PREGHIAMO PER LA CHIESA SEDE VACANTE 

 

PREGHIAMO per la CHIESA

 


CONCLAVE - Si terrà il 18 aprile alle 16,30. Scelti i predicatori per le esortazioni

    Lunedì 18 aprile i cardinali si ritroveranno alle 16,30 nell'Aula delle Benedizioni del Palazzo apostolico e da lì partiranno in processione verso la Cappella Sistina dove subito dopo inizieranno i lavori del Conclave per l'elezione del nuovo Papa.
Lo ha deciso oggi la Congregazione generale dei cardinali, la quinta dalla morte di Giovanni Paolo II. In occasione dei precedenti Conclavi il raduno dei cardinali avveniva nella Cappella Paolina, ora in restauro.
Nella mattinata dello stesso lunedì 18, invece, Santa Messa "pro eligendo Summo Pontifice" nella Basilica di San Pietro.

I 140 cardinali (su 183) giunti fino ad ora a Roma hanno preso oggi nuove decisioni per quanto riguarda la sede vacante e il prossimo Conclave. La scelta più significativa riguarda i nomi dei due predicatori che dovranno rivolgere ai cardinali le esortazioni previste nella Costituzione Apostolica "Universi Dominici Gregis".
Uno è il predicatore della Casa Pontificia, padre Raniero Cantalamessa, una personalità che godeva l'assoluta fiducia di Papa Wojtyla ma che ha anche una grande notorietà televisiva essendo stato incaricato dalla CEI di spiegare il Vangelo nelle trasmissioni di Rai Uno. Cappuccino, nato 72 anni fa a Colli del Tronto (Ascoli Piceno), è stato ordinario di filologia cristiana all'Università Cattolica di Milano e attualmente è una delle guide spirituali del Movimento del Rinnovamento dello Spirito.

E' stata affidata al cardinale Edmund Szoka la potestà legislativa per il conio di monete e per l'emissione di francobolli durante la sede vacante in Vaticano.
Lo ha deciso questa mattina la Congregazione generale dei cardinali, cui hanno preso parte in 140, in numero quindi superiore di una ventina rispetto a quello di ieri grazie ai nuovi arrivi dalle diverse sedi sparse nel mondo.


Dalla sede vacante, al voto, all'annuncio "Habemus Papam"

    Quando muore un Papa e prima che venga eletto il successore, intercorre uno spazio di tempo indicato come "Sede vacante". In questo periodo il cardinale Camerlengo (il cardinale che prende possesso dei Palazzi apostolici) ed il Collegio dei cardinali, oltre alle esequie del pontefice defunto, provvedono anche ad eseguire tutte le procedure che precedono le operazioni di voto.

La Universi Dominici Gregis stabilisce che alla morte del Papa tutti i capi dei dicasteri della Curia decadano dalle loro cariche, a eccezione del cardinale Camerlengo di Santa Romana Chiesa (attualmente lo spagnolo Eduardo Martinez Somalo), del penitenziere maggiore (cardinale James F. Stafford) e del Vicario per la città di Roma (cardinale Camillo Ruini). Restano in carica anche il sostituto della segreteria di Stato, monsignor Leonardo Sandri, e il 'ministro degli Esteri', monsignor Giovanni Lajolo.

Perché nessuno assume i poteri del Papa. La prescrizione del Codice di diritto canonico (n.335), che durante la 'Sede vacante' "non si modifichi nulla del governo della Chiesa universale" e "si osservino invece le leggi speciali emanate per tali circostanze", comporta che coloro che siano rimasti in carica possano occuparsi solo di ordinaria amministrazione. Ciò deriva dal fatto che lo stesso Codice (n.331), parlando del "Romano Pontefice" afferma: "Il Vescovo della Chiesa di Roma, in cui permane l'ufficio concesso dal Signore singolarmente a Pietro, primo degli Apostoli, e che deve essere trasmesso ai suoi successori, è capo del Collegio dei Vescovi, Vicario di Cristo e Pastore qui in terra della Chiesa universale; egli perciò, in forza del suo ufficio, ha potestà ordinaria suprema, piena, immediata e universale sulla Chiesa, potestà che può sempre esercitare liberamente". Dunque, un potere assoluto.

L'elezione. Con la Costituzione entrata in vigore nel 1996, la Universi Dominici Gregis, per eleggere il nuovo Papa è necessaria la maggioranza qualificata (due terzi) dei voti espressi da tutti i 120 cardinali. Nel caso che il Conclave si protragga per 30 scrutini in 10 giorni, però, la maggioranza del sacro Collegio può decidere di eleggere il nuovo pontefice a maggioranza semplice (cinquanta voti più uno). I Cardinali, una volta entrati in Conclave che si riunisce nella Cappella Sistina, non possono né uscire né avere contatti con l'esterno finché non sia stato eletto il nuovo Papa. Sono rigorosamente proibiti i cellulari.

La votazione vera e propria si svolge secondo un ben scandito cerimoniale. Gli elettori scelgono a sorte: i tre membri addetti a raccogliere i voti degli infermi, altri tre che si occuperanno della conta dei voti e tre che, infine, visioneranno i risultati. Ciascun elettore riceve una scheda bianca, sulla quale esprimere la propria preferenza. Dopo aver scritto il nome del cardinale prescelto sulla scheda ciascuno dei votanti cammina verso un altare e, giurando di compiere il proprio dovere con onestà, inserisce la scheda nell'urna. Una volta che tutti hanno votato si procede alla conta e allo spoglio dei voti. Il risultato è poi reso noto ai cardinali. Se nessun candidato ottiene più di due terzi dei voti si svolge un'altra votazione. Se ancora non c'è un vincitore altre due votazioni si potranno tenere nel pomeriggio. Fino ad un massimo di quattro votazioni al giorno (due al mattino e due al pomeriggio).

CONCLAVE/regole

Dopo ogni scrutinio le schede sono bruciate. Se non c'è stato nessun vincitore una nube scura salirà dalla terrazza del Vaticano per annunciare ai fedeli che il Papa non è stato ancora eletto. Nel caso invece si sia finalmente giunti al nome del nuovo Pontefice, la fumata sarà bianca, grazie ad un composto chimico che viene aggiunto nella stufa. Una volta nominato, al neo-eletto viene chiesto se accetta o meno la decisione del Conclave. Se la risposta è affermativa, il presidente gli chiede qual è il nome che ha scelto e lo annuncia agli altri cardinali. Infine il cardinale più anziano dal balcone di piazza San Pietro grida alla folla l'Habemus Papam (abbiamo il Papa). A quel punto il nuovo Pontefice si affaccia e dà la benedizione Urbi et Orbi.