TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, gennaio/febbraio 1995

                                      (19 circolare)

Carissimi Amici, consorelle tutte e familiari nostri.

 

            Il contenitore partito alla fine di novembre dall'Italia è arrivato oggi, 21 gennaio '95. Meglio tardi che mai!

Le nostre giovani, tutte con la febbre alta a causa della malaria, hanno scaricato tutto quel peso, scherzando e ridendo, poiché c'era la gioia della "Provvidenza" che si faceva presente...

Grazie infinite a chiunque abbia messo anche un solo granello di riso nel contenitore. Bisogna dire che siete stati davvero generosi e ... sapendo che ciò che si riceve gratuitamente bisogna condividerlo, abbiamo subito distribuito ai bambini dell'asilo i biscotti del Maresciallo e le caramelle. Agli operai, abbiamo dato fagioli e ceci. La farina in parte servirà per fare il pane e in parte per fare le ostie per la Eucaristia, non solo per noi, ma anche per la nostra Parrocchia.

Quando siamo partite dall'Italia, abbiamo portato con noi la macchina per fare le ostie, poi, sr.Maria, mia sorella, ci ha regalato quella per tagliarle... A volte però se si compera la farina nei negozi, è amara, non fresca e perciò non buona per le ostie e allora non le facciamo noi, ma andiamo a comperarle.

Abbiamo diviso quello che era possibile con le altre comunità nostre: Dodoma e Itigi. Grazie anche per i pomodori e la pasta. Cominciavamo a sentirne la ... nostalgia. Grazie ancora per tutta la varietà dello scatolame e, altro ancora.

Appena avremo un camion che vorrà farci il servizio del trasporto, invieremo i mobili della cucina a Dodoma. Le suore stanno aspettando. Ringraziamo chi ce l'ha inviata, come pure "grazie" per tutti gli altri mobili che sono arrivati. Le persone "golose" ringraziano per i dolci vari. Intanto non li ha mangiati una persona sola, ma li abbiamo divisi con tutti... Vorremmo vedere personalmente i nostri benefattori, per ringraziare ciascuno, ma forse, sarà meglio che ringraziamo così, almeno siamo certi di non dimenticarne nessuno. E poi..., la Scrittura dice che è meglio che la mano sinistra non sappia ciò che 'dona' la destra. Veramente noi un poco sappiamo e conosciamo chi sono i nostri "donatori", poiché sr.Giulia è precisa nel descrivere da chi, e che cosa è stato offerto. Quando ciascuno di voi leggerà la presente, sappia che questa lettera è stata scritta proprio per ringraziare personalmente anche a nome delle nostre Comunità, dei nostri bambini; ammalati e persone varie; poveri e anziani con i quali abbiamo condiviso ciò che voi avete inviato a Mkiwa.

 

Ed ora qualche altra notizia.

 

            Vi avevo promesso che vi avrei raccontato del grande "dono" che Dio ci ha fatto facendo scaturire per noi acqua in abbondanza.

Il giorno 23 ottobre, sono venuti gli operai che dovevano scavare il pozzo. Come vi avevo scritto, il vecchio pozzo non dava più acqua. Non sapevamo come fare, anche perché non pioveva ancora... Solo quando l'acqua non c'è, si capisce il suo grande valore. Presa dalla disperazione, ho deciso: proviamo a scavare. Se Dio ci aiuterà avremo l'acqua altrimenti avremo speso inutilmente 15.000 $. Non era facile decidersi, ma alla fine abbiamo pensato di pregare e di fare, tutte assieme, qualche penitenza anche... Un tecnico venuto dall'Italia due anni fa, aveva sentenziato: "A Mkiwa, l'acqua non ce n'è. E' inutile scavare pozzi". Così che ci portava la macchina ci ha detto che lui non sarebbe venuto a Mkiwa... Questo anno è cambiato il tecnico dei pozzi e, ho chiesto a lui di provare. Peter - così si chiama il tecnico italiano del nord Italia - mi ha detto: "Io vengo e farò il mio lavoro, ma voi pregate che l'acqua si trovi". Intanto la ricerca era già stata fatta e proprio all'oscuro non eravamo nel tentare.

Sono arrivati gli automezzi. La nostra preghiera è diventata più intensa. Tutta la giornata abbiamo chiesto al Signore di intervenire con la sua Provvidenza. Nel segno della croce, abbiamo cominciato a scavare. Gli operai lavoravano. Era ormai notte. Tutti dormivano. Suor Mary ed io invece, andavamo avanti e indietro, dalla casa al posto di lavoro... Fiducia ed ansia si alternavano con invocazioni a Dio. Verso le 23 viene sr.Mary a dirmi che la terra si presentava bagnata..., buon segno, dunque!

Assieme siamo andate a vedere. "Signore, ti preghiamo, ascoltaci! Tu lo sai che abbiamo bisogno dell'acqua... Fai questo miracolo per noi. Donaci l'acqua!" L'acqua comincia ad uscire... sempre di più... un fiume!  "Signore, grazie ! - dico a voce alta davanti a tutti gli operai che continuavano il lavoro... - Peter, c'è l'acqua?!" "Sì suora, ed è tanta, tanta... Quasi 7000 litri all'ora!!!" (il pozzo di prima ne mandava circa un litro all'ora). E sr. Mary: "Suor Rita, come le fontane a Roma!" Signore, come dirti la nostra riconoscenza? Vorrei mettermi in ginocchio nel buio di questa notte benedetta. Davanti a tutti, alzo le braccia al cielo e con suor Mary ringraziamo Dio. La profondità è di circa 50 metri, ma Peter non vuole andare più in profondità, perché ha paura di perdere la vena. Continuiamo a gioire e a benedire Dio per questo grande dono, poi verso le 2 dico di andare via. Volevamo dormire. Ma, come dormire pensando che Dio ci aveva così fortemente benedette? Nei giorni seguenti tutti continuavano a domandarsi: "Ma come? Non avevano detto che a Mkiwa non c'era acqua?" "Sì, rispondevo, lo avevano detto gli uomini, ma Dio non aveva ancora detto la Sua Parola. Dio ha detto la Sua Parola e, quando Dio parla, tutto è fatto!"

 

    Alcuni benefattori ci hanno chiesto di far celebrare qualche S.Messa per le loro intenzioni. Volevo ripetere per chi non lo sapesse, che già dal 1985 - quando è iniziato il "progetto Africa" - ogni primo mercoledì del mese si celebra una S.Messa per i nostri benefattori e collaboratori e, tutti i mercoledì e i martedì si prega durante l'ora di Adorazione comunitaria, per le loro famiglie ed Amici tutti.

            

    La nostra Madre Generale ci ha inviato una suora di nazionalità polacca: suor Aniela Biala, per aiuto a Dodoma. E' qui dal 18 agosto'94 e ci ha aiutato nei contatti con i costruttori (italiani). I problemi non sono mancati, sia a livello di modo di lavorare che a livello economico, ma ora - per grazia di Dio - abbiamo ricevuto la consegna delle chiavi e sr.Aniela con sr.Paolina, stanno pensando all'arredamento.

La suora, per motivi vari non potrà restare per lungo tempo da noi. Intanto dobbiamo dire che ci ha aiutato tanto, perché qualcuno sul posto occorreva che ci fosse e da qui o da Itigi, era impossibile andare avanti e indietro, sia per la distanza, che per gli impegni di lavoro.

Avevamo pensato di iniziare l'attività con i bambini a marzo di quest'anno, ma il ritardo di circa sei mesi della costruzione e le esigenze a livello educativo-sanitario, proposte dal "Centro per la tutela dei bambini in difficoltà" della nostra Provincia, non ci hanno consentito di accogliere subito come desideravamo i bambini. Quando tutto sarà pronto vi faremo conoscere la data dell'apertura dell'attività. Mando una foto della costruzione, pregando suor Ewa di riprodurla, affinché possiate vedere la casa che "mattone su mattone" avete costruito voi. Guardate e pensate cosa si può riuscire a fare con l'apporto di molti. Con voi ha partecipato economicamente anche un'associazione canadese, alla quale le nostre suore che sono in Canada, ci avevano consigliato di rivolgerci. Ora abbiamo la casa, ma le mura non bastano. Con l'adozione a distanza dei bambini che l'abiteranno, speriamo di riuscire a mantenere l'opera, sia per il nutrimento che per l'istruzione e la salute.

Voi che ci state seguendo fin dall'inizio, penso che assieme a noi state vedendo come "Dio provvede" a portare avanti il nostro "progetto Africa" ormai al 10 anno dall'idea e al 5 dal nostro inserimento in Tanzania...

 

            In una delle lettere delle persone passate da Mkiwa per aiutare nella Missione, stralcio qualche riga che desidero serva come invito a chi avesse voglia e possibilità di venire a darci una mano: "...ho fatto quest'anno l'esperienza più bella e vera della mia vita... Ho mostrato le foto a tanta gente, parlando e descrivendo la mia "esperienza africana"... Adesso mi capita regolarmente di fare il confronto con l'estrema povertà della Tanzania e tutto il ricco e lo sfarzoso che qui ci circonda, mi pare un'offesa a tanta miseria. Penso, che tutti dovrebbero fare un'esperienza, anche solo per una settimana, in una realtà povera materialmente, ma ricca di valori più importanti... ( forse si cambierebbe atteggiamento e non si avrebbero più tante pretese ed esigenze superflue). Speriamo bene per le generazioni future...!"

Che la preparazione al Terzo millennio risvegli in noi tutti la fede, l'amore per la Chiesa e per i fratelli, soprattutto sofferenti e ci doni la speranza che mai non muore.

                                     suor Rita e Comunità

 

 


  inizio