TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


 

Mkiwa, 30 settembre 2008

(79° lettera dalla Tanzania)

 

Carissimi Amici,

 

    Oggi voglio parteciparvi  i ricordi di una coppia di dottori che per circa 10 anni  dal nostro primo anno in Tanzania sono venuti a stare con noi ogni anno. Per otto anni consecutivamente e ancora una volta dopo alcuni anni per festeggiare con noi il loro 50° anno di vita coniugale.

 

Con noi hanno condiviso le prime gioie e  prime preoccupazioni. Ora ci è giunta  questa lettera, della quale desidero partecipare a voi i ricordi i sentimenti che  scaturiscono dai loro cuori.

La profonda nostalgia descritta in queste righe mi ha fatto tornare indietro di circa 18 anni  con una profonda risonanza. Come è vero, che l’uomo è fatto per il dialogo, per la partecipazione, per la condivisione e non per la solitudine… A voi, dunque, la risonanza…, mentre auguriamo ai nostri Amici, che Dio conceda loro di tornare ancora a Mkiwa, nella nostra Missione, dove le giornate sono intessute di preghiera e lavoro nella semplicità e nella dedizione quotidiana.

        

         Questa è la lettera:

 

 

Suor Rita e Suor Incor.

 

Oggi è domenica e immagino, siate insieme a Mkiwa (sapevano che suor Incor veniva a Mkiwa e passava la domenica due volte al mese). Se chiudo gli occhi  vi vedo… e vedo la Missione e tutte voi, che vi state recando in Chiesa per la preghiera …, la processione di tutte le “suorine“, piccole e grandi, che in silenzio si dirigono verso la Chiesa. Vedo anche Walter e io seduti sui gradini della chiesetta nuova che osserviamo in silenzio. Questa lunga, lenta processione ricordando con una misteriosa malinconia a quando non esisteva  ancora tutto ciò che oggi fa parte della Missione: gli edifici, le chiese, il numeroso stuolo di suore…

Eravate solo due quando vi conoscemmo…, poi cinque… ho la vostra fotografia: siete  sedute su una panchina, l’una accanto all’altra, voi così poche, ma tanto eroiche… Ne sono passati di anni! Le cose - con l’aiuto del Signore - sono tanto cambiate e devo dirvi, che paradossalmente ho una profonda nostalgia di quei tempi; del prefabbricato che non arrivava mai, della piattaforma di cemento che i bambini distruggevano per farne i loro giocattoli (la piattaforma era stata costruita con cemento e pezzi di rete  di ferro ed erano questi  che i bambini cercavano di prendere per i loro giocattoli), del contenitore delle medicine, delle bottigliette di antibiotico che preparavo per la dose di clorochina da usare in caso di attacco malarico.

 

Ho nostalgia di tutto come di qualcosa perduto per sempre.

 

Oggi, pur amandovi come sempre, vi sento tanto lontane da me, da noi.

Vi sento veramente in un altro mondo, non più raggiungibile, non più solo nostro…

Spesso penso a Brazo con il suo visino triste (Brazo era un  bambino della nostra “Casa della Speranza” malato di AIDS, morto circa un anno dopo la sua mamma, ugualmente malata di AIDS), biondo, perché nato dalla mamma africana e da un uomo iugoslavo, di una intelligenza superiore alla media, il quale mi chiedeva ogni giorno (dopo la morte della sua mamma non è più tornato nella nostra casa) “dove sarà ora la mia mamma? La potrò rivedere ancora? “Certo che la rivedrai perché la tua mamma ti voleva tanto bene. Dio non divide le persone che si sono volute bene su questa terra. Tua mamma ti aspetta e ti verrà incontro quando anche tu andrai in Paradiso“.  Gioiva di questa prospettiva e sorrideva tristemente… 

Penso ai primi bimbi, ospiti della “Casa della Speranza”, alla mucca, amica solo di suor Melania a tutto quello che ho vissuto con voi  e che non potrà più tornare…

 

Perdonate il mio malinconico sfogo; il problema è che sono entrata nell’ottantesimo anno. Pensate che potrò venire a trascorrere i miei ultimi giorni con voi ? Lo desidero tanto! Per ora devo pensare a sopravvivere, anche perché non ho ancora deciso cosa farò da “grande”.

 

Vi abbraccio con Walter (il marito ) con l’amore di sempre, L.

 

Domenica, 21.09.2008, ore 18

 

 

    Una donna formidabile, una donna straordinaria, di una intelligenza e sensibilità altrettanto straordinaria.

    Con Walter ci hanno aiutato tanto nei primi anni della nostra Missione e ancora non ci dimenticano…

    Questa è l’amicizia: condividere gioie e dolori con Amore vero!

 

Stiamo scrivendo la storia della nostra Missione.

 

Se tra i nostri Amici che sono stati qui con noi c’è ne è Qualcuno che voglia aiutarci a scrivere la nostra storia, scrivendo i loro ricordi e sentimenti, ve ne saremmo riconoscenti.

 

    Grazie Luciana e Walter per il vostro aiuto, datoci senza chiedere mai nulla; della vostra amicizia e della vostra collaborazione.

 

    Se siamo “cresciute” è anche merito vostro.

 

 

sr. Rita

 


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