La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
RITIRO ANNUALE 2018 Roma, 31 agosto
MATTINA:
“dona ai tuoi fedeli i tuoi sette doni che solo in te confidano”
L’Eucaristia costruisce la Chiesa; essa è santa perché il suo capo è Santo, la Chiesa è una perché Cristo la unifica nel Suo Spirito. Ognuno di noi ha il suo posto in questa Chiesa. Noi apparteniamo alla Chiesa perché apparteniamo a Cristo; Lui ha donato tutta la Sua vita per santificarla.
Il Cuore di Gesù: “Figlie mie, è di amare questo Cuore divino con tutte le nostre forze. Amiamolo questo Cuore divino.” Testamento, I Domanda – Il sacratissimo Cuore di Gesù). La Fondatrice ci parla dell’affidamento all’amore del Cuore di Gesù e della nostra “l'incrollabile fiducia nella bontà del Cuore di Gesù; la certezza fiduciosa che, nella più profonda pace, attende tutto dal Cuore santissimo di Gesù…”. Evangelista Matteo ci offre l’esempio di gratitudine per il dono della rivelazione di Dio: «Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così è piaciuto a te. Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.” (11, 25-27). Solo Gesù ci può avvicinare ed unire al Padre. Poi, tutti abbiamo l’accesso a Dio, che è la nostra vera forza; ogni volta che abbiamo una stanchezza spirituale non dobbiamo necessariamente scaricarlo su qualcuno ma unico che può sciogliere i nostri nodi è Gesù Cristo: “Venite a me, voi tutti, che siete affaticati e oppressi, e io vi ristorerò. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per le vostre anime. Il mio giogo infatti è dolce e il mio carico leggero» (Mt 11, 28-30). Questa ci fa scoprire è qualcosa di straordinario e non solo perché il ‘giogo è leggero’, ma anche che il Maestro è ‘docile ed umile di cuore’. Per noi è un insegnamento: qui non è soltanto in gioca la nostra obbedienza a Dio ma anche diventare noi più umili e più docili… La dolcezza è ‘propria’ di Dio: “Una cosa ho chiesto al Signore, questa sola io cerco: abitare nella casa del Signore tutti i giorni della mia vita, per gustare la dolcezza del Signore ed ammirare il suo santuario. “ (Sl 27, 4). La dolcezza del Signore è anche per i peccatori: il Padre ‘abbraccia’ con amore per chi ritorna a lui con tutto il cuore (cfr. Sl 84, 9). La dolcezza di Dio si china su di noi: (Flp 2, 5-8)
Riflessione su: Gv 19, 31-37
- La figura e il ruolo di Giovanni Battista, l’ha preannunciato
- Il giorno della Parasceve, il venerdì, che per noi è anche un riferimento al Cuore di Gesù, la nostra devozione ne trae le origini;
- La testimonianza di Giovanni l’Evangelista: “uno dei soldati gli colpì il fianco con la lancia e subito ne uscì sangue e acqua. Chi ha visto ne dà testimonianza e la sua testimonianza è vera e egli sa che dice il vero, perché anche voi crediate.” (Gv 19, 34-35). Giovanni percepisce la verità più alta, la quale possiamo raggiungere soltanto con la fede. Giovanni comunica la sua fede;
- Gesù è prefigurato dall’agnello pasquale.
per la MEDITAZIONE:
1. Lc 24, 13ss (i discepoli di Emmaus)
2. Gv 21, 1-14 (apparizione di Gesù al lago di Tiberiade)
POMERIGGIO:
“dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna”
Impostare la nostra vita in vista dell’eternità; delle realtà che non passano.
Noi dobbiamo cercare di consolare l’altro – come farlo? Acquistando lo spirito di Maria; aver fiducia - fede - in Gesù che non vuole una separazione, ma una vicinanza più grande. L'intimità resta e il legame non s'interrompe. Lo Spirito di Dio, più che "vicini" ci fa intimi della Trinità, ci porta in Dio: avvolti dall'amore del Padre, tutto manifestato nel Figlio, viviamo dello stesso spirito di unità e di comunione.
Gv 19, 21-37 “guarderanno a colui che hanno trafitto …” – ci accorgiamo della contemplazione dell’evangelista Giovanni e di Maria, la Madre di Gesù.
Nel cuore trafitto si contempla l'amore di Gesù per il Padre e per noi, e in questo amore di Gesù si contempla l'amore del Padre per noi, e nello stesso tempo si contempla anche l'uomo, la malvagità dell'uomo (che lo ha trafitto) e, nel contempo, l'amore misericordioso di Gesù (il quale, trafitto, dona la vita).
Gv 7, 37-39 “se qualcuno ha sete, venga a me e beva …” – l’acqua annuncia lo Spirito Santo e più precisamente il battesimo.
Queste parole di Gesù sono per no un invito - che Gesù rivolge a tutta l'umanità, a chiunque riconosce di essere misero e bisognoso. Egli è il Signore che chiama, che invita il mondo a venire a Lui “Venite a me…” . Queste parole sono anche una promessa di venir dissetati, ma anche una promessa di venire fonti di acqua viva; Cristo può dissetare l'anima che lo ricerca col cuore. Egli non solo ci chiama, ma ci dona un'acqua preziosa, che ci è d'incoraggiamento durante le prove della vita.
Il cuore è il simbolo di Cristo; Cuore di Gesù, massima espressione umana dell’amore divino. Siamo invitati ad interiorizzare la nostra unione col Padre attraverso la forza vivificante del cuore di Cristo. Il Cuore di Gesù è il simbolo per eccellenza della misericordia di Dio; ma non è un simbolo immaginario, è un simbolo reale, che rappresenta il centro, la fonte da cui è sgorgata la salvezza per l’umanità intera. Da questo Cuore è nata ed è continuamente rivitalizzata: Ez 47, 1; Ap 22, 1; 22,22; Gv 4, ; Is 55, 1.
Siamo invitati da Gesù di andare a Lui per attingere l’acqua viva per poi riversarla nella nostra vita dei testimoni.
La risurrezione di Gesù: Gv 20,1-10 Gesù si mostra: negli incontri con Maddalena (Gv 20,11-18), con i discepoli (Gv 20,19-23) e con Tommaso (Gv 20,24-29) “pace a voi”. Questo si può riferire anche a noi, specialmente nel sacramento della confessione nella quale ci viene riversato lo Spirito Santo in abbondanza. Dobbiamo approfittare di questa grazia per por comunicarla nella gioia dell’amore misericordioso del Padre – “i discepoli gioirono al vedere il Signore”. Cristo soffia sugli apostoli “ricevete lo Spirito Santo” che è il soffio della nascita della Chiesa.
Gli apostoli sono (dopo Giovanni e Maria) i primi testimoni del Cuore aperto di Gesù, un cuore aperto che verso, per la salvezza degli uomini, fino all’ultima goccia di sangue; un Cuore aperto a tutti: i giusti e i peccatori, ossia tutti i fiduciosi che vogliono trovare in Lui la sorgente di ‘acqua viva’, il ‘ristoro’ – la salvezza.
…grazie…
NB. Un monaco pregava: “Signore, non so se sei contento di me ma io sono contento di Te!
PENSIERO dall'omelia
S.Messa - 1Cor 1, 17-25; Mt 25, 1-13... «Ecco lo sposo! Andategli incontro!».
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