TANZANIA

 

CRONACA DELLA  MISSIONE

 


 

La Missione in Africa

            

    Possiamo ben dire: l'Africa "era scritto", che  sarebbe entrata a far parte dei Paesi di Missione, dove opera la nostra Congregazione.

In Africa, la Tanzania ci accoglie - come inizio del nostro lavoro missionario - nel villaggio di Mkiwa. La sera del 21.XI.91 arriviamo a Mkiwa. Siamo solo tre suore. La notte è cupa! Non si vede la più piccola luce, ma in compenso il cielo è affollato di stelle luminose, che danno il senso dell'immensità e di una Presenza viva.

E' qui che il Signore ha manifestato a noi la sua fedeltà e la sua misericordia, superando ogni promessa. Noi ora preghiamo Dio di "completare l'opera che ha iniziato", perché sappiamo che questa Missione è opera delle sue mani...

Le promesse - il Signore non tarda ad adempierle, anzi, ne compie sempre di più grandi!

Ci ha dato la casa, ci ha riunite per formare una comunità, ci ha donato le vocazioni.

Continua a sostenerci mediante l'aiuto degli amici a livello economico e con la collaborazione concreta.

Abbiamo le strutture di appoggio al nostro lavoro, sia apostolico che sociale. Dio, per intercessione di S.Giuseppe, ci manda le persone che ci aiutano e che servono ad incoraggiarci nella nostra fatica quotidiana. Egli ci sorride ogni giorno attraverso il sorriso riconoscente dei bambini e dei poveri.

Tutte le situazioni che viviamo ci spingono a riconoscere che Qualcuno ci precede nei nostri progetti. Non tutti i giorni sono splendenti di luce, ma quando le ombre e l'oscurità scendono su di noi, ci ricordiamo che la vita del cristiano non sarebbe "cammino di fede", se non fosse così...

Quando dobbiamo andare avanti, senza sapere dove mettere i piedi, cerchiamo di pensare che è giusto perdere le nostre sicurezze per lasciare il posto all'attesa della speranza che non muore mai. Impariamo ad appoggiarci sempre di più a Dio, quando ci rendiamo conto col cuore deluso che dobbiamo perdere tanti affetti... Dobbiamo avere la tenacia di continuare ad andare avanti, quando vediamo che è più facile progettare che attuare. Le nostre debolezze ci si manifestano più chiaramente e il bisogno di gridare a Dio si fa più frequente. "...da dove mi verrà l'aiuto? L'aiuto viene dal Signore che ha fatto cielo e terra".

 

Il 21 novembre 1991 è l'inizio della nostra Missione a Mkiwa.

 

E' il giorno della Presentazione di Gesù al tempio. E' festa, e in particolare lo è per le suore Orsoline, che ricordano l'approvazione delle loro Costituzioni. E' un giorno sempre molto sentito nelle nostre Comunità... e questo giorno è stato scelto per lasciare Itigi e venire a Mkiwa.

E' passato un anno dal nostro arrivo in Tanzania. Siamo state bene assieme - con le sorelle - riflettendo, pregando e preparandoci a questo giorno... ed oggi dobbiamo partire. Gli amici ci sconsigliano... "dove volete andare, sole, in un bosco... senza luce, senza acqua... tra le bestie, senza nessuna protezione ?..." Forse hanno ragione, ma siamo venute per la missione che il Signore ci ha affidato, non per restare al sicuro, in buona e piacevole compagnia.

Partiremo e, Maria, la nostra mamma, ci proteggerà!

Un po' di paura c'è, ma ci facciamo coraggio vicendevolmente. Chiediamo al Padre Dino se può venire a benedire la casa che sarà per la formazione, dato che il prefabbricato non è ancora pronto. Il sacerdote non può venire la mattina, ma potremo avere la benedizione nel pomeriggio. Invitiamo i pochi amici presenti e il sacerdote ci augura un apostolato fecondo. Mentre benedice la casa, benedice anche noi. Siamo contente. La sera tutti vanno via, anche le altre due suore che lavorano nell'ospedale di Itigi. Restiamo sole! Che buio! Che silenzio!... Qualche uccello notturno... qualche iena... sono le uniche voci a spezzare la quiete di questa prima notte... "Il Signore è la nostra salvezza. Con Lui non temo nulla ".

La nostra preghiera questa sera diventa più lunga dopo... chiedo al Signore di concedermi il sonno per non sentire l'ansia che la notte mette addosso qui, dove non si vede neppure una capanna vicina... Mi sveglio presto - la mattina - al cinguettio frenetico degli uccelli dalle molteplici modulazioni. Che pace! Intorno... il silenzio avvolge ogni cosa e mentre la notte si ritrae, i primi pastori cominciano a far sentire il loro richiamo. Vicino c'è la scuola elementare e dopo poco comincia a suonare la campanella. I bambini arrivano trotterellando, allegri e numerosi. Tra le decisioni prese, appena arrivate, c'è quella di fare la preghiera del mattino, assieme alla gente del villaggio, ma il primo giorno siamo solo noi, tre suore. Neppure il catechista che era stato avvertito, è venuto. Decidiamo di suonare la campanella. Un pezzo di ferro è legato ad un albero, vicino ce ne è un altro più piccolo che deve essere battuto contro il pezzo grande, perché dia suono... Proviamo. Non ha nulla da invidiare alla campana di una cattedrale occidentale!?

Il giorno dopo siamo precedute dal suono della "campana". E' stata l'iniziativa di una ragazzetta che ci aveva sentito lamentare che nessuno fosse venuto a pregare con noi. Lei c'era e, il giorno dopo ne sono tre e, ogni giorno ce ne è una in più... Qualcosa si muove... siamo arrivate a trenta persone. Se la gente verrà dovremo pensare a ripulire la chiesetta; a farla più accogliente possibile. Non c'è Gesù ma si può preparare un tabernacolo per accoglierLo. Con questo pensiero mi metto al lavoro cercando nel contenitore la creta portata dall'Italia.

 


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