La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

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„Chi ama e conosce Gesù, desidera condurre tutti da Lui”

 

 


Preghiera di Giovanni Paolo II alla Beata Orsola, 11 maggio 1989 alla grotta della Madonna di Lourdes, durante la funzione del mese di maggio presso le reliquie della Beata Orsola, Vaticano, 11 maggio 1989

        Permettetemi, Suore, che in questo congedo sul Colle Vaticano mi rivolga alla vostra Madre.

       Cara Madre, stai tornando in terra patria... E’ lungo il cammino che ti ha condotto fuori da essa. Ti ha condotto sulle strade del Vangelo. Tutti ricordiamo quel luogo a Podkarpacie, quella Lipnica, dove abitavano i tuoi genitori e la tua famiglia, dove nacque la tua vocazione alla santità. Ricordiamo il tuo primo viaggio da Lipnica a Cracovia, al tuo ordine madre, l’Ordine delle Suore Orsoline.

       Dopo però, la Divina provvidenza ti preparava delle vie straordinarie, non simili a quelle praticate dalle tue sorelle. Prima di tutto la Provvidenza Divina e l’amore per le anime ti imposero di cercare il bene di quelle anime ovunque udivi la loro voce che ti chiamava. Da qui la strada che ti portò all’Est, alla capitale dell’impero degli zar. E più tardi, ormai dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, tutte le tue strade attraverso i paesi del Nord Europa, attraverso i paesi scandinavi: Svezia e Norvegia, Finlandia fino alla Danimarca. Da lì – attraverso la Polonia – a Roma, dove portasti il progetto già pronto della tua Congregazione e dove trovasti per esso comprensione. Con quel progetto tornasti nelle terre dei Piast.

       Iniziò la tua attività in Polonia e riempì di iniziative apostoliche tutto il ventennio tra le due guerre. Nacquero le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, in Polonia chiamate comunemente orsoline grigie, per distinguerle dalle orsoline nere. Nacquero e nascevano in vari luoghi della terra polacca. C’era tanto bisogno di loro. La Congregazione cresceva.

       Il termine tuttavia del tuo pellegrinaggio terreno, ti trovò non in terra patria ma qui, a Roma, alla quale sempre tornavi. E tornavi chiamata dalle necessità della Santa Sede, dalla voce del Papa, che conosceva ed apprezzava la tua attività apostolica e ne aveva bisogno qui a Roma. E qui ti trovò la morte, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.

       Adesso torni, torni nella nostra Patria. Prima di partire da qui, da Roma, che è stata la tua seconda Patria, prima di lasciare questa città e di tornare dai tuoi, ti voglio parlare di due questioni, che, specialmente in questo istante, sono particolarmente care anche a me.

       La prima è proprio questa chiamata, questa parola d’ordine, questo mistero sotto il quale hai raccolto la tua nuova Congregazione delle orsoline. Proprio oggi, mentre ci stiamo salutando qui, è giovedì, la sera di giovedì, il giorno o piuttosto la sera, quando rivive il mistero dell’agonia di Cristo, prima di tutto dell’agonia nel Getsemani. In modo particolare esso rivive il Giovedì Santo, ma lo fa anche ogni giovedì, il giovedì di ogni settimana. Dio ti dia il premio per quell’ispirazione e ti dia il premio per il carisma, che, insieme ad essa – il Cuore di Gesù in agonia, l’Agonizzante Cuore di Gesù – hai trasmesso alla tua Congregazione. Le tue suore e le tue figlie si sono trovate così vicino al Cuore di Cristo, così vicino al mistero della redenzione. Per questo ti voglio dire il mio grazie, o piuttosto voglio rendere grazie a Dio per la grazia a te elargita, per mezzo tuo alla Congregazione e a tutta la Chiesa, specialmente alla Chiesa in Polonia.

       E la seconda questione che ti voglio affidare, che ti voglio raccomandare, è la questione dei paesi che furono a te cari, che furono il terreno del tuo apostolato.

       Ne parlo anche per me, nella prospettiva dei prossimi viaggi apostolici proprio in questi paesi. E penso tra di me che questo nostro incontro serale di oggi, questo congedo da te, è un buon segno, un segno promettente per il mio ministero pontificio nei paesi della Scandinavia. In ogni caso, raccomando a te, come ad una grande specialista di quei paesi e di quelle nazioni, questo mio viaggio, che è un viaggio papale e ministero del papa senza precedenti.

       Ti salutiamo cordialmente. Sappiamo che la patria terrena ha diritto alla tua presenza, che proprio lì, a Pniewy, nell’antichissima terra dei Piast, nella Wielkopolska, c’è il principale nido della Congregazione delle Suore Orsoline Grigie. Proprio lì dovresti riposare. Lì, questo è diritto della tua famiglia, della tua Congregazione.

       Ti ringraziamo di tutto ciò che hai fatto per Roma. Per la tua discreta presenza per tanti anni, anche dopo la morte, anche durante il tempo in cui si svolse il processo canonico che preparava la tua beatificazione e ancora dopo di essa, in quella casa in Via del Casaletto. Qui, sul Colle Vaticano, ti abbiamo salutato con il canto delle Litanie Lauretane. Non so quando tornerai in Patria, probabilmente sarà lo stesso canto delle Litanie Lauretane a darti il benvenuto a Pniewy, ma forse il tuo viaggio durerà più a lungo. Forse ti daranno il benvenuto ormai le Litanie del Sacro Cuore di Gesù. Sarà lo stesso, perché è un mistero a te tanto caro.

       In ogni caso, congedandoti da noi, non ci lasciamo, la Chiesa mai lascia il mistero della comunione dei santi. Non lascia i suoi santi e i suoi beati. Essi sono il suo futuro, sono la sua più grande speranza. Indicano incessantemente il cammino e allo stesso tempo ritornano continuamente a noi, sono con noi. Costituiscono per noi un esempio vivente, specialmente per coloro che vivono un simile carisma, come le tue suore orsoline. Per tutti noi l’esempio di santità. Ed infine, sono essi a sostenerci, e noi contiamo sul sostegno da parte tua.

       Una volta Papa Pio XI contava sulla tua attività apostolica a Roma. Il Papa attuale, che tu non hai mai conosciuto personalmente, e che personalmente non ti conobbe, semplicemente perché troppo giovane, questo Papa, che parla la stessa lingua che anche tu parlasti, questo Papa conta sul tuo sostegno, non soltanto durante il viaggio in Scandinavia, ma anche per ogni giorno. Tanto più, che nel suo passato ha avuto molti contatti con le orsoline, direi in modo particolare con le orsoline grigie. A dir il vero furono proprio le orsoline grigie a farlo partire dalla Polonia, dalla casa in Via Wislana, e lo fecero partire così che non è più tornato. Non si sa se ciò sia un merito, in ogni caso certamente è per loro e per te, come loro Madre e Fondatrice, un grande impegno. Se non è più tornato, se è rimasto qui, non c’è nulla da fare, tu, cara Madre, Beata Orsola e voi tutte che avete ereditato il nome di orsoline, tutte dovete sostenere molto questo Papa, che avete così sbadatamente fatto partire dalla casa di Via Wislana. Non menziono Zakopane e non menziono numerose altre case delle orsoline in Polonia, ma dite alle consorelle in Patria che spesso soggiorno lì con il ricordo e con la preghiera.

       Insieme al Signor Cardinale Ugo Poletti vi daremo la benedizione per questo viaggio, durante il quale accompagnerete la vostra Madre, la Beata Orsola Ledóchowska, nella Patria dei suoi avi: Sit nomen Dominini benedictum. Adiutorium nostrum in nomine Domini. Benedicat vos omnipotens Deus + Pater + et Filius + et Spiritus Sanctus.

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