passato, omettendo il presente e proiettato nel futuro.

 

v. 20 Allora domandò: “Ma voi chi dite che io sia?”
Pietro, prendendo la parola, rispose: “Il Cristo di Dio”.

Rispettando tutto ciò che è stato nella tua vita – cosa ‘tu’ dici, chi è Gesù per te? Chi è Gesù per me? E’ importante esprimerlo, perché ce ne accorgeremo che quasi sempre le nostre risposte sono diverse da quelle che Dio è veramente.

 

v. 22 – Qui comincia un ‘processo’ dell’annuncio della morte di Cristo.  Il secondo annuncio della passione. E Gesù aggiunge: "Il Figlio dell’Uomo deve soffrire molto, essere riprovato dagli anziani, dagli scribi, essere messo a morte e risorgere il terzo giorno". La comprensione piena della sequela di Gesù non si ottiene mediante l’istruzione teorica, ma mediante l’impegno pratico, camminando con lui lungo il cammino del servizio, dalla Galilea fino a Gerusalemme. Il cammino della sequela è il cammino del dono di sé, dell’abbandono, del servizio, della disponibilità, dell’accettazione del conflitto, sapendo che ci sarà risurrezione. La croce non è un incidente di percorso, fa parte di questo cammino. Perché nel mondo organizzato partendo dall’egoismo, l’amore ed il servizio possono esistere solo crocifissi! Chi fa della sua vita un servizio agli altri, scomoda coloro che vivono afferrati ai privilegi, e soffre. Chi si mette nelle mani di Dio ama i nemici, perdona loro. In sintesi – è il mistero del ‘Pane spezzato’.

 

Dal cap. 10 del Vangelo di Luca inizia il percorso verso

 

-       da riflettere:

 

Salmi: 2 e 89;   Dn 7;  Is 42, 1-9; 49. 1-6; 50, 4-11; 52, 13-15;  1Cor 18,31

 


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