La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

150°

„Chi ama e conosce Gesù, desidera condurre tutti da Lui”

 

 


Lipnica, 7 maggio 1886

Ilse mia,

Cosa penserai di me, Ilse mia? Per tanto tempo nessuna lettera, neppure poche righe di ringraziamento per la cappellina che mi dato tanta gioia e mi ha commosso! Non prendertela con me, Ilse mia. Adesso saprai la causa del mio silenzio e vedrai che è perdonabile, e perfino è stato del tutto naturale.

Ultimamente ho dovuto combattere la battaglia tra l’amore di figlia e quello per Dio. Ora, questo è già alle mie spalle e sono decisa ad entrare in convento, portare in offerta al Signore Dio me stessa, tutto ciò che possiedo, che amo, a cui sono attaccata. I combattimenti sono stati duri: da un lato le lacrime della mamma, che amo così tanto, d’altro lato, la voce del Signore che mi chiamava a consacrarmi a Lui! Ora anche la mamma è del tutto tranquilla e rassegnata, e quasi tutto è ormai quasi stabilito.

Io rimango ora a casa, mentre la mamma e le mie sorelle si recheranno a Vienna e a Salisburgo, e al loro ritorno, verso il 30 giugno, la mamma mi accompagnerà a Cracovia, dove entrerò dalle orsoline.

In quel convento, prima di Pasqua, ho fatto gli esercizi spirituali di alcuni giorni. La calma che vi regna mi ha fatto bene, poiché dopo tante emozioni ero completamente esausta. Ho scelto questo convento, perché, sebbene, nessuno me l’abbia detto, avevo intuito che mio fratello Vladimiro e il mio confessore erano a favore di tale scelta. L’ordine in questione si dedica all’educazione dei bambini e ha una clausura talmente stretta che entrati lì una volta, si rimane ormai per sempre. Una volta sognavo le missioni in paesi lontani, ma ora mi rendo conto che questa non è la vocazione di una donna. Le parole: “Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli” (Mt 28, 29) non si riferiscono a noi. La nostra vocazione è pregare nel nascondimento e offrire se stesse in un incessante sacrificio. Ecco il nostro campo d’azione. A questo dobbiamo aspirare!

Ilse mia, probabilmente non ci vedremo mai, ma i legami di amicizia, che ci univano finora, dovrebbero continuare, se non ti spaventa il mantenere la corrispondenza con una religiosa. Ho chiesto la possibilità di avere la corrispondenza con la mamma, con Vladimiro, con Maria Teresa e con te, e la superiora mi ha permesso di scrivere a queste quattro persone. Rispondimi in breve tempo; finché sono ancora libera, dobbiamo sfruttare questo tempo in modo tutto particolare! Non ho voluto scriverti prima di sapere qualcosa di certo, ero, del resto, troppo assorta dai miei pensieri, per poter scrivere una lettera sensata. Il congedo da Lipnica e dai miei sarà duro per me. Alla vista della mamma mi si stringe il cuore, ma dopo ritorna il beato pensiero: Mio Gesù, sono ormai tua per sempre! Dio stesso mi è testimone, Gesù Cristo è per me il modello, Maria è il mio sostegno, e oltre a questo, niente, niente solo amore e sacrificio. Null’altro è in grado di colmare il cuore di una gioia così dolce e così profonda. Mi rendo conto, che dal punto di vista umano, questo sacrificio non è piccolo, ma quando lo sguardo si volge verso il cielo sereno, diminuisce il sacrificio e alla fine non lo si scorge più. Ci sono dei momenti in cui mi pervade la gioia al pensiero che Dio vuole avermi, che vuole accettare la mia totale offerta a Lui.

Sì, mia cara, desidero, che tu insieme a me ringrazi Dio per le grazie di cui mi ricolma, che non ho affatto meritate. Pregherò sempre per te, ti amerò sempre nell’amore del nostro Signore. Spero, che con la sua grazia, ci ritroveremo lassù nell’alto, in quel meraviglioso ciel.

Quanto a me. Ancora non ho una chiara immagine di che cosa sia il cielo, è per me qualcosa di indefinito, sconfinato, una grande sala, il silenzio, molta luce che scaturisce dal Cuore del Salvatore, dappertutto una calorosa atmosfera d’amore.

Come vorrei farti vedere quella casa, dove probabilmente trascorrerò i miei giorni. Una pace indicibile regna in quei lunghi corridoi chiusi con la volta, dove si sente al massimo un breve, sussulto attutito e dove mai risuona una parola pronunciata ad alta voce. Sembra che qui soggiorni il Signore Dio, dunque non è possibile pensare a nient’altro che soltanto a Lui. E questa piccola cappella, dove Gesù stesso prese la sua dimora. Essere sempre con Lui sotto lo stesso tetto. Oh, mi sento del tutto indegna di una tale grazia e non so rispondere diversamente che con le parole: Ti amo, Signore!

E come stai tu, amore? Perdonami se scrivo soltanto parlando di me, ma il mio cuore è colmo di dolce amarezza. Scrivimi presto, ho fretta di ricevere tue notizie, perché ti voglio tanto bene.

La mamma parte da Lipnica mercoledì prossimo, rimarrò sola con una signora polacca, che prima era governante nella nostra casa e a cui siamo molto affezionati. Avrò molto da fare in questo tempo: molti lavori di restauro, in muratura e simili. Gli alberi si fanno verdi in un batter d’occhio, ciononostante ieri la neve ha coperto tutto il circondario. Quando pensate di tornare a Gmunden?

Devo ormai salutarti, mia amata Ilse. Ora ho moltissimo da scrivere, poiché bisogna informare i miei parenti della decisione che ho presa. Si adireranno da tutte le parti con me, vi sono preparata; diranno che sono ingrata, egoista e non so che cosa ancora, ma non mi importa niente. Il mondo perde sempre più valore ai miei occhi, Gesù è per me tutto in tutto, d’ora in poi questo è il mio motto di battaglia.

Completamente tua

Giulia


9 luglio 1886

Mia Ilse,

Ti stupirai avendo ricevuto questa mia ancora da Lipnica. L’uomo propone e Dio dispone! Alcuni ostacoli imprevisti mi trattengono ancora qui; probabilmente dovrò fermarmi qui persino per un periodo più lungo. Ciò si deciderà tra poco. Sia fatta la volontà di Dio; in ogni caso il mio cuore appartiene a Lui, e anche tutto il mio essere, il prolungare la mia permanenza nel mondo, con la grazia di Dio, intensificherà soltanto la mia brama di donarmi totalmente a Lui.

La tua decisa risposta, sebbene da un lato mi abbia tranquillizzato, d’altro canto una questione rimane per me incomprensibile, perdonami, tuttavia vogliamo tra noi esprimere francamente i nostri pensieri, vero? Come puoi dire che esistono anche delle stoffe di colori cangianti; ritieni dunque che Dio voglia rivelarsi agli uomini in una luce dissimile? Vorresti anche tu presentarti una volta in un modo e un’altra volta, in un altro? No, no, per nessuna cosa al mondo! Preferirei non credere affatto, se mi fosse impossibile concepire Dio come Verità eterna, il Dio eternamente immutabile. E se Egli è l’eterna Verità, non può volere una verità ambigua, ma la verità chiara come il sole, e desidera certamente che tutti la comprendano e la conoscano. Il mio cuore mi dice questo, quando mi pongo la domanda: potresti intendere diversamente la Verità? La tua anima aperta non si difenderebbe dal pensiero che Dio non abbia dato a noi, poveri, ignoranti esseri umani, una sola verità, ma alcune verità diverse, spesso opposte che si escludono reciprocamente? Che sia venuto sulla terra, per non dare a noi la pienezza della verità? No, questo è impossibile; può esistere soltanto una verità, e questa è dovuta giungere a noi direttamente da Cristo, tramite gli apostoli e i loro discepoli. A loro è stata impartita la raccomandazione: “Insegnate loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato” (cfr. Mt 28,20).

Basta su questo tema, mia Ilse. Soltanto ancora devo dirti, che già qui, a seconda delle possibilità, ma in modo speciale, quando mi donerò totalmente al servizio di Dio, userò tutti i mezzi a mia disposizione, e sono numerosi, per implorare dal Signore la grazia di poterti vedere nel seno della vera Chiesa. Dio non può resistere a lungo alla domanda, se affrontiamo la questione seriamente. Sei per me una persona infinitamente cara, mi stai molto a cuore; non supponi neppure quello che sento quando ti penso. Con un certo timoroso indugio della natura umana - ammetto di aver chiesto al Signore di concedermi di soffrire molto per te; nessun sacrificio dovrebbe essere troppo grande per me. Lo penso seriamente e non abbandonerò il mio proposito. Tuttavia non devi pensare che tratterò sempre di questo nelle mie lettere; vogliamo di nuovo scrivere normalmente di Colui che ci è caro, che unisce le nostre anime, che ama tutte e due, di Colui che noi vogliamo servire fedelmente.

Continua a mandarmi le traduzioni polacche; scrivimi presto, prego, e io ti prometto una celere risposta! Questa volta avevo molte questioni, che mi fanno scoppiare la testa. Ilse mia, prega per me molto, che il Signore mi apra presto le porte della sua casa. Il soggiorno qui sarà per me difficile, nonostante l’amore per i miei. Desidero di stare soltanto con il mio Sposo, di vedere soltanto Lui ed essere vista da Lui. Qui invece ho continue distrazioni e sebbene non voglia allontanarmi da Lui, tuttavia la mia vivace natura mi distrae senza volerlo in tutte le direzioni, e dopo ricomincio a cercare Colui, che ho lasciato, e Lo imploro di tenermi fermamente. È una lotta faticosa, ma forse questo a Lui piace. Voglio dunque sottomettermi volentieri a tutto ciò che Egli esige da me.

Adesso sto studiando latino; recitiamo in questa lingua l’Ufficio, perciò dovrei comprenderlo. Ci tengo a conoscere la lingua della Chiesa. Attualmente imparo tanto quanto posso, poiché mi attende l’esame per l’insegnamento (ovviamente in polacco). Il tempo passa in questo modo, molto velocemente e io attendo con pazienza quale sarà la mia sorte.

Quando sarete di ritorno a Gmunden? Ecco la mia foto. Ricordati di me e prega per me. Rimani con il Signore.

Tua affezionatissima

Giulia

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