TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Mkiwa, 27.05.2002

(46 circolare)

Carissimi amici suore e familiari

 

Oggi  desidero parlarvi della nostra scuola di Issuna.

Dal 1 al 3 aprile 2002 abbiamo avuto qui a Mkiwa tre giornate di formazione umana e spirituale, con le studenti della nostra scuola.

Sono arrivate dopo due settimane di vacanze direttamente qui a Mkiwa. Tutte, comprese  protestanti e musulmane. Insieme hanno partecipato al programma stabilito, compreso i momenti di preghiera.

Come ringraziamento a noi, prima di andare via hanno cantato l’inno della loro scuola, composto da loro stesse, naturalmente sotto lo sguardo delle loro insegnanti.

Il ritornello colloca la scuola nel bosco:

“Questo bosco è un bosco sereno

qui c’è la nostra pace e un’aria pulita

Le suore Orsoline qui si son nascoste

per fare il loro apostolato

Proprio in questo bosco c’è la nostra scuola…”

La scuola di Issuna, di fatto, è situata in un bosco e quando abbiamo cominciato la costruzione le voci non erano rassicuranti. “ Perché vi siete nascoste qui? Non avete paura? “

No, non abbiamo paura perché sappiamo che Dio ci protegge, anche dai leopardi che spesso circolano di notte con il desiderio di trovare qualcosa da mangiare.

Una notte un leopardo ha afferrato una zampa  del cane che cercava di fare il suo lavoro di guardiano, così che ora è rimasto zoppo.

Abbiamo cominciato senza luce e senza acqua, ma ora abbiamo due cisterne per l’acqua piovana e, un generatore che per alcune ore fornisce l’elettricità.

Abbiamo oltre la costruzione della scuola,  anche la casa per le suore che prima dovevano fare ogni giorno il viaggio Mkiwa - Issuna per andare ad insegnare.

Abbiamo scelto il bosco di Issuna  per agevolare le famiglie più povere che non hanno mezzi per inviare a studiare in città i propri figli, dove la spesa delle tasse e della vita, è quadruplicata rispetto alla retta della nostra scuola.

La giovane tanzanese, ha bisogno di imparare un mestiere per cercare di poter guadagnare al più presto da vivere per sé e per la sua famiglia.

Ogni persona ha bisogno di portare addosso un vestito, per cui il lavoro si può avere abbastanza presto… basta saper lavorare.

Abbiamo cominciato nel maggio 1995 in un’aula “diroccata” della scuola elementare del villaggio, con un gruppo di 6 studenti. Il 30 novembre del 1996 era pronta la costruzione per accogliere le studenti in una nostra scuola. Le suore nostre del Canada ci hanno aiutato a procurare l’arredamento, che attualmente non è più sufficiente. Il corso durava due anni e da questo anno abbiamo anche il terzo anno .

Il  numero delle giovani aumenta ogni anno, perché fin’ora agli esami finali di Stato, tutte le studenti sono state promosse (la nostra scuola è parificata ed il certificato finale è come quello delle scuole statali ) Nel 2000 abbiamo cominciato la costruzione della “ casa della studente “. Nel 2001 sono state accolte in questa casa 30 studenti che avevano bisogno di alloggio   perché quelle che venivano da più lontano prendevano alloggio presso alcune famiglie del villaggio. L’esperienza non è stata positiva per loro, perché dovevano fare tutte le faccende di casa e la famiglia ospitante oltre al mensile per l’alloggio, pretendeva di mangiare ciò che la ragazza portava da casa per il proprio sostentamento. Tutte hanno chiesto di poter dormire presso le suore. Questo anno 2002 ne abbiamo alloggiate 40, usando letti a castello, ma lo spazio è ugualmente troppo ristretto per accogliere 40 giovani e 3 suore che dormono con loro.

Altre vorrebbero essere da noi, ma lo spazio proprio non lo consente.

Un dottore di Cassino  ci aveva promesso di contribuire alle spese, ma fin’ora abbiamo ricevuto solo 5.000.000 di lire e vediamo già che dovremmo costruire almeno un altro dormitorio e una cucina che fin’ora è una piccola stanza, senza  pavimento e con le pareti di fango.

Si direbbe “inagibile”…

Frequentano attualmente la scuola oltre 60 studenti con un piccolo numero di nostre candidate che però dormono nella casa dov’è la comunità delle suore.

La scuola è uno dei modi per fare oltre alla promozione umana a favore della donna africana - ancora totalmente sottoposta all’uomo - anche evangelizzazione, perché oltre agli insegnamenti propri scolastici teorici e pratici, ricevono educazione umana e religiosa.

Nel terzo anno imparano anche a ricamare, a curare gli animali e a conoscere come meglio trarre dalla terra, prodotti più vari e più utili. La divisa delle studenti ha anche un giacchetto di lana. Qualche giorno fa sono venuti dal seminario e da una scuola superiore a chiedere di preparare queste giacche anche per loro. Anche per questo lavoro abbiamo bisogno di lana.

Nella nostra scuola frequentano anche due ragazzi. Anche loro hanno partecipato alle tre giornate di riflessione spirituale e di conoscenza di sé.

E ora una domanda : Tempo fa avevamo chiesto se qualcuno avesse la possibilità di contattare qualche fabbrica di tessuti. Spesso la stoffa porta dei falli e non si può vendere. Forse c’è qualcuna di queste fabbriche che potrebbe scaricare per beneficenza parte delle tasse da pagare allo Stato e intanto farebbe all’Africa un grande dono. Le studenti debbono esercitarsi continuamente e se cominciano a esercitarsi su carta a un certo punto dovranno cominciare a tagliare e a cucire su stoffa. Abbiamo comperato qui la stoffa, ma il prezzo è molto alto, anche per la quantità di cui abbiamo bisogno.

Le suore vendono i vestiti che confezionano, ma se in Italia un vestito meno bello costerebbe 30.000 lire qui lo pagano 1000 shellini (3.000 lire )

L’Africa è Africa e tutti ne conoscono le condizioni. Chi ha buona volontà, come abbiamo fin’ora potuto constatare, sa trovare la strada per dare una mano a questi fratelli tanto bisognosi.

Ci affidiamo alla Provvidenza che opera attraverso il buon cuore della gente e noi ringraziamo continuamente Dio per voi che da tempo ci aiutate, manifestando carità cristiana e benevolenza.

Per oggi desidero salutarvi di cuore e chiedere di pregare con noi affinché sr. Incoronata che attualmente è a Roma per motivi di salute possa tornare presto in Tanzania dove la gente l’aspetta. Un papà, quando l’ha vista partire ha detto: “ adesso i nostri bambini moriranno “, tanta è la fiducia che hanno nel lavoro che la suora svolge a loro favore, con tanto cuore.

Abbiamo la speranza che Dio provvederà affinché tanta fiducia non sia delusa.

Per ciascuno di voi il nostro riconoscente ringraziamento e la preghiera, che ogni giorno rivolgiamo a Dio per voi, porti benedizioni e grazie abbondanti in ogni cuore e in ogni famiglia

Sr Rita e comunità.

 

 


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