TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, 1.02.2004

(54° circolare)

 

Carissimi Amici tutti, Suore e nostri Familiari

 

 

Forse questa lettera arriva a voi prima del consueto. Il motivo è che volevo comunicare soprattutto a chi ha conosciuto di persona Geremia, la notizia della sua morte. Era Egli un vero cristiano, un uomo giusto, che faceva sempre del bene a chi si rivolgeva a lui. Anche per noi era un sicuro appoggio in caso di difficoltà. Assieme al "katibu" del villaggio ci aveva accolto e mostrato dove potevamo impiantare la nostra Missione... Non aveva paura della verità e viveva secondo essa in ogni occasione. Faceva parte del "coro S. Orsola". Avrà avuto forse circa quaranta anni con una famiglia numerosa sulle spalle. Il suo lavoro era quello di vendere in un piccolo negozio ogni genere di oggetti di prima necessità. Qui come ormai sapete non c'è mercato e Geremia vendeva tutto ciò che il villaggio potesse avere bisogno. Non più di dieci, venti esemplari per ogni cosa... Il negozio era talmente piccolo che tu guardando da una piccola finestra dove egli si affacciava - chiedevi che cosa volevi  comperare. Con un solo sguardo, potevi sapere se ciò che cercavi c'era oppure no... Dunque non era ricco, non era cattivo... Eppure gli hanno sparato alla schiena e con la panga (un coltellaccio che portano qui per paura degli animali) gli hanno colpito sul viso. E' arrivato nel dispensario già morto...  Chi è stato? Perché lo ha fatto?

 

    E' passata una settimana. Non se ne sa nulla e forse mai si saprà... Questo uomo in un quaderni aveva scritto tutti i debiti che aveva con le persone e tutto ciò che gli dovevano gli altri. Ci hanno detto che il debito più grande lo aveva con la missione (50.000 sh). Come di abitudine qui la gente che va a dare le condoglianze dovrebbe portare qualcosa e... naturalmente fin quando dura il "kilio" il pianto cioè, la gente va a mangiare a casa di quella famiglia e, assieme piangono il morto... A me sembra più un costume che una vera partecipazione al dolore.

Di fatto tutta la gente del  villaggio ogni giorno invadeva la casa per mangiare e per "piangere". Molte persone è vero che volevano bene a Geremia, ma molte altre data la situazione di questo anno andavano soprattutto per mangiare qualcosa, fino a quando la famiglia ha dovuto ricorrere alle suore per preparare il pranzo di chiusura del "kilio" perché in casa non c'era più nulla. Questa anno è disastroso: una povertà che è miseria e fame autentica. La gente dalla mattina alla sera quando usciamo dalla preghiera sosta in folla davanti al nostro cancello: sono vecchi, uomini e donne adulte, adolescenti e bambini. Tutti con la zappa in mano per chiedere di fare un piccolo lavoro e ricevere qualcosa da mangiare. Abbiamo dato trenta sacchi di granturco e altrettanti di granturco già pestato che si cucina spesso assieme ai fagioli. Ne abbiamo macinato un'altra quantità da dare a due tre chili per volta. Avevamo tanta cassava: la gente andava con la zappa a scavare e portava a casa. Anche per la colazione delle suore abbiamo macinato la cassava che unita alla farina di granturco abbiamo tatto il pane due volte la settimana…

 

L'altro ieri, essendo sabato, la scuola è chiusa e circa venti bambini con le loro zappe sostavano davanti al cancello. La suora ha detto loro che la cassava era finita e loro si sono messi a cantare, inventando parole e dicendo che non avevano trovato lavoro perché da mangiare non ce ne era più. La suora li ha richiamati e ha dato a ciascuno un chilo di farina da portare a casa. Oggi però davvero non abbiamo più nulla da dare e dire che per il nuovo raccolto dobbiamo aspettare ancora almeno quattro mesi.

L'anno 1998 è stato un anno pure di fame, ma questo anno a me sembra peggiore di quello. Abbiamo ancora un poco di pasta che voi avete mandato con il contenitore e per i bambini dell'asilo potremo comperarne, anche se i prezzi sono molto saliti. Anche se vi raccontiamo tutto questo , non dovete preoccuparvi troppo, perché la Provvidenza se non è venuta mai meno durante tutti questi anni, certamente verrà ancora in nostro aiuto.

Desideriamo solamente farvi partecipi della situazione di questo Paese, che non riesce ancora  a sostenersi senza l'aiuto dell'occidente e... del Buon Dio che vi chiediamo di pregarlo con noi perché ha piovuto solo tre volte sul seminato di questo anno e se non pioverà come necessario, il sole cocente di questi giorni brucerà tutto. Stateci vicino con la vostra preghiera e, pregate anche per i problemi di questo villaggio.. Vi ringraziamo e vi salutiamo - restando con voi unite affettivamente e, davanti a Dio al quale vi ricordiamo ogni giorno.

suor Rita e comunità

 


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