TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


                                                 Mkiwa 11.02.1999

                                                  (35 circolare)

Carissimi,

 

Eccomi di nuovo a Mkiwa. Grande è stata la gioia e la festa riservatami al mio ritorno dalla nostra gioventù religiosa, parrocchiani e bambini della nostra scuola materna.

Sr.Mary con il gruppo delle più grandi ha organizzato tutto. Vicino al cancello mi hanno offerto un cesto con alcuni prodotti del nostro orto. Ma, se grande è stata l'accoglienza della comunità religiosa, più grande è stata quella dei più poveri... "E' tornata, è tornata..." Sì, sono tornata e in questa gente si è riaccesa la speranza di ricevere qualcosa da mangiare e un piccolo lavoro per comperare l'indispensabile. Dovremo inventarcelo il lavoro, perché il gruppo delle nostre giovani è sufficiente per il lavoro di cui abbiamo bisogno. Questa gente però non vuole sentire ragione: "Tu sei la mamma e devi provvedere in qualsiasi modo". Comincia così il via vai. C'è chi chiede a mani vuote, ma c'è anche chi chiede portando una capra, una gallina e perfino le mucche... Hanno bisogno di soldi e hanno aspettato di rimandare figli a scuola perché non avevano soldi per la tassa scolastica che si paga in quattro rate. Hanno debiti al dispensario per le malattie dei figli e di loro stessi. Sperano di poter essere condonati. Sr.Mary ha dato fin quando ha potuto, ma dopo a cominciato a dire che i soldi erano finiti e che bisognava aspettare suor Rita che tornasse dall'Europa. Così la folla è cresciuta. Mi chiamano continuamente al cancello dove aspettano e, vado cercando di rispondere all'attesa di speranza di ciascuno, nel modo possibile. Vogliono parlare solo con me, perché sanno che sono più "debole" e qualcosa farò quando vedrò i loro volti tristi. E' vero, il cuore mi si stringe e non sono capace di rifiutare l'aiuto almeno in parte, specialmente quando vedo i bambini e i vecchi, i malati... Tutti con gli occhi più grandi del solito, perché sono affamati. Gli uomini vengono con la zappa, facendo capire che sono pronti a lavorare. Ci sono alcuni venuti da lontano, a piedi... Ai vecchi e ai bambini diamo da mangiare, agli altri cerchiamo di dare un lavoro. Naturalmente badando anche che non cadano dalla fame... Non esagero...

E' venuto un uomo che ha impiegato tre giorni per arrivare da noi, a piedi, senza mangiare. "Ho sentito che voi date lavoro e sono venuto perché a casa non c'è assolutamente nulla da mangiare e siamo in sette.Dove dormo, non mi danno da mangiare, perché non hanno nulla neppure loro. Ho fame!" E' andato a lavoro nel nostro campo e la sera è tornato chiedendo un poco di farina da portare nella famiglia dove sta a dormire per poter mangiare tutti insieme. Spesso, quando i mariti vedono che non c'è nulla più da mangiare vanno via dicendo che vanno a cercare lavoro, ma dopo non ritornano tanto presto e la povera donna deve pensare come far vivere i figli.

 

Suor Incoronata mi ha raccontato che una donna ha portato nel bosco i suoi cinque figli e li ha lasciati li. Certo!, l'hanno messa in carcere perché i figli sono morti, ammazzati da un leone, ma chi può condannare una donna che vede morire di fame i propri figli? Meglio finirla... presto! Ecco dove può portare la disperazione. Fa orrore, ma anche tanta pena!

Domenica, mentre con suor Incoronata andavamo a Messa, ci ha fermato una donna. Aspettava un bambino e non riusciva neppure a parlare, tanto era stanca. Aveva fatto 5 Km a piedi perché stava male e con lei un'altra bambina pure con la febbre. Ho detto: "dalle da mangiare qualcosa con un poco di tea e poi, dopo la S.Messa, la visiterete". Dopo la S.Messa, riposata e rifocillata, sembrava un'altra persona così che sr.Incoronata ha detto: "ma io la conosco! L'ho curata all'ospedale a Itigi". Non l'aveva riconosciuta.

Potrei non finire di raccontare questi casi. Una vecchia mi viene vicino e sottovoce, facendo cenno con il cavo della mano mi dice: "dammi un pochino di farina. Non ho nulla, proprio nulla da mangiare."  Appena arrivata abbiamo comprato farina e granoturco, per i più poveri. Cuciniamo per i bambini e i vecchi e agli altri diamo da portare a casa. Al negozietto qui vicino, vendono la farina, ma troppo caro è il prezzo. Il capo del villaggio voleva che noi comprassimo il granoturco per rivenderlo, non abbiamo accettato, perché chi verrebbe a comprare sarebbero quelli che hanno i soldi, mentre i più poveri resterebbero senza. Abbiamo risposto, che noi quel che abbiamo lo diamo gratis, facendo fare un qualche lavoretto ma no rivendiamo niente.  E' uno strazio! Non pensavo di trovare la situazione in modo cos'ì grave, anche se sapevo che l'anno scorso il raccolto lo aveva portato via la pioggia assieme a qualche casa (anche una nostra). Il peggio dovrà ancora venire, perché quest'anno non ha piovuto e ancora non piove e noi abbiamo seminato tre volte, perché i semi li hanno mangiato le talpe e gli uccelli. La gente continua a zappare perché spera ancora che la pioggia verrà. Il nostro Vescovo ha fatto pregare tutte le parrocchie, quando io non c'ero e in questi giorni gli anglicani hanno invitato tutti a pregare affinché Dio mandi la pioggia. Diecine e diecine aspettano ogni mattina davanti al cancello e quando vado penso e prego per voi che ci date la possibilità di donare. Quelli più coraggiosi arrivati fin sotto la porta e sono capaci di aspettare chissà quando se non ricevono qualcosa da portare a casa o da mangiare. A Roma una suora mi aveva detto che le mie lettere servono poco, perché la gente vuole conoscere quali sono i problemi della gente: eccoli, questi sono!! Ma se voi foste qui - di certo non riuscireste a trattenere le lacrime di fronte a tanta miseria. Mi avevano chiesto di fare le foto ai più poveri, perché chi dona vuole vedere! "Venite e vedete" io mi vergogno di fare le foto! Mi sembra di offendere la dignità di questa gente già tanto provata dalla vita! Comunque ho chiesto a suor Mary: "se vuoi, quando ti sembra opportuno, senza far dispiacere a nessuno, fai qualche foto..."Ogni tanto ne fa.

Che dire ancora? Mi sembra che tutte le piaghe d'Egitto siano finite qui e si siano rinnovate! Ma se vedeste quanta dignità, quanta rassegnazione, quanta pazienza ed accettazione in tanta miseria! Crediamo che Dio è Padre buono e di certo non vuole vedere soffrire i suoi figli. Provvederà. Tuttavia Egli lascia a noi il compito di aprire i nostri cuori e le nostre mani. Egli si serve della nostra sensibilità. Ci mette di fronte alle nostre scelte.

Domenica scorsa - 7.02. la lettura di Isaia ci suggeriva cosa dobbiamo fare per i più poveri. Gesù quando vide la folla che Lo seguiva, affamata e bisognosa del suo aiuto, per non rimandarla con lo stomaco vuoto, moltiplicò i pani - nonostante l'incredulità dei suoi apostoli... Dunque, mentre facciamo tutto ciò che è nelle nostre possibilità, aspettiamo che Dio venga in nostro soccorso. Oh! Se ci mandasse la pioggia !

Carissimi, se è vero che volevate conoscere la situazione che stiamo vivendo a Mkiwa e in generale in tutta la Tanzania, è in parte quella che abbiamo descritto. Mi sento lo strazio nel cuore. Vorrei scappare lontano... Penso che io ho da mangiare, mentre questa gente muore di fame... "Vai suora, prendi un po' di farina..." , "sta per finire", "non importa. Dio provvederà in qualche modo..." (Se si trovasse anche a pagarla un poco di più, ma non se ne trova..., purtroppo!)

Preghiamo, affinché Dio Padre di tutti abbia misericordia di tutti noi. Un bigliettino di saluto del Parroco di S.Albina di Scauri, prima che io partissi diceva: "Tutto quello che so del domani, è che la Provvidenza sorgerà prima dell'alba" (Lacordaire). Sì, questo è ciò che so, perché lo sperimentato. Questa è la speranza che ci spinge a dare, anche perché voi carissimi, come ho detto in Chiesa a Scauri "Voi siete la mano allungata della Provvidenza di Dio che arriva fino a noi". Grazie! Dio vi conceda tanta salute e tutto ciò che il vostro cuore desidera - per voi stessi e per tutte le persone a voi care. Noi preghiamo per voi e voi aiutateci a pregare per questa gente. Sempre riconoscenti - assieme a tutte le persone, bambini e ammalati di qui - noi Orsoline in Tanzania, vi salutiamo con tanto affetto.

Suor Rita e Comunità

 

 


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