TANZANIA

 

    Sukamahela


 

Nei giorni dal 30 ottobre al 20 novembre 2006, la Madre Generale - Jolanta Olech, è stata in Tanzania ed ha visitato le comunità della Congregazione ivi presenti. Ecco cosa scrive nella sua lettera alla Congregazione, del 5 dicembre 2006:

 

    L’ultima tappa del viaggio è iniziata la mattina presto del 15 novembre, ancora prima dell’alba. Per la strada abbiamo fatto una capatina di alcune ore a Sukamahela – il villaggio nel quale, da quattro anni, le Suore si prendono cura delle  persone che sono state, nel passato, colpite dalla lebbra. Non è cambiato molto dalla mia visita precedente. Una delle Suore continua a lavorare nella scuola elementare, un’altra nella scuola materna, le due rimanenti hanno cura degli abitanti del villaggio e della cappella. La cappella appartiene alla parrocchia di Itigi, ma il sacerdote viene una volta ogni tanto a distanza di qualche settimana. Siamo arrivate abbastanza presto, ma siamo riuscite a realizzare tutto il programma (il karibuni, l’incontro con le Suore) e abbiamo avuto la possibilità di vedere le persone che vengono dalle Suore per ricevere aiuto. Naturalmente, la notizia del nostro arrivo si è diffusa velocemente e il cortile si è riempito di bambini.

 

     

 

     

 

(viaggio in Tanzania)

 


 

Una casa  comunità  a Sukamahela - il villaggio dei lebbrosi, e per l'aiuto materiale e spirituale di questi  e per l'aiuto spirituale ai giovani e bambini dello stesso villaggio. Un  coro liturgico  di persone adulte per le feste e le domeniche… Due suore insegnano in asilo e nella scuola elementare del villaggio (dal: Sarà una specie di riassunto  sulla nostra Missione - di sr.Rita - Mkiwa, 25 gennaio 2004).

 

 

nella lettera di suor Rita Fiolrillo, superiora Provinciale della Tanzania leggiamo:

Carissimi,

Prima della fine di quest’anno apriremo una comunità a SUKAMAHELA, “il villaggio dei lebbrosi”, cos’ si è soliti definire questo villaggio che è sotto la dipendenza spirituale  dei Padri di Preziosissimo Sangue, la cui parrocchia è Chibumagwa.

“Siete un po’ pazze, voi Orsoline” – ha detto un amico italiano quando ha sentito che stavamo pensando di andare a Sukamahela. Un altro invece ha detto: “è la più bella decisione che potevate fare”… Sono vere le une e le altre parole.

  sr.Rita

Per noi anche questa scelta è sentita come una tra le più belle decisioni, ma è anche vero se non ci fosse un po’ di “pazzia”, non si farebbe neppure un passo verso “i più poveri tra i più poveri”. Se no ci fosse Dio a suscitare questi buoni desideri, che per alcuni è un poco di “pazzia” – condividere le miseria di questi emarginati, non solo a parole, ma con segni concreti che esprimono amore, non ci sarebbe amore credibile, visibile, per chi vive nella ingiustizia e nella disistima di tutti. “Oggi mi hai fatto contento” – ha detto il missionario, quando ha sentito che volevamo chiedere il permesso alla Nostra Madre generale di poter andare con una comunità delle Orsoline a Sukamahela… certo, questa decisione non ci poterà sicurezza né benessere. Sarà invece un altro peso economico; sappiamo che incontreremo difficoltà, ma, se diciamo che è necessario che noi religiosi aiutiamo la Chiesa a potare amore e giustizia tra quelli che più soffrono, allora diciamo di scegliere anche questo villaggio per il nostro servizio di carità e di solidarietà.

 

Mkiwa, 3 luglio 2001, dalla 43 lettera circolare dalla Tanzania


 

dalla 49 circolare, Mkiwa   1.01.2003:

 

A Sukamahela stiamo per cominciare la costruzione di una casetta per le suore, perché quella che occupavamo non era nostra ed era di fango. Ora servirà  come stoor  per conservare granturco, fagioli e riso per  i malati.


dal: Bollettino-notiziario della Congregazione, nr 5 (43) del 5 dicembre 2002

Nel viaggio da Dar es-Salaam a Mkiwa la Madre ha fatto la visita a Dodoma (...). Il giorno dopo la Madre ha visitato Sukamahela, dove le suore sono già entrate molto bene nella vita del paese. Una di loro fa insegnante, una maestra d’asilo e una catechista.


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