URSULINE SISTERS AHJ 212 VER SUBDIVISION Maitim 2nd East 4120 TAGAYTAY CITY PHILIPPINES |
Tagaytay 3 dicembre 2004
(7° lettera)
Per tutti gli Amici della missione Filippine!
“Halina Jesus Halina, Halina Jesus Halina!”, parole che risuonano nell’aria in un sabato pomeriggio. Arrivano all’orecchio nella molteplicità di toni e sottotoni. Sorrido ascoltando la varietà musicale e, sbirciando dalla finestra, osservo questi bimbi dal più piccolo al più grande, intenti a cantare: “Halina…” - “Vieni Gesù, vieni…”. Volti e voci infantili, che esprimono vivacità, spontaneità, il tono non per tutti è quello giusto, ma che fa? Si canta lo stesso e questo basta. E penso: “chissà come ascolta il Signore e come li guarda benevolmente senza badare alle stonature…, chissà… verrà proprio perché chiamato nella semplicità di questi bimbi?” Richard, Luz Clarita, Mark, Johson…, solo alcuni dei nomi conosciuti perché di bimbi presi in adozione. Eccoli, ogni sabato pomeriggio presentarsi puntualmente all’una… con lo zaino sulle spalle o una borsa di plastica in mano, entrano felici, chiedono il blessing e corrono nel giardino. Ad accoglierli ci sono le due aspiranti, che si occupano in prima persona di loro. Passano quattro ore di gioia, usufruendo del nuovo Cubo, (gazebo). Le nostre aspiranti fanno loro lezione, catechesi, giochi (nel bel prato verde del nuovo campo), e si offre loro una lauta merenda. Eccoli, correre felici sull’erba fresca, eccoli che si rincorrono o tentano di far canestro sul cesto posto sul muro appositamente per questo gioco. La fatica fatta per trasformare un mondezzaio a prato verde, spazioso, pulito, si trasforma in gioia. E quei bimbi per un attimo mi sono parsi tanti fiori sbocciati all’improvviso, che rallegravano tutto l’ambiente. Poesia? - lasciamo che qualche volta la poesia prenda il sopravvento, specie quando dona il gusto del bello e fa vibrare di gioia le nostre coscienze!
Ecco, Carissimi Amici, con questa immagine voglio semplicemente comunicarvi quanto stiamo vivendo attualmente, a proposito di adozioni: Sappiate che oltre all’aiuto scolastico che offriamo tramite la vostra generosità, essi vengono seguiti ogni sabato, assieme ai loro fratelli o sorelle, (per la gioia loro e dei loro genitori), accogliendoli qui, nel nostro nuovo spazio all’aperto. Per adesso, solo 15 bambini e bambine di scuola elementare. Attualmente stanno preparandosi al Natale. Natale, la prima volta per loro, sarà il ritrovarsi tutti insieme, piccoli, grandi, familiari, noi… il giorno 18 dicembre qui, nel nostro campo. Attualmente stanno preparando una rappresentazione sulla Natività e quel giorno la rivivranno assieme ai genitori. Giocheranno, riceveranno simbolicamente un dono. E poi, una grande merenda, fra giochi e canti mimati, che completerà la loro gioia. Il regalo personale e il cibo a tutta la famiglia verrà donato precedentemente: andremo a visitare famiglia per famiglia e con il dono natalizio porteremo anche i vostri saluti e auguri. “Halina Jesus” cantato da loro, diventi preghiera, speranza e augurio per tutti noi e per tutti voi, Carissimi Amici.
Lascio spazio alle esperienze di Suor Rosa Nita e Suor Violetta, nelle attività che continuiamo a svolgere:
Suor Rosa Nita:
“Come responsabile dell’attività vocazionale ho potuto visitare Diocesi, parrocchie, scuole, università… tantissimi giovani; aule strapiene – a volte 90 - 100 alunni, seduti per terra. Visi che ti guardano, come per avere una risposta al loro incerto domani, e si chiedono cosa sia meglio per loro: convento, lavoro all’estero, o cosa ancora, pur di aiutare la famiglia. La povertà, la si tocca con le mani, ma ovunque vado, ricevo un’accoglienza meravigliosa, che mi fa sentire subito a casa. E sperimento la povertà ricca di umanità.
Inserita in una comunità parrocchiale, ho tenuto un ritiro ad un gruppo di persone sul tema: “Avvento, Maria - sicuro segnale di speranza. Il ‘sì’ di Maria nel quotidiano e nella semplicità di vita”. Nel dibattito che ne è seguito, una signora si è così espressa: “Non importa, se per Natale avrò solo riso e pesce da mangiare, quello che è più importante è che la mia famiglia abbia uno spazio per il “SI” che ci visita per nascere”.
Visitando i carcerati…un’esperienza unica: durante la celebrazione della Liturgia, nell’omelia che mi era concesso di fare, vedevo la massa di quelle persone, con gli occhi fissi e attenti e percepivo in loro il desiderio di dire qualche cosa a Gesù. Regnava un silenzio profondo, e sul loro viso si stampava la sofferenza, che sembrava ritrovarsi con quella della Croce di Cristo. Nella Comunione, il cantare si prolungava a non finire; sembrava dicesse di non voler abbandonare questo momento così bello e significativo di incontro con Cristo e i fratelli. Ma si doveva smettere per forza, perché gli ammalati in un’altra cella aspettavano di vivere la stessa esperienza.
Suor Violetta aggiunge:
“Ogni volta che vado nel carcere, mi aspettano nuove esperienze difficili da immaginarsi. Visitando regolarmente i prigionieri si può notare la differenza della nostra comunicazione. Sembra, che non si faccia un gran ché, invece è importantissima per loro la nostra presenza, l’ascolto, le parole di speranza. Difficile da immaginare le loro condizioni di vita, soprattutto le ingiustizie che feriscono profondamente la loro dignità umana. E lì che si può toccare con palpabile sensibilità gli sguardi carichi di richiesta di perdono, di lacrime, di pentimento per lo sbaglio commesso. Si può vedere il solco, che le lacrime uscite nel silenzio hanno segnato sul volto, soprattutto per i problemi familiari. A volte, si legge in essi la disperazione o l’apatia, la rassegnazione o la voglia di lottare. Soprattutto la disperazione per non avere nessuno che si interessi di loro… Dove sono finiti gli amici, che hanno aiutato a fare lo sbaglio? Neanche i familiari sono presenti, a causa della lontananza o dell’impossibilità di pagare ogni volta che vanno a visitarli.
Una cosa ancora impressionante, specialmente durante la celebrazione Liturgica, si sente la potenza della presenza di Dio, che non lascia nessuno indifferente. Neanche me!”…
Anch’io visito regolarmente questi carcerati, e lo ritengo una benedizione di Dio per noi. Si va da loro per portare sollievo, si torna arricchiti della loro umanità sofferente, ma fiduciosa in Dio. E lo scambio si verifica ogni domenica e ogni mercoledì, quando visitiamo i nostri amici carcerati, in due prigioni nella nostra Diocesi (circa 700 prigionieri in un carcere, e più di 200 nell’altro).
Carissimi Amici, è questo, in sintesi, è il nostro vivere il Natale per questo anno:
· Adozioni: 10 bambini più una famiglia di 9 persone; incontro settimanale con gli adottati, varie attività con loro.
· Visita ai carcerati: preghiera con loro, colloqui, aiuti materiali e anche qualche adozione dei loro bambini.
· Attività catechistica scolastica e collaborazione nella parrocchia e nella Diocesi nelle varie espressioni pastorali.
· Incontri quindicinali formativi religiosi con gruppi ecclesiali.
· Formazione delle giovani aspiranti.
· Attività vocazionale.
…E tutto il resto che concerne la vita quotidiana. A noi si sono aggiunte anche due ragazze filippine, ormai nostre aspiranti, che ci inducono a sperare in un prosperoso domani in Terra filippina.
Cari Amici, è quanto la Provvidenza ci mostra pian piano sulla nostra strada, è opera di Dio e noi cerchiamo di essere docili strumenti.
Grazie per la vostra comprensione e sostegno.
Ad ognuno i più cari auguri di Buon Natale e Buon Anno con i bambini che cantano ancora ”Halina Jesus”; i carcerati che prolungano il loro canto di speranza… e che gioiscono per ogni piccolo gesto di solidarietà, la gente che ripete: “l’importante è accogliere il “Sì”… ed io vi dono ancora l’immagine di quei piedi di bimbi su un prato verde, sono fiori che sbocciano per dare gioia e speranza a noi e a voi!
Buon Natale a tutti!
Sr. Margherita, Sr. Rosa Nita e Sr. Violetta
3 dicembre 2004, solo alcuni dei bambini presenti oggi.