La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2023  Roma, 22 - 27 agosto


27 agosto

 

mattina:

9. Il cuore del discepolo e il costo della sequela dietro a Gesù

Il costo della sequela dietro a Gesù lo sentiamo particolarmente quando ritorniamo nei nostri ambienti familiari. Allora si scopre che non troviamo la stessa vicinanza ai nostri cari che avevamo in un lontano passato. Questa esperienza ci ricorda il valore della sequela di Gesù, che si fonda sulla scelta di Dio, non su una coincidenza casuale e neanche sulla sola decisione umana.

Così è stato con Davide: non apprezzato dai suoi parenti, neanche da suo padre, ma scelto dal Signore, che vede il cuore di colui che diventerà il re del popolo di Dio e il modello di padre. Questo secondo ruolo è molto importante: dal Primo Libro di Samuele capitolo 12 Davide è ritratto come un padre che soffre a causa di e per i suoi figli. Il racconto di Davide e suo figlio Assalonne parla della grande sofferenza di un padre umano causata dalla ribellione del figlio contro del padre. La sofferenza del padre non solo non elimina il legame con il figlio, ma sottolinea anche il suo amore per il ribelle. Davide è addirittura pronto a sacrificarsi per la causa del dolore proprio perché è suo figlio: “Il re tremò. Andò nell'atrio superiore della porta e pianse. Mentre camminava, diceva: "Figlio mio, Assalonne! Assalonne, figlio mio, figlio mio! Chi mi lascerà morire al posto tuo? Assalonne, figlio mio, figlio mio!” (2 Samuele 19:1). Dio si identifica con il sofferente Davide. La drammatica domanda di Davide sullo scambio di posto riceve una risposta insolita. Il Figlio prediletto di Dio diventa figlio di Davide e realizza il desiderio del Padre sofferente, prendendo il posto del ribelle ostinato: esce dal cenacolo (Mc 14,15; At 1,13) per essere appeso a un albero (Atti 5,30; Gal 3,13) e lì trafitto (Gv 19,37; Ap 1,7). La sua morte assomiglia alla fine di Assalonne. L'incarnazione di Gesù e il suo sacrificio sulla croce sono il frutto della sofferenza di Dio Padre che ama senza fine i peccatori. E per amore infinito verso il Padre, il Figlio di Dio è venuto a rimuovere la causa della sua sofferenza. 

Lo stesso primato della scelta di Dio che conosce i cuori si all'inizio della storia della Chiesa di Gerusalemme. Dio è pregato letteralmente come “conoscente del cuore dell'uomo” (kardiognōstēs). Con questo titolo è il destinatario della preghiera dei discepoli riguardo alla scelta di un successore che sostituisca Giuda (At 1,24). Non viene scelto Giuseppe, con il cognome Justus, presentato come il primo dagli Apostoli, ma il secondo – Matthias (il suo nome significa "Dono di Yahweh").

21 […] Bisogna dunque che, tra coloro che sono stati con noi per tutto il tempo nel quale il Signore Gesù ha vissuto fra noi, 22 cominciando dal battesimo di Giovanni fino al giorno in cui è stato di mezzo a noi assunto in cielo, uno divenga testimone, insieme a noi, della sua risurrezione».23 Ne proposero due: Giuseppe, detto Barsabba, soprannominato Giusto, e Mattia.24 Poi pregarono dicendo: «Tu, Signore, che conosci il cuore di tutti, mostra quale di questi due tu hai scelto 25 per prendere il posto in questo ministero e apostolato, che Giuda ha abbandonato per andarsene al posto che gli spettava».26 Tirarono a sorte fra loro e la sorte cadde su Mattia, che fu associato agli undici apostoli.

Grazie alla chiamata a seguire Gesù, Simone e Andrea, i figli di Zebedeo, e poi Levi, e tanti altri, formano il circolo dei chiamati. La chiamata di Gesù è anche un invito ad entrare nella comunità dei suoi discepoli. Dopo le prime due chiamate si forma una tale comunità. Gesù non è seguito da persone singole, ma da una comunità di discepoli. La chiamata di Gesù è un invito a stare con Lui e a lasciarsi guidare da Lui insieme con gli altri. La chiamata stessa non cambia la natura del convocato. È necessaria una formazione adeguata. Lasciare tutto alle spalle e seguire Gesù crea le condizioni giuste per l’inizio di tale formazione.

 


  

pomeriggio:

10. Il cuore del discepolo e lo scandalo della sofferenza

Lo scandalo dell’assenza del dominio di Dio nel mondo.

Perché Dio permette ai forti di opprimere i deboli? Perché non reagisce e sembra indifferente al male, permettendo il male? La fede nella presenza di Dio nella nostra vita e il Suo potere reale sul mondo non sarebbero minacciati dal dubbio e dalla disperazione se conoscessimo una semplice risposta a queste e simili domande. Il loro costante ritorno e le continue difficoltà nel rispondere dimostrano che non esistono spiegazioni semplici, risposte facili, spiegazioni ovvie per tutti.

La sofferenza è una prova per la nostra fede, ed è stata un’esperienza simile anche per Maria. Qual è stata esattamente la partecipazione di Maria alla Passione del Figlio? Nell’arte cristiana, Maria era spesso raffigurata ai piedi della croce mentre sveniva dal dolore e sostenuta da Giovanni. Tale immagine potrebbe suggerire che ella vacillò nella fede di fronte alla passione e alla morte del Figlio (Origene, In Lucam XIV, XVII, XIX). Contro tale interpretazione S. Ambrogio scrive: “Non presentarmela né svenuta né piangente, perché nel Vangelo ho letto che era «in piedi». Non ci leggo che ha «pianto». La Madre Addolorata guardò con compassione le piaghe del Figlio, che sapeva essere il riscatto del mondo”. Ella comprese il senso della croce grazie all’obbedienza al piano di Dio, grazie all’unione del Suo cuore al Cuore del Suo Figlio.

Natanaele confessa la fede in Gesù proprio come il Re e lo fa all’inizio della sequela: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d’Israele!” (Giovanni 1,49). L’autorità del Re non dipende dal riconoscimento delle persone che hanno sbagliato molto quando volevano farlo loro re (Giovanni 6,15). Anche se Gesù era già un re, Egli non voleva attirare a sé le persone in questo modo, quindi si allontanò subito da loro. Un’altra regalità può attirare tutti a Lui: “E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me” (Gv 12,32). Qual è la Sua attrazione? Perché essa è così importante?

Al discepolo che sta accanto alla Madre di Gesù, il Crocifisso indica Sua Madre come Madre del discepolo. Accogliendo la Madre di Gesù, il discepolo deve ricordare le parole pronunciate nel villaggio di Natanaele durante le nozze. Allora, una sola volta nel quarto Vangelo, noi possiamo sentire le Sue parole quando Ella si rivolge servi delle nozze: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2,5). Il ruolo dei discepoli non è quello di prendere l’iniziativa. Il compito dei discepoli è accogliere, insieme con la Madre di Gesù, le parole del Suo Figlio e compierle fino alla fine. Anche se a volte tanto nel mondo sembra incomprensibile, difficile, sconvolgente, la nostra sequela viene da Dio e mediante essa Dio esprime la Sua presenza nella storia umana.

Alla fine, ancora una volta le parole della Santa Madre Fondatrice che hanno introdotto alle nostre meditazioni:

Coraggio e fiducia, Figlie mie carissime!

Sebbene il mio corpo sia nella tomba, l’anima e il cuore sono con voi. Vi amo e vi benedico. Avanti con coraggio nella via della virtù!

Sursum corda! In alto i cuori!

Abbiate fiducia!

Il Cuore di Gesù è con noi. Nel suo Cuore divino siamo sempre unite!

La prima e più ardente domanda che vi rivolgo, Figlie mie, è questa: amate, amate sempre più ardentemente il Cuore divino di Gesù per mezzo del Cuore Immacolato di Maria.


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