La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

Le COMUNITA' in Italia        RITIRO ANNUALE 2015 - Roma, 27 - 31 agosto


 

   Le Case di Maria

 

 

"Al sesto mese,

l'angelo Gabriele fu mandato da Dio

in una città della Galilea,

chiamata Nazaret, a una vergine,

promessa sposa di un uomo della casa di Davide,

di nome Giuseppe.

La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse:.."

(Lc 1,26-38)

... ECCOMI ...


 

 

Il Ritiro ha iniziato con la S.Messa, celebrata nella cappella della Casa Generalizia a Roma.

Anche quest'anno (come già negli anni: 2004, 2005, 2007, 2012) il Ritiro è guidato da don Guido Mazzotta.

Il tema del ritiro: Le case di Maria è stato 'adottato' dal titolo dell libro di p. Ermes Ronchi, Le Case di Maria - Polifonia dell’esistenza e degli affetti.

 

Deo Patri sit glória,
et Fílio, qui a mórtuis
surréxit, ac Paráclito,
in sæculórum sǽcula.
 

Amen.


 

 

Le meditazioni di quest'anno, sono

un viaggio attraverso le case, che Maria ha abitato nel corso della sua esistenza...

 

    Casa, nel linguaggio biblico, ha un doppio si­gnificato: indica la casa come edificio, e il casato come insieme di persone. Questo duplice significato è espresso molto bene in 2 Sam 7, quando il profeta Natan riceve un oracolo da riferire a Davide: « Non tu costruirai una casa a Dio, ma Dio una casa a te ».

    La casa non è soltanto l’abitazione, ma il luogo dove accadono gli eventi decisivi della vita. La metafora della casa ci aiuta a passare dall’edificio all’interiorità di chi vi abita. La casa in realtà è Maria stessa. Raccolta e ospitale, con le due caratteristiche proprie di ogni casa, Maria sarà casa di Dio. Creatrice di relazioni, Ella nelle sue case trasmette ed elabora un’arte di vivere e ci insegna a non smarrire la polifonia dell’esistenza e degli affetti.

 

 

 Le case di Maria sono un richiamo pieno di conforto alle nostre case.

Perché è nella famiglia che si gioca la maggior parte dell'esistenza umana,

e il Vangelo ha parole importanti da dire sulla casa, luogo primario della vita.

 

La casa: dove è possibile trovare Dio nei gesti. La casa, dove si parla al cuore.
La casa, dove la vita nasce, è custodita e cresce in età, sapienza e grazia.
La casa, che dà lezione di vita, di cose vere. Ogni nostra casa, dove ogni vita può rinnovarsi.
E dove, nel respiro dei viventi, respira il Signore della vita.

 

PRIMA CASA: Annunciazione = vocazione

SECONDA CASA: Visitazione = missione

TERZA CASA: Nascita di Gesù = la casa dei sogni e dei dubbi

QUARTA CASA: Adorazione dei magi = la casa del pane

QUINTA CASA: La fuga in Egitto = la casa dell'emigrazione

SESTA CASA: il ritrovamento di Gesù nel tempio = la casa dei ‘trent’anni’ / dell’obbedienza

SETTIMA CASA: “stavano presso la croce di Gesù” = il domicilio di Maria e del discepolo amato

 

 

INTRODUZIONE:

    All'inizio qualche breve nota per entrare negli Esercizi spirituali o, meglio, nel loro scopo, cioé quello di pregare con le Scritture. Bisogna sottolineare che le Scritture non sono riservate ai pochi 'eletti' ma l'accostarsi ad esse con il dovuto rispetto e correttezza è il compito di ogni battezzato.Dobbiamo prendere coscienza che non dobbiamo essere noi e le nostre parole al centro dell'esperienza di vita, ma lasciare parlare Dio nella nostra vita: "riposatevi un poco"... Per diventare i discepoli bisogna farsi istruire dal Maestro e lasciare che Egli ci parli; lasciare che Gesù parli al nostro cuore affinché questo nostro cuore possa 'dilatarsi' , ardere come ai discepoli sulla via dell'Emaus, come a Pietro che afferma:

 

 "Tu sei il Cristo",

Tu sei il tutto per me

- senza di te non posso vivere.

Affermare nella dichiarazione d'amore che Gesù è il sigillo della garanzia;

Tu sei il senso della vita.

Lasciare a Gesù il primo posto, che Lui.

 

    Dobbiamo dunque lasciare parlare il Maestro e noi aderire con i fatti della vita - incarnare nella vita, vivendo di Gesù-Verbo che si è fatto Carne. Così la Parola di Dio diventa la Rivelazione, allora il mistero diventa il fatto della vita che permane fino ad oggi nella contemplazione.

 

    Ma, come si fa a contemplare i fatti della viata di Gesù?

 

Lo si fa attraverso il metodo che adottiamo come ci insegna san Giovanni apostolo "Ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita (poiché la vita si è fatta visibile, noi l’abbiamo veduta e di ciò rendiamo testimonianza e vi annunziamo la vita eterna, che era presso il Padre e si è resa visibile a noi), quello che abbiamo veduto e udito, noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta". (1Gv 1, 1-4)

 

UDIRE - VEDERE - TOCCARE

 

Il nostro metodo di contemplare il mistero del Verbo Incarnato per vivere in comunione con Dio e con i fratelli si servirà dei nostri sensi.

 


1. PRIMA CASA

Annunciazione = vocazione

 

"AVE" - rallegrati !

Maria in questo saluto dell'angelo sente l'invito alla gioia.

Ti preghiamo, Maria facci vedere come era grande e sorprendente per te questo questo invito...

e come è stata grande la tua fede.

 

 

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse "Ti saluto, o piena di grazia, il Signore è con te".  A queste parole ella rimase turbata e si domandava che senso avesse un tale saluto. L’angelo le disse "Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine".

Allora Maria disse all’angelo "Come è possibile? Non conosco uomo". Le rispose l’angelo "Lo Spirito Santo scenderà su di te, su te stenderà la sua ombra la potenza dell’Altissimo. Colui che nascerà sarà dunque santo e chiamato Figlio di Dio. Vedi anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile 37 nulla è impossibile a Dio ". Allora Maria disse "Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". E l’angelo partì da lei. Lc 1, 26-38

 

 

Siamo chiamati alla perseveranza e alla fiducia verso la parola di Dio.

Grazie a Cristo siamo stati colmati di ogni grazia necessaria affinché la  nostra peccaminosità ceda di fronte alla forza di Dio.

Prendi a cuore queste parole: "rallegrati!" - "il Signore è con te" - "beata te..."  beati voi tutti coloro che accogliete la Parola di Dio!

 

 

 

La prima casa è la casa dell’inizio o della LIBERTA’

La scena dell’Annunciazione – soltanto quando scende lo Spirito, gli umonini si intendono – la pentecoste di Maria.

 

    Così inizia la storia di Maria, m si può dire che questa è la storia personale di ciascuno di noi.

Probabilmente qui dobbiamo inserire due piccole annotazioni: vedere le coordinate del tempo e del luogo. 1. il tempo: sesto mese; attraverso di diversi nomi (Davide, Giuseppe...) siamo all’interno di una dinastia di Davide – la storia scandita dalle generazioni davidiche fino al casato di Giuseppe. La storia che comprende la genealogia di Gesù è una storia da ‘spavent’: le morte attraverso degli omicidi una storia alquanto tenebrosa; così, come ogni storia umana che è capace di rovinare con le proprie mani anche le storie più belle. 2. lo spazio: si svolge in Galilea (bella) e a Nazaret.

 

Come si presenta la storia di Annunciazione?

 

  1. il saluto: “Ti saluto, o piena di grazia”, le bellissime parole del saluto che però poratano un grande turbamento arrecato a Maria; ella si chiede: cosa è che sta accadendo? Bisogna dire, che quando si parla del turbamento nella bibbia, accade sempre qualcosa di straordinario e misterioso. Questo provoca spesso lo spavento...p.es. Gesù che cammina sulle acque – Pietro và, perché vuole essere come il Maestro / Dio. Dunque, quando noi chiediamo le cose ‘grandi’- Dio ce le acconsente – dice: vieni sulle acque..., ma quando cominciamo adubitare, andiamo a picco. Dovunque c’è la rivelazione di Dio, c’è paura, il timore. Ma gesù ci dice: non temete, sono io con te! A Mose dice: “io sono...” A Maria l’Angelo dice: Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio” (v.30) Maria si spaventa - vive un attimo di smarrimento, ed è un attimo che, nella nostra vita, può durare anni.

    è perplessa, si mette in silenzio, nella riflessione e nella preghiera di questa parola...

     

  2. l’iniziativa è di Dio e non di Maria: "Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine” (vv 31-33). Qui si compie la promessa nella quale è presente la centralità di Gesù.

 

    Gesù – è colui attraverso tutto è stato fatto e nulla non esiste senza di Lui: la storia umana, la vita della chiesa – ‘la carne della salvezza’; dunque, il cristianesimo dà ragione alla carne! Che cosa è l’incarnazione? E’ il Verbo di Dio che si riveste di carne... Che cosa è la passione? È la redenzione attraverso la morte – la sua morte crocifissa; delle sofferenze e delle grida... cfr. Eb 5, 7 “nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime“ e la risurrezione della carne. Maria si chiede: “ma come è possibile?” Ognuno di noi potrebbe chiedersi: ma come mai il Signore ha scelto proprio me, che sembrerei a non meritare nulla... ed è proprio ciò che pare di non meritare nulla (che cosa mai può venire del buono da Nazaret?). Quando scende lo Spirito Santo, succede sempre qualcosa di molto concreto – qui nasce la vita, sempre nasce la vita perché “dov’è è lo spirito, là è la vita”. Quando scende lo Spirito Santo, nasce la chiesa. Nella chiesa non c’è il posto per la sterilità: "Vedi: anche Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che tutti dicevano sterile: nulla è impossibile a Dio ” (vv.36-37). Anche allora è possibile tutto ciò per me; che io sia feconda. La vita umana è una vita di risposta: siamo ‘chiamati’ e siamo chiamati a rispondere ‘sì’ o ‘no’ – Maria risponde il suo ‘sì’  e così, dicendo: “Eccomi”, conta su di me, sono pronta, Signore perché tu faccia di me quello che vuoi! Possimo dire che in quel momento nasce la Chiesa. L’Annunciazione ci rappresenta e ci spiega il ‘momento palpabile’ della nostra vita; la vita di Gesù, la sua storia nella sua incarnazione compie il disegno di Dio; Dio fa il dono di se stesso a noi – noi abbiamo trovato la grazia presso Dio: Dio si compiace di noi e ci dona la nuova vita nel suo ‘evento’ – tutto è compiuto nell’inizio; ogni storia di ‘oggi’ è già compiuta nell’inizio.

 


 

2. SECONDA CASA

Visitazione = missione

 

Maria non vuole rimanere da sola con la buona notizia appena ricevuta, la vuole condividere con gli altri.

Vuole condividere il dono dell'annuciazione.

Vuole riempire i cuori degli altri con la sua gioia, malgrado la difficile sua situazione...

O, Maria - aiutaci a vedere la Tua gioia!

 

 

In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna e raggiunse in fretta una città di Giuda. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino le sussultò nel grembo. Elisabetta fu piena di Spirito Santo ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! A che debbo che la madre del mio Signore venga a me? Ecco, appena la voce del tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha esultato di gioia nel mio grembo. E beata colei che ha creduto nell’adempimento delle parole del Signore”. Lc 1,39-45

 

 

Non è facile affatto accettare come benedizione di Dio una situazione difficile.

Solo grazie ad una fede animata dalla preghiera siamo in grado vedere e accettare l'agiredi Dio nella nostra vita.

Cerca di riscoprire l'intervento di Dio nella tua vita quotidiana e ripeti con Maria: "L'anima mia magnifica il Signore...poiché grandi cose ha fatto per me l'Onnipotente"

 

 

    Questa casa è la espressione del servizio, dellattenzione e dellesempio nel tessuto dei rapporti umani. La casa in realtà è Maria stessa. Raccolta e ospitale, con le due caratteristiche proprie di ogni casa, Maria sarà casa di Dio. Creatrice di relazioni, Ella nelle sue case trasmette ed elabora un'arte di vivere e ci dà la fisionomia nuova con un nome proprio all’interno di una storia di salvezza. Il compito principale è di inserirsi in questo progetto di dio con semplicità, ma...senza indugio. E’ il dare gioia agli altri per la gioia che viviamo dentro di noi, perché Dio ci ama, ci chiama e ci ‘manda’ ad essere i testimoni del suo amore verso ciascuno di noi.

 

    Maria viene presentata nel suo itineraio che si snoda dalla casa di Nazaret alla casa di Gerusalemme – è il prototipo dell’Arca dell’Alleanza.

 

    La fede apre nel quotidiano lo spazio del mistero, nella casa apre lo spazio del cielo. La fede ti porta a interessarti a tutto l'uomo, alla sua fame e alla sua gioia.Ti conduce a conoscere perfettamente la geografia dell'anima umana e delle aspi­razioni e delle cadute.

 

Soltanto se portiamo Dio al mondo, portiamo la vera gioia e se non portiamo la gioia - allora cos'è che noi portiamo?

 

 


 

3. TERZA CASA

Nascita di Gesù - la casa dei sogni e dei dubbi

 

Dio viene al mondo come un bambino; il neonato porta sé stesso in regalo agli altri;

tira da noi la nostra parte migliore dell'umanità...senza nemmeno una parola...

O, Maria facci vedere il tuo Figlio - il bambino diventato indifeso per noi.

 

 

 

     Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto. Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo. Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati.

Tutto questo avvenne perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

 

     Ecco, la vergine concepirà e partorirà un figlio che sarà chiamato Emmanuele, che significa Dio con noi. Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato langelo del Signore e prese con sé la sua sposa, la quale, senza che egli la conoscesse, partorì un figlio, che egli chiamò Gesù." Mt 1, 18-25

 

 

La gente rimaneva meravigliata che nel piccolo bambino è venuto al mondo il Salvatore.

La promessa di Dio si rivela a noi gradualmente e la prova di comprenderla è sempre come un camminare nel buio.

Non dobbiamo, però scoraggiarci, arrendendoci alle dure prove della vita ma vale la pena, come Giuseppe e come Maria, custodire 'queste cose' nel proprio cuore.

 

 

NAZARET - Maria ritorna alla casa di Giuseppe – modello e maestro della vita spirituale. Il dato di fatto è che nessuno come lui ha trattato con il rispetto e la riverenza dovute a Maria e Gesù. Con lui anche la Chiesa e ogni credente con lei, possono ritrovare la strada del silenzio.

Perché la casa dei dubbi e dei sogni?

    Così come a Giuseppe, anche a noi assalgono dei dubbi; in fondo nella nostra vita dei chiamati alla vita consacrata abbiamo trovato un riscatto: tutti ci stimano, ci rispettano – ma è vero tutto questo? Ma se fosse anche tutto un’illusione la nostra vita?

    Giuseppe è assalito dai dubbi. Si trova di fronte ad un evento straordinario e, nello stesso tempo molto stramo e misterioso. E’ come si sentisse tradito nella sua fiducia.  Giuseppe intuiva che qualcosa sta succedendo, che non è possibile ricevere un torto così grande , del tradimento, da una donna che lui amava e che era tanto delicata e tanto ‘fine’... La legge gli suggeriva e consentiva di ripudiarla – lui combatte con se stesso se farlo, o no in segreto, ma Giuseppe soffre, combatte nel prprio intimo per essere giusto nei confronti di Maria. Si domandava certamente circa la giustizia degli uomini e delle legge e la giustizia di Dio. Dio è giusto, ma non è giusto alla misura dell’uomo... Qui entra in gioco la logica dell’affermazione e della negazione.

    Mentre Giuseppe si trova in questo stato di dubbi e di continua agitazione, gli appare, nel sogno, l’angelo. Il sogno è importante, si trova all’inizio della creazione dell’uomo. Il sogno conclude un lungo viaggio della stanchezza di Giacobbe che si butta a terra per riposare e gli appare la scala. Nel sogno che Dio chiama Samuele. Il sogno è un’esperienza così singolare che ambisce quasi l’esperienza di Dio.

    Un angelo gli apparve nel sogno... Gli angeli che contemplano Dio... L’angelo che porta un messaggio: “non temere” – non avere paura della propria storia, non avere paura della propria scelta, non temere di prendere con te Maria, tua sposa... Giuseppe si mette di fronte alla scelta dell’uomo giusto: camminare secondo il disegno scelto per lui da Dio – camminare sulla strada giusta; Giuseppe è un uomo giusto. Prende con se Maria perché lei partorirà il Figlio di Dio – ciò che farà Giuseppe / l’uomo giusto, non è altro che la realizzazione delle promesse di Dio: “ecco la Vergine partorirà...” (Is 7,14)

Dio, cominciando stare con Maria, ha voluto stare con Giuseppe, ha voluto stare con ciascuo di noi – così si realizzerà anche il nostro sogno: stare con Dio – essere uniti a Lui nella nostra vita di donazione. Dunque, bisogna sognare... per poter realizzare il disegno di Dio su ciascuno di noi – avere la speranza: prevedere il futuro.

Dunque, Giuseppe prende la decisione definitiva: prende con sé Maria, sua sposa, dalla quale nascerà Gesù, il Figlio di Dio. Finiscono i dubbi, perché luomo giusto ‘ha sognato’.


4. QUARTA CASA

la visita dei Magi = la casa del pane

 

 

"Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo. Alludire queste parole, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i sommi sacerdoti e gli scribi del popolo, sinformava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Messia. Gli risposero: A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta:

 

     E tu, Betlemme, terra di Giuda,

      non sei davvero il più piccolo capoluogo di Giuda:

      da te uscirà infatti un capo

      che pascerà il mio popolo, Israele.

 

     Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire con esattezza da loro il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme esortandoli: 'Andate e informatevi accuratamente del bambino e, quando lavrete trovato, fatemelo sapere, perché anchio venga ad adorarlo'.

         Udite le parole del re, essi partirono. Ed ecco la stella, che avevano visto nel suo sorgere, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, essi provarono una grandissima gioia. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, e prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti poi in sogno di non tornare da Erode, per unaltra strada fecero ritorno al loro paese." Mt 2, 1-12

 

 

I personaggi: Gesù, Maria, i magi, Erode, il popolo - il personaggio collettivo.

 


5. QUINTA CASA

la fuga in Egitto = la casa dell'emigrazione

 

 

"Essi erano appena partiti, quando un angelo del Signore apparve in sogno a Giuseppe e gli disse: 'Alzati, prendi con te il bambino e sua madre e fuggi in Egitto, e resta là finché non ti avvertirò, perché Erode sta cercando il bambino per ucciderlo'.

       Giuseppe, destatosi, prese con sé il bambino e sua madre nella notte e fuggì in Egitto, dove rimase fino alla morte di Erode, perché si adempisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

 

       DallEgitto ho chiamato il mio figlio."   Mt 2,13-15

 

 

 

 


 

6. SESTA CASA

il ritrovamento di Gesù nel tempio = la casa dei ‘trent’anni’ / dell’obbedienza

 

Il dodicenne Gesù chiede ai suoi genitori: 'perché mi cercavate?'

Il  Dio incarnato si meraviglia quando lo cerchiamo

- per caso, anche per noi non è chiaro il posto dove Lui si trova?

O, Maria,

facci partecipare nella tua meraviglia!

 

 

Vita nascosta di Gesù a Nazaret

 

       "Quando ebbero tutto compiuto secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nazaret. Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui."

 

Gesù tra i dottori

 

       "I suoi genitori si recavano tutti gli anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono di nuovo secondo lusanza;  ma trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendolo nella carovana, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai dottori, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che ludivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: Figlio, perché ci hai fatto così? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo. Ed egli rispose: Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio? . Ma essi non compresero le sue parole."  Lc 2, 39-49

 

 

La vicinanza di Gesù esprimono bene le parole di Pascal: "non mi cercheresti, se non mi avessi già trovato"... Questa presenza ricercata, perché ritrovata è un vero dono di Dio.

Gesù ci assicura, che il Padre darà il suo Spirito a coloro che chiedono.

Preghiamo, affinché siamo capaci trovare Dio nel nostro stupirci.

 

 

La vita di Gesù a Nazaret è la vita di sottomissione a Maria e a Giuseppe. La sua vita è anizittutto la sottomissione alla legge d’Israele e alle adesione alle pratiche religiose. Ma è anche la realizzazione delle profezie dell’antico testamento; la partecipazione alle feste del popolo. Ma le feste finiscono... e bisogna ritornare alla realtà di tutti i giorni: bisogna ritornare a casa. Si riprende la via di ritorno, si cammina in carovana (per obbedire alla legge del gruppo), ma... Gesù rimane a Gerusalemme e i genitori scoprono la sua assenza; cosa succede quando si fa questa dolorosa assenza di Gesù? Si prova una grandissima angoscia. Nella nostra vita quando manca Gesù, manca l’essenza e il principio della vita. Gesù si trova in città – il luogo ideale per nascondersi; non è il deserto ma la città dove aggregandosi agli altri si diventa ‘nel numero e un numero’ – pare, che il modo ideale per nascondersi è la visibilità assoluta. Noi abbiamo fatto nella nostra vita delle scelte definitive e non possiamo mettere dei surrogati nella nostra vita – consapevoli della nostra figliolanza divina abbiamo la coscienza di un dono irreversibile ed assoluto che dobbiamo continuare a non accontentarsi di stare ferme, cullandoci nelle nostre piccole difficoltà ma continuare acercare sempre di più Gesù all’interno della nostra quotidianeità. Bisogna sempre ‘esercitarsi’ nella vita nell’apprendere le ‘cose di Dio’. Dobbiamo sempre accumulando i doni spirituali esercitarci nella loro condivisione – bisogna essere in cerca di ‘Lui’... Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo (Lc 2, 48). Avere una piena consapevolezza che Dio ci ha affidato il suo Figlio e noi... L’abbiamo trascurato?! La ricerca di Gesù, perché non ci sia l’angosciosa, deve essere sempre nello stato di vigilanza e dell’ascolto della sua parola – così alimentiamo in noi lo stupore, che in seguito diventa lo stupore eucaristico; è qui, che Gesù vive il dono incondizionato di sé, che è il massimo che ci è stato donato!

La vita di Maria - anche se era continuamente messa alla prova, ed era una vita tutt’altro che  facile – era un inno di fede immensa accompagnata dal Magnificat.

“Perché mi cercavate?”

 

    Gesù torna a Nazaret e sta lì trent’anni sottomesso. Lui va a Nazaret ed impara l’obbedienza. Quale obbedienza? E’ quella stessa che lo porta in seguito a fare la volontà di Dio; il suo aver imparato la vita di famiglia, impara l’obbedienza salvatrice, grazie alla quale noi tutti siamo salvi. Ma... Gesù ha imparato anche a Nazaret ache la disobbedienza – ha imparato che la famiglia sì, è important... c’è qualcosa molto di più importante della famiglia: sono le cose del Padre.Che cosa è la vocazione religiosa se non occuparsi proprio delle “cose del Padre.” ?

 

Nella casa di trent’anni si impara l’obbedienza (la vita quotidiana) e la disobbedienza (bisogna obbedire piuttosto a Dio...).

    Nazaret è la scuola della vita di famiglia, dove si scopre il senso profondo delle relazioni, il senso salvifico del lavoro fatto in silenzio.

 

 

Nazaret

 

è la scuola del vangelo.

 

 


 

7. SETTIMA CASA

“stavano presso la croce di Gesù” = il domicilio di Maria e del discepolo amato

 

 

Gesù e sua madre

 

     Stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèofa e Maria di Màgdala. Gesù allora, vedendo la madre e lì accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: Donna, ecco il tuo figlio! . Poi disse al discepolo: Ecco la tua madre! . E da quel momento il discepolo la prese nella sua casa. Gv 19, 25-27

 

 

 

            La Chiesa deve stare presso la croce di Gesù e non se ne deve mai allontanare... Quando la Chiesa è ‘debole’ che è forte! Quando si parla dell’anemia spirituale è perché cresciamo nella forza politica ed economica. La Chiesa deve sempre celebrare l’Eucaristia e non può essere altrimenti, perché cesserebbe la sua ragione d’essere. La Chiesa è un’unione nell’amore degli amici di Cristo che hanno bisogno l’uno dell’altro per sostenerci, per consolarci – per condividere la tenerezza di Dio.

Anche le nostre debolezze sono l’espressione del vero bisogno di Dio – della sua tenerezza, che sperimentando nella nostra umiltà dell’essere debole e bisognoso saremo in grado di comprendere gli altri che ‘stanno’ con noi e di mostrare loro il volto della tenerezza di Dio.

            La vera libertà nel sperimentare la croce delle rinunce sta nel fatto che noi lo viviamo per riscattare il vero lato delle realtà alle quale noi rinunciamo; la vita dei voti ha il valore redentivo.

            Stare sotto la croce di Gesù significa una conversione continua; il dilatare il cuore a diventare la madre di tutti, la madre universale: “Donna, ecco il tuo figlio!” – la vocazione alla verginità è la vocazione alla maternità feconda, altrimenti non avrebbe senso . questo è il tratto propriamente cristiano.

 

Maria è la Madre di tutti,

 

la Madre di ciascuno di noi in particolare – noi siamo chiamati a prenderla nella nostra casa, nella nostra vita. In ogni volto della persona che incontro dovrei vedere il discepolo amato che sta nella casa di Maria – della Chiesa.

Uno dei motivi di nostro ringraziamento quotidiano dovrebbe essere questo:

 

 


 

  Alcune considerazioni / indicazioni sul sacramento del perdono

 

Dio al settimo giorno si riposò perché? Secondo sant’Ambrogio, è perché il giorno prima ha creato colui, al quale poteva perdonare...

Il sacramento del perdono dovrebbe essere il motivo di gioia. Non ci confessiamo volentieri perchè?

 

  1. il ringraziamento = inspirare – questo perché dobbiamo smetterla a mettere sempre al centro noi stessi. Il primo a cui pensare è Dio con tutto il bene che ci ha elargito e per il quale va ringraziato; la bontà di Dio viene prima di tutto il male che possiamo immaginare o concepire. Dobbiamo vedere e riconoscere l’infinita bontà di Dio che bussa continuamente alla nostra porta. Essere consapevoli che siamo circondati o, addirittura avvolti dall’amore di Dio. Ringraziare per la realtà che ci circonda, per le persone che Dio a messo sulla nostra strada, per ’apostolato e la issione conferitaci. Dobbiamo allenarci a vedere il bene che ci circonda! Vedere con l’occhio buono... Biosgna abituare gli occhi a vedere il bene che c’è. Bisogna riscostiture il momento originario della creazione dove “tutto era una cosa buona” (Gen 1) In un’ultima analisi, il male non ha la stessa entità del bene – il bene è più grande del male.
  2. il riconoscimento = espirare il male = confessio vitae; l’iniquità dell’uomo e permanenza della Chiesa fà affermare che il Dio agisce nella realtà umana.
  3. confessio fidei – è il momento più importante, perché confessiamo nel cuore che per quanto noi abbiamo peccato, Dio è più grande del nostro pecccato. Lui ha sette di noi. E’ la misericordia infinita.

Come fare l’esame di coscienza?

Innanzitutto non ci dobbiamo fidare della sola nostra memoria, la quale ci potrebbe portatre o a minimizzare o ad enfatizzare alcuni momenti della nostra vita. E’ bene servirsi dei ‘piani’ oggettivi – non fare troppi cambiamenti negli strumenti ma lasciarsi giudicare dalla Parola di Dio, p.es. le Beatitudini, dal discorso della montagna, oppure il brano delle antitesi: ‘avete inteso che fu detto... ma io vi dico’...

 

 

“Il frutto dello Spirito invece è

amore,

gioia,

pace,

pazienza,

benevolenza,

bontà,

fedeltà,

mitezza,

dominio di sé;

contro queste cose non c’è legge.”  

Gal 5, 22-23

 

 

Accanto a questo esame di coscienza, una nota sull’esame di coscienza particolare:

- si ricollega sull’agonismo della vita cristiana, sull’allenamento quotidiano nell’approcciarsi con una particolare difficoltà e sul progresso ‘evangelico’, sul superamento nel cammino spirituale e per la crescita nell’amore concreto per il prossimo.

 


 

RITIRI ANNUALI