La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

“Si può diventare santi?”

Il 'cartoon' composto e realizzato da sr. Margherita Tiburzi, nel 1985

 

 A te... che desideri scoprire e vivere nella vita di ogni giorno il senso cristiano dell’essere.

 

Domanda:

“Si può diventare santi?”

 

Testimonianza:

“Vita di Sant’  Orsola Ledòchowska”

 

Proposta:

“Se vuoi…”

 

Domanda:

“Che cosa è la santità?

E’ ancora possibile diventare santi?

Come si fa per esserlo?

Mi piacerebbe tanto diventare santa!

 

Posso io…?

 

A quanti si pongono queste domande nel profondo del cuore ecco la semplice testimonianza di vita. Potrebbe indicarci la strada più breve, per diventare santi!

 Testimonianza di vita di  Giulia Ledòchowska: bambina - giovane - religiosa - Fondatrice - Santa.

Giulia avviata ed educata dai genitori alla fede cattolica, fa di questa il tesoro più grande della vita.

 

La sua caratteristica?: Ama Dio.

Si affida serenamente e con coraggio in ogni circostanza, alla volontà di Dio, riuscendo a trasformare le piccole cose, le più semplici di ogni giorno, in grandi espressioni di Fede, speranza, Carità.

Sorridente, battagliera e intrepida nella lotta per la verità e la giustizia umana affronta, purché gli uomini conoscano l’amore di Dio.

 

Giulia Ledòchowska (1865-1939)

chiamata anche: “Raggio di sole” …un raggio: riverbero della grande luce: l’Amore del Cuore di Dio.

Lasciamoci invadere dal suo influsso, non potrà che condurci a Gesù!

 “Un vero amore è benedetto da Dio”

 

 

 

 

Siamo in Austria.

Lui si chiama Antonio, ed è polacco.

Lei si chiama Sefina ed è di origine svizzera.

 

Sefina e Antonio si incontrano, si vogliono bene, si sposano.

Desiderando un amore vero che duri per tutta la vita si sposano in Chiesa.

Con questo amore benedetto e santificato da Dio nasce nella Chiesa e nella società una nuova famiglia:

 

            la famiglia Ledòchowski.

 

 

Ben presto a Sefina ed Antonio nascono i figli (in tutto sette).

Ne sono felicissimi, li accolgono tutti come un grande dono di Dio.

Prima di tutti nasce una bella bambina che viene chiamata Maria Teresa.

Serafina e Antonio amano tanto i loro figli e si adoperano per crescerli nel coraggio, nella serenità e nella responsabilità sociale, religiosa e morale. Vivono il tutto sempre alla luce della fede in Dio.

 

“Dio deve essere la persona più importante della vita!”

“Ogni creatura è dono di Dio all’umanità”

 

 

Come seconda figlia nasce Giulia.

La mamma così annota sul suo diario: “La mia Giulietta è tanto carina, penso con riconoscenza a quanto il Signore mi ha dato!” Giulia ben presto rivela un carattere giovale. E’ sempre così serena e sorridente che illumina di gioia quanti l’avvicinano. La mamma non esita a definirla:

“Raggio di sole”

 

 

 

 

 

Giulia, ancora bambina, pensa che sarebbe proprio bello essere davvero un raggio di sole per tutta la vita. Un “un raggio di sole” per tutti coloro che incontra. Un “raggio di sole“ come espressione visibile dell’amore di Gesù.

 

“Essere sempre e per tutti un raggio di sole”

 

Nella vita di ogni giorno Giulia sa essere il sole della famiglia, dei vicini, dei compagni di scuola. Per loro particolarmente organizza giochi, recitine. A loro parla di Gesù con convinzione e gioia. E’ elemento di unione dove nasce discordia.

Un vero raggio di sole per tutti! Questa è la piccola Giulia!

 

“Saper fare le scelte giuste, al momento giusto!”

 

 

Quando Giulia fa la prima comunione non mette il vestito bianco, né il velo, ma con il semplice vestito della domenica va a ricevere Gesù. Attraverso l’insegnamento della mamma comprende che Gesù è il più importante del vestito. Il regalo più bello che riceve in quel giorno è quello di partecipare alla S.Messa con tutta la sua famiglia. Questo la fa gioire immensamente.

 

E’ una bimba con molti interessi le piace ballare, dipingere, suonare il piano, fare poesie, correre per i prati, andare a cavallo.

In tutto ciò che fa traspare la sua grande serenità e la disponibilità quando deve aiutare il prossimo.

 

“La gioia interiore si manifesta e  si trasmette con le cose semplici”

 

Sempre sorridente, Giulia cresce irradiando attorno a sé i benefici raggi dell’amore di Dio.

 

 

A sedici anni, Giulia, con la sua famiglia lascia l’Austria e si trasferisce in Polonia.

I fratelli raccontano come, durante il tragitto, si smarrì la valigetta personale di Giulia dove c’erano i suoi più cari ricordi. Fu doloro per lei, ma seppe affrontare il dispiacere con grande coraggio, senza capricci o lamenti. Consapevole che Dio aveva permesso tale distacco, lo accetto con serenità. E’ la mamma ad insegnarle, con la parola e l’esempio, che è necessario accettare di buon grado tutto ciò che Dio dispone nel corso della vita, sia le cose piacevoli che quelle sgradite.

            Giunti nella nuova abitazione Giulia aiuta con gioia ad arredare la nuova casa. Poi segue la mamma quando si reca dalle famiglie più bisognose del paese per portare loro confronto materiale e spirituale. Anche Giulia ben presto impara a guardarsi attorno e a soccorrere il prossimo nelle necessità. In famiglia usano preparare con le proprie mani le cose da offrire: dolci, indumenti, cibo. In modo particolare soccorrono i malati portando loro medicine e conforto.

 

 

La giovane Giulia diventa, per tante persone, un punto di riferimento fidato e sicuro. A lei accorrono quando si trovano in serie difficoltà. Ascolta con attenzione, partecipa ai loro problemi, incoraggia, dona una buona parola, un consiglio. E’ speciale nel far ritrovare la pace dove nasce malcontento e discordia.

 

“Gli occhi di chi ama vedono prima gli altri poi se stessi”

 

 

La servizievolezza, la bontà, la serenità che Giulia dimostra, scaturisce dalla convinzione che Dio è la Persona più importante nella vita di uomo. Si pone all’ascolto della Sua Parola, medita, prega… in questo modo nel suo cuore matura sempre più l’idea che Gesù è un vero grande amico, da amare, ascoltare, seguire e servire nel prossimo.

 

“Dio parla al cuore quando si ascolta, si medita, si prega la Sua Parola”

 

            Ancora in età giovanile Giulia è provata da varie sofferenze: malattie, difficoltà economiche, incomprensioni, insuccessi e perfino la morte del caro papà.

           

 

Il papà si ammala gravemente! Lei si prende cura di lui, lo consola, gli rende i servigi, gli parla di Gesù. Quando il padre si accorge di essere vicino alla morte vuole presso di sé Giulia, chiede a lei di aiutarlo ad incontrare Gesù. Giulia anche se con il cuore sofferente, è vicina al papà, prega con lui, gli parla di Gesù fino al momento ultimo. La sua sofferenza è grande, ma la consola il pensiero che il papà si trova già vicino a Dio. E continua a sorridere!

 

“…Si riesce a sorridere, quando nel cuore si fa spazio alla fede e alla speranza…”

 

 

Giulia è ormai matura e pronta ad affrontare la vita. Dopo la morte del padre, è lei stessa che porta avanti il lavoro dell’azienda familiare. Di buon mattino si reca nei campi per coordinare il lavoro dei contadini. Pur essendo di nobile famiglia, (è chiamata: Contessina Ledòchowska) non disegna mai il lavoro umile, faticoso. Eccola pertanto sempre pronta a “rimboccarsi le maniche” e correre da un lavoro all’altro, con serenità.

 

Nelle difficoltà cerca risoluzioni con coraggio; nelle impossibilità sa accettare ciò che Dio permette e ripete sovente: “Come Dio vuole”.

 

“Nella vita conta ciò che si è… non ciò che si ha!”

 

Diventa un grande sostegno per la sua famiglia, quasi insostituibile in tutte le necessità. Nel cuore, però, Giulia nutre un grande desiderio: sente che il pensiero di Dio la coinvolge totalmente e desidera metterlo al di sopra di tutto e di tutti nella sua vita. Pensa di donarsi a Lui, spendere le proprie energie per far del bene a tutti, pur di far conoscere quell’amore di Dio che lei gusta e che la rende felice, far felici gli altri portando loro l’amore di Dio. Ecco perché manifesta il desiderio di voler diventare missionaria.

 

“Dio parlando al cuore dell’uomo invita: Vieni e seguimi!”

“Essere chiamati…e rispondere con generosità! Quale programma di vita!”

 

 

 

I progetti di Dio su Giulia si rivelano ben presto diversi: Giulia entra nel convento di clausura, dalle Orsoline. Prende il nome: Madre Orsola di Gesù.

 

Per molti anni vive nel convento a Cracovia, occupandosi della formazione delle giovani. Ben presto viene inviata in Russia per dirigere un pensionato di studentesse.

La volontà di Dio sembra dirigerla per vie sconosciute, impreviste. Madre Orsola si trova dinanzi alla realtà inaspettata: dare inizio ad nuovo ordine religioso. Più che mai con la trepidazione e l’incertezza del domani ripete il Suo:

           

“Come Dio vuole”

 

  

Dalla Russia, viene esiliata in Svezia. Le esigenze della gente nel periodo dell’immediato dopo guerra, la portano in Norvegia e in Danimarca.

Ovunque si reca è sollecita nell’imparare la lingua locale, comprendere gli usi e i costumi della popolazione. Per essa stampa giornalini, traduce il catechismo nella loro lingua, dà ripetizioni, insegna il catechismo… Si reca con coraggio da alte autorità per chiedere la difesa dei diritti umani della gente più povera. Fa conferenze per raccogliere della guerra… E’ instancabile e piena di coraggio. Collabora con personalità di altre religioni favorendo l’ecumenismo.

 

“Il coraggio della verità! Ecco la caratteristica di un vero cristiano!”

“Amore Dio concretamente in colui che ti cammina accanto!”

 

  

Sempre sorridente e attenta al compimento della volontà di Dio, prende a cuore le necessità della gente, dei bambini, della gioventù.

Non risparmia forze per soccorrere chi ha bisogno e per salvaguardare i dritti fondamentali della persona umana. Si preoccupa perché ai bambini non manchi l’istruzione scolastica, il cibo, l’educazione religiosa, morale e civile, perché non manchi loro il calore di una famiglia. Sprona i genitori perché siano sempre più consci della loro grande missione nell’educare con amore e fermezza i figli. E’ sempre pronta a correre là dove maggiore è il bisogna del prossimo.  

 

 

 

Molte giovani  osservando il suo coraggio nell’essere buona, caritatevole, serena riscoprono il valore del messaggio evangelico e desiderano fare come lei. La seguono, diventano suore anche loro. “Insieme è bello servire il Signore”  

            Madre Orsola con tutte queste giovani forma una grande comunità, una grande famiglia. In essa ogni suora si impegna a pregare, a mettere tutto in comune, a vivere il Vangelo aiutandosi reciprocamente. Con entusiasmo si adoperano per continuare a far del bene al prossimo. Lanecessità del momento le impegna ad accogliere gli orfani di guerra, dar loro una casa, cibo, cure, istruzioni e soprattutto tanto affetto. Insegnano, inoltre, alle giovani come inserirsi nel mondo del lavoro.

           

 

 

E’ con questa  grande comunità, dove Gesù è il Capo e tutte le suore sono Sorelle , che Madre Orsola, con l’approvazione della Chiesa, dà inizio alla Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante

L’appellativo “Agonizzante” serve a sottolineare l’amore del Cuore di Gesù nel momento in cui sulla Croce offre al Padre il Suo Sacrificio per la redenzione del mondo. Questo deve costituire il fondamento del programma di vita caratteristico per le suore di Madre Orsola. L’inzio della Congregazione avviene in Polonia.

E’ qui che Madre Orsola, nell’imminente dopoguerra, dal forzato esilio, ritorna con una schiera di bambini, giovani e Suore e vi si stabilisce.

 

            Per Madre Orsola non esiste nazione che non sia Patria amata e apprezzata. Eccola anche in Italia con le sue suore, pronta a lavorare nella borgata più povera di Roma. In questa città, in modo particolare lei ama restare perché vi risiede il Papa. In Lui riconosce e venera il Cristo in terra.

E’ proprio a Roma che all’età di 74 anni, nel 1939, muore. Chi l’ha conosciuta esclama: ”E’ morta una santa!”.

 

Il 18 maggio, del 2003 a Roma, il Papa Giovanni Paolo II°, L’ha proclamata:

“Santa Orsola”

cioè: felice in Paradiso con Gesù.

 

La sua vita è un esempio da imitare e seguire, perché vissuta secondo il Vangelo di Gesù

 

Sant’ Orsola Ledòchowska

 

Sant'Orsola - CANONIZZAZIONE 18 maggio 2003, Roma

 

 Lei ora più che mai è vicina a noi.

Possiamo invocarla, può intercedere per noi presso Gesù!

Tutto ciò che ha fatto e che ha detto durante la sua vita terrena è ancora oggi un “raggio di sole” che scalda, illumina, fa crescere e maturare quel semino di Fede donatoci nel Battesimo.

 

Questa è la forza della santità, questo è un grande dono di Dio.

…alla domanda:

                        “Si può diventare santi?”

 

…la testimonianza di Sant’ Orsola che ci raccomanda:

“Amate Gesù”

“Siate per tutti come un raggio di sole”

 

…per una proposta:

“Se vuoi anche tu puoi”!

 

Preghiera composta da Sant’ Orsola.

“O Signore,

che io sia come un raggio di sole

che porta ovunque conforto e gioia,

a tutti proclama la tua gloria e bontà

ed è riflesso del tuo sorriso

o eterno Dio”.

 

Per ottenere grazie attraverso Sant’Orsola Ledòchowska

 

Dio onnipotente e misericordioso, per i meriti di Nostro Signore Gesù Cristo, accetta la preghiera che ti innalziamo per l’intercessione della Beata Orsola, fedele imitatrice delle virtù del Sacro Cuore del divin Figlio, e concedici la grazia…che imploriamo fiduciosamente. Amen