La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante

 

AGGIORNAMENTO e Incontro delle Comunità del Centro Italiano - Roma, 27 dicembre 2019

 

in preparazione al Giubileo della Congregazione

 

... abbiamo riflettuto come vorremo vivere  il 100° anniversario della fondazione della Congregazione, che cadrà nell'anno 2020.

Vogliamo prepararci a questa data importante

 


Aggiornamento 27 dicembre 2019



   

Incontro con sr.Wanda Robak

"SACRO CUORE di GESU' - la spiritualità, la devozione e i fodamenti biblici"

 

Introduzione

 

CUORE DI GESU’ 

    In seno alla Chiesa cattolica, a partire dal sec. XII, si è sviluppata una speciale forma di spiritualità che si ispira  al cuore di Gesù. Ha assunto toni e sfumature diverse, almeno negli esponenti più significativi, ma in tutti è un elemento comune: una particolare attenzione al "cuore" del Salvatore Gesù, visto come simbolo di tutto il suo amore per il Padre e per noi.

 

Gli studi più recenti hanno messo un po' in ombra il «cuore» visto nella sua materialità, come anche i cosiddetti «fondamenti biologici» del suo simbolismo. Difatti nella Bibbia e anche negli scritti dei Padri il simbolismo del cuore è presente come un dato dell'antropologia culturale; ha, quindi, un significato suo proprio, originale e irrinunciabile, indipendentemente dai dati che possono emergere dalla biologia o dalla fisiologia delle emozioni. Non meno importante la rilevanza che, proprio in prospettiva simbolica o misterica, il quarto Vangelo attribuisce all'evento storico salvifico della trafittura di Cristo in croce: «Volgeranno lo sguardo a colui che hanno trafitto » (Gv 19, 37).

 

Alcuni esempi:

 

San Giovanni Eudes (1601-1680) - è stato il primo e più ardente apostolo del culto liturgico ai Sacri Cuori di Gesú e di Maria. Nel 1641 fondò due Congregazioni religiose, una maschile e una femminile, dedicate ai Sacri Cuori. Nel 1643 cominciò a far celebrare la festa del cuore di Maria, cui considerava inseparabilmente unito anche il cuore di Gesti. Ma nel 1670 venne nella determinazione di istituire una festa distinta, dedicata al cuore di Gesù, e che celebrò per la prima volta il 20 ottobre 1672, con ufficio, messa e litanie proprie. Per lui il cuore diventa una nozione sintetica, un centro, un clima, nel quale converge tutto ciò che vi è di più espressivo e profondo nel mondo della natura, della grazia, della gloria, per esprimere il mistero del Cristo totale.

 

Santa Margherita Maria Alacoque (1648-1690). Molto accentuato l'aspetto personale.

 

Durante il sec. XVIII la devozione al cuore di Gesú, che nel passato era stata praticata soprattutto negli ambienti claustrali, diventa una «devozione popolare» che si diffonde in tutte le nazioni cattoliche e fra tutte le categorie di persone. Vi contribuirono particolarmente: il beato Claudio de la COLOMBIERE, Froment, Croisset, Gallifet e, più tardi, sant'Alfonso De' Liguori, con la sua celebre Novena del cuore di Gesù. A questi autori si devono anche le prime sintesi dottrinali. L'istituzione della festa (1765) contribuì a dissipare numerose prevenzioni.

 

Il secolo XIX si apre con la pregevole Dissertazione sulla devozione al cuore di Gesú, dovuta al can. A. Muzzarelli (Roma 1806). Con J. Perrone (1842), la dottrina sul cuore di Gesú viene inserita nei manuali di teologia. Contemporaneamente si sviluppano vasti movimenti che resero veramente popolare la pratica di questa devozione.

Nel se. XX si nota molto generosa collaborazione da parte di numerose Congregazioni religiose, maschili e femminili, e ancor più da parte di associazioni e confraternite, sorte appunto allo scopo di promuovere e diffondere la devozione. Si nota, nella prima metà del sec. XX, lo sforzo di ricerca e di chiarificazione di numerosi ed eminenti teologi, sostenuti e stimolati in questo da frequenti interventi del magistero ecclesiastico, cui dobbiamo, fra l'altro, le grandi encicliche Annum sacrum di Leone XIII (1899) e Miserentissimus Redemptor di Pio XI (1928).

 

La crisi di ripensamento e di rinnovamento, già in atto in ogni settore della vita della Chiesa, assunse proporzioni allarmanti anche nel settore della devozione al Sacro Cuore intorno al 1950. A renderla più acuta vi aveva contribuito, in campo speculativo, una concezione dell'oggetto piuttosto angusta e in campo pastorale una certa lentezza e difficoltà ad acquistare e assimilare i dati più positivi del rinnovamento biblico e liturgico in atto. Contemporaneamente, però, già cominciano a manifestarsi i primi frutti di un profondo ripensamento che, mettendo in evidenza i fondamenti biblici e patristici della devozione al cuore di Gesti, portò i teologi a una rinnovata concezione della stessa natura del simbolo, e svelò a tutti la inesauribile fecondità pastorale, apostolica e spirituale, di questa spiritualità.

 

L'enciclica Haurietis aquas è l'espressione più autorevole e qualificata di questo travaglio, che portò a una concezione inte­ramente rinnovata del simbolo in genere, e del mistero del cuore trafitto in specie. L'attenzione non è più rivolta, prevalentemente, al cuore di Gesú inteso come «parte della sua santissima umanità», ma all'amore di Dio che in esso si esprime e si dona. La devozione, afferma esplicitamente Pio XII, «è in sostanza il culto dell'amore che Dio ha per noi nel Cristo, e insieme la pratica del nostro amore verso Dio e verso gli altri uomini» (Haurietis aquas, in AAS, 48 [19561, 345).

 

 


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