La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2020  Roma, 24 - 29 agosto


 

con Don Marco Cianci

 

NB. Tutti gli appunti sono liberamente adottati dalle partecipanti.


 

25 agosto - mattina

 

Gb 2, 3-10

 

«Nella mia angoscia ho invocato il Signore
ed egli mi ha esaudito;
dal profondo degli inferi ho gridato
e tu hai ascoltato la mia voce.
4 Mi hai gettato nell'abisso, nel cuore del mare
e le correnti mi hanno circondato;
tutti i tuoi flutti e le tue onde
sono passati sopra di me.
5 Io dicevo: Sono scacciato
lontano dai tuoi occhi;
eppure tornerò a guardare il tuo santo tempio.
6 Le acque mi hanno sommerso fino alla gola,
l'abisso mi ha avvolto,
l'alga si è avvinta al mio capo.
7 Sono sceso alle radici dei monti,
la terra ha chiuso le sue spranghe
dietro a me per sempre.
Ma tu hai fatto risalire dalla fossa la mia vita,
Signore mio Dio.
8 Quando in me sentivo venir meno la vita,
ho ricordato il Signore.
La mia preghiera è giunta fino a te,
fino alla tua santa dimora.
9 Quelli che onorano vane nullità
abbandonano il loro amore.
10 Ma io con voce di lode offrirò a te un sacrificio
e adempirò il voto che ho fatto;
la salvezza viene dal Signore».

 

La strada di due terapie: dell’umido e del secco.

Oggi giorno noi vediamo il mondo che va allo sbaraglio e chiediamo a Dio: Perché dormi?

Siamo consanguinei - tra noi – ma, si  può essere tra coloro che non ci conoscono. Manchiamo di fede e ci sentiamo smarriti. In aiuto ci viene: Lc 8, 22-25 “chi è costui?” – di cui siamo madre, fratelli, sorelle? Lui dorme e noi siamo in difficoltà…, ma quando si sveglia domina il mare, domina l’indemoniato di Gerasa, guarisce l’emorroissa, dà il pane agli affamanti – cercheremo di conoscerlo attraverso i ‘gesti’ concreti:

·         Lc 8, 22 “un giorno” – il giorno preciso anche per noi, giorno in cuoi Lo ascoltiamo e Lo conosciamo. Un giorno ‘entra nella nostra barca’… La barca ‘sospesa’ che serve come la casa mobile per giungere all’altra sponda/l’eternità.  La nostra situazione nella barca è molto precaria e tutta la nostra attraversata è orientata verso l’eternità. L’attraversata attraverso il ‘mare’ = male. Cristo, con la Sua nave attraversa tutte queste situazioni della vita e del ‘male’ per giungere alla vita nuova – come guarire l’indemoniato che viveva nei sepolcri. E’ per noi il battesimo – l’acqua nuova/vita nuova. Dunque, Dio si rende presente nelle situazioni presenti e di ‘quest’oggi’ – il compito della Chiesa è di ricordare al mondo che Uno dell’al dilà è venuto al di qua.

·         Lc 8, 23 “mentre navigavano” – se la barca è il segno della Chiesa, quando questa Chiesa si forma: quando il Cristo muore (è nel sonno) nella croce. Dobbiamo avere la coscienza precisa che Cristo è presente nella Chiesa “in mezzo a noi” – come i monaci del XIII sec., per i quali non era necessario avere il segno visibile dell’Eucaristia perché era presente in loro e in mezzo a loro – non perdiamo questo “segno”. Importante prendere la consapevolezza della presenza/assenza – tipo: ‘se ci sei, fai qualcosa, altrimenti che ci stai a fare?’. Noi siamo il largo in questo mondo ma è il Signore che apparentemente ‘dorme’. Che cosa avviene nel Suo sonno: lo spirito del male discende e condiziona la nostra vita: il mare fa sentire la sua forza, la barchetta è piccola, il cielo schiaccia con le nubi di notte, la barca è piena di acqua e Lui? – dorme. Questa è la situazione costante della Chiesa.

·         Lc 8, 24 “Lui dorme” – dormire è la mimesi della morte. Cristo nella profondità della terra – tutti siamo nella stessa barca e tutti dobbiamo morire (la nostra impotenza) ma Lui ci accompagna in questo sonno della morte. Ma viene ridestato – svegliato/risorto. Viene riconosciuto non come colui che sta sulla poppa ma colui che sta in alto. La nostra situazione precaria ci fa pregare. Cristo sgrida i venti (usa l’esorcismo) e l’acqua si quieta. Chi è colui che porta l’ordine nell’abisso?

·         Lc 8, 25 “dov’è la vostra fede?” Anche noi consacrati rischiamo di credere solo nelle situazioni di prova! Dobbiamo metterci in una posizione che quello che mi ‘capita’ è per il mio bene, sempre; la nostra fede è in Colui che proprio in questo momento ha dormito. Noi viviamo sempre di fede, senza continuamente constatare e verificare tutto ciò che ci capita, che ci circonda, che ci viene offerto, proposto ecc. Dunque, il primo tentativo dell’uomo è quello di avere sempre dubbi, mentre Christo è la risposta. Cfr. Ps 25,15. A cosa guardo nella giornata? Alle difficoltà – che ci sono e che sempre saranno - o a Cristo, che interviene sempre al momento giusto? Il mondo ci induce al dubbio del nostro inizio e del nostro fine: “da dove veniamo e dove andiamo”. Siamo sempre in cammino e il nostro Dio è Dio dell’esodo – tutto il percorso è faticoso ma posso vivere nella tranquillità che Dio ha dato se stesso per noi.

 

Per MEDITARE:

 

Ps 44, 24 – svegliati, perché dormi?

Ps 131

Ps 25

Es 14,15

Is 30,15

Lc 23, 39-43

 

 

25 agosto - pomeriggio

 

Salmo 130 (129) - De profundis

 

[1] Canto delle salite.

 

Dal profondo a te grido, o Signore; [2] Signore, ascolta la mia voce.
Siano i tuoi orecchi attenti alla voce della mia supplica.
[3] Se consideri le colpe, Signore, Signore, chi ti può resistere?
[4] Ma con te è il perdono: così avremo il tuo timore.
[5] Io spero, Signore. Spera l’anima mia, attendo la sua parola.
[6] L’anima mia è rivolta al Signore più che le sentinelle all’aurora.
Più che le sentinelle l’aurora, [7] Israele attenda il Signore,
perché con il Signore è la misericordia e grande è con lui la redenzione.
[8] Egli redimerà Israele da tutte le sue colpe.

 

Il salmo della misericordia di Dio – è il grido al Signore nel nostro male.

Inoltre, è l’attesa di tutto il popolo, ma questa attesa si estenderà oltre Israele.

La profondità della nostra miseria ci fa toccare con mano l’abisso della misericordia di Dio.

 

L'indemoniato geraseno - Lc 8, 26-39

 

26 Approdarono nella regione dei Gerasèni, che sta di fronte alla Galilea. 27 Era appena sceso a terra, quando gli venne incontro un uomo della città posseduto dai demòni. Da molto tempo non portava vestiti, né abitava in casa, ma nei sepolcri. 28 Alla vista di Gesù gli si gettò ai piedi urlando e disse a gran voce: «Che vuoi da me, Gesù, Figlio del Dio Altissimo? Ti prego, non tormentarmi!». 29 Gesù infatti stava ordinando allo spirito immondo di uscire da quell'uomo. Molte volte infatti s'era impossessato di lui; allora lo legavano con catene e lo custodivano in ceppi, ma egli spezzava i legami e veniva spinto dal demonio in luoghi deserti. 30 Gesù gli domandò: «Qual è il tuo nome?». Rispose: «Legione», perché molti demòni erano entrati in lui. 31 E lo supplicavano che non ordinasse loro di andarsene nell'abisso.

32 Vi era là un numeroso branco di porci che pascolavano sul monte. Lo pregarono che concedesse loro di entrare nei porci; ed egli lo permise. 33 I demòni uscirono dall'uomo ed entrarono nei porci e quel branco corse a gettarsi a precipizio dalla rupe nel lago e annegò. 34 Quando videro ciò che era accaduto, i mandriani fuggirono e portarono la notizia nella città e nei villaggi. 35 La gente uscì per vedere l'accaduto, arrivarono da Gesù e trovarono l'uomo dal quale erano usciti i demòni vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù; e furono presi da spavento. 36 Quelli che erano stati spettatori riferirono come l'indemoniato era stato guarito. 37 Allora tutta la popolazione del territorio dei Gerasèni gli chiese che si allontanasse da loro, perché avevano molta paura. Gesù, salito su una barca, tornò indietro. 38 L'uomo dal quale erano usciti i demòni gli chiese di restare con lui, ma egli lo congedò dicendo: 39 «Torna a casa tua e racconta quello che Dio ti ha fatto». L'uomo se ne andò, proclamando per tutta la città quello che Gesù gli aveva fatto.

 

Questo brano è evidente descrizione dell’esperienza della resurrezione – Gesù risorto è venuto per farci uscire dai nostri sepolcri, dalla nostra morte. Il male dell’indemoniato è il male che fa male a lui e fa male agli altri. Ciò che è accaduto non è altro che un esorcismo; il male che sta a tirare più forza è perché sta perdendo!. Finché il demonio vince, ci lascia tranquillo, mentre la lotta si fa cruenta quando il demonio sta perdendo e noi facciamo resistenza a non arrenderci a questo male.

Decrizione: l’indemoniato esce dai sepolcri: la memoria/morte. La condizione umana è quella di essere abitata dalla paura della morte. E’ come la falena che va verso la luce da cui è attratta ma che è la sua inevitabile morte.

La prima regola della vita spirituale è quella di soffrire a causa delle scelte giuste. Ciò che impedisce la nostra guarigione è la paura. Il male cerca di identificarsi con noi e l’operazione di Gesù è quella di distinguere il male dal bene. Gesù dice: “esci da quest’uomo” – infatti il male è entrato dentro di noi, ma Gesù gli ordina di uscire da noi, perché abbiamo già tante nostre difficoltà e dobbiamo liberarcene. Il male prega in noi di non essere toccato in noi – quante preghiere di questo tipo sono in noi?

Gesù ascolta la loro (dei demoni) preghiera ma ciò fa sì che il male si frega da solo – si affoga; il male fa chiasso ma non nuoce – alla fine si distrugge da sé. Per Cristo il peccato non è luogo di gioco; con la croce (strumento di morte) Cristo ci fa vincere.

 

Gesù restituisce l’uomo a se stesso: “vestito e sano di mente, che sedeva ai piedi di Gesù” (v.35)

 

Attenzione: i mandriani sono preoccupati di dove erano finiti i loro porci! L’interesse ha prevalso sulla persona umana!!!

Oggi? E’ proprio questa la realtà!!! Lock down è stata un’occasione propizia per azzerare il debito pubblico ma, questo non è bastato all’economia!

 

TESTI da riflettere:

Ps 130;   Is 38, 10-20          Mc 3, 14     Eb 2, 14    Tb 13, 13

 

 


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