TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, 27 luglio 2006

(69° circolare)

Carissimi Tutti

 

Siamo appena rientrati a Mkiwa da un viaggio abbastanza lungo. Siamo stati a Rombo, un villaggio situato sotto il Kilimanjaro dalla parte opposta dalla quale possiamo vedere questo monte dall'aereo, andando verso Dar. Qui c'è un centro per bambini orfani e alcuni sieropositivi. Il Padrone che ha costruito tutto questo villaggio con la capienza di oltre cento bambini ha venduto una parte dei suoi aerei di cui era proprietario per aiutare in questo modo i bambini senza genitori. La nostra Congregazione è stata invitata dal Vescovo ad andare a lavorare con questi bambini, dato il nostro carisma che è per l'educazione e l'istruzione di bambini e giovani. Un viaggio lungo, ma pieno di sorprese positive ma a volte anche difficili da superare, per la strada, a metà battuta e piena di fossi e polvere che acceca gli occhi dell'autista che deve superare autocarri  con rimorchi e gente che  numerosa cammina lungo le strade con le loro mandrie guidate sopratutto da bambini… Una vera avventura!

Si parte presto al mattino, impiegando circa otto ore - se non dobbiamo fermarci - altrimenti anche di più. Il paesaggio che passa davanti ai nostri occhi lungo il cammino, prima di arrivare a Mweka - un villaggio vicino a Moshi - dove già lavorano le nostre suore nella scuola, si muta continuamente: da una terra arida ed arsa come è la savana di Mkiwa ad una vegetazione fiorente, tra alberi di alto fusto, circondati da colline e  montagne che si stagliano in un cielo azzurro. Si constata che la terra è davvero rotonda! Poi si passa tra centinaia e centinaia di alberi di banane che cucinano per il pranzo ed estese piantagioni di caffè che, purtroppo non appartengono alla gente locale ma a stranieri. Attraversiamo campi coltivati a granoturco e miglio, che è il loro pasto quotidiano. Vedere tanto verde, quando abbiamo lasciato Mkiwa con i campi della zona di Singida, brulli e riarsi,  ci sembra di trovarci in un altro paese, tanto diverso...

Sono già passati circa tre mesi dall'ultima poggia abbondante, ma scarsa per la terra da coltivare in questa zona e invece a Mweka ha piovuto tutte le notti che abbiamo dormito in  questa comunità. La gente saluta sempre con grande espansività quando incontra le suore e anche se noi siamo solo ospiti di passaggio una donna ci abbraccia come se ci conoscessimo da anni e, poi, siamo circondati da tanti, tanti bambini. Lungo la strada abbiamo incontrato diverse tribù: sono Masai, Wamankati, Barabaiki. Ogni tribù con i loro vestiti, gingilli e orecchini che adornano le loro braccia, collo e orecchi. Colori sempre molti vivaci. Queste persone vivono di pastorizia  e si nutrono sopratutto di latte e carne. I bambini restano tutto il giorno sotto il sole a guardia dei loro greggi e spesso non hanno acqua da bere per cui, quando ci siamo fermati, due bambini ci hanno chiesto acqua da bere e hanno permesso che facessimo loro delle foto.

Nel territorio di Moshi abbiamo incontrato folle di cristiani e di studenti con le loro divise che indicano da quale scuola provengono. Questi uscivano dalle Parrocchie essendo domenica dopo la celebrazione della S.Messa. Questo colpisce davvero pensando che forse in Italia non così numerosi frequentano la domenica la S.Messa, soprattutto i giovani. Anche noi siamo andati per la celebrazione nella Parrocchia di Mweka e anche qui la chiesa era gremita fino a fuori. La partecipazione era evidentemente di grande fede e la liturgia sostenuta da un coro di giovani donne e uomini. Arrivati a Rombo - assieme a noi c'erano le due dottoresse venute da Roma: Fernanda e Mariella - siamo state accolte da una coppia di olandesi volontari: un pediatra e un’assistente sociale. La cortesia è stata ammirevole e ci avevano preparato anche qualcosa per la colazione usando come tavolo, scatoloni di merce ancora da sistemare. Anche noi abbiamo collaborato, offrendo la pizza che le suore di Mkiwa ci avevano preparato per il viaggio e che è stata ben gustata. La signora ha preparato la casa per le suore con tutto ciò che ha pensato fosse necessario per una buona accoglienza. Al ritorno passando per Arusha le due dottoresse - nostre ospiti - ci hanno invitato a prendere un caffè in un piccolo bar e qui abbiamo incontrato due Australiane che ci hanno riempito di domande e, grazie a Dio che suor Mary conosce l'inglese, così  che abbiamo capito che vorrebbero aiutarci sia come volontarie nei nostri lavori e sia economicamente. Abbiamo scambiato i nostri indirizzi e e-mail e ci risentiremo. Ci tenevano a dire che erano cattoliche... Il loro entusiasmo ci ha fatto molto pensare, perché ogni giorno possiamo vedere come tanta gente, in un mondo dove si dice che Dio sia stato bandito, Egli è invece  presente con il suo amore che vive nel cuore di tante persone. Egli continua a guidare la storia e la nostra vita. Peccato che a volta l'uomo fa finta di non sentire la sua voce, perché non sempre è facile da accogliere, per metterla in pratica.

 

 

Carissimi Tutti

 

Ho voluto condividere questa nostra esperienza con  voi per farvi avere nostre notizie e anche per invitarvi - vista la grande gioia che hanno sentito le nostre ospiti in questa esperienza vissuta assieme -  a fare un pensierino per venire ad aiutarci!

Suor Rita

 


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