La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
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...Ogni scuola cattolica ha un suo progetto educativo, che descrive l’intento di accompagnare la crescita di ciascun alunno verso una piena maturazione umana e cristiana. Il progetto educativo quindi traccia l’idea di un “profilo” di tale alunno che riassume in se tutti gli obiettivi educativi e didattici del curricolo scolastico, cioè le competenze che questo alunno deve maturare... |
Su questa complessa tematica ci si vuole interrogare con l’aiuto di esperti e promuovendo una riflessione comune attraverso gruppi di discussione durante la giornata.
La relazione di apertura è stata affidata alla prof.ssa Giuliana SANDRONE dell’Università di Bergamo, coordinata i gruppi di discussione il prof. Piero CATTANEO Ist. Sociale di Torino, le conclusioni sono a cura del Prof. Pierpaolo TRIANI Università Cattolica di Milano
Perché una scuola cattolica ha un interesse ancora maggiore rispetto ad un altro tipo di scuola a definire il Profilo del proprio studente? |
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Progettare un profilo dello studente in una scuola cattolica
Prof.ssa Giuliana Sandrone – Università di Bergamo
1. Da dove viene l’esigenza di progettare il Profilo dello studente alla fine di un determinato corso di studi, in una scuola cattolica? Attraverso una breve ricostruzione storico-culturale si ripercorrono le tappe principali che hanno portato alla prospettiva di una scuola che si pone, in termini di competenza, il problema del Profilo in uscita del proprio allievo e colloca in una dimensione funzionale e strumentale l’indispensabile acquisizione dei saperi propri dell’istruzione. Si tratta di una prospettiva che, ormai formalmente assunta dalle norme generali che regolano i diversi gradi e ordini di scuola, ha preso l’avvio da concetti propri dell’ambito socio-economico come qualità, efficacia (school effectiveness), miglioramento (school improvement): la trasformazione della scuola può diventare leva strategica per un paese solo attraverso la consapevolezza e la partecipazione esplicita ai processi che la realizzano, processi che richiedono azioni intenzionali e mirate accompagnate dalla cifra dell’innovazione. Il miglioramento che ne può scaturire richiede, pertanto, un incrocio progettuale che coniuga la narrazione culturale, la prassi didattica e un’organizzazione coerente, in termini di tempo, spazio e risorse. Rispetto alle possibili esasperazioni funzionaliste di una simile prospettiva, lo strumento indispensabile è la consapevolezza circa l’antropologia pedagogica che pone al centro del sistema scuola la persona, il chi è dello studente, e regola l’azione educativa che lo accompagna all’educar-si, nell’integralità che è propria del suo essere persona umana.
2. Alcune avvertenze possono essere d’aiuto nell’organizzare l’azione educativa di una scuola cattolica intorno al Profilo dello studente che la frequenta: a) il Profilo dello studente rappresenta l’espressione dell’avvenuta assunzione di quel complesso, ma indispensabile,
incontro tra l’uguaglianza di possibilità offerta a tutti e l’equità che garantisce il rispetto della singolarità di ciascuno; b) la tentazione di intendere il Profilo dello studente come lo standard di riferimento rispetto al quale misurare i risultati del percorso compiuto dal singolo all’allievo può essere forte e portare a dimenticare sia la complessità eterogenea di questi risultati di apprendimento, sia la consapevolezza dell’inesauribilità della persona umana; c) partire dall’esplicitazione delle competenze del Profilo dello studente rappresenta l’assunzione dichiarata dell’inscindibile connessione pedagogica che, nell’azione educativa, tiene insieme la parola e l’azione, il nome e il verbo, la teoria e la pratica, in una logica che tende a superare la separatezza, di là delle innegabili difficoltà e dei problemi che questa stessa logica trova nella quotidianità della scuola.
3. Perché una scuola cattolica ha un interesse ancora maggiore rispetto ad un altro tipo di scuola a definire il Profilo del proprio studente? Perché una scuola cattolica fa, per definizione, sintesi tra questi due dimensioni: a) l’integralità rappresenta la cifra di un’azione educativa che non dimentica mai l’unità complessa tra mente, corpo e psiche, l’impossibilità di tenere separati sentimenti, movimenti, ragione, la dialettica continua tra un ipse, soggetto razionale identico a se stesso nel tempo e nello spazio, che, non per questo, rimane sempre lo stesso idem; b) l’integralità di tutti gli elementi che intervengono nell’azione educativa contiene e rimanda alla possibilità dell’avvento di un Logos trascendente, «totalmente Altro» rispetto a noi e al mondo, tanto da indurci all’attesa e alla scoperta delle Sue inesauribili manifestazioni. La scuola cattolica, dunque, ancorché attenta e rispettosa osservatrice dell’esistente, non si rassegna all’appiattimento fenomenologico ma continua a «rimandare ad Altro», in una tensione epistemologica e formativa che può trovare nel dispositivo del Profilo uno strumento adatto per la condivisione tra docenti, allievi, famiglie e tutti coloro che partecipano all’impresa educativa.