URSULINE SISTERS  AHJ

 212 VER SUBDIVISION

Maitim 2nd East

4120 TAGAYTAY CITY

PHILIPPINES

FILIPPINE

Lettere agli Amici


 

Tagaytay 15 marzo 2003

(2° lettera)

Carissimi Amici,

         E’ passato molto tempo dall’ultima lettera che vi ho scritto, e vi chiederete che fine io abbia fatto. Ora voglio raggiungervi con questa breve, per salutarvi tutti e darvi le ultime notizie.

         Le vicende vissute in questi mesi sono state varie e hanno occupato tanto del nostro tempo, così che senza accorgermene, mi ritrovo ora a marzo.

         Da gennaio siamo tre suore a comporre la comunità: è arrivata Sr. Violetta da Roma (è polacca) e così possiamo sentirci ancora più comunità internazionale (e guarda caso, abbiamo tutte e tre il nome di fiori: Violetta, Rosa e Margherita). Naturalmente anche lei è prima di tutto alle prese con l’imparare l’inglese.

Durante le feste natalizie è stata da noi la nostra Madre generale con  Sr. Giulia. Si aspettava tanto questa presenza per poter fare il punto della situazione. Durante questo periodo abbiamo cercato di vedere quale deve essere l’orientamento dell’inserimento qui nelle Filippine. Siamo giunte alla conclusione che sarebbe bene orientare la nostra attenzione missionaria, in quanto ad opere, verso le isole di Mindanao o Samar. Qui ci sono molti istituti religiosi e l’attività apostolica è più urgente dove la povertà è vissuta totalmente. Naturalmente questo obiettivo lo si potrà raggiungere in un secondo tempo, quando avremo qualche presenza  di ragazze  locali per poter affrontare la realtà filippina, sia per la cultura che per la lingua. Intanto è necessario avere un piccolo posto qui a Tagaytay come  punto di appoggio e di passaggio (tutte o quasi, le attività di uffici e di collegamenti con il mondo gravitano in Manila e d’intorni). Eventualmente vedendo lo sviluppo o meno che potremo avere, si può anche fare di questo luogo un centro di formazione delle giovani che vorranno far parte della nostra Congregazione. (A giorni arriverà una ragazza che desidera fare un’esperienza con noi, ma poi deve finire la scuola prima di decidersi).

Per adesso abbiamo trovato una casetta filippina, l’abbiamo comperata un po’ alla volta e la stiamo riaggiustando. E’ vecchia di 10 anni, ma trascuratissima e le cose da riparare sono molte. Siamo contente però che finalmente abbiamo una sede nostra, un po’ più grande e accogliente. Nel frattempo si continua lo studio della lingua (io cerco di imparare qualche parola il Tagalog, perché la gente qui vicino non capisce l’inglese. Ma per il momento non posso frequentare un corso perché devo stare a casa con gli operai e seguire i lavori). Il nostro Vescovo ci da’ una mano per inserirci nella Chiesa locale. Ci suggerisce anche di entrare nella scuola pubblica per due ore settimanali per mettersi a disposizione dei ragazzi/e che desiderano parlare, ma questo quando parleremo come si deve! Frequentiamo la parrocchia e aiutiamo il parroco nella distribuzione dell’Eucarestia. Cercheremo di partecipare all’attività dei gruppi vari, non tanto per “fare” quanto per essere presenti, osservare, conoscere e imparare. Incominceremo anche a far conoscenza con le famiglie che ci sono intorno alla nostra casa, ma anche qui bisogna andarci piano… ci sono molti protestanti fra questa gente e non conoscendo bene la situazione si rischia di far male anziché bene! Poi quando potremo parlare meglio potremo intraprendere un lavoro più sistematico con le famiglie, con i più poveri, con i bambini e i giovani. Ma questo viene pian piano, (qui la dinamica pastorale é ben diversa da quella italiana e bisogna andare piano prima di mettere in piedi qualche attività).

Certo le aspettative di una azione missionaria vista da lontano sembrano rosee, realizzabili solo con la volontà… ma calarsi nel concreto di un popolo  così diverso, ti fa vedere la realtà in maniera diversa. Allora ti chiedi in che cosa consista la missione… E qui ritorno alle prime mie espressioni: “testimoniare ciò  in cui si crede!” entra in gioco la dinamica del rapporto personale con quel Cristo che credi di aver incontrato e compreso e che fa parte della tua vita. Ascoltare la sua Parola, quella scritta sui libri e quella scritta nella storia dell’uomo… aspettare i tempi e i luoghi come a Lui piace… riscoprire i valori della vita umana, e accettare di sentirsi niente con la convinzione che è Lui il protagonista dell’azione per la quale diciamo di fare i  missionari.

Non vi nascondo che tutto questo comporta dei sacrifici personali, e comunitari compresa la Congregazione, ma è questo quello che ora possiamo offrire come azione Missionaria. La preghiera, anche la vostra è più che indispensabile per andare avanti con fedeltà e coraggio. La gioia viene prodotta dalla consapevolezza di quanto detto sopra. I sacrifici si affrontano perché acquistano senso e valore.

         La nostra presenza nelle Filippine è espressione di dono alla nostra Beata Fondatrice in occasione della Sua Canonizzazione. Ma è anche espressione di dono per noi da parte di Lei che sentiamo vicina con il suo aiuto e la sua intercessione.

IL Signore così guida i nostri passi e questo ci basta.

         Carissimi Amici ho la gioia di dirvi che verremo in Italia il 9 maggio e vi resteremo almeno per un mese. Forse avrò la possibilità di vedervi  tutti o quasi… e di raccontarvi di persona le cose di qui, sarebbe bello incontrarci tutti nella proclamazione delle nostra nuova Santa Orsola (18 maggio), in S. Pietro. Penso che per molti di voi sarà possibile. In ogni modo quando sarò a Roma mi farò viva in un modo o nell’altro per raggiungervi almeno per telefono.

         Per ora solo questo vi dico e vi chiedo di continuare a pregare per me e le mie Consorelle.

Con affetto un abbraccio per ciascuno di voi, sempre nel ricordo fraterno e un grande grazie per la vostra amicizia.

Sr. Margherita


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