URSULINE SISTERS  AHJ

 212 VER SUBDIVISION

Maitim 2nd East

4120 TAGAYTAY CITY

PHILIPPINES

FILIPPINE

Lettere agli Amici


 

Tagaytay  6 ottobre 2003

(3° lettera)

 Carissimi amici,

 

              dopo una lunga sosta necessaria, e causata anche dai lunghi restauri della casa che mi hanno tenuta occupata,  penso sia giusto ritrovarci, prima di tutto per salutarvi ognuno personalmente e ringraziarvi per l’incontro  in giugno,  poi per aggiornarvi sullo sviluppo della situazione qui.

            Il giorno 28 settembre è  stata raggiunta un’altra tappa importante per noi: la benedizione della nuova Cappella, un po’ più grande  di quella precedente e capace di accogliere più persone. E’ venuto il Vescovo a benedirla e a celebrarvi la prima Santa Messa.  Ora Gesù definitivamente abita con noi e questo ci è di grande forza. Abbiamo  voluto raccoglierci intorno al Nostro carissimo Vescovo per dare  un tono un po’ più spirituale all’avvenimento. Con noi c’erano anche delle ragazze, tra le quali due  di loro pensano di entrare da noi il prossimo anno. Queste di tanto intanto vengono a trovarci e a stare qualche giorno con noi, hanno così occasione di osservare, partecipare, alla nostra vita e così avere la  possibilità di fare un primo  discernimento per la loro vita.  Di questo vorrei parlarvi stavolta: Nella Filippine la religiosità (e non solo quella Cattolica), ingloba ancora la totalità della popolazione… Gesù, Maria, i Santi, le devozioni varie, (a volte mischiate a superstizioni,  e pratiche di pietà accompagnate da folclore) sono all’ordine del giorno, forse è per questo che molti giovani  vedono il loro futuro nella prospettiva della vita religiosa: è un onore e prestigio  diventare preti o suore. Sono infatti molti che chiedono di entrare nei conventi, ho conosciuto conventi con 30 – 40 aspiranti… (più tardi nel tempo matureranno le motivazioni che li ha spinti a questa scelta e allora si ridimensiona il tutto e il più delle volte la maggior parte di queste devono tornare a casa loro, perché comprendono che quella scelta non è la loro più profonda aspirazione). E’ necessario aprire la casa,  le forze, gli ideali nostri e condividere economicamente la nostra vita, ma soprattutto aprire il cuore e volerle veramente aiutare, accompagnandole per mano è necessario camminare con i loro piedi, entrare nella loro mentalità e cultura  per aiutarle ad approfondire il senso della vita, la conoscenza di se stessi, l’approfondimento del messaggio evangelico e dell’essenza della vita religiosa. In poche parole accogliendole nelle nostre comunità si deve fare opera di umanizzazione, educazione e preparazione  alla vita. Il più delle volte è necessario mandarle a scuola  (molte hanno difficoltà familiari che non permette loro il lusso dello studio) e allora le si manda a scuola, almeno per avere nel futuro della loro vita una buona formazione umana e culturale.  Per capire il valore di questa realtà e la necessità di accogliere queste giovani educarle, guidarle a far discernimento bisogna conoscere e tastare con mano le molteplici problematiche che questi giovani vivono nel loro ambiente familiare e sociale. Forse la motivazione che fa scegliere loro di diventare preti o suore, non è sempre della più ortodossa; nei religiosi o preti si vede uno stato sociale più alto, una posizione di prestigio e diventa motivo di aspirazione. Ma questa è la profonda realtà di qui, non da criticare o paragonare all’ambiente occidentale, perché la storia qui è la propria storia, la cultura e le usanze ben diverse e non per questo meno di valore. E’ certo che più il tempo passa, le vicende si accavallano nella nostra esperienza di vita qui, più ci si rende conto che si capisce ben poco della vera realtà, si scoprono sempre nuove cose, e ci si trova spiazzati certe volte, ci si pongono degli interrogativi, ci si mette in crisi e ci si chiede cosa dobbiamo realmente fare per il bene di queste giovani! Prima di tutto accoglierle così come sono,… parlando di questa realtà con un sacerdote agli inizi della nostra venuta, mi ha colpito la sua espressione: “Una cosa è importante, vogliate bene a queste giovani!” e credo sia la cosa più giusta da farsi. Anche noi ci disponiamo ad affrontare questa realtà, non vogliamo fare collegi speciali, ma dare alla giovani la possibilità di crescere come donne, come cristiane e cittadine, vivendo accanto a noi, nella comunità. Ci sono già alcune giovani che come dicevo, hanno espresso il desiderio di venire a vivere con noi,  Per noi è motivo di gioia, di responsabilità e di nuovo impegno. Affrontiamo una nuova realtà che ci interpella comunitariamente e personalmente. Ma questo richiede forze,  posto adeguato e denaro per aiutarle. Abbisognano di tutto, dal semplice vestito al cibo quotidiano, ai soldi per il viaggio, per lo studio,  ecc…  Per il momento possiamo accoglierne solo sei in casa, ma pensiamo sia necessario  dover comperare un altro pezzo di terra dove costruire una casetta proprio per la loro formazione. Se fra queste ragazze ci saranno poi coloro che vorranno abbracciare seriamente la vita religiosa, le accoglieremo ed educheremo come Orsoline e saremo così pronte ad aprire nuove comunità nelle isole dove maggiore è la necessità per i più poveri. Il cammino è lento, e richiederà anni prima di vederne i frutti. Adesso è il tempo della preparazione e credeteci non è tanto semplice e gratificante, ma riconosciamo che e’ necessaria questa tappa. Con il denaro raccolto  durante il soggiorno in Italia abbiamo potuto, in parte fare le dovute riparazioni in casa, preparare la stanza per le ragazze, rimbiancandola  e allargando le finestre, comperare i letti,… (a castello perché ne possano entrare almeno sei), lenzuola cuscini ecc.  

Adesso aspettiamo la venuta di Sr. Giulia (si spera verso la prima metà di novembre), per poter procedere nella compera del terreno e fare un progetto adeguato alle nostre necessità e possibilità economiche. Nel frattempo stiamo cercando di entrare ancor di più nell’apprendimento della lingua inglese, e i primi approcci con il Tagalog. Si cerca di entare sempre più nelle realtà dell’ambiente ecclesiale e sociale. Si partecipa alle lezioni di religione nella scuola elementare e in progetto, prossimamente  nei ritiri dei giovani, anche, nelle scuole. Ci sentiamo sempre più parte della gente che vive intorno a noi, c’è solo la difficoltà della lingua perché la povera gente parla solo il Tagalog e noi appena, appena l’inglese, ma il più delle volte ci intendiamo  e procediamo con serena presenza fra loro. C’è anche da dire che nel nostro Barangay sono pochi i cattolici, la maggior parte della gente è protestante o di altre Chiese (che nelle Filippine fioriscono ad ogni passo).

            Carissimi amici vi ho comunicato questa realtà perché assieme a noi possiate sentirvi missionari nell’azione educativa che stiamo affrontando, pregate per le nostre giovani, e per noi che possiamo stare al nostro posto con un  cuore grande e generoso. 

Sentirci uniti è una forza che ci fa andare avanti con coraggio.

           

             Un grande saluto ad ognuno di voi,  sempre nel ricordo fraterno, vi raggiunga il mio saluto e quello della mie consorelle, Sr. Rosa Nita e Sr. Violetta.

Con un forte abbraccio

Sr. Margherita


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