TANZANIA

 

FESTA DEL X ANNIVERSARIO

 


 

Dieci anni dalla fondazione della Missione in Tanzania.

 Suore Orsoline SCGA di Sant' Orsola Ledòchowska

 

 

“Vorremmo far conoscere a tutti i benefattori

come abbiamo cercato,  fino ad oggi,

di rispondere alle attese di chi ci ha accolto in questa porzione di terra africana"

 

- sr. Rita Fiorillo

 

 la gioventù religiosa della Missione Mkiwa insieme agli ospiti pervenuti per il X° anniversario della Missione delle Suore Orsoline S.C.G.A. in Tanzania

 

Premessa

Siamo al decimo anniversario della presenza delle Suore Orsoline del SCGA a Mkiwa, in Africa. A questo punto sentiamo il bisogno di una verifica della nostra azione missionaria di questi anni.

 

Che cosa oggi possiamo dire di essere riuscite a realizzare concretamente? E la domanda che si impone e alla quale dobbiamo rispondere, sia a noi stesse, come pure ai nostri benefattori, alla congregazione, senza il cui aiuto, non avremmo potuto realizzare ciò di cui i nostri fratelli africani oggi ci sono riconoscenti.

 

La nostra riconoscenza è soprattutto verso Dio che ci ha chiamate in Africa, con un suo progetto che ancora oggi noi giorno dopo giorno, cerchiamo di scoprire.

 

Noi italiane non avevamo esperienze della vita in Africa, se non la sola conoscenza sommaria dai libri, conoscevamo alcune situazioni in loco, per sentito dire... avevamo però (e solo quello) tanto desiderio di donarci.

In uno sguardo retrospettivo dobbiamo attestare che

"Dio ha fatto grandi cose per noi" per le quali non saremo mai in grado di ringraziare adeguatamente.

Abbiamo vissuto esperienze difficili, che non avremmo potuto superare se fossimo state da sole a lottare, Dio è stato con noi in maniera concreta, troppo evidente. Ci ha guardato con somma benevolenza e ci ha guidate con il suo amore misericordioso.

Oggi sentiamo l'urgenza di proiettarci nel futuro con i tanti doni che Dio ci ha regalato, soprattutto quelli di tante vocazioni e conoscenze acquisite in questi anni.

 

Inizio

Nell'anno 1990 dall'Italia siamo partite in cinque suore, due italiane e tre africane.

La zona affidataci come luogo di missione è la zona più povera tra le regioni povere della Tanzania chiamata Singida.

Il villaggio dove sorge la nostra missione si chiama Mkiwa.

Prima che giungessimo in questa porzione di terra, il luogo era una estesa savana, dove elefanti e leoni regnavano indisturbati e dove il lamento delle iene in cerca di preda riempiva (e riempie tutt'ora) le notti.

Abbiamo lavorato sodo mese dopo mese, per estirpare erbacce e radici. Abbiamo dovuto cingere lo spazio riservato alle abitazioni onde evitare il passaggio delle fiere (anche se ancora oggi i leopardi si fanno vedere di tanto in tanto).

 

"Fiorire il deserto"

Collaborando con la natura e il grande dono dell'acqua, abbiamo recuperato lo spazio per piantare alberi, preparare orti. per far "fiorire il deserto".

La gente che passava, prima ancora che ci fosse la missione sapeva benissimo che in quel posto c'era solo bosco, si meraviglia ora nel vedere già da lontano fiori e alberi, pale del mulino a vento, croce di eucalipto che si innalza sopra di tutto.... Allora le fiere circolavano intorno, ancora ignare che il loro spazio era stato occupato. Oggi fiori dovunque, alberi da frutta e ornamentali, orti verdeggianti e bananeto con caschi carichi di banane. La missione ha assunto l'aspetto ridente di un'oasi, poiché "Il deserto è fiorito"

 

Costruzioni

Quando siamo arrivate a Mkiwa, le uniche costruzioni vicine erano la scuola elementare e una chiesetta dove il missionario arrivava una volta al mese (circa).

Chiesetta ridotta malissimo e che con il tempo abbiamo ripulito, ampliato e adornata di fiori.

Dopo quasi un anno dalla nostra presenza presso l'ospedale S. Gaspare, gestito dai Padri Missionari del Preziosissimo Sangue dove la nostra suora medico presta servizio, a Itigi, (località a circa 30 Km. da Mkiwa), riusciamo a far costruire Mkiwa, una casetta per 12 persone, con cucina, sala da pranzo, sala di studio, servizi igienici e camere con letti a castello; casa necessaria per accogliere le giovani vocazioni. Ben presto infatti, alloggiamo 24 ragazze tanzanesi.

 

A Roma ci era stato promesso un prefabbricato per il servizio sanitario al villaggio, finanziato dalla "World Laboratory". Dopo che questo è giunto a Mkiwa, (benché con notevole ritardo), il 21 Novembre 1991 abbiamo fatto benedire la casa e chiesto la preghiera ... perché Dio benedisse il nostro lavoro apostolico. li tutto si è svolto alla presenza di pochi amici e di noi cinque suore. Desideravamo cominciare il lavoro al più presto perché la gente non aveva alcun servizio sanitario e insisteva affinché cominciassimo il lavoro: sanitario – sociale per i musulmaní e quello di evangelizzazione e promozione umana per i cattolici.

Sentivamo ovunque quanto fosse necessaria la nostra presenza e quanto grande l'impegno che ci attendeva.

 

Nel gennaio del 1992 possiamo finalmente aprire il dispensario e un laboratorio di taglio e cucito per le donne.

 

Nel mese di marzo del 1993 apriamo una scuola materna che accoglie circa 150 bambini e offre: istruzione, educazione, mensa, aiuto sanitario.

 

Necessità

Voci di preoccupazione per la malattia dell'AIDS ci spingono a pensare "qualcosa" per aiutare i bambini che restavano orfani dei genitori morti a causa di questa malattia. Pensiamo, pertanto, di aprire una casa a Dodoma.

 

Alla fine dell'anno 1994 si termina la costruzione della "Casa della Speranza" a Dodoma, per bambini sieropositivi.

 

Nel gennaio dei 1995 arrivano i primi bambini ospiti di questa casa famiglia.

Dentro di noi continuiamo a sentire l'urgenza di aiutare lo sviluppo della donna africana ancora emarginata socialmente. La sollecitazione ci viene da Issuna un villaggio a circa 25 Km. da Mkiwa. Nell'anno 1995 cominciamo in questo villaggio con un corso di taglio e cucito, ma ben presto, data la precarietà del luogo offertoci provvisoriamente, iniziamo la costruzione della scuola in un terreno boscoso, offertoci dalle autorità del villaggio.

Le condizioni sono difficili: non c'è acqua, né elettricità e '1 nostri amici che sono venuti a visitarci si preoccupano, ma noi sappiamo che Dio è con noi e di Lui ci fidiamo pienamente.

Le maestre dovevano fare la spola da Mkiwa a Issuna e abbiamo visto subito la necessità di costruire una casa anche per la comunità delle suore. Dopo aver risolto i problemi inevitabili, la casa è pronta. C'è una cappellina piccola, graziosa, luminosa, raccolta: Gesù è presente nell' Eucaristia.

Ben presto, fiori, otto e alberi circondano la casa, abbellendola.. Ma le studenti hanno molti disagi per trovare alloggio nel villaggio. Vengono da lontano e nei periodi di pioggia non è facile andare e tornare da casa a scuola. Urge costruire un ostello per le studenti. Un dottore di Cassino si rende disponibile a darci una mano nelle spese di costruzione. Abbiamo potuto così iniziare una nuova casa, siamo giunte quasi al termine della costruzione e per l'anno prossimo 2001 la apriremo all'accoglienza delle studenti.

 

EvangeIizzazione

In collaborazione con i Missionari del PP. Sangue svolgiamo l'evangelizzazione fatta di: paraliturgie; coro per i bambini e per i giovani; feste liturgiche; associazioni parrocchiali; preparazione ai sacramenti; catechizzazione in aiuto al catechista e alle donne musulmane che desiderano unirsi in matrimonio con cattolici e debbono essere battezzate; lezioni di religione a scuola; "Fraternità" orsolina dei laici, che pregano con noi ogni martedì e giovedì i quali si raccolgono ogni mese per una giornata di riflessione spirituale; oratorio domenicale per la conoscenza della Bibbia in video ‑ cassette; oratorio e mensa per i ragazzi della scuola vicina con momenti di istruzione morale e cristiana durante l'intervallo della scuola; studio della Bibbia per gli adulti; incontri vari per aiuto e consiglio.

I poveri vicino al cancello sono sempre più e con loro dividiamo le nostre risorse alimentari. Ma ci rendiamo conto che per poter condividere dobbiamo avere!

Ogni giorno di più ci inseriamo tra la gente la quale come punto di riferimento stabile ricorre alla Missione. Sentiamo che ci stima e ci apprezza per la dedizione a loro favore.

Tutti i problemi, le preoccupazioni, le difficoltà si riversano alla Missione e noi in qualche modo dobbiamo cercare di provvedere 'Da chi vado io se non mi aiutate? " questa è la frase ripetuta qualora facessimo qualche obiezione alle loro richieste. Così non c'è chi tomi indietro senza essere stato in qualche e modo aiutato, a meno che non siamo certe che si voglia approfittare della nostra buona volontà. Spesso abbiamo visite da parte delle autorità sia locali che regionali, le quali vengono per ringraziare del nostro apporto allo sviluppo del villaggio.

 

Volontariato

In Tanzania ci hanno seguito ad intervalli di tempo e per i periodi di vacanza e di riposo, i nostri amici dall'Italia: dottori, professori, professionisti, studenti... questi hanno familiarizzato e aiutato la gente del luogo e sono ripartiti con tanta nostalgia nel cuore. A questi 'nostri amici siamo molto riconoscenti, poiché specialmente all'inizio del nostro inserimento, avevamo molto bisogno di aiuto, di incoraggiamento e di consiglio.

 

Provvidenza

La nostra storia di questi anni è stata scritta dalla mano della Provvidenza, dalla certezza della presenza di Dio nelle nostre giornate. Scoprire attorno a noi tanta miseria, ci ha fatto molto soffrire, sentendo l'impotenza a risolvere problemi umanamente insuperabili, però... quanto Dio ci è stato vicino!

Queste situazioni ci hanno arricchito, ci hanno fatto crescere nella fede, nell'amore fraterno, nella comprensione.

E' cresciuto il nostro rapporto con Dio, perché solo in Lui potevamo riporre la nostra fiducia, solo da Dio potevamo aspettarci l'aiuto... Ringraziamento, speranza nel futuro migliore, gioia nel vedere sorridere soprattutto i bambini prima tristi e piangenti, ci ha dato di vedere in faccia la Provvidenza, la quale si "alzava prima dell'alba per venirci in aiuto ".

La gente ci ha insegnato a saper vivere dell'indispensabile lasciando tutto ciò che è superfluo; ci ha insegnato a vivere in atteggiamento sereno di fronte alle difficoltà, a saper sperare e attendere tutto e solo dal Padre celeste.

 

"Siamo qui per voi”

Le autorità locali e regionali, confermano con il loro atteggiamento di stima verso la Missione i risultati del nostro impegno per lo sviluppo del villaggio. Chiedono quanti bambini e ragazzi sono sotto la nostra cura; quanti alberi abbiamo piantato, quante persone assistiamo nel dispensario... e poi: "Non perdete la vostra fiducia in noi, non vi scoraggiate, non vi stancate: Noi abbiamo bisogno ancora di voi e da soli non potremo riuscire a fare ciò che possiamo realizzare con il vostro aiuto" ci dicono: La nostra risposta: " Siamo qui per voi!”.

Le nostre strutture hanno modificato l'ambiente: nella gente sembra che una speranza nuova si è affacciata sulle loro giornate. Tutti sanno che alla Missione non c'è problema, difficoltà che non sia condivisa. Siamo arrivate a fraternizzare in armoniosa convivenza con tutti, senza differenze di religioni, di ceti, di età. C'è tra noi non solo collaborazione, ma reciproco aiuto. Assieme alle autorità, risolviamo i problemi del villaggio, là dove noi siamo in condizione di farlo.

Non abbiamo orari per il servizio sanitario. Siamo disponibili a servire là dove siamo richieste. Cerchiamo di dare testimonianza di una comunità di fede, che prega, perché si affida a Dio e come tutti gli uomini, lavora con il "sudore della fronte" per guadagnare il pane quotidiano.

Nei tempi di lavoro nei campi, la gente vede che a gruppi le giovani orsoline aspiranti, zappa sulle spalle, lasciano la casa all'alba e tornano al tramonto, contente e gioiose.

L'impegno della nostra comunità in serena, rispettosa collaborazione anche con le persone di altre religioni, è per l'ambiente testimonianza di unità, di dedizione per l'avvento del regno di Dio, anche per i pagani e musulmani. Spesso questi ultimi, chiedono di essere catechizzati per entrare a far parte della Chiesa cattolica. E' una vera gioia per la comunità cattolica vedere, all'altare per il Battesimo un papà musulmano con sei figli da battezzare e la moglie con la quale unirsi in matrimonio. L'aumento del numero della giovani che si aggregano alla nostra congregazione, ci dona la possibilità, dopo adeguata preparazione, di estendere l'opera di evangelizzazione, con la speranza che domani saranno le stesse africane alla guida delle attività. Già oggi nel dispensario lavorano due ostetriche coadiuvate da quattro infermiere a turno e da questo anno avremo anche il medico assistente che completerà lo staff. Nel laboratorio analisi c'è una postulante. Nella scuola Materna c'è a capo una juniores, coadiuvata da altre due insegnanti e due juniores che preparano i pasti, sia per la scuola materna che per i ragazzi della vicina scuola elementare. Queste sono impegnate anche nell'accoglienza e nella formazione morale e cristiana degli scolari, durante l'intervallo dalle lezioni.

Nella nostra scuola professionale di Issuna, le insegnanti , con titoli statali, sono tutte juniores orsoline Sette in tutte, delle quali tre a tempo pieno.

 

Acqua

A Issuna, il problema acqua ci avvicina ancora di più alle donne, che debbono andare a prendere acqua ai piccoli pozzi. Anche le nostre giovani hanno scavato a mano come tutti, due pozzi per attingere acqua almeno per le piante e per i servizi.

Una cisterna poi raccoglie l'acqua piovana e ultimamente abbiamo avuto in regalo da Cassino, anche due cisterne, nelle quali porre l'acqua utile per cucinare, bere e lavarsi.

L' acqua è indispensabile, essa è vita e trasforma l'ambiente, dove c'è acqua tutto cresce: fiori, piante, ortaggi... diminuiscono anche le malattie infettive, migliora l'igiene.

A Mkiwa, abbiamo dovuto scavare il secondo pozzo, perché il primo dopo tre anni si era seccato, è stata per noi una esperienza forte di fede: abbiamo pregato tanto durante le notte, mentre si scavava e la gioia e la riconoscenza a Dio è esplosa dal profondo, come ringraziamento alla sua bontà, egli è Padre buono non ci abbandona mai, allorché l'acqua zampillava abbondante... Una suora ha esclamato: "sembra la fontana di piazza S. Pietro!".

Oggi gli anziani, i bambini, i malati, possono venire a prendere acqua dal nostro pozzo, soprattutto per le necessità della scuola materna e dei dispensario.

 

Oggi

Verso la destra del cancello d'entrata c'è la Cappella e alla sinistra una croce di eucaliptus, molto alta. Davanti la cappella una grotta "Originale" con la statua della Madonna. Tutto è aperto a chi desidera venire a pregare.

Spazio, silenzio, immensità, avvolgono l'ospite all'arrivo e un respiro di serena accoglienza, di pace, passa dagli occhi al cuore ... Il monnorio del vento tra gli alberi leggermente scossi, il cinguettio dalle mille modulazioni, il tubare delle tortore e delle colombe, dona gioia al cuore, ci fa sentire in armonia con il creato e fa nascere nel cuore un sentimento di riconoscenza e di stupore per le meraviglie che Dio ci offre.

 

Nel 1991 avevamo una sola casa. Nel 1992 un prefabbricato con abitazione e dispensario, oggi nello spazio recintato, dove ancora di tanto in tanto appaiono le orme di un leopardo, ci sono dieci piccole costruzioni, in esse sono accolte le giovani vocazioni, la gente bisognosa di cura e di aiuti e vengono adibite all'accoglienza dei gruppi. Più lontano c'è la scuola materna con un parco giochi per i bambini e i ragazzi dell'oratorio.

 

Al nostro arrivo a Mkiwa, la popolazione era di circa duemila persone, oggi è più che triplicata.

I cristiani cattolici, circa trecento, anch'essi oggi sono aumentati di molto. Per il Giubileo dei bambini sono stati battezzati più di duemila persone tra piccoli e adulti.

Nel villaggio, non c'erano capanne con le lamiere come tetto, oggi se ne vedono qua e la diverse. Non c'era che un negozietto, oggi ce ne sono due e anche due "Hotel" per il pernottamento delle persone di passaggio. Certo non soddisfarebbero le esigenze degli stranieri, ma per adesso sono molto utili.

Non c'era elettricità, ma in questi giorni, la "TANESCO" sta lavorando e nell'Ospedale di Itigi già funziona, sia pure con qualche difficoltà di adattamento".

Non c'era alcun servizio sanitario, né macina per il granturco, ne scuola materna, oggi la gente può usufruire del dispensario e della maternità, della scuola materna... e non fare 30 chilometri a piedi per andare a macinare. 1 ragazzi non avevano un punto di riferimento educativo e di educazione cristiana, ora c'è un oratorio domenicale e uno feriale per alcune ore. C'è per loro la TV con filmati ricreativi, istruttivi, adatti per lo studio della Bibbia, (anche per gli adulti) come pure per l'educazione sanitaria di base per le mamme.

 

Solidarietà

Gli aiuti provenienti dell'estero, da amici, familiari, comunità delle nostre consorelle, ci sostengono e ci donano la serenità per il futuro. Questa è per noi la presenza viva della Provvidenza di Dio che ci ripete: “Non angustiatevi per il domani ... di che cosa mangerete... perché il Padre vostro celeste vi nutre..." Egli pensa a nutrire non solo noi ma anche i nostri bambini e i nostri poveri e ammalati.

 

Sostentamento

Con il lavoro dei campi e l'allevamento degli animali: maiali, capre, mucche e pecore; con i prodotti degli orti e i campi di cereali e patate, riusciamo a provvedere in buona parte alla nostra alimentazione e a quella di coloro con i quali siamo solite condividere ciò che abbiamo.

A Mkiwa non c'è il mercato. Ci sono soltanto due piccoli negozi e un bar per comperare le bibite, per cui è necessario provvedere in proprio se non si vuole fare 30 - 40 km. per comperare ciò che alla fine neppure si trova ad acquistare.

Desideriamo non dover dipendere in tutto dalle persone generose, per cui abbiamo pensato di cominciare a vendere la dalla nostra gioventù e in questo anno per la prima volta parteciperemo alla Mostra di Artigianato che si allestisce ogni anno a Dar. Tra gli abiti confezionati dalla nostra scuola ci saranno anche stole e casule e tra gli oggetti in ceramica, statue in bassorilievo e vasi sacri.

 

Verso il futuro

L'intensa fioritura di vocazioni alla vita consacrata da noi e intorno a noi ci dice che fra non molti anni, la vita di queste zone migliorerà, dando impulso al progetto sociale, umano, culturale e spirituale.

Il seme gettato in terra arida ha visto germogliare frutto abbondante e con la benedizione di Dio e l'infaticabile lavoro di braccia desiderose dì vedere risplendere la gloria di Dio è così evidente da gonfiare il cuore di gioia, di speranza e di riconoscenza da parte di missionari e missionarie che dedicano la vita per la promozione umana e l'evangelizzazione di questo rendiamo gloria e ringraziamento a Dio poiché senza di Lui nulla possiamo, ma tutto possiamo "In colui che ci dà forza ".

 


 

CRONACA DELLA  MISSIONE

 

LETTERE CIRCOLARI

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