La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
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Incontri formativi / spirituali delle Maestre, con don Rino AS 2020/2021
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incontro - sabato, 10 aprile 2021
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Il Monsignore Don Rosario Matera apre la riunione odierna prendendo spunto dalla Pasqua appena passata e affermando che questa festa basilare per noi Cristiani, non è un evento qualunque.
La fede non è nel suo essere Spirito, ma nel Suo essere uomo, perché è grazie a Lui che siamo qui dopo duemila anni.
Il mistero di Gesù azzera ogni cosa quando siamo toccati nella carne; la fede sparisce, si nebulizza e il mistero della Croce ci fa uomini di Pasqua, se siamo convinti che il mistero pasquale è un Dio che si è fatto uomo e si realizza nel suo obiettivo soteriologico.
Il valore della nostra sofferenza è valore perché è la speranza terrena del Paradiso; ha senso nella liturgia quando dice: “In alto i nostri cuori”.
La Pasqua ci obbliga a guardarci dentro.
La pandemia causata dal COVID 19, ha scoperchiato il sepolcro che, molte volte, è vuoto.
All’improvviso, i genitori dei bambini si sono ritrovati ad organizzare la loro responsabilità genitoriale.
Padri e madri hanno provato anche un senso di fallimento nel pianificare perfino la libertà dei propri figli.
Piccola o grande che sia, in una comunità viva, le dinamiche sono sempre scoppiettanti.
A questo punto, il Monsignore Don Rosario Matera dice: “Se ti guardi allo specchio non immagini certo la tua vanità”, frase tratta dalla canzone “Vanità di vanità” di Angelo Branduardi.
Il senso di fallimento che ha colto tutta l’umanità, è dovuto al fatto che la società è cambiata, ma la nostra testa, il nostro modo di pensare è rimasta al passato, in un passato che non tornerà più.
L’alto prelato passa a parlare degli scolari.
L’iperattività dei bambini è anche dovuta al fatto che il ruolo e la funzione materna sono cambiati e il piccolo viene, a lungo andare, erroneamente identificato come “pecora nera”.
Un bambino matura psicologicamente, quando ha la possibilità di reagire, quando la scuola e l’educatore aiutano ad incanalare il talento dei ragazzi. Il fanciullo, essendo inesperto, è duttile, malleabile, anche se non fruibile. L’adulto esperto è fruibile, ma non è duttile.
In alcuni casi, fare errori è anche auspicabile. I figli, quando disattendono le speranze dei genitori, fanno scelte che hanno conseguenze reali sul loro futuro e questa è un imprevisto che, comunque, deve essere preso in considerazione. In ogni caso, il ragazzo si sente incoraggiato, quando si sente amato; si scoraggia quando non si sente amato.
Il compito primario dei genitori è quello di coltivare la speranza nei propri figli.
Il religioso aggiunge che la dicotomia non esiste nel campo dell’insegnamento. Bisogna lavorare contemporaneamente sui bambini e sui genitori e concentrarsi sulle loro qualità e poi sui ragazzini che mai sono fallimenti (il sacerdote rimarca e sottolinea quest’ultimo pensiero con molta precisione).
Spesse volte, i genitori riversano sugli insegnanti i loro sconfitte. Solo se un genitore coltiva uno sguardo di fiducia sul figlio, potrà poi far leva e indicare il punto di crescita e l’insegnante, di conseguenza, sarà così in grado, di guardare l’aspetto personale e relazionale del bambino e non l’aspetto prestazionale scolastico.
Il docente deve:
· saper valutare il ragazzo nella sua interezza;
· deve saper dare gli strumenti e imparare ad utilizzarli.
L’intelligenza è un qualcosa che si fa; la plasticità del cervello è fondamentale. Il Monsignore Don Rosario Matera conclude il suo intervento dicendo che l’epigenoma rende unico il modo di incontrare la realtà e si assimila dall’infanzia all’adolescenza, ragion per cui lo studente deve far suo, ciò che il maestro ha già fatto proprio.
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sant'Orsola, Educatrice ed Insegnante Nell’opera educativa abbiamo un duplice compito:
il primo - educare i bambini per Dio, per la patria celeste, il secondo – è l’educazione dei bambini per la società, per la patria terrena.
Il Sistema Educativo di Madre Orsola Ledochowska, di Katarzyna Olbrycht
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