La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
“Seguendo i tuoi passi”
Stirpe eletta, gente santa, o regale sacerdozio, vieni! Adora il Signore, il glorioso Redentore.
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Canto iniziale
Lode a Te Signor, Lode a Te Signor.
Mia Roccia, mia fortezza, mia vita, mio canto.
Lode a Te Signor, lode a Te Signor.
INTRODUZIONE
L. Gesù fa preparare la cena pasquale nel piano superiore della casa dove abitava con gli apostoli, nel cenacolo. Lì, apre loro il suo cuore e rivela la sua intimità, il suo amore senza misura che si fa salvezza per tutti. Lì, nella casa al piano superiore, consegna, nel dono eucaristico del pane e del vino, il suo corpo e il suo sangue. Lì, ritornerà la sera di Pasqua per radunare la Chiesa alitando su di essa il dono pasquale dello Spirito. Non è sufficiente dire con le labbra: “io credo”, se poi il cuore resta chiuso e inospitale al dono della sua presenza. Non si può soltanto mangiare quel pane e bere a quella coppa e non avvertire nel profondo del cuore l'esigente richiamo all'amore, al perdono, alla comunione di vita con tutti. Abbiamo bisogno che il Signore ci liberi dalla cecità, dalle miopie che ci impediscono di riconoscere il suo volto dentro la vita dei fratelli.
G. Prima di ascoltare la Parola immergiamoci nella lode con le parole del Salmo 147. Lodare Dio non è come ringraziarlo per un suo dono: significa essere contenti che Dio sia Dio, godere della sua stessa gioia. La lode, che ci fa partecipare del bene e delle gioie degli altri è l'espressione più alta dell'amore. Se non lodiamo la persona che amiamo, siamo invidiosi, egoisti, addirittura tristi a causa del bene altrui. Lodare Dio e cantare il suo amore ci dona già il Paradiso, la vera felicità.
Rit. Laudate, omnes gentes, laudate Dominum!
L. Lodate il Signore: è bello cantare al nostro Dio, dolce è lodarlo come a lui conviene. Rit.
L. Il Signore ricostruisce Gerusalemme, raduna i dispersi di Israele. Risana i cuori affranti e fascia le loro ferite; egli conta i numero delle stelle e chiama ciascuna per nome. Rit.
L. Grande è il Signore, onnipotente, la sua sapienza non ha confini. Il Signore sostiene gli umili ma abbassa fino a terra gli empi. Cantate al Signore un canto di grazie, intonate sulla cetra inni al nostro Dio. Rit.
L. Egli copre il cielo di nubi, prepara la pioggia per la terra, fa germogliare l'erba sui monti. Provvede il cibo al bestiame, ai piccoli del corvo che gridano a lui. Rit.
L. Non fa conto del vigore del cavallo, non apprezza l'agile corsa dell'uomo. Il Signore si compiace di chi lo teme, di chi spera nella sua grazia. Rit.
PRIMO MOMENTO: IN ASCOLTO DELLA PAROLA
Dal Vangelo di San Giovanni
L: Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era giunta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, dopo aver amati i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine. Mentre cenavano, quando già il diavolo aveva messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo, Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutti nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, depose le vesti e, preso un asciugatoio, se lo cinse attorno alla vita. Poi versò dell’acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi ai suoi discepoli e ad asciugarli con l’asciugatoio di cui si era conto.
L1: I piedi, si sono mossi verso di noi
L2: sono i piedi di Gesù che ci ha amati sino alla fine
L3: i piedi che si muovono, sono Gesù che si dona a noi
L1: ci dona il suo corpo e il suo sangue, la sua vita
L2: si alza e si muove verso di noi
L3: diventa il Servo di ognuno di noi.
L1: tutti i tuoi gesti, Gesù, sono improntati alla logica dell’amore
L2: sino all’ultimo istante della tua vita, sino alla perfezione
L3: ti prepari a quest’ultimo gesto d’amore e ci ami.
Tutti: Signore, sei diventato per noi esempio, ci hai insegnato ad alzarci in piedi e a muoverci verso gli altri. Ci hai fatto capire che solo donando la nostra vita si ama, ma i nostri piedi si stanno muovendo?
I nostri piedi ci stanno portando verso l’altro?
Ritornello: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.
L1: I piedi, ti sei chinato sui nostri e li hai lavati
L2: ma noi ci siamo tirati indietro, come Pietro non abbiamo capito
L3: non siamo stato capaci di accogliere, di svuotarci di noi stessi per riempirci di Te
Tutti: Non siamo capaci, Signore di riempirci dell’altro.
Non siamo capaci di abbassarci.
Non siamo capaci di mettere l’altro al centro
Ma tu l’hai fatto, nonostante noi non capissimo
Donaci di saperci chinare sull’altro,
donaci di saper muovere i nostri piedi verso che ci sta accanto.
Ritornello: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est
L2: ci hai lavati. Ci hai purificati e siamo diventati parte di Te
L3: i nostri piedi hanno imparato a muoversi.
L1: la tua vita si è fatta servizio
L2: la nostra vita si fa servizio
L3: i nostri piedi possono iniziare a muoversi in ogni direzione.
(pausa)
L1: Anche se non è facile capire il tuo gesto,
L2: Anche quando la fatica di muovere i piedi sembra insormontabile,
Tutti: Donaci di essere parte di Te.
L3: Anche quando l’altro sembra rifiutare il nostro aiuto,
Tutti: Donaci di essere parte di Te.
silenzio (musica di sottofondo)
Ritornello: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est
L: Quando dunque ebbe lavato loro i piedi e riprese le vesti, sedette di nuovo e disse loro: «Sapete ciò che vi ho fatto? Voi mi chiamate Signore e Maestro e dite bene, perché lo sono. Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i vostri piedi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni gli altri. Vi ho infatti dato l’esempio, perché come ho fatto io facciate anche voi. In verità, in verità vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un apostolo è più grande di chi lo ha mandato. Sapendo queste cose sarete beati se le metterete in pratica. In verità, in verità vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me, chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato.
L1: Ti sei seduto ancora tra i tuoi, sei tornato il Maestro,
L2: ma sei rimasto il Servo,
L3: non ti sei tolto l’asciugatoio.
L1: Tu, il Signore, hai lavato i nostri piedi,
L2: Tu, il Maestro, ci aiuti a capire cosa hai fatto,
L3: Tu, il Servo, ci insegni a fare come tu hai fatto.
(pausa)
L1: Per tutte le volte che qualcuno ha mosso i suoi piedi verso noi. Tutti: Grazie Signore.
L2: Per tutte le volte che ci hai aiutato a muovere i nostri piedi verso gli altri,
(silenzio)
Ritornello: Ubi caritas et amor, ubi caritas Deus ibi est.
Tutti: Ci hai dato l’esempio, Signore.
Ci hai comandato di fare come Te.
Se i nostri piedi si muoveranno come i tuoi, se i nostri piedi sapranno andare verso l’altro, se la nostra vita sarà dono, allora saremo beati.
Donaci Signore di saperti imitare, di diventare servi e portare agli altri la buona novella, allora la nostra comunità sarà come il seme da cui crescerà un grande albero; sarà come il lievito che trasforma le persone che incontrerà lungo il cammino.
Ti ringraziamo, Signore, per il dono del Tuo corpo e del Tuo sangue,
solo nutrendoci di Te, la nostra vita potrà diventare feconda,
solo mettendo Te al centro della nostra vita, i nostri piedi sapranno muoversi. Amen.
SECONDO MOMENTO: GESTO DEL GRANO E DEL LUME
L. Gesù ci ha mostrato che in ogni rapporto di comunione viene il momento in cui le parole non bastano a esprimere tutta la ricchezza e la fecondità dell'amore. Subentra così il dono, il dono di sé, il dono totale. È questa la logica di Gesù. Non gli bastano le parole. Prima ci parla, poi ha bisogno del dono totale di sé. Lui si dona totalmente. Quindi diventa corpo dato e sangue versato. Ecco la comunione. Ecco allora che l'Eucarestia educa alla Testimonianza, al Servizio, alla Carità.
G. La Testimonianza... .Andate in tutto il mondo e predicate il vangelo... Il Servizio... Vi ho dato l'esempio... La Carità... Fuggite il male con orrore... non sparlate gli uni degli altri. Allora la nostra comunità parrocchiale potrà essere il riflesso della Luce di Cristo, allora il nostro cammino sarà improntato sulle orme di Cristo, allora saremo certi di aver accolto Gesù, la parte migliore che non ci sarà tolta.
L. Vivere l'Eucaristia è lasciarsi andare, lasciarsi afferrare dall'onda di Gesù Cristo e seguirla. Dice don Tonino Bello: "Io vorrei esortarvi, cari fratelli, a un modo di vivere più abbandonato, più libero. Sentitevi uomini liberi, uomini che non sono incastrati in un sistema, dobbiamo avere la coscienza che noi siamo corpo di Cristo crocifisso nella storia. L'Eucaristia è uno scandalo da vivere fino in fondo.
L.
Signore Gesù, metti un lucchetto alla porta del nostro cuore, per non
pensare male di nessuno, per non giudicare prima del tempo, per non supporre,
per non profanare il santuario delle intenzioni. Signore Gesù, legame unificante
della nostra comunità , metti un sigillo alla nostra bocca per chiudere il passo
ad ogni mormorazione o commento sfavorevole. Dacci di custodire fino alla
sepoltura, le confidenze che riceviamo o le irregolarità che vediamo,
sapendo che il primo modo di amare è
custodire il silenzio.
Donaci uno sguardo accogliente,un cuore che arde per amarci l'uno l'altro.
GRANO E LUME
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G. Ai piedi dell’altare è stato preparato un piccolo sacco di grano e sull’altare un cesto vuoto. Chi lo desidera può esprimere la propria adesione alla logica eucaristica, prendendo una manciata di grano dal sacco e deponendola nella cesta. Sia un atto di affidamento pieno e silenzioso a Dio. |
L. Ogni seme, per essere fecondo, deve essere deposto nella terra, permettere alla vita di spezzarne il guscio, quindi germogliare, maturare, essere reciso, macinato. In un piccolo seme è racchiuso un grande mistero: il mistero dell’Eucaristia, espressione che evoca il dono, la gratitudine, la festa, ma anche il sacrificio, la morte, l’offerta.
G. Insieme con il gesto del grano si può accendere e deporre sull’altre anche il piccolo lume. |
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L. La luce è un simbolo carico di significato. Nella liturgia esso esprime la risurrezione, la vita, la Presenza. Tali doni non ci appartengono: possono solo essere attinti da Cristo, luce del mondo.
(seguono i canti eucaristici)
TERZO MOMENTO: PREGHIERA COMUNE
Gesù ti chiediamo dal profondo del cuore di insegnarci la via dell'amore per abitare nel tuo cuore e ad accettarci gli uni gli altri così come siamo, per essere insieme “comunità”, pietre vive per l'edificazione della casa comune che è la Chiesa, il tuo Corpo.
Rit. Misericordias Domini in aeternum cantabo...
L. Dio della tenerezza, che sei venuto ad abitare la nostra tenda di carne, ravviva in noi la fede, riempici di speranza e insegnaci la via dell'amore. Rit.
L. Dio della storia, che hai reso fratelli tutti gli uomini nel sangue del tuo Figlio, ascolta oggi il grido dell’umanità oppressa dalla violenza e dall'odio fratricida. Donaci, Signore, giorni di pace e rendici capaci di tessere trame di comunione e di riconciliazione fraterna. Rit.
L. Dio della speranza, ascolta le nostre voci che salgono a te dalle strade del mondo: fa' che animati dal tuo Spirito sappiamo essere tuoi testimoni non solo con le parole ma ancor più con quei gesti che sanno dare respiro alla vita. Rit.
L. Dio della vita, tutto è tuo e ogni dono viene da te: benedici e consacra i tuoi figli e le tue figlie, dona loro la gioia di essere padri e madri, fratelli e sorelle, e nella responsabilità della loro vocazione tutti da te amati, da te scelti e benedetti, portino a compimento la bellezza della tua creazione. Rit.
(Preghiere spontanee…)
Canto finale: TI SEGUIRÒ SIGNORE
Ti seguirò, ti seguirò, o Signore, e nella tua strada camminerò.
Ti seguirò nella via dell'amore e donerò al mondo la vita.
Ti seguirò nella via del dolore e la tua croce ci salverà.
Ti seguirò nella via della gioia e la tua luce ci guiderà.
Incontro di
Rinnovamento del Centro Italiano