Sr. Margherita Tiburzi s.c.g.a. 

L’apostolato del sorriso

Nella vita della  Beata Orsola Ledòchowska

Como 27 maggio 1999 

Un giorno di qualche mese fa.... passando occasionalmente dinanzi alla cappellina di Maria, la voglia di fermarci,  entrare, è stata forte per incontrare persone conosciute, e  pregare insieme sotto lo sguardo della Madonna... 

Poi il volto sorridente di Maria...

I saluti con Margherita...

Lo scambio di qualche parola... come va?... ecc.

Ha fatto riaffiorare alla mente l’incontro avuto con Radio Mater  proprio un anno fa.

Nasce la domanda: Perché  non ancora quest’anno?...

L’accoglienza e la disponibilità di Radio Mater attraverso i suoi animatori, si presentava con tanta naturalezza e sincerità che non ho fatto altro che dire: “Perché No?” Ed eccoci qui,

Siamo Sr. Ieremia e Sr. Margherita, due Suore Orsoline  della congregazione fondata dalla Beata Orsola Ledòchowska..  Lavoriamo a Como nella parrocchia di S. Agostino.

Oggi la chiesa festeggia liturgicamente la nostra fondatrice Beata Orsola. Noi  a Como siamo solo in due suore, ma festeggiamo con  tutta la comunità parrocchiale.  Con la quale ci sentiamo famiglia. (In questo momento molti di loro compreso il nostro Arciprete don Gianluigi Maloberti,  si sono sintonizzati su questa radio per unirsi nella recita del Rosario, a loro i nostri saluti e ringraziamenti). In modo particolare ringraziamo Radio Mater che ci dà la possibilità di sentirci parte di una famiglia ancor più grande. Entrando nelle case di tanti ascoltatori in questo momento abbiamo la gioia di condividere   la ricchezza che il Signore ha messo sul nostro cammino: la figura di una persona  che ha vissuto la santità nelle piccole, naturali, semplici cose di ogni giorno senza straordinarietà, tracciandoci una strada sulla quale è possibile dirigere i nostri passi, se lo vogliamo.

 

Lo scorso anno qui a Radio Mater, abbiamo narrato la sua vita, e accennato in grandi linee alla sua spiritualità. (Non so’ se qualcuno ricorda ancora la bella preghiera “Stella del mare” ).

 

Stiamo parlando della persona di Orsola Ledòchowska:  (Vissuta negli anni 1865-1939 in Polonia).  Una donna che ha fatto della sua vita una lode a Dio e un servizio ai fratelli carico di bontà, dedizione incondizionata, coraggio  nella sofferenza, e piena accettazione della volontà di Dio sempre e in ogni circostanza.

Orsola Ledòchowska, che potremmo riassumere con queste definizioni:

 bambina radiosa, giovane esemplare,  religiosa modello,  educatrice instancabile, apostola e missionaria in Russia, pioniera  dell’ecumenismo nei paesi scandinavi, creatrice di nuovi stili di vita apostolica verso i più bisognosi,  precorritrice del rinnovamento conciliare (Vaticano II),  fondatrice di un nuovo ramo delle Orsoline “Orsoline del SCGA”  nata in Austria  nel 1865,  vissuta in Polonia, morta a Roma  nel 1939, beatificata nel 1983  da Papa Giovanni Paolo II e traslata (la sua salma) in Polonia  nel 1989, riposa  nel santuario a lei dedicato ed è meta di numerosissimi pellegrinaggi.

Ecco in breve la sua cronistoria, ma quello che maggiormente vogliamo mettere in evidenza quest’oggi è la sua specifica caratteristica:

il sorriso, la serenità d’anima,

vogliamo parlare del perché e del come  lo ha vissuto.

Guardando la sua foto non si può fare a meno di notare il suo sorriso così sereno e vero, quasi libro aperto che  parla di qualche cosa di  bello e indefinibile. (Non per niente molti pittori si sono cimentati per ritrarla, ma nessuno è riuscito a dipingere sul suo volto quella caratteristica serenità del suo sorriso e dello  suo sguardo).

E’ di questo  suo  sorriso, inteso come risultato di una spiritualità interiore ben radicata in Dio, che vogliamo parlare:

Già da piccola era chiamata “Raggio di sole” per la sua indole  buona, serena.  Ascoltiamo  come testimonia suo fratello:

“ Giulia godeva di un affetto speciale da parte di chi la circondava. La sua indole era cordiale, approfondita da un consapevole lavoro su di sè.   La mamma la chiamava “Raggio di sole” e Giulia accettò questo nome come suo programma di vita... voleva essere come un raggio, dipendere continuamente dal suo Sole Divino e voleva con il suo amore rischiarare la vita degli altri, per condurre in questo modo tutti alla fonte di ogni bene, a Dio” .

In questo programma  che lei ha fatto da bambina è racchiusa  tutta la sostanza della sua vita.  (leggere la poesia “raggio di sole”)  

Da giovane sorrise  per far sorridere,

 il suo sorriso si tramutò in  attenzione, servizio, amore per il prossimo:  dice ancora suo fratello: “Giulia aveva un cuore indicibilmente tenero e sensibile per tutte le miserie e sofferenze umane. ... Si prodigò specialmente ai malati e i poveri della popolazione...In poco tempo guadagnò tanta fiducia e rispetto dalla popolazione ... anche la più lontana  che venivano da lei per ricevere     medicine... per sentire il suo parere  riguardo alle difficoltà... e risolvere le loro discordie o controversie...”

Il suo sorriso continuava a irradiare anche quando la sofferenza della malattia in famiglia  e la morte del padre  riversò su di lei giovanetta tutte le responsabilità e le occupazioni della famiglia, impedendole di seguire prontamente la sua vocazione alla vita religiosa. Sull’esempio della mamma, aveva imparato a ripetere con le parole e con i fatti “Come Dio vuole”. Da  questa  coraggiosa sottomissione  scaturiva la serenità del suo sorriso.

Sorrideva di quel sorriso che parla di un Dio libertà, amore, sovranità. Nel suo sorriso si scopriva il vero valore dell’uomo: essere al suo posto degno figlio di Dio.

Entrando in convento scrive alla sua amica: “Un fascino speciale ha per me  il voto d’obbedienza. Esso esprime a mio avviso, in grado supremo  l’idea di libertà. Obbedirò non a me stessa, non ai miei gusti, non al mondo, ne agli uomini, ma a Dio stesso...Non vivrò più per me, ma esclusivamente per Dio”.

Sorrideva, e faceva di questo sorriso l’arma principale nel suo metodo educativo... irradiava intorno a se serenità, coraggio, vita, fiducia, rompendo anche quei muri di diffidenza che barricavano i rapporti umani.

Testimonia una delle sue  ex alunne: “Le allieve la amavano e l’apprezzavano profondamente., poiché tra i tetri muri  dell’istituto era per loro il sole, per il sorriso e la gioia che spargeva intorno.... Durante la preghiera rivelava un’intima unione con Dio...Quest’amore di Dio si manifestava  in pratica con una grande pazienza, una contentezza di tutto,  ... e con una costante disponibilità a servire gli altri annullando i progetti personali...”

E quando fu mandata in Russia in un pensionato di studentesse il suo sorriso sereno rivoluzionò e conquistò il cuore delle giovani ribelli: Ecco la testimonianza di una giovane:

“ Ribelli attendevamo nella grande sala... secondo quanto ci avevano detto, la nostra nuova e severa educatrice. Invece entrò una persona serena a carina, ci abbracciò con uno sguardo benevolo e disse con un sorriso: dunque d’ora in poi saremo una famiglia. Circondammo la madre, si ruppe il ghiaccio...”

Il suo sorridere non si arrestò neanche fra le dure prove della sofferenza, solitudine, persecuzione ed esilio. Perseguitata come religiosa, esiliata perché cittadina austriaca, si ritrova sola, in terra straniera senza avere un minimo di sicurezze, Lei stessa scriverà così: “ 31 agosto salii sul treno...avevo dormito poco, come dorme un condannato l’ultima notte prima dell’esecuzione. Ero infinitamente triste...Ero sola, completamente sola...stanca di dolore, di emozioni intense... mi addormentai. Mi svegliò un forte malessere... dopo capii che era il mal di mare... la cameriera svedese con un cuore di pietra non ci voleva aiutare. Ero sola senza nessuno...” 

L’avvenire le si presentava  ignoto nel modo più assoluto...eppure è in questa prova che comprende maggiormente quanto il sorridere esiga costanza, perseveranza, coraggio e l’attingere energia e forza da quell’abbandono completo nella mani di un Padre che da lassù veglia e non abbandona, anche senza vederne subito gli effetti.  Perseverò nelle preghiera, nella fiducia in Dio “Come Dio vuole” ripeteva  continuamente mentre il cuore sanguinava. Il sorridere era tanto più difficile da esprimere quanto più la sofferenza  le opprimeva l’anima. Ma continuò a sorridere, di quel sorriso che solo un’anima di profonda fede può elargire.

Continuò anche quando le sofferenze morali  non la risparmiarono. Ne accenniamo solo alcune: quando, reduce dalla persecuzione e dall’esilio si recò dal Papa. Il  S. Padre informato male sul suo conto, in una udienza la trattò freddamente e in malo modo,. Scriverà  lei stessa: “Avrei voluto piangere...un rimprovero simile da parte del S. Padre era molto doloroso” malgrado tutto lei, donna di fede, si dispose ad obbedire pienamente al volere del S. Padre, vedendo ancora una volta il volere di Dio in quelle parole. Continuò a sorridere malgrado tutto.

Incomprensioni,  anche da parte dei suoi superiori quando volendo ella unirsi alla loro nascente Unione si rese conto di doverne restare fuori.

Situazioni  complesse, non cercate, avvenimenti che precipitavano verso il nuovo, l’imprevisto, l’insicurezza del domani... come sorridere? Perché sorridere? A chi e per che cosa sorridere? Quante volte umanamente anche in  madre Orsola si saranno fatti avanti questi pensieri? Eppure continuava a sorridere, con una forza d’animo sovrumana  si impegnò ad uscire da se stessa per far sorridere gli  altri, portare  loro felicità., non piangendo sui propri guai. Questa era la forza del suo sorriso!

Quel Padre buono sul quale aveva riposto ogni su fiducia,   più tardi le fece provare la gioia della verità, e attraverso vari segni le fece capire che lei doveva essere solo uno strumento per i suoi piani, attraverso la sua persona dar vita ad un nuovo ramo di Orsoline. Madre Orsola si ritrovò con il suo sorriso carico di sofferenza ad essere fondatrice.  ( Orsoline del Sacro Cuore di Gesù,   e la chiesa non per niente fa aggiungere l’appellativo Agonizzante. Una congregazione che nasce dal Cuore di Gesù, nel momento della prova più dura della morte, ma che prelude la risurrezione! Ecco il significato vero del sorriso sulla Croce. E’ la contraddizione umana: croce – sorriso che le suore Orsoline cercano di testimoniare con la loro vita).  

Sorridere è sempre facile?  Sorridere quando tutto va male... Oh No! Dice madre Orsola, e chi più di lei poteva sostenere una tale verità?

Eppure continuò a sorridere  e ad  irradiare gli altri con quel sorriso che parlava di qualche cosa d’indefinibile, bello, rigenerante...che avvicinava a Dio.  

E lasciò alle sue suore il compito di continuare a sorridere attingendo forza e senso nella preghiera, nella devozione alla Madonna, nella dedizione agli altri.

 

Sorridere, parola semplice a dirsi, ma che può diventare  programma di vita da santi!

Sorridere di quel sorriso che parla dell’amore di Dio.

 

In un giornale da lei fondato si rivolge alle giovani  invitandole  all’apostolato del sorriso (Campana di S. Olaf, 1936):

“Spesso ci si lamenta che oggi raramente si incontrano le persone con il volto sorridente. Lo si legge anche nei giornali. I tempi sono duri e molto pesanti. Le preoccupazioni, la miseria, la sofferenza hanno scavato solchi di dolore, di tristezza, d’esasperazione sui volti degli adulti e spesso anche dei bambini.

Come dopo un lungo inverno, l’uomo sente la nostalgia del sole di primavera così in questi tempi difficili si desidera incontrare un volto sereno, raggiante, sorridente. Credimi, il volto sereno di un cordiale sorriso, suscita buoni sentimenti intorno a se. Il sorriso sul tuo volto, richiama il sorriso sul volto degli altri, e con esso nasce nell’anima gioia, calore, fiducia. Il sorriso disperde l’oscurità dell’anima.

Il sorriso sul volto parla della serenità dell’anima unita a Dio, parla della pace, e della buona coscienza, Esprime la profonda fiducia che si ripone nelle mani del Padre Celeste, il quale nutre gli uccelli del cielo, veste i gigli dei campi e non si scorda mai di coloro che si affidano a illimitatamente a Lui. Il sorriso sul tuo volto, permetterà a tutti di avvicinarsi a te senza timore per chiederti qualsiasi cosa, per farti le domande...perché sarà il tuo sorriso a garantire una risposta positiva e gentile.

Spesso il tuo sorriso arreca sollievo all’anima scoraggiata, triste, sofferente, donando nuovo vigore e la speranza dei tempi migliori, dice che non tutto è perduto, e che lassù, nel Regno dell’amore, veglia il cuore del Padre, quel Padre che è sempre pronto a venire in aiuto alla debolezza umana.

Oggi la vita è pesante, piena di amarezze e di tristezze... E’ grande il merito di poter aiutare gli altri a portare la croce... ma  Dio ha riservato per se il diritto di santificare gli uomini attraverso la croce, a noi spetta il compito di aiutare gli altri su questa via, seminando il sorriso, quel sorriso che parla dell’amore e della bontà di Dio.  

Sorridere è sempre facile?   Oh no! Ciò richiede la forza di volontà, l’aderire  con tutta l’anima, e l’essere uniti a Dio.

Sorridere quando tutto va bene, quando la tua vita è piena di gioia, quando ti circondano le persone che ti vogliono bene, questo non è un’arte difficile! Ma avere costantemente il volto sorridente quando c’è il sole e quando piove, nella salute e nella malattia, quando tutto va bene e quando va male... questo non è facile.

Il sorriso testimonia che l’anima attinge dal Cuore di Dio quella costante serenità che fa dimenticare se stessi per essere raggio di felicità, per gli altri.

Giovani andate nel mondo col sorriso sulle labbra, andate a seminare un po’ di felicità nel triste mondo sorridendo a tutti, agli scoraggiati, a coloro che cadono sotto il peso della croce. Andate donando loro quel sorriso sincero che parla della bontà di Dio”.  

Seguirà la recita del Rosario. Per la riflessione saremo aiutate dalle frasi della Beata Orsola. Avremo occasione di scoprire da dove attingeva tanta serenità nel  saper sorridere di quel sorriso che parlava di Dio.