TANZANIA

 

LETTERE CIRCOLARI

 


Itigi,11.02.1991

                                                                                                (4 circolare)

Carissimi amici tutti,consorelle e familiari

 

            Oggi, 11 febbraio, dopo aver tanto sospirato notizie da voi tutti, è arrivata la posta da Roma e, in abbondanza Finalmente ! Quanta gioia ! La maggioranza erano gli auguri di Natale, ma non importa. Con gli auguri abbiamo sentito i vostri cuori vicini, che hanno riempito di riconoscenza e di altrettanto affetto i nostri. GRAZIE ! La lettera della nostra Madre Generale, però, il Signore non c'e l'ha fatta mancare per il Natale, sicché è arrivata proprio il 23.12, con il tradizionale "oplatek"... Abbiamo potuto così sentirci in unità con tutta la Congregazione. Una grande festa come quella di Natale di Gesù, il Salvatore, non poteva essere priva di questa unità spirituale. Sarebbe stato per noi troppo grande e penosa. Grazie anche alla Polonia per la raffigurazione, a capo della lettera del Natale entro la cartina dell'Africa...! Ci ha fatto tanto piacere.

            A tutte le persone che ci hanno scritto, va il nostro riconoscente ringraziamento. Questo ricordo vostro ci ha dato tanta gioia, perché abbiamo costatato che, nonostante la grande lontananza, non ci avete dimenticato. Ieri è arrivata anche la lettera di sr.Ivana dell'8.12. Ecco come cammina qui la posta ! La corrispondenza da Roma ci ha tenute impegnate comunitariamente, per circa due ore..., potete immaginare i nostri commenti, i nostri sorrisi di gioia, i sentimenti di riconoscenza e di ammirazione per quanto voi tutti state facendo per noi e per la gente di qui. Chi dona ai poveri - chi si dà da fare per loro - dice la Scrittura, fa un prestito a Dio... Questa è anche la mia esperienza personale. E' proprio così ! Dio non se lo tiene. Ripaga sempre e abbondantemente con... la misura di Dio !

            Dalla lettura della corrispondenza ci siamo reso conto di quanta corrente benefica circoli intorno a noi. E' come un movimento di cuori, dai quali si sprigiona carità e iniziativa...

            Anche per il nostro piccolo Centro italiano, vedo il grande beneficio che ha portato la Missione africana; come uno sviluppo apostolico, una sensibilità accresciuta del senso missionario, al quale siamo chiamate anche dalla nostra vita cristiana e religiosa. E' una spinta nuova che impegna "le energie di mente e di cuore", lo spirito di iniziativa, di creatività che fa crescere l'entusiasmo e la collaborazione, e che ci aiuta a darci da fare per coinvolgere anche i laici nella nostra vita apostolica e missionaria. Questo è tanto bello! Aiuta a noi suore a mettere in pratica l'art.82 delle nostre Costituzioni. Grazie, sorelle - a ciascuna in particolare; grazie a tutti voi che ci aiutate, per ogni minuto di più che date, per ogni sforzo e fatica che fate. Questa è opera di Dio, questo è servizio alla Chiesa; questo è impegno per il Regno di Dio.

            Continuate ad invitare i laici, perché possano come cristiani mettere in pratica - anche loro, in questo modo - il comando d'amore di Gesù e rispondere ai desideri profondi dei loro cuori, che certamente sentono di voler fare il bene e a volte non sanno come.

            Ai nostri amici e benefattori che già fanno parte della nostra Missione, che già sono impegnati con la loro collaborazione e aiuto, vorrei esprimere tutta la mia, la nostra, riconoscenza; vorrei dire tante cose per incoraggiarvi a continuare in questo sforzo, senza lasciarvi frenare dalle difficoltà, senza lesinare il tempo che dovete perdere, senza spaventarvi per i conti del bilancio familiare..., continuate con entusiasmo, con gioia, sapendo che DIO AMA CHI DONA CON GIOIA. Siete entrati nella corrente dell'amore di Dio che si esprime nell'amore del prossimo, dei più poveri ! Tutto è grazia, per noi e anche per voi! Di ciò ringraziamone assieme il Padre - Datore di ogni bene e di ogni sentimento buono che fa fiorire nei nostri cuori.

            Il vostro aiuto, il vostro impegno è prezioso e ci fa rendere grazie a Dio. Sapere che voi ci pensate, ci sentire circondate dalla vostra benevolenza, ci rende più forti più piene di speranza e di coraggio. Non siamo più solo cinque suore, dieci mani, ma siamo dieci persone, venti..., siamo tanti, perché siete con noi anche voi tutti. E' così che si fa presente Dio in mezzo a noi, con queste mediazioni concrete, fatte dei vostri gesti di fratellanza e di solidarietà, di opere di bene per chi è più debole, più affamato, più povero.

            Non vogliamo nominare nessuno di voi nell'esprimere i nostri sentimenti di riconoscenza, per tema di dimenticarne uno solo. Voi tutti ci date la certezza che il "peso della giornata, il caldo e le difficoltà" sono condivise da tante persone che non sono anonime, ma sono persone dai volti e dai nomi precisi, conosciuti, amati... Grazie a tutti voi !

           

Ed ora qualche notizia da qui:

            Prima di tutto vogliamo dire che ci dispiace che la venuta del padre Matteo, per il momento, è stata rimandata. Sarebbe stata una gioia troppo grande e forse il Signore vuole che impariamo ad aspettare o forse, ci servirà di più la sua presenza quando saremo definitivamente a Mkiwa. Dio lo sa ! Certo, abbiamo tanta voglia di andare a svolgere il nostro lavoro, stabilmente nel nostro villaggio, ma purtroppo - come sapete - siamo costrette a viaggiare di continuo da Itigi a Mkiwa, con tutti i disagi delle strade, rese impraticabili dalle piogge continue (in questo periodo). Mentre stiamo qui, lavoriamo tutte a servizio della gente e dei malati in particolare. Da gennaio, in ospedale, facciamo anche un lavoro di aiuto ai familiari dei ricoverati. Questi, per motivi tribali, preferiscono prepararsi i pasti da soli e quando accompagnano i loro malati, portano con sé una certa, minima provvista di alimentari per sé e per i loro malati. Quando però le provviste sono finite..., digiuno ! Vengono spesso da molto lontano e qualcuno dovrebbe venire da casa a rifornire del necessario, ma i parenti non arrivano, il treno non passa, l'autobus non può camminare, i soldi non ci sono... Che fare ?

Si viene a conoscenza di un malato che da due giorni non ha mangiato. Ha finito le provviste, non ha soldi per comperarne... Se siamo noi che conosciamo la situazione, dobbiamo vedere cosa fare per aiutare. Altre volte il malato è stato dimesso. Può tornare a casa, ma non ha i soldi per il viaggio..., dobbiamo dare questi soldi... Bisogna però anche stare attenti a non suscitare la gelosia degli altri ammalati e perfino degli infermieri, che quando vedono dare qualcosa, chiedono anche loro. La situazione è uguale per tutti, purtroppo !

            Abbiamo anche un altro lavoro più spirituale: incontri con il personale para - sanitario, per la loro formazione cristiana e di approfondimento dottrinale. E' impegnata per questo sr.Paulina, aiutata da sr.Rita che prepara i temi, gli argomenti, che la suora poi traduce nella lingua locale e si incontra con il gruppo. Si tratta di un lavoro da noi proposto, che il missionario desiderava da tempo, ma non poteva iniziarlo per mancanza di personale preparato. I missionari in questo villaggio abbastanza grande sono tre, di cui uno solo si occupa di tutto l'ospedale, sia amministrativamente che spiritualmente. La nostra comunità intanto è diventata un punto di riferimento per chiunque abbia qualche necessità umana, spirituale e materiale: consiglio, parola di conforto, uno sfogo, un aiuto materiale semplice: un vestito, un paio di pantaloni o di scarpe, un vestitino per bambini..., le persone di passaggio che arrivano stanche un bicchiere d'acqua, un pezzo di pane, un biscotto..., e poi gli Italiani che lavorano qui: un caffè, una piega ad un pantalone. Un sacerdote di passaggio era rimasto senza pantaloni, gli si erano bruciati, forse per asciugarli... bisognava sostituirglieli, per poter ripartire. Africani o Italiani è d'uso, che a chiunque bussa alla porta, prima di sapere cosa sono venuti a fare, bisogna offrire una tazza di tea, di caffè, un bicchiere d'acqua fresca: fa caldo, è un momento di riposo, di ristoro... e, intanto si ascolta, perché il tempo qui è fatto molto per ascoltare gli altri. Il "filo" del discorso è molto lungo, prima di arrivare al "centro della matassa". Noi cerchiamo in quanto possibile di rispondere a queste richieste e ciascuna nel proprio ruolo specifico cerca di dare, aiutare, ascoltare, confortare, intervenire come può... Una cosa è ormai conosciuta da tutti: l'orario della nostra preghiera. Chi non ricorda l'ora, ci sente dalla finestra della nostra minuscola cappellina cantare o recitare le Ore. Aspetta, oppure ritorna più tardi.

            Riusciamo anche a fare da sarta, da falegname, da idraulico e da barbiere, per "chi si fida" mentre certamente tutti sanno che possono domandare aiuto al medico, all'ostetrica, al "dentista" e all'infermiera, o alla "mama".

            Nella settimana dell'Unità dei cristiani, abbiamo pregato nelle varie chiese protestanti, tutti insieme. Qui ci sono la moroviana, l'anglicana, la cattolica e la luterana. C'è anche la sabatista, ma è molto piccola come gruppo e non ha partecipato. Abbiamo pregato col commento alla Parola di Dio, ogni giorno fatta da un altro pastore. Alla fine della preghiera i pastori e i responsabili delle varie chiese si mettevano in fila fuori, per stringere la mano a tutti i partecipanti, per ringraziare della partecipazione. Era bello vedere con quanta gioia e cortesia i nostri fratelli protestanti facevano l'accoglienza. L'esperienza è stata bella, ma le "sfumature" al Credo per le persone più semplici, non venivano neppure colte e ciò, penso, sia un po "pericoloso" se non si prende coscienza; anche nelle parole dei canti si sentiva la diversità dell'orientamento dottrinale. Abbiamo pregato anche a casa nostra e questa preghiera è stata un'esperienza bellissima. Abbiamo pregato due volte con un medico mussulmano, sposato, con due bambini. Al racconto della vita e della Passione di Gesù si asciugava continuamente, quasi di nascosto, una lagrima all'angolo dell'occhio. "sono troppo commosso" - ha detto - "di sentire raccontare di Gesù - Dio". Anche con un sabatista facciamo esperienza di confronto con la Parola di Dio e lui quando ritorna dall'incontro con la sua comunità, viene a confrontarsi con noi su quanto ha ascoltato.

            Ci sono poi quelle piccole gioie che scaturiscono dal donare agli altri e soprattutto ai bambini: Abbiamo aiutato uno, due, tre bambini denutriti a ristabilirsi..., a riprendere a mangiare, a nutrire la madre perché avesse il latte da dare al figlio. Uno di questi ha imparato a conoscere i posti in casa nostra dove può trovare i biscotti, le arachidi, il latte e fagioli... Un ragazzo di 14 anni viene ormai quasi tutti i giorni, perché sa di ricevere tea con pane e marmellata o qualche biscotto che anche noi abbiamo ricevuto in regalo. Faceva il chierichetto ed è stato così che ci siamo accorti della sua situazione. Faceva pena come si presentava all'altare per servire: scalzo e tutto a brandelli. A poco a poco gli abbiamo tolto i suoi "vestiti" ed ora viene a casa tutto pulitino ed ordinato. Desiderava tanto un paio di scarpe per giocare a pallone. L'abbiamo trovate nel nostro contenitore e, anche se erano un po piccole, lui ne era così felice, che diceva che gli andavano "benissimo".

            Una ragazza di 12-13 anni ricoverata in ospedale con la TBC, è venuta da noi: Bellissima, con un sorrisetto appena abbozzato, guarda con i suoi occhioni con gioia per aver ricevuto un pezzo di lenzuolo colorato che doveva servirle come kanga, perché sentiva freddo (qui la notte è molto umida). Felice, saluta con il suo inchino d'uso e parte ricoperta con la "nuova" kanga.

            Sono i nostri fatti quotidiani e molti di più, che riempiono le nostre giornate, oltre il lavoro ospedaliero, perché ormai, chi in un modo e chi nell'altro, siamo tutte impegnate a servizio dei malati.

            A volte penso che la casa non arrivi, perché la gente di qui prega perché noi non andiamo via..., si sono abituati alla nostra comunità e non vogliono - lo dicono semplicemente - che ce ne andiamo di qui. Noi però aspettiamo la casa, anche se abbiamo acquistato la parte del materiale per costruire qualcosa da sole. Appena sarà passato il tempo forte delle piogge, cominceremo a preparare i mattoni. Abbiamo ricevuto il disegno della signora Viarengo - architetto - per il piccolo progetto ad uso delle ragazze in formazione e ora pensiamo che faremo due di essi: ad uso nostro e per il dispensario. Poi quando arriverà la casa avremo il nostro centro sanitario.

            Ci hanno promesso che domani verranno gli esperti per cercare dove si trova l'acqua. Finalmente abbiamo capito il motivo del ritardo: Volevano 500 $, equivalenti a 100.000 sh. Ieri ci siamo accordati e domani verranno. Speriamo !

            Le ragazze che chiedono di entrare nella nostra Congregazione sono arrivate a 36, ma ogni giorno qualcuna scrive facendo domanda.

            Il pacco spedito il 18.12, non è ancora arrivato. Vuol dire che i regalini che dovevano essere per Natale serviranno per Pasqua !

            Abbiamo saputo che le raccolte del periodo natalizio sono state "buone". Grazie ancora a tutti !

            Ci hanno scritto alcuni di voi che non hanno chiaro l'indirizzo. Lo scriviamo per tutti:

Suore Orsoline c/o Hospital St.Gaspar PO.Box,12. ITIGI TANZANIA E.Africa

         

Non dimenticate  mai Tanzania, anche se mettete E.Africa, altrimenti una lettera arriva dopo due mesi (come è accaduto già).

            Spero, non vi stancherete di leggere e che accettate - se qualcuno non avesse ricevuto uno scritto da noi (ci mandi l'indirizzo) - ora i nostri saluti e ricordi, con un forte abbraccio di cuore.

            Alle consorelle: Inviateci la cassetta annunciata! Desideriamo sentire le vostre voci.

Non ne sono certa, ma forse sarò a Roma nel prossimo marzo.Di nuovo salutiamo la nostra grande famiglia di cui fate parte tutti voi che ci seguite in questa missione africana.

 sr.Rita e comunità,

sr.Incor, sr,Melania, sr.Maria Teresa Tesha, sr.Paulina.

 

 


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