URSULINE SISTERS AHJ 212 VER SUBDIVISION Maitim 2nd East 4120 TAGAYTAY CITY PHILIPPINES |
Il Natale 2003 nelle Filippine
Si era ancora in ottobre e già nei grandi supermercati e negozi vari aleggiava nell’aria sapore di Natale: musiche, merce, commessi vestiti con il caratteristico cappello rosso bordato di bianco, simile a quello di Babbo Natale. E man mano che il mese trascorreva, aumentava il volume della musica, i mucchi di merce natalizia… e le luci in abbondanza cominciavano ad addobbare ogni cosa. Il cliente non poteva pensare ad altro che fra poco arriva Natale. Mi sembrava che il tutto fosse iniziato un po’ troppo presto, ma mi hanno detto che qui il Natale comincia molto tempo prima. Poi in novembre l’accelerazione dell’attività. Di giorno in giorno vedevi sorgere ai crocicchi della strade capanne con la rappresentazione della natività, grandi personaggi, ed esclusivamente: Maria, Giuseppe, il Bambino e i tre Re Magi (arrivati in anticipo). In qualche presepe anche l’asino e il bue. Lungo le strade, addobbi con le luci; migliaia di luci che avvolgono alberi interi, cespugli verdi, facciate delle case ecc. Nelle suddivisioni abitate dai benestanti poche, ma immancabili lucette lungo la strada dove vi sono baraccati di gente povera. Ogni Barangay contrassegna il proprio territorio con decorazioni diverse: stelle e decorazioni fatte di bambù o di plastica, lattine di bibite, noci di cocco dipinte di vari colori… molto originali e creativi. Abbiamo avuto l’onore di visitare Imus di sera, invitate gentilmente e accompagnate dal nostro vescovo Tagle (è tradizione ormai che questo paese venga visitato nelle festività proprio per le caratteristiche illuminazioni). Uno spettacolo bellissimo lungo tutte le strade: decorazioni, composizioni di luci, presepi. Quasi una competizione di fantasia fra un Barangay e l’altro. E la gente gira di notte per gustare tanta bellezza. Mi sono commossa a tanta espressione di gioia luminosa! E mi chiedevo cosa passasse nell’animo della gente quando precedentemente, mesi interi di lavoro collettivo si riuniva fino a ora tarda per abbellire le strade in questa occasione! Mi sono detta che il Signore legge nel cuore e non poteva che apprezzare tanto lavoro così ben fatto.
L’affollamento della gente nei grandi centri commerciali lasciava senza fiato, come in ogni altra parte del mondo… Veniva spontaneo chiedersi dove era andata a finire tutta quella povertà che regna qui nelle Filippine!... Ma forse proprio questo era espressione di povertà, quella che noi si fa fatica a leggere (sempre più mi convinco di stare in una terra di forti contraddizioni)! Ma Natale alle porte ci ha introdotto anche nella parte più spirituale del cristiano. Ogni mattina prestissimo - alle 4 o alle 5 - la chiesa si riempie di gente: adulti, anziani, bambini per partecipare alla così detta “Messa del gallo”. E’ tradizione, che la novena di Natale venga fatta in questo modo e che tutti vi partecipino. La Messa è “sponsorizzata” di volta in volta da varie famiglie le quali processionalmente portano all’altare i loro doni durante l’offertorio. La Messa viene celebrata con più o meno espressioni di festività: canti, decorazioni, gesti… e tante luci che circondano la Chiesa internamente ed esternamente. Partecipare a questa Messa è come celebrare la festa e tutti nell’avvicinarci chiedono se anche noi abbiamo partecipato.
Un’altra caratteristica tradizione è il “Carolin” – gruppi di persone giovani, bambini, adulti si organizzano e girano per le strade bussando alle porte e esibiscono i loro canti natalizi, accompagnati da chitarra o strumenti vari. Alla fine si offre loro del denaro o qualche dolce e ci si augura “Marry Christmas”! Proprio a ridosso della nostra casa vi è la cappella del Barangay e qui si partecipa alla Messa Natalizia con tutta la gente compreso il Sindaco e le autorità del Comune di Tagaytay. Alla fine di questa, la banda musicale con i caratteristici cappellini rossi di Babbo Natale, esibisce i suoi pezzi di musica per tutti e vengono offerti i doni alle famiglie. Osserviamo tutto ciò che riesce a cadere sotto i nostri sensi e cerchiamo di partecipare come e dove possibile per sentire che anche per noi il Natale arriva. Si partecipa alla Messa del Gallo. Si accettano inviti per incontri fraterni fra altre Congregazioni (che dobbiamo dire qui sono frequenti e creano una grande solidarietà). Certo, per noi occidentali si fa fatica a sentire fisicamente l’arrivo del Natale con una temperatura tropicale, abituati “al freddo al gelo” con usi e costumi diversi. Ma ciò non toglie che l’addobbo in casa, le luci da porre all’esterno, il pensare a chi e come condividere lo scambio di auguri che fiocca abbondantemente con biglietti, piccoli regali, telefonate di amici, di persone conosciute, di telefonate dall’estero, dell’arrivo di letterine con l’ostia natalizia… ecc., ci si sente spinti ad entrare nell’atmosfera festiva. Quest’anno poi è il primo Natale che passiamo completamente da sole noi tre Suore (lo scorso anno era presente la Madre Jolanta e Sr.Giulia Esposito). Ma abbiamo voluto far festa ugualmente, con tanto di addobbo nel refettorio e un cenone (ridotto) con la lettura della lettera della Madre Generale e altri auguri inviatici dalle suore o amici. Con canti e auguri reciproci ci siamo sentite unite a tutte. La Messa della notte di Natale l’abbiamo vissuta assieme alle suore Francescane e tanta gente nella cappella dei Padri SVD. La liturgia carica di segni, espressioni paraliturgiche, rappresentazione della natività - il tutto con grande suggestione di luci e canti, per la durata di circa due ore. Il giorno di Natale lo prevedevamo calmo, vissuto da sole in casa… ma per tutto il giorno (anche per il pranzo e la cena) abbiamo avuto visite varie di sacerdoti, Suore. Verso sera è venuto anche il Vescovo Tagle a farci visita con alcuni seminaristi. Abbiamo fatto una merenda insieme scambiandoci gli auguri.
Durante le festa natalizie e le giornate che ne sono seguite, frammista alla gioia festiva abbiamo dovuto anche affrontare la realtà della malattia, dell’ospedale, dell’operazione che ci ha coinvolte tutte e tre. Ma dopo tutto il Natale è sempre Natale e la gioia di viverlo riassaporando la Salvezza di un Dio venuto fra noi dona sempre quel caldo sapore di sacro e umano, di dolcezza e mistero che fa sognare e fa ritornare tutti un po’ bambini.