La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

„Chi ama e conosce Gesù, desidera condurre tutti da Lui”

 

 

"una SANTA per tutti"

 

 

 

 

Sant'Orsola Ledòchowska

 

Lettera per iniziare il nuovo anno del lavoro spirituale 2014- 2015

Lettera per la QUARESIMA 2015

 

150°

(1865-1939)

 


 

 

dalla nostra BIBLIOTECA ... le Suore scrivono ...    

 

 

Madre Andrzeja Górska, nella sua lettera alle suore, in occasione del centenario della nascita di Sant’Orsola, scrisse: “Ci siamo rese conto con chiarezza che la vitalità e l’efficacia del nostro lavoro, dipende dalla misura in cui rinnoveremo e approfondiremo in noi lo spirito della Fondatrice, da quanto riusciremo ad attingere da quelle pure e ricche sorgenti, che per noi sono i suoi scritti e le sue indicazioni”.

 


 

 

GIOVANNI PAOLO II

1. Lettera di Giovanni Paolo II in occasione del 50° della presenza delle Suore Orsoline S.C.G.A.  a Roma

Cara Madre Generale,

        Mi unisco alla Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante a me cara, che oggi rende grazie a Dio per i cinquant’anni di permanenza nella Città Eterna, all’ombra della Basilica di San Pietro, alle sorgenti della fede apostolica. E’ stato un periodo di lavoro intenso, pieno di dedizione e di silenzioso sacrificio delle singole Suore, che seguendo la voce del Signore, lasciarono i propri cari e la Patria, per realizzare con coerenza la propria vocazione al servizio della Chiesa e dei Vicari di Cristo. Oggi, mentre mi viene dato di trovarmi nelle loro file, desidero dire a voi, Suore, un cordiale grazie per quanto avete fatto in questo tempo per Cristo, compiendo atti di misericordia tra i più bisognosi, intraprendendo il lavoro tra i bambini e tra i giovani, aiutando i pellegrini polacchi che giungono a Roma e offrendo una testimonianza di viva fede, che ha le sue radici nella patria terra polacca.

       Che la Divina Grazia e la protezione della Santissima Madre continuino ad accompagnare il lavoro della Congregazione, per farla abbondare di nuove vocazioni, così necessarie per la Chiesa nel mondo contemporaneo. A questi auguri aggiungo la cordiale Benedizione apostolica.

Città del Vaticano, il 21 novembre 1978

 


 

2. allegato nr. 1

Giovanni Paolo II: il dialogo improvvisato con le Orsoline SCGA durante la visita nella comunità di Via di Villa Ricotti a Roma, il 2 novembre 1980

Dopo l’indirizzo rivoltogli dalla superiora generale di allora, M. Andrea Górska prese la parola il Santo Padre:

       Ci sarebbe tanto da dire, ma è meglio non parlare. Sì, vi benedico molto cordialmente. Sono lieto di trovarmi qui. Sono già stato qui una volta, ma con il passar del tempo ho dimenticato, dove si trovava questa casa. A Roma mi oriento male, molto peggio che a Varsavia, a Cracovia in qualche modo me la cavo.

       La Madre non ha elencato qui tutti i miei meriti nei riguardi della Congregazione. Non ha menzionato nulla di Jaszczurówka, ma io so quello che so. Una volta, mentre ero malato a Jaszczurówka, lessi la vita, la lunga vita della vostra Fondatrice, Serva di Dio.

       In occasione dell’odierno incontro vi faccio il cordiale augurio che quanto fu concepito dal Suo spirito, così ricco, continui in voi. Direi che fu una persona capace di una grande avventura. Aveva la capacità per una grande, divina avventura, nella quale l’uomo rischia a volte varie cose. Anche lei rischiava, talvolta metteva a rischio perfino il suo buon nome di religiosa. Sì! Vi auguro che il suo spirito continui in voi.

       Inoltre, vi auguro di moltiplicare questi noviziati. Ho sempre ritenuto, che dalle orsoline grigie dovrebbero venire tante ragazze, perché questa è una Congregazione, a mio avviso, attraente. Volesse Dio che ciò si confermasse.

       Infine, la terza cosa, vi auguro di portare la vostra Fondatrice lì, dove bisogna portarla! Amen.

       Via benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

*

(Rispondendo al saluto rivoltogli da una delle studentesse ospiti di questa casa, il Papa continuava)

       Grazie. Sono state parole piene di significato. Vi sono tanto grato per questo incontro, per queste parole. Dici di essere la più anziana abitante di qui. Mi riesce difficile crederlo… Sei all’università? /Sì, all’ultimo anno di medicina/. Sarai un medico molto giovane.

       Sono grato di queste parole e di aver potuto incontrarvi qui, in questo luogo, così importante, storico per la Congregazione delle suore, per la loro missione non soltanto in Roma, ma anche in tutto il mondo. Colgo l’occasione per augurarvi ogni bene nel nuovo anno accademico. Ai vostri genitori – vedo che qualcuno è presente – auguro gioia e soddisfazione dalle figlie.

       Penso che in questa casa si compie un’importante opera di educazione e di autoeducazione, che è così importante; l’educazione in un’atmosfera cristiana, religiosa, profondamente umana.

       Vi auguro che questa atmosfera, che l’opera di questa Casa e della Congregazione delle Suore Orsoline grigie, come le chiamiamo, continui per molti anni ancora.


 

3. allegato nr. 2

 

Preghiera di Giovanni Paolo II alla Beata Orsola, 11 maggio 1989 alla grotta della Madonna di Lourdes, durante la funzione del mese di maggio presso le reliquie della Beata Orsola, Vaticano, 11 maggio 1989

        Permettetemi, Suore, che in questo congedo sul Colle Vaticano mi rivolga alla vostra Madre.

       Cara Madre, stai tornando in terra patria... E’ lungo il cammino che ti ha condotto fuori da essa. Ti ha condotto sulle strade del Vangelo. Tutti ricordiamo quel luogo a Podkarpacie, quella Lipnica, dove abitavano i tuoi genitori e la tua famiglia, dove nacque la tua vocazione alla santità. Ricordiamo il tuo primo viaggio da Lipnica a Cracovia, al tuo ordine madre, l’Ordine delle Suore Orsoline.

       Dopo però, la Divina provvidenza ti preparava delle vie straordinarie, non simili a quelle praticate dalle tue sorelle. Prima di tutto la Provvidenza Divina e l’amore per le anime ti imposero di cercare il bene di quelle anime ovunque udivi la loro voce che ti chiamava. Da qui la strada che ti portò all’Est, alla capitale dell’impero degli zar. E più tardi, ormai dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, tutte le tue strade attraverso i paesi del Nord Europa, attraverso i paesi scandinavi: Svezia e Norvegia, Finlandia fino alla Danimarca. Da lì – attraverso la Polonia – a Roma, dove portasti il progetto già pronto della tua Congregazione e dove trovasti per esso comprensione. Con quel progetto tornasti nelle terre dei Piast.

       Iniziò la tua attività in Polonia e riempì di iniziative apostoliche tutto il ventennio tra le due guerre. Nacquero le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, in Polonia chiamate comunemente orsoline grigie, per distinguerle dalle orsoline nere. Nacquero e nascevano in vari luoghi della terra polacca. C’era tanto bisogno di loro. La Congregazione cresceva.

       Il termine tuttavia del tuo pellegrinaggio terreno, ti trovò non in terra patria ma qui, a Roma, alla quale sempre tornavi. E tornavi chiamata dalle necessità della Santa Sede, dalla voce del Papa, che conosceva ed apprezzava la tua attività apostolica e ne aveva bisogno qui a Roma. E qui ti trovò la morte, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.

       Adesso torni, torni nella nostra Patria. Prima di partire da qui, da Roma, che è stata la tua seconda Patria, prima di lasciare questa città e di tornare dai tuoi, ti voglio parlare di due questioni, che, specialmente in questo istante, sono particolarmente care anche a me.

       La prima è proprio questa chiamata, questa parola d’ordine, questo mistero sotto il quale hai raccolto la tua nuova Congregazione delle orsoline. Proprio oggi, mentre ci stiamo salutando qui, è giovedì, la sera di giovedì, il giorno o piuttosto la sera, quando rivive il mistero dell’agonia di Cristo, prima di tutto dell’agonia nel Getsemani. In modo particolare esso rivive il Giovedì Santo, ma lo fa anche ogni giovedì, il giovedì di ogni settimana. Dio ti dia il premio per quell’ispirazione e ti dia il premio per il carisma, che, insieme ad essa – il Cuore di Gesù in agonia, l’Agonizzante Cuore di Gesù – hai trasmesso alla tua Congregazione. Le tue suore e le tue figlie si sono trovate così vicino al Cuore di Cristo, così vicino al mistero della redenzione. Per questo ti voglio dire il mio grazie, o piuttosto voglio rendere grazie a Dio per la grazia a te elargita, per mezzo tuo alla Congregazione e a tutta la Chiesa, specialmente alla Chiesa in Polonia.

       E la seconda questione che ti voglio affidare, che ti voglio raccomandare, è la questione dei paesi che furono a te cari, che furono il terreno del tuo apostolato.

       Ne parlo anche per me, nella prospettiva dei prossimi viaggi apostolici proprio in questi paesi. E penso tra di me che questo nostro incontro serale di oggi, questo congedo da te, è un buon segno, un segno promettente per il mio ministero pontificio nei paesi della Scandinavia. In ogni caso, raccomando a te, come ad una grande specialista di quei paesi e di quelle nazioni, questo mio viaggio, che è un viaggio papale e ministero del papa senza precedenti.

       Ti salutiamo cordialmente. Sappiamo che la patria terrena ha diritto alla tua presenza, che proprio lì, a Pniewy, nell’antichissima terra dei Piast, nella Wielkopolska, c’è il principale nido della Congregazione delle Suore Orsoline Grigie. Proprio lì dovresti riposare. Lì, questo è diritto della tua famiglia, della tua Congregazione.

       Ti ringraziamo di tutto ciò che hai fatto per Roma. Per la tua discreta presenza per tanti anni, anche dopo la morte, anche durante il tempo in cui si svolse il processo canonico che preparava la tua beatificazione e ancora dopo di essa, in quella casa in Via del Casaletto. Qui, sul Colle Vaticano, ti abbiamo salutato con il canto delle Litanie Lauretane. Non so quando tornerai in Patria, probabilmente sarà lo stesso canto delle Litanie Lauretane a darti il benvenuto a Pniewy, ma forse il tuo viaggio durerà più a lungo. Forse ti daranno il benvenuto ormai le Litanie del Sacro Cuore di Gesù. Sarà lo stesso, perché è un mistero a te tanto caro.

       In ogni caso, congedandoti da noi, non ci lasciamo, la Chiesa mai lascia il mistero della comunione dei santi. Non lascia i suoi santi e i suoi beati. Essi sono il suo futuro, sono la sua più grande speranza. Indicano incessantemente il cammino e allo stesso tempo ritornano continuamente a noi, sono con noi. Costituiscono per noi un esempio vivente, specialmente per coloro che vivono un simile carisma, come le tue suore orsoline. Per tutti noi l’esempio di santità. Ed infine, sono essi a sostenerci, e noi contiamo sul sostegno da parte tua.

       Una volta Papa Pio XI contava sulla tua attività apostolica a Roma. Il Papa attuale, che tu non hai mai conosciuto personalmente, e che personalmente non ti conobbe, semplicemente perché troppo giovane, questo Papa, che parla la stessa lingua che anche tu parlasti, questo Papa conta sul tuo sostegno, non soltanto durante il viaggio in Scandinavia, ma anche per ogni giorno. Tanto più, che nel suo passato ha avuto molti contatti con le orsoline, direi in modo particolare con le orsoline grigie. A dir il vero furono proprio le orsoline grigie a farlo partire dalla Polonia, dalla casa in Via Wislana, e lo fecero partire così che non è più tornato. Non si sa se ciò sia un merito, in ogni caso certamente è per loro e per te, come loro Madre e Fondatrice, un grande impegno. Se non è più tornato, se è rimasto qui, non c’è nulla da fare, tu, cara Madre, Beata Orsola e voi tutte che avete ereditato il nome di orsoline, tutte dovete sostenere molto questo Papa, che avete così sbadatamente fatto partire dalla casa di Via Wislana. Non menziono Zakopane e non menziono numerose altre case delle orsoline in Polonia, ma dite alle consorelle in Patria che spesso soggiorno lì con il ricordo e con la preghiera.

       Insieme al Signor Cardinale Ugo Poletti vi daremo la benedizione per questo viaggio, durante il quale accompagnerete la vostra Madre, la Beata Orsola Ledóchowska, nella Patria dei suoi avi: Sit nomen Dominini benedictum. Adiutorium nostrum in nomine Domini. Benedicat vos omnipotens Deus + Pater + et Filius + et Spiritus Sanctus.

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