La Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante |
GIOVANNI PAOLO II
1. Lettera di Giovanni Paolo II in occasione del 50° della presenza delle Suore Orsoline S.C.G.A. a Roma
Cara Madre Generale,
Mi unisco alla Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante a me cara, che oggi rende grazie a Dio per i cinquant’anni di permanenza nella Città Eterna, all’ombra della Basilica di San Pietro, alle sorgenti della fede apostolica. E’ stato un periodo di lavoro intenso, pieno di dedizione e di silenzioso sacrificio delle singole Suore, che seguendo la voce del Signore, lasciarono i propri cari e la Patria, per realizzare con coerenza la propria vocazione al servizio della Chiesa e dei Vicari di Cristo. Oggi, mentre mi viene dato di trovarmi nelle loro file, desidero dire a voi, Suore, un cordiale grazie per quanto avete fatto in questo tempo per Cristo, compiendo atti di misericordia tra i più bisognosi, intraprendendo il lavoro tra i bambini e tra i giovani, aiutando i pellegrini polacchi che giungono a Roma e offrendo una testimonianza di viva fede, che ha le sue radici nella patria terra polacca.
Che la Divina Grazia e la protezione della Santissima Madre continuino ad accompagnare il lavoro della Congregazione, per farla abbondare di nuove vocazioni, così necessarie per la Chiesa nel mondo contemporaneo. A questi auguri aggiungo la cordiale Benedizione apostolica.
Città del Vaticano, il 21 novembre 1978
Rev.ma
Madre Andrea Górska
Superiora Generale
Delle Suore Orsoline SCGA
Roma
***
2. Giovanni Paolo II: il dialogo improvvisato con le Orsoline SCGA durante la visita nella comunità di Via di Villa Ricotti a Roma, il 2 novembre 1980
Dopo l’indirizzo rivoltogli dalla superiora generale di allora, M. Andrea Górska prese la parola il Santo Padre:
Ci sarebbe tanto da dire, ma è meglio non parlare. Sì, vi benedico molto cordialmente. Sono lieto di trovarmi qui. Sono già stato qui una volta, ma con il passar del tempo ho dimenticato, dove si trovava questa casa. A Roma mi oriento male, molto peggio che a Varsavia, a Cracovia in qualche modo me la cavo.
La Madre non ha elencato qui tutti i miei meriti nei riguardi della Congregazione. Non ha menzionato nulla di Jaszczurówka, ma io so quello che so. Una volta, mentre ero malato a Jaszczurówka, lessi la vita, la lunga vita della vostra Fondatrice, Serva di Dio.
In occasione dell’odierno incontro vi faccio il cordiale augurio che quanto fu concepito dal Suo spirito, così ricco, continui in voi. Direi che fu una persona capace di una grande avventura. Aveva la capacità per una grande, divina avventura, nella quale l’uomo rischia a volte varie cose. Anche lei rischiava, talvolta metteva a rischio perfino il suo buon nome di religiosa. Sì! Vi auguro che il suo spirito continui in voi.
Inoltre, vi auguro di moltiplicare questi noviziati. Ho sempre ritenuto, che dalle orsoline grigie dovrebbero venire tante ragazze, perché questa è una Congregazione, a mio avviso, attraente. Volesse Dio che ciò si confermasse.
Infine, la terza cosa, vi auguro di portare la vostra Fondatrice lì, dove bisogna portarla! Amen.
Via benedica Dio Onnipotente, Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.
*
(Rispondendo al saluto rivoltogli da una delle studentesse ospiti di questa casa, il Papa continuava)
Grazie. Sono state parole piene di significato. Vi sono tanto grato per questo incontro, per queste parole. Dici di essere la più anziana abitante di qui. Mi riesce difficile crederlo… Sei all’università? /Sì, all’ultimo anno di medicina/. Sarai un medico molto giovane.
Sono grato di queste parole e di aver potuto incontrarvi qui, in questo luogo, così importante, storico per la Congregazione delle suore, per la loro missione non soltanto in Roma, ma anche in tutto il mondo. Colgo l’occasione per augurarvi ogni bene nel nuovo anno accademico. Ai vostri genitori – vedo che qualcuno è presente – auguro gioia e soddisfazione dalle figlie.
Penso che in questa casa si compie un’importante opera di educazione e di autoeducazione, che è così importante; l’educazione in un’atmosfera cristiana, religiosa, profondamente umana.
Vi auguro che questa atmosfera, che l’opera di questa Casa e della Congregazione delle Suore Orsoline grigie, come le chiamiamo, continui per molti anni ancora.
***
3. La beatificazione di Madre O. Ledóchowska - Poznań, il 20 giugno 1983 (un passo dell’omelia)
Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode.
Io mi glorierò nel Signore,
ascoltino gli umili e si rallegrino
(Sal 33[34], 2-3)
In questo primo giorno desidero in modo particolare benedire il Signore, poiché mi è dato tra voi, cari connazionali, di poter elevare agli onori degli altari – mediante la beatificazione la Venerabile Serva di Dio, Madre Orsola Ledóchowska.
Certamente grande è la nostra gioia comune, che durante il Giubileo nazionale della Signora di Jasna Góra ed insieme nell’ambito dell’Anno della Redenzione, possa aver luogo questa beatificazione. Alla gloria dei Beati viene elevata una Figlia di una nota famiglia polacca. La località di Lipnica Murowana (nella diocesi di Tarnów), dove la famiglia Ledóchowski ha avuto la casa, è la stessa località dalla quale proveniva, nel XV secolo, il beato Szymon da Lipnica. La sorella carnale della Madre Orsola, Maria Teresa Ledóchowska, conosciuta comunemente come «madre dell’Africa» e fondatrice del Sodalizio di San Pietro Claver (Suore Claveriane), fu beatificata alcuni anni fa da Paolo VI.
La vocazione di Orsola fu la gioventù e la sua educazione, inoltre il molteplice aiuto nel lavoro pastorale della Chiesa. Scoprì la strada di questa vocazione nel Convento delle Suore Orsoline di Cracovia. Nell’anno 1907 partì di lì – con l’assenso dela Papa Pio X – per il lavoro apostolico alla città chiamata allora San Pietroburgo, in Russia. Costretta ad abbandonare la Russia nel 1914, svolse il suo apostolato nei Paesi scandinavi e, al tempo stesso, sviluppò una molteplice azione a favore della sua Patria tormentata. Quando, dopo la guerra, chiese al Papa Benedetto XV di approvare la nuova Congregazione, sorta in modo così insolito durante questo suo apostolato, ricevette da lui l’approvazione. Il Preposito generale dei gesuiti di allora, fratello carnale della Madre Orsola, Padre Vladimiro Ledóchowski, era il consigliere della sorella presso la Sede Apostolica.
Un grande influsso sulla via della Beata e dei suoi fratelli e sorelle ebbe il loro zio, Cardinale Mieczysław Ledóchowski, Arcivescovo di Gniezno-Poznań, Primate di Polonia e poi Prefetto della Sacra Congregazione per la Propagazione della Fede. E’ noto che, anche in prigione, proprio qui a Poznań, egli si oppose alla politica del «Kulturkampf» prussiano, per salvare la fede, lo spirito polacco e l’autonomia della Chiesa in Polonia; per questo motivo fu perseguitato ed incarcerato.
Qui a Pniewy, vicino a Poznań, si trova la casa madre della Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, comunemente chiamate: orsoline grigie. Madre Orsola Ledóchowska è stata la fondatrice di questo ramo polacco delle Orsoline, ed anche della casa di Pniewy. La Congregazione tuttavia si diffuse in diverse parti della Polonia, in Europa e fuori dell’Europa. Contemporaneamente, Madre Orsola svolgeva il suo apostolato (dietro richiesta della Sede Apostolica) a Roma, e lì concluse i suoi giorni terreni, il 29 maggio 1939; lì si trova anche la sua tomba presso la Casa generalizia in Via del Casaletto.
Annoverando Madre Orsola Ledóchowska nell’albo dei beati, la consegniamo alla Chiesa della Polonia ed alla Congregazione delle Suore Orsoline, per la gloria di Dio, per l’elevazione delle anime umane e per la loro eterna salvezza.
Carissime Sorelle,
1. Nel rivolgervi il mio saluto cordiale, vi ringrazio di cuore per la vostra venuta qui, nella casa del Papa, in rappresentanza dell’intera Congregazione delle Suore Orsoline del Cuore di Gesù Agonizzante. Saluto la Madre Generale e il governo della Congregazione, da poco rinnovato, insieme con le Sorelle venute da diversi Paesi. Sono grato alla Congregazione anche per la collaborazione che presta alla Santa Sede.
Saluto poi i giovani, i bambini, i collaboratori e gli amici, che con la loro presenza recano una testimonianza del vasto e multiforme lavoro svolto in vari campi dall’Istituto.
Vi trovate qui allo scopo di celebrare per la prima volta, oggi 29 maggio, la festa della Fondatrice Orsola Ledóchowska, che io stesso ho avuto la gioia di proclamare Beata lo scorso anno, in occasione del mio pellegrinaggio apostolico in Polonia. Siete convenuti a Roma, dove si trovano le spoglie mortali della Beata Orsola, per sentire dalle labbra del Successore di Pietro una parola d’incoraggiamento e di guida.
Ebbene, io voglio dirvi subito che l’orientamento e la spinta ad andare avanti per la vostra strada scaturiscono dalla considerazione della vita della stessa Beata Fondatrice e dagli indirizzi più recenti della Chiesa in tema di vita consacrata.
2. La vita della Beata Orsola è così ricca di vicende, di insegnamenti e di opere da costituire di per sé un modello stimolante per chiunque voglia soffermarsi a considerarne l’uno o l’altro aspetto. Come non restare colpiti, in particolare, dal modo in cui seppe vedere in ogni circostanza un segno dei tempi per servire Dio ed i fratelli? Per chi crede, ogni piccolo episodio diventa occasione di realizzare i disegni divini.
La nostra Beata venne alla luce in una famiglia che ha dato alla Chiesa figure di grande rilievo. Lo zio paterno fu Cardinale e Primate di Polonia; il fratello Vladimiro, Preposito Generale della Compagnia di Gesù; la sorella Teresa, Fondatrice a sua volta di un’altra Congregazione Religiosa, è stata beatificata dieci anni or sono. Ma la Beata Orsola si distinse subito non tanto per privilegio di famiglia quanto per il vigore della sua spiccata personalità.
Le vicende storiche del suo tempo, straordinariamente varie e drammatiche, la misero in condizione di visitare vari Paesi d’Europa; ed essa, senza mai perdersi d’animo, seppe profittare di tutto per lasciare dovunque l’impronta del suo stile e della sua incondizionata dedizione a Dio e ai fratelli.
Dall’Austria, dove era nata, passò, giovanissima nel convento delle Orsoline di Polonia, ed a Cracovia, dove aprì il primo pensionato universitario, diede subito un saggio del suo dinamismo apostolico.
A Pietroburgo sviluppò talmente le attività della casa della sua Congregazione da trasformarla in convento autonomo, annettendovi altresì un pensionato per giovani polacche, e costituendovi un luogo d’incontro ecumenico fra cattolici di vari riti, ortodossi e protestanti.
Il suo amore per tutti le faceva anticipare i tempi.
A seguito dello scoppio della prima guerra mondiale, la Beata Orsola fu costretta a girovagare per il Nord d’Europa, in Svezia e Danimarca, dove diede vita a nuove iniziative: opere a servizio delle vittime di guerra, degli orfani ed emigrati, con ambulatori gratuiti, scuole, Congregazioni Mariane, stampa periodica e conferenze. Imparava a parlare la lingua del luogo per poter meglio comunicare con tutti.
Queste peregrinazioni furono per lei la scuola della Provvidenza, che la spinsero, finita la guerra a rientrare in Polonia, a fondare la nuova Congregazione delle Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante, per la quale ottenne l’approvazione definitiva da parte della Santa Sede a Roma, dove chiuse la sua esistenza ricca di anni e di meriti.
3. Oggi la Congregazione, diffusa in vari Paesi d’Europa e d’America, con la sua larga fascia di attività, riflette la grandezza dello spirito della Fondatrice. Sotto la gamma apparentemente variegata di opere s’intravede un’unità di fondo e d’ispirazione, consistente nel criterio di lavorare là dove maggiore è il pericolo e il bisogno. È un criterio eminentemente evangelico, che la Chiesa raccomanda oggi alle sue Figlie e ai collaboratori della Congregazione come impegno di lavoro per restare in sintonia con il carisma ispirato dall’alto.
La Beata considerava le sue Figlie come le operaie attive di Cristo, che fanno scaturire l’azione esterna dalla profondità della fede vissuta. Non può esservi attività evangelicamente feconda senza il continuo ed intimo rapporto con Colui che è amore e vita. La linea di comportamento è lucida e semplice: «La missione specifica della Congregazione delle Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante – ella affermava – è annunciare Cristo, l’amore del suo Cuore, attraverso tutte le forme di attività che abbiano lo scopo di diffondere e approfondire la fede, specialmente attraverso l’insegnamento e l’educazione dei bambini e della gioventù e il servizio ai nostri fratelli più bisognosi e oppressi».
Attenta ai bisogni del tempo, nel quale la Provvidenza la chiamò a vivere, la Beata Orsola intese rispondere alle esigenze di un mondo in profonda trasformazione con la tranquillità interiore che le veniva dalla comprensione che Dio è nostro Padre, con la gioia della riscoperta assidua della verità sempre nuova del Vangelo, con l’umiltà di un infaticabile servizio ai fratelli, sentiti come il sacramento della presenza sempre attuale di Cristo.
4. Care Sorelle, la Chiesa guarda con particolare attenzione agli Istituti di vita consacrata per il rinnovamento dell’intero Popolo di Dio. A quanti ne fanno parte ho rivolto con singolare fiducia una speciale Esortazione Apostolica nel corso dell’Anno Giubilare per spronarli a dare la loro testimonianza di amore. Voi la darete se, consapevoli di un così grande dono, resterete nello spirito della vostra Fondatrice, con la disponibilità al sacrificio che vi ispira il Cuore del Redentore Agonizzante.
Cari Fratelli, che collaborate con le Figlie della Beata Orsola o ne siete alla scuola, anche voi, se siete animati da spirito di amore e di servizio, potrete offrire al mondo di oggi la vostra incisiva testimonianza.
Se è vero che alla Chiesa nel suo insieme incombe la missione di portare l’annuncio evangelico ad ogni creatura, a voi laici spetta il compito specifico di animare cristianamente le realtà temporali. Voi dovete contribuire a costruire un mondo più umano, nel quale abbiano un’attuazione sempre più piena i valori della giustizia, della libertà, della solidarietà, della pace. Su voi incombe la responsabilità di denunciare tutte quelle situazioni, in cui sono conculcati i diritti fondamentali della persona, offrendo nella vostra vita l’esempio concreto della novità che Cristo ha portato nel mondo: una vita non di semplici uomini, ma di figli di Dio, che hanno nel comandamento «nuovo» dell’amore la loro legge fondamentale. È un ideale altissimo, che richiede un’energia straordinaria per essere attuato. Dove potrete attingere quest’energia preziosa, in assenza della quale ogni sforzo risulterebbe vano. È la stessa Beata Orsola a darvi la risposta desiderata. Riserva inesauribile di ogni spirituale energia è il Cuore di Cristo. A Lui dovete quindi rivolgervi con la preghiera assidua, con la riflessione personale sulla sua eterna Parola, con la partecipazione fervorosa ai Sacramenti. Ecco, carissimi: in Cristo incontrato, amato, imitato, lasciato vivere in voi mediante il suo Spirito, voi troverete la sorgente inesauribile di un dinamismo spirituale, che trasformerà la vostra vita e ne farà quel «pugno di lievito» capace di fermentare l’intera massa.
Con questo auspicio impartisco a tutti di cuore la Benedizione Apostolica.
***
5. Le parole rivolte alle Suore Orsoline SCGA in occasione della visita nella Casa Generalizia della Congregazione, via del Casaletto - Roma, il 26 gennaio 1986
La vostra Fondatrice ha ricevuto dallo Spirito Santo un grande carisma. Esso si è manifestato nella Chiesa in varie parti del mondo. Si è manifestato nella Chiesa in Polonia, nella mia Cracovia. Si è manifestato fuori della Polonia, in Russia, nei paesi scandinavi, a Roma, e dopo, durante gli ultimi venti anni della sua vita, nuovamente in Polonia e a Roma, dove si compì l’ultima tappa del suo pellegrinaggio terreno.
La vostra Fondatrice ha ricevuto questo carisma certamente collaborando nel modo più pieno con lo Spirito Santo, Datore di tale dono. Voleva collaborare e sapeva donare se stessa, sapeva portare quel tesoro in sé, nel profondo del suo cuore. Sapeva anche aprirlo ad altri. E così il suo carisma si è diffuso in varie parti del mondo.
In modo particolare esso si è manifestato nella vostra Famiglia religiosa, una Famiglia che porta un nome che mi attrae: Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Non c’è dubbio, che volendo capire il carisma della vostra Madre e Fondatrice, della vostra Beata Madre Fondatrice, bisogna cominciare da questo titolo, da questo nome, che porta la vostra Famiglia di Orsoline. In Polonia vengono chiamate: orsoline grigie, ma bisogna sapere che esse sono del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.
Devo ammettere di essere molto commosso di poter essere qui. Proprio qui, presso la sua tomba, dove tante volte sono stato prima come vescovo e come cardinale. Qui, su questo altare ho celebrato la S. Messa e ho pregato presso la tomba della Madre. Mai avrei potuto immaginare allora, che sarebbe giunto questo giorno straordinario in cui la Provvidenza avrebbe dato la possibilità di elevarla agli altari come Beata Orsola Ledóchowska. Ciò si è compiuto a Poznań, in quella grande città, uno dei due centri storici della Polonia del X secolo. E’ una grande città, con un grande patrimonio spirituale. Lì anche, non lontano, a Pniewy, si trova la vostra casa madre. Mai sono stato a Pniewy!
Tutto ciò che oggi ricordiamo, appartiene al contesto della visita pastorale nella Parrocchia della Madonna del Carmine e di S. Giuseppe.
Stiamo vivendo la grande fortuna e la grande gioia di poterci trovare nuovamente presso la tomba della Beata Orsola, di poter pregare insieme e di ricordare le grandi cose, che il Signore ha fatto nella sua vita e che certamente vuole continuare mediante il retaggio lasciato a voi e a tutta la Chiesa; non soltanto alla Chiesa in Polonia, non soltanto alla Chiesa di Roma, ma alla Chiesa del mondo intero, di tutti i continenti.
Ecco la mia riflessione e allo stesso tempo il mio augurio in occasione di questo nostro incontro.
Voglio augurarvi di portare nel mondo questo particolare carisma della vostra vocazione, il carisma della vostra Fondatrice, della vostra Comunità religiosa, della vostra famiglia.
Questo carisma del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, così profondo e allo stesso tempo così umano, così aperto, così moderno, così evangelico, semplice, così aperto alle situazioni di ogni genere. Sappiamo bene dove si recò Madre Orsola in Polonia, nel periodo tra le due guerre, dove aprì le sue case e casette, per servire la Chiesa, per servire l’uomo. Questo carisma è così apostolico.
Questi sono i miei auguri. Con essi, insieme al cardinale Vicario Ugo Poletti e al Vescovo Ragonesi, che mi accompagnano, voglio offrire la mia benedizione a voi qui presenti e a tutta la famiglia religiosa, a tutta la Congregazione Fondata dalla Beata Orsola Ledóchowska.
Vi benedica Dio Onnipotente + Padre + e Figlio + e Spirito Santo.
Raccomando alle vostre preghiere il mio viaggio apostolico in India.
***
6. Un passo dell’omelia di Giovanni Paolo II durante la S. Messa con la Prima Santa Comunione dei bambini Łódź, 13 giugno 1987
Con Łódź è anche legata fortemente l’attività della Beata Orsola Ledóchowska Congregazione delle orsoline grigie. In quell’enorme agglomerato di operai delle fabbriche, quale è stata questa città durante i vent’anni tra le due guerre, qui facevano catechismo le prime orsoline, giunte a Łódź su richiesta del primo Vescovo di questa diocesi, Wincenty Tymieniecki. In una modesta casa in Via Czerwona 6, svolgevano, organizzavano e coordinavano il lavoro catechistico che si stava sviluppando nelle scuole elementari statali a Łódź e in alcune cittadine circostanti.
Madre Orsola spesso veniva a trovare la sua comunità di Łódź ed essendo lei stessa un’eccellente educatrice e catechista, dimostrava vivo interesse per i problemi riguardanti l’insegnamento della religione. Si adoperava con ardore per lo sviluppo della «Crociata Eucaristica» dei fanciulli. Una volta scrisse alle sue Suore: «quest’opera si ingrandisce di più a Łódź – da dove è anche arrivato il più grande numero di lettere». Lettere dai piccoli «cavalieri della Crociata» per il Papa Pio XI, per il suo cinquantesimo di sacerdozio. I bambini di Łódź scrivevano allora di voler così bene al Santo Padre come ai propri genitori. Alcuni dicevano di aver già fatto la prima S. Comunione, di adorare il Signore Gesù nel Santissimo Sacramento, di desiderare di essere i suoi apostoli e missionari. Un bambino scrisse così: «Sarei molto felice di poter vedere il Santo Padre! Come sarebbe bello se il Santo Padre venisse in Polonia» (Vedi: Wybór pism błogosławionej Urszuli Ledóchowskiej in: Polscy Święci, Vol. 4, Warszawa 1984, pp. 337-349).
Così scrisse un piccolo abitante di Łódź a Pio XI, e ciò avvenne sessant’anni fa. Può darsi che il piccolo abitante di Łódź, che allora scrisse così, sia presente in quest’assemblea, ormai come un signore anziano. Sono lieto che, quasi compiendo il desiderio di quel ragazzo, posso essere oggi qui, come Papa, tra i bambini di Łódź.
La Beata Orsola stimava altamente nella vita della famiglia il ruolo della madre-educatrice del bambino che si accostava alla Prima S. Comunione. «Se comprenderemo il nostro compito, il compito di madri, il compito di educatrici, che ci ordina di vegliare sulle anime dei bambini affidatici da Dio, che ci ordina di dar loro Dio – insegna Madre Orsola – prima di tutto cerchiamo di esercitare in noi una forte, profonda fede… Per amore dei nostri figli diamoci da fare per acquistare una fede profonda, viva, raggiante nella nostra vita e in quella dei nostri figli, e dal cuore della madre questa fede passerà nell’anima del figlio» (ibid., p. 299-300). Sono parole che colgono molto bene il segno. Quanto esse siano vere, lo sanno meglio di tutti, proprio le mamme.
***
7. Preghiera di Giovanni Paolo II alla Beata Orsola, 11 maggio 1989 alla grotta della Madonna di Lourdes, durante la funzione del mese di maggio presso le reliquie della Beata Orsola, Vaticano, 11 maggio 1989
Permettetemi, Suore, che in questo congedo sul Colle Vaticano mi rivolga alla vostra Madre.
Cara Madre, stai tornando in terra patria... E’ lungo il cammino che ti ha condotto fuori da essa. Ti ha condotto sulle strade del Vangelo. Tutti ricordiamo quel luogo a Podkarpacie, quella Lipnica, dove abitavano i tuoi genitori e la tua famiglia, dove nacque la tua vocazione alla santità. Ricordiamo il tuo primo viaggio da Lipnica a Cracovia, al tuo ordine madre, l’Ordine delle Suore Orsoline.
Dopo però, la Divina provvidenza ti preparava delle vie straordinarie, non simili a quelle praticate dalle tue sorelle. Prima di tutto la Provvidenza Divina e l’amore per le anime ti imposero di cercare il bene di quelle anime ovunque udivi la loro voce che ti chiamava. Da qui la strada che ti portò all’Est, alla capitale dell’impero degli zar. E più tardi, ormai dopo lo scoppio della prima guerra mondiale, tutte le tue strade attraverso i paesi del Nord Europa, attraverso i paesi scandinavi: Svezia e Norvegia, Finlandia fino alla Danimarca. Da lì – attraverso la Polonia – a Roma, dove portasti il progetto già pronto della tua Congregazione e dove trovasti per esso comprensione. Con quel progetto tornasti nelle terre dei Piast.
Iniziò la tua attività in Polonia e riempì di iniziative apostoliche tutto il ventennio tra le due guerre. Nacquero le Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, in Polonia chiamate comunemente orsoline grigie, per distinguerle dalle orsoline nere. Nacquero e nascevano in vari luoghi della terra polacca. C’era tanto bisogno di loro. La Congregazione cresceva.
Il termine tuttavia del tuo pellegrinaggio terreno, ti trovò non in terra patria ma qui, a Roma, alla quale sempre tornavi. E tornavi chiamata dalle necessità della Santa Sede, dalla voce del Papa, che conosceva ed apprezzava la tua attività apostolica e ne aveva bisogno qui a Roma. E qui ti trovò la morte, poco prima dello scoppio della seconda guerra mondiale.
Adesso torni, torni nella nostra Patria. Prima di partire da qui, da Roma, che è stata la tua seconda Patria, prima di lasciare questa città e di tornare dai tuoi, ti voglio parlare di due questioni, che, specialmente in questo istante, sono particolarmente care anche a me.
La prima è proprio questa chiamata, questa parola d’ordine, questo mistero sotto il quale hai raccolto la tua nuova Congregazione delle orsoline. Proprio oggi, mentre ci stiamo salutando qui, è giovedì, la sera di giovedì, il giorno o piuttosto la sera, quando rivive il mistero dell’agonia di Cristo, prima di tutto dell’agonia nel Getsemani. In modo particolare esso rivive il Giovedì Santo, ma lo fa anche ogni giovedì, il giovedì di ogni settimana. Dio ti dia il premio per quell’ispirazione e ti dia il premio per il carisma, che, insieme ad essa – il Cuore di Gesù in agonia, l’Agonizzante Cuore di Gesù – hai trasmesso alla tua Congregazione. Le tue suore e le tue figlie si sono trovate così vicino al Cuore di Cristo, così vicino al mistero della redenzione. Per questo ti voglio dire il mio grazie, o piuttosto voglio rendere grazie a Dio per la grazia a te elargita, per mezzo tuo alla Congregazione e a tutta la Chiesa, specialmente alla Chiesa in Polonia.
E la seconda questione che ti voglio affidare, che ti voglio raccomandare, è la questione dei paesi che furono a te cari, che furono il terreno del tuo apostolato.
Ne parlo anche per me, nella prospettiva dei prossimi viaggi apostolici proprio in questi paesi. E penso tra di me che questo nostro incontro serale di oggi, questo congedo da te, è un buon segno, un segno promettente per il mio ministero pontificio nei paesi della Scandinavia. In ogni caso, raccomando a te, come ad una grande specialista di quei paesi e di quelle nazioni, questo mio viaggio, che è un viaggio papale e ministero del papa senza precedenti.
Ti salutiamo cordialmente. Sappiamo che la patria terrena ha diritto alla tua presenza, che proprio lì, a Pniewy, nell’antichissima terra dei Piast, nella Wielkopolska, c’è il principale nido della Congregazione delle Suore Orsoline Grigie. Proprio lì dovresti riposare. Lì, questo è diritto della tua famiglia, della tua Congregazione.
Ti ringraziamo di tutto ciò che hai fatto per Roma. Per la tua discreta presenza per tanti anni, anche dopo la morte, anche durante il tempo in cui si svolse il processo canonico che preparava la tua beatificazione e ancora dopo di essa, in quella casa in Via del Casaletto. Qui, sul Colle Vaticano, ti abbiamo salutato con il canto delle Litanie Lauretane. Non so quando tornerai in Patria, probabilmente sarà lo stesso canto delle Litanie Lauretane a darti il benvenuto a Pniewy, ma forse il tuo viaggio durerà più a lungo. Forse ti daranno il benvenuto ormai le Litanie del Sacro Cuore di Gesù. Sarà lo stesso, perché è un mistero a te tanto caro.
In ogni caso, congedandoti da noi, non ci lasciamo, la Chiesa mai lascia il mistero della comunione dei santi. Non lascia i suoi santi e i suoi beati. Essi sono il suo futuro, sono la sua più grande speranza. Indicano incessantemente il cammino e allo stesso tempo ritornano continuamente a noi, sono con noi. Costituiscono per noi un esempio vivente, specialmente per coloro che vivono un simile carisma, come le tue suore orsoline. Per tutti noi l’esempio di santità. Ed infine, sono essi a sostenerci, e noi contiamo sul sostegno da parte tua.
Una volta Papa Pio XI contava sulla tua attività apostolica a Roma. Il Papa attuale, che tu non hai mai conosciuto personalmente, e che personalmente non ti conobbe, semplicemente perché troppo giovane, questo Papa, che parla la stessa lingua che anche tu parlasti, questo Papa conta sul tuo sostegno, non soltanto durante il viaggio in Scandinavia, ma anche per ogni giorno. Tanto più, che nel suo passato ha avuto molti contatti con le orsoline, direi in modo particolare con le orsoline grigie. A dir il vero furono proprio le orsoline grigie a farlo partire dalla Polonia, dalla casa in Via Wislana, e lo fecero partire così che non è più tornato. Non si sa se ciò sia un merito, in ogni caso certamente è per loro e per te, come loro Madre e Fondatrice, un grande impegno. Se non è più tornato, se è rimasto qui, non c’è nulla da fare, tu, cara Madre, Beata Orsola e voi tutte che avete ereditato il nome di orsoline, tutte dovete sostenere molto questo Papa, che avete così sbadatamente fatto partire dalla casa di Via Wislana. Non menziono Zakopane e non menziono numerose altre case delle orsoline in Polonia, ma dite alle consorelle in Patria che spesso soggiorno lì con il ricordo e con la preghiera.
Insieme al Signor Cardinale Ugo Poletti vi daremo la benedizione per questo viaggio, durante il quale accompagnerete la vostra Madre, la Beata Orsola Ledóchowska, nella Patria dei suoi avi: Sit nomen Dominini benedictum. Adiutorium nostrum in nomine Domini. Benedicat vos omnipotens Deus + Pater + et Filius + et Spiritus Sanctus.
***
8. Discorso durante l’incontro ecumenico nella cattedrale luterana di Uppsala (Svezia), il 9 giugno 1989
Mi unisco a voi nel rendere grazie per l’aiuto dello Spirito Santo, il quale da tanti anni sostiene in molti modi il movimento ecumenico in Svezia e contribuisce a un reciproco avvicinamento tra i cristiani. Basti ricordare la vita e l’attività delle persone, come l’illustre arcivescovo di Uppsala Nathan Söderblom, sepolto in questa cattedrale, i cui sforzi nel tendere all’unità dei cristiani e alla pace nel mondo sono universalmente conosciuti. Con grande gioia penso ai suoi colloqui e alla corrispondenza con la mia insigne connazionale Orsola Ledóchowska, la quale, durante la prima guerra mondiale, trascorse alcuni anni in Svezia, e che oggi è iscritta nell’albo dei beati.
***
9. Lettera alle Orsoline SCGA in occasione del giubileo del 75° della Congregazione, Vaticano, 20 giugno 1995
Reverenda Madre Generale,
Mi unisco con la parola e con la preghiera alla Comunità della Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, che celebra quest’anno il Giubileo dei 75 anni della sua esistenza nella Chiesa.
Insieme a voi rendo grazie a Dio Onnipotente per questa grande grazia di elezione, per il dono di un particolare servizio all’opera della Redenzione. “Benedetto sia Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo, che ci ha benedetti con ogni benedizione spirituale nei cieli, in Cristo” (Ef 1,3).
Il mio pensiero corre agli inizi della vostra Congregazione, alla vostra Fondatrice Orsola Ledóchowska che ebbi la fortuna di elevare alla gloria degli altari il 20 giugno 1983, a Poznań, durante il mio secondo pellegrinaggio al Paese nativo. Madre Orsola, per tutta la sua vita, seguì fedelmente la via dell’amore di Dio e dell’uomo, con lo sguardo fisso su Cristo, suo Sposo. Lo Spirito Santo formò in lei un chiaro carisma che le permise di unirsi in modo particolare a Cristo agonizzante in croce per la salvezza del mondo. Da quest’amore “più forte della morte” (cfr. Ct 8,6) la Beata Orsola attinse per tutta la vita uno straordinario ardore e dinamismo d’amore e la capacità di attuarlo in tutte le circostanze e in ogni luogo, dove la poneva la Provvidenza.
Con la parola e con le opere portava la buona novella, abbracciando con essa prima di tutto i bambini e i giovani, le persone bisognose, i poveri, gli abbandonati, i soli, i trascurati moralmente e fisicamente, varcando con ciò i confini degli stati e delle confessioni. Con la sua premura circondava gli ortodossi, i protestanti, gli ebrei, i musulmani e i non credenti. Trovava con essi una lingua comune, e sempre fu la lingua dell’amore sostenuta dalle opere. Grande Polacca, amante della Patria, divenne un’instancabile apostola in molti paesi, prima di tutto nella Russia, nei paesi scandinavi, in Francia e in Italia, lasciando ovunque le orme della sua attività creatrice.
Sensibile ai bisogni dei propri tempi, li affrontava con coraggio, trovando modi nuovi e pratici per la loro soluzione. Si tratta qui prima di tutto della questione dell’educazione dei bambini e dei giovani, del ruolo e dell’identità della vocazione della donna, del problema del lavoro e delle questioni sociali ad esso unite. Grazie a ciò si può dire che la Beata Orsola Ledóchowska fu, ai suoi tempi, un’apostola della nuova evangelizzazione, dando con la propria vita e attività la prova che l’amore evangelico è sempre attuale, creativo ed efficace.
Da questo spirito di grande amore, attinto dal Cuore trapassato di Cristo, che “amò sino alla fine” (cfr. Gv 13,1) nacque la Congregazione delle Suore Orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, che nel 1920 ottenne l’approvazione della Sede Apostolica. Nei raggi dello Spirito Santo, sotto l’illuminata guida della Fondatrice, la Congregazione si sviluppava velocemente, assumendosi molteplici opere educative, cominciando dai bambini delle scuole materne fino alla gioventù universitaria, svolgendo l’apostolato nelle periferie delle grandi città e in Polessia trascurato dal punto di vista della religione e della cultura. Durante la vita della Beata Orsola Ledóchowska le Suore Orsoline lavoravano fuori della Polonia: in Italia e in Francia, attualmente anche in Finlandia, in Germania, in Canada, in Argentina, in Brasile, in Tanzania e in Ucraina.
Questo è un magnifico patrimonio della vostra Congregazione e bisogna attingere da esso la forza e l’ispirazione per la realizzazione dei compiti posti davanti a voi dalla nuova evangelizzazione. Che questo Giubileo sia occasione per un grande rendimento di grazie a Dio per il dono, che fu per la Chiesa a cavallo del secolo XIX e XX, la Beata Orsola e il suo carisma. Di ringraziamento per la Congregazione che continua a sviluppare tale carisma e lo arricchisce di molti frutti.
Auguro alla Madre Generale e a tutta la Comunità della Congregazione delle Suore Orsoline del S. Cuore di Gesù Agonizzante, di realizzare oggi questo carisma, così apostolico, con ardore e zelo uguale a quello della vostra Fondatrice, di realizzarlo sia in Patria che fuori dei suoi confini, specialmente in Oriente, ricordando che la Beata Orsola fu prima di tutto l’apostola dell’Est.
Raccomando a Dio il futuro della vostra Congregazione. Camminate con perseveranza, con spirito di sacrificio e con coraggio sulla via dell’amore. Questa è la testimonianza che la Chiesa, il mondo contemporaneo e l’uomo attendono oggi da voi. Dimenticando voi stesse, fatevi – sull’esempio della vostra Fondatrice – tutto a tutti, portando tutti a Cristo, all’amore del suo Divino Cuore. “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli” (Mt 5,16).
Affido il futuro della vostra Congregazione a Maria, “la più pienamente consacrata a Dio, consacrata nel modo più perfetto” (Redemptionis donum, 17) e di cuore benedico: nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo.
***
10. Giovanni Paolo II: Visita nella casa delle Suore Orsoline SCGA in Via Wiślana 2, a Varsavia, 11 giugno 1991
L’11 giugno 1999, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù (la festa patronale della Congregazione), il Santo Padre Giovanni Paolo II visitò la casa delle orsoline grigie a Varsavia. Prese parte alla funzione del mese di giugno, cantando le Litanie al Sacro Cuore. In seguito fece un breve discorso e impartì la benedizione alle suore, agli abitanti della casa e alle studentesse che vi abitavano.
Le parole del Santo Padre Giovanni Paolo II, pronunciate durante la comune preghiera nella cappella:
Con tutto il cuore vorrei ringraziare le suore orsoline per la molteplice ospitalità, che più volte ho trovato in questa casa. Dopo vent’anni non si dimentica. Venivo, partivo, venivo… infine sono partito e non sono venuto più. Soltanto oggi.
Questa vostra casa è unita anche con il ricordo di varie persone, che abitavano qui: il defunto Mons. Zieja, il Professore Świeżawski e la sua consorte… in ogni caso ho incontrato qui molte persone.
Dio ve lo renda e tenetemi per poco tempo! Ci sono due fermate di questo genere dalle orsoline – a Varsavia in Via Wiślana e a Jaszczurówka…
Vi benedica Dio Onnipotente, Padre e Figlio e lo Spirito Santo.
***
11. Telegramma di Giovanni Paolo II al XIV° Capitolo Generale della Congregazione
Jolanta Olech
Superiora Generale
Congregazione Suore Orsoline SCGA
Varsavia
Nei giorni in cui si sta svolgendo il XIV° Capitolo Generale della vostra Congregazione, mi unisco con la preghiera, abbracciando con essa le Delegate e tutte le Suore.
Il vostro Capitolo si svolge nei primi mesi del nuovo millennio e deve essere una particolare riflessione sullo stato della Congregazione e sul suo carisma, per cercare, alla luce dello Spirito Santo, le possibilità per inserirsi, con un dinamismo nuovo, nella grande opera di evangelizzazione, che la Chiesa intraprende incessantemente. Come tutta la Chiesa così anche voi, Care Suore, non dovete stabilire per la Congregazione un “programma nuovo”. Esso è racchiuso nel Vangelo sempre attuale e nel vostro carisma, indicato in modo tanto chiaro dalla vita e dagli scritti della Fondatrice. La sua vita era “un inno d’amore” per il Sacro Cuore di Gesù Agonizzante e un “fiat”, pieno di dedizione, nel quale impegnò tutto lo sforzo della sua mente e del suo cuore. Questa contemplazione del Cuore di Gesù, agonizzante d’amore per l’uomo, e l’unire con Lui tutta la vita, divenne la fonte del suo “eroismo di santità”, che si distingueva per la capacità di armonizzare un’intensa vita interiore con un’attività apostolica, ugualmente intensa, piena di nuove iniziative.
Fate ogni cosa sul suo esempio affinché Cristo sia al centro della vita di ogni suora e di tutta la Congregazione. Contemplate il volto di Cristo, in modo particolare il volto di Cristo agonizzante, per avvicinarvi costantemente al mistero di quell’amore che non si tira indietro di fronte al sacrificio per la salvezza dell’uomo. Attingete da esso la forza e la gioia, per compiere efficacemente la vostra missione di apostole del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Fissando lo sguardo sul volto del Crocifisso, imparate ad “amare senza limiti, a ripagare Gesù con amore per amore, sacrificio per sacrificio, e se fosse necessario sangue per sangue” (cfr. Direttorio). Che questo amore vi conduca verso l’uomo, vi renda sensibili alle sue necessità e vi aiuti ad andare incontro a queste. Sia esso a tracciare il programma per tutto il futuro della Vostra Congregazione.
Prego il Signore, che durante questi lavori vi conceda in modo particolare la luce e la potenza dello Spirito Santo. Vi benedico di cuore: Nel Nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.
Castel Gandolfo, 17 agosto 2001
Giovanni Paolo II, Papa