URSULINE SISTERS  AHJ

 212 VER SUBDIVISION

Maitim 2nd East

4120 TAGAYTAY CITY

PHILIPPINES

FILIPPINE

Lettere agli Amici


 

TAGAYTAY, 4 Ottobre 2006

Carissimi Amici  e Consorelle,

Solo oggi ho potuto riavere la comunicazione internet, la luce, (ma non ancora l’acqua). Perciò mando le ultime notizie. Come dai media penso avete saputo, questa volta il forte tifone si è riversato pienamente nella nostra zona di Manila – Tagaytay - Cavite. E’ stato terribile il giorno 28 settembre. Vento forte, pioggia torrenziale, smottamenti di terreno, pali della luce, telefono, cartelli pubblicitari enormi… contorti, aggrovigliati su se stessi, alberi enormi spezzati o sradicati riversatisi su strade e case… un inferno a dire poco. Le strade immediatamente trasformate in fiumi vorticosi,  che trascinavano cose di ogni genere. I danni tantissimi, ma soprattutto i morti tantissimi, specialmente i poveri, che sono stati spazzati letteralmente  via con le loro baracche (una cinquantina di persone che assistevano radunatisi per guardare il fiume in piena sono stati travolti all’improvviso, l’acqua ha mangiato loro la terra sotto i piedi e tutti sono morti). Per alcune ore si è vissuto il terrore di cosa ancora poteva capitare. Noi abbiamo vissuto questo, grazie a Dio, senza avere avuto danni notevoli nelle nostre persone e nella casa. Abbiamo passato momenti di paura, lavorando sotto la pioggia nel fiume torrenziale, per evitare che la troppa acqua inondasse ancora di più la casa. Stavolta l’inondazione ha invaso anche la nuova costruzione, circa un metro di acqua che è entrata anche nella linea elettrica, nei tank dell’acqua, trasportando una grande quantità di fango che è penetrato dappertutto. Il nuovo muro ha resistito, ma da esso scaturivano abbondanti boccate di acqua, dal cancello principale che dà sulla strada e giù per le scale il fiume inesorabilmente formava cascate enormi e tutto si riversava nel nostro giardino e da questo nel cortile della casa e dentro casa. Avevamo così l’acqua che continuava a salire dalla parte bassa della casa e poco dopo ha cominciato ad entrare anche dalla parte di sopra, perché stando a livello della strada il grande fiume si è riversato anche da noi entrando per la porta principale e invadendo il salotto e la cappella. Un certo momento ci siamo ritrovate chiuse in casa con la porta di entrata sbarrata per evitare il grande flusso dell’acqua e inermi dinanzi all’imprevedibile. Fradice fino alle ossa, tutte ci si dava da fare, salvando freneticamente il salvabile e ammucchiando tutte le cose nella parte poco più alta della casa e con gli occhi sbarrati guardavamo cielo e terra col terrore che cosa sarebbe ancora avvenuto. Si sperava che la pioggia torrenziale finisse, altrimenti non avremmo avuto nessuna via di scampo! Eravamo circondate da acqua; il terreno inondato, la strada un fiume vorticoso che trascinava via tutto,   (si è visto dopo l’effetto dell’acqua che ha aperto voragini e profonde buche in essa e per questo è diventata quasi impraticabile). Il nostro vicino è venuto in nostro aiuto: rompendo a colpi di scalpello una parte del muro di cinta, è riuscito a dare sfogo all’acqua e così piano, piano il livello dell’acqua nella parte di sotto si è abbassato fino ad esaurimento, lasciando dietro di se una grande quantità di fango nero. Anche la grande pioggia si è calmata e abbiamo potuto respirare un po’. Senza acqua e senza luce siamo rimaste per circa una settimana con i grandi danni arrecati. Non sapevamo cosa succedeva fuori di qui, poi piano piano circolavano notizie dei disastri avvenuti - specialmente fra i poveri  - delle persone, bambini, giovani e vecchi che in varie maniere hanno trovato la morte a causa di questo tifone, sia in Tagaytay che in tutta la provincia di Cavite: dove 50, dove 60, dove 100 e più persone. Molti dispersi e molti che non si troveranno mai più…  Chiese inondate e distrutte in parte. Ci siamo messe all’opera per ripulire il tutto, che ha richiesto fatica a non finire per una settimana, ma ancora abbiamo problemi con l’acqua. Abbiamo usato per lo più l’acqua “marrone”… per ripulire la casa dal fango. Ma sapendo quanto i poveri hanno dovuto subire, ci siamo ritenute ancora una volta molto fortunate. Grazie alle nostre vicine suore FMIJ che ci hanno dato un aiuto, abbiamo chiesto loro di darci qualche cosa da mangiare la sera perché non avevamo come fare la cena. Nei giorni seguenti ci hanno dato l’acqua (non si trovava più neanche l’acqua da poter comperare né le candele per fare luce la sera). Non avevamo la possibilità di farci la doccia e lavare la biancheria. Intanto, i frigoriferi senza corrente scongelavano la carne e quanto vi era di riserva e così, la corsa anche a salvare il salvabile, con cotture forzate e anticipate… ma inevitabilmente ci sono state perdite di cibo. Qui, dato il clima caldo, niente resiste più di un giorno fuori del frigo: carne, pesce, frutta e cibi cotti. E’ davvero difficile organizzarsi senza di esso.

Ammirabile la gente che è abituata a soffrire queste calamità. Alcuni vicini sono rimasti senza tetto e, incontrandoli il giorno dopo si è chiesto come hanno passato la notte? Hanno risposto con un sorriso e alzando le spalle, che hanno dormito in un angolo della casa tutti insieme e ugualmente sorridono! E la vita riprende il ritmo apparentemente come se nulla fosse accaduto. Qualcuno aggiusta il pezzo di strada davanti alla propria casa, ci si scambia qualche occhiata d’intesa - accennando a quanto si vede intorno - che esprime il commento che si vuole fare riguardo al tutto, poi il sorriso di rassegnazione con l’alzata delle spalle ti dice tutto, e cioè: “che ci possiamo fare? Siamo nel tempo delle piogge. Si sa che i tifoni provocano, a volte, questi disastri”. Ma per noi non è facile abituarsi a queste continue calamità. E speriamo sempre che sia l’ultima. Generalmente, i tifoni che incorrono durante l’anno sono 24  e prendono il nome con le iniziali dell’alfabeto, adesso siamo alla lettera N, si puo’ immaginare quanti ancora ne devono arrivare! Per fortuna non tutti si scatenano sempre allo stesso posto, anche se la traiettoria che seguono è su per giù la stessa.

Carissimi tutti,

ho raccontato questo avvenimento, per farvi partecipi anche delle cose meno piacevoli che si devono affrontare. Per sentirci solidali nel bene e nel male. La fraternità con Voi tutti ci fa sentire più forti.

Grazie del vostro sostegno nella preghiera, nel ricordo e nell’affetto.

Chiediamo preghiere per quanti hanno subito in maniera dolorosa le conseguenze di questo disastro: per i morti e per i vivi, che debbono ricominciare da capo a  rifarsi una casa. Abbiamo aiutato nel possibile alcune famiglie degli adottati a rifare il tetto per ripararsi dalla pioggia, comprando per loro lamiere e accessori. E’ stata una grazia grande per loro.

A tutti saluti carissimi con affetto e preghiere

(a quanti hanno mandato qualche e-mail mi scuso, per non aver risposto subito, ma ci sono stati problemi anche con il computer).

 Sr. Margherita

e comunità di Tagaytay – Filippine

 


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