TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, 7.05.1999

(36 circolare)

Carissimi Amici tutti, Suore e Familiari

 

Dal mese di febbraio non ho più scritto. In quella lettera vi raccontavo della situazione che ho trovato quando sono rientrata dall’Europa (Polonia e Italia). Quanto diversa da ciò che avevo vissuto in questi circa 40 giorni! Ora la situazione, grazie a Dio, sta migliorando. Il tempo più forte della “desolazione” sembra passato. Qualcuno comincia a mangiare le pannocchie cotte sui carboni… e anche a vendere qualcosa per avere i soldi, poiché in una famiglia ci sono tanti altri bisogni  oltre alla polenta da mangiare… Anche i bambini sapendo che le zucche che crescono spontanee nei prati, le mangiano i maiali, vengono a portarle alla missione, chiedendo in cambio penne, quaderni per la scuola assieme a qualche caramella… E’ grande gioia portare a scuola quaderni con belle copertine e con molti fogli… Qui i quaderni hanno pochissimi fogli e le copertine sono con un solo colore e più spesso come la carta da imballaggio.

Il mese di marzo ha cominciato a piovere e ha piovuto – nella nostra zona – fino alla fine di aprile. Poco, ma tanto che potesse bastare a far riprendere vita al granoturco già mezzo secco. Così si può sperare che anche se scarso, il raccolto si farà. Abbiamo chiesto la pioggia pregando insieme a musulmani e i luterani per due volte – il giovedì – dopo due giorni ha cominciato a piovere, ma ci eravamo messi d’accordo che anche se avesse piovuto, saremmo ritornati a pregare non per chiedere ma per ringraziare. E’ stata una bella esperienza perché avevamo deciso di pregare assieme sulla Parola di Gesù: “dove due o tre si mettono d’accordo per chiedere qualsiasi cosa… Io ve la darò”. Abbiamo pregato nel campo sportivo, non lontano dalla scuola elementare, così che dopo la prima volta, con i loro maestri, sono venuti anche i bambini della scuola. Purtroppo questi bambini prima tutti insieme, al momento della preghiera si sono divisi per entrare ciascuno nel proprio gruppo… Insieme ma… Ancora aspettiamo l’unità. Insieme abbiamo pregato lo stesso Dio e Padre di tutti, concludendo la preghiera con il “Padre Nostro”, dietro la richiesta del capo dei musulmani – di terminare noi cattolici, l’incontro.

Ci siamo ritrovati tutti per la terza volta a ringraziare Dio. Nel villaggio anche chi non aveva partecipato diceva: “Abbiamo  pregato e, Dio ci ha mandato la pioggia! Egli ci ha ascoltato”.

La nostra speranza e la nostra fiducia è solo in Dio. In chi altri mai?

In questo tempo abbiamo cercato di aiutare in tutti i modi, come vi ho già scritto. Abbiamo anche organizzato alcune feste, sia per togliere la gente dall’avvilimento, sia anche per dare un buon pranzo. Il 19 marzo la festa è stata organizzata per i bambini dell’asilo nostro. La Domenica delle Palme, con le persone più anziane del villaggio (essendo quest’anno, l’anno dell’Anziano). Abbiamo preparato un buon pranzo: riso, carne e bibite. Dopo il pranzo abbiamo loro regalato indumenti caldi per ripararsi dalla pioggia e dal freddo della notte umida e, per concludere, abbiamo proiettato (in video-cassetta) la “Passione di Gesù”. Salutando, la loro gioia era così grande che, nonostante l’età, hanno cominciato a danzare mostrando ciò che avevano ricevuto in regalo. Il Giovedì Santo la festa era destinata ai ragazzi dell’associazione “Amici di Gesù” (un po’ simile all’O.P. per la S.Infanzia). Così sono venuti i ragazzi della scuola elementare, che è vicino a noi.  Anche le studentesse della nostra scuola di Issuna hanno avuto l’occasione di mangiare un buon pranzo nella Missione, ma per un’iniziativa diversa: a scuola le suore insegnanti (orsoline) avevano parlato dell’anno, come anno del Padre in preparazione al grande Giubileo del 2000. Come risposta, è nata l’idea del pellegrinaggio a piedi come segno del cammino del ritorno verso il Padre. Il pellegrinaggio a piedi per circa 25 Km da Issuna a Mkiwa. Partiti la mattina presto sono arrivati tutti verso mezzogiorno. Abbiamo accolto il gruppo vicino al cancello e poi tutti insieme siamo andati in cappella dove è continuata la preghiera per circa mezz’ora. C’era il pranzo pronto e sono state invitate al pranzo. Abbiamo parlato sul motivo del pellegrinaggio e dopo il pranzo le studentesse e le loro insegnanti sono state riaccompagnate a metà strada con il camion.

Due settimane dopo il pellegrinaggio penitenziale, per riparare le offese fatte dalle persone consacrate e, per chiedere la fedeltà piena a Dio Padre, è stato fatto per circa 30 Km, dalla nostra comunità di Mkiwa (circa 50 giovani orsoline in formazione assieme alle persone della “fraternità” e ad alcuni giovani del villaggio). Siamo partiti recitando l’Angelus, ancora al buio, con le torce e il cammino è iniziato tra canti e preghiere fino a Itigi, la nostra Parrocchia. Il sole era coperto quasi per tutto il cammino e se anche era caldo, si camminava con poco sudore… Il parroco ci aspettava alla porta della chiesa in cotta e stola. Dopo il  saluto ci ha offerto acqua e tee. La sete era grande e anche la fame, perché si era partiti a digiuno. In chiesa c’erano due sacerdoti a disposizione per la confessione e il parroco ha celebrato secondo le intenzioni del pellegrinaggio. Un poco stanchi, ma tutti molto raccolti e in preghiera con canti, abbiamo celebrato l’Eucaristia.

Suor Incoronata con le suore della sua comunità avevano preparato i chapati (piccole pizze) e tee. Tutti seduti a terra, all’aperto, hanno goduto mangiando e raccontando i vari episodi del lungo viaggio. Dopo il pasto siamo ritornati a Mkiwa (con il camion e un camioncino del parroco) dove ci aspettavano al cancello alcune postulanti che dovevano pensare alla cena e alle altre faccende di casa. Suonava l’Angelus. Abbiamo pregato come al mattino e insieme abbiamo ringraziato Dio che ha dato al S.Padre l’idea di far celebrare il Grande Giubileo del 2000.

Le studenti di Issuna ci avevano lasciato i loro cartelloni “I giovani nell’anno del Padre tornano a Lui” e un altro con la scritta “2000 – anno del Grande Giubileo”. Anche noi, che li avevamo avuti in consegna, li abbiamo portati fino a Itigi dove li abbiamo lasciati al parroco per il pellegrinaggio che anche lui pensava di organizzare. Siamo partite al mattino con la preghiera dell’Angelus – con Maria – e siamo tornate senza volerlo mentre di nuovo suonava l’Angelus – con la preghiera a Maria – la quale ci accompagna sempre lungo il cammino che porta a Gesù, a Dio. La gioia era grande perché sentivamo nel cuore la speranza del perdono del nostro Padre buono.

            Anche a voi tutti auguriamo una bella e buona preparazione a questo Giubileo che ci fa sentire tutti fratelli in Cristo, perché siamo tutti figli del nostro Padre celeste.

Tornare a Lui, sentirci uniti, sarà gioia piena, gioia cristiana.

            Con sempre maggiore riconoscenza per le vostre espressioni di vicinanza e di collaborazione, vi giungano i saluti di noi tutte dalla nostra Missione in Tanzania.

Suor Rita

 

 


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