LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Dolce Cuore del mio Gesù,

fa’ ch’io t’ami sempre più!

Gesù, mite ed umile di cuore,

rendi il cuor nostro simile al tuo!

Amate Suore,

 

    ormai tra poco, insieme a tutta la Chiesa, vivremo per un’altra volta il tempo di Quaresima, il cui compito è preparare i credenti al Triduo Pasquale: della Passione, Morte e Risurrezione del Signore. Questo tempo dell’anno liturgico ha per noi, orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, un significato particolare, poiché proprio alla nostra Congregazione è stato affidato come uno straordinario dono e compito, il mistero del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante.

 

    A che cosa il Signore ci obbliga e che cosa concretamente attende da noi, affidandoci questo dono così grande? Proviamo a tornare agli inizi della nostra Congregazione e sentiamo che cosa su questo tema dice la stessa Madre Fondatrice, la quale alla notizia che saremo “Orsoline del Sacro Cuore di Gesù” scrive alle suore nella lettera da Roma: “Prego per ottenere una sola grazia: quella che racchiude in sé tutto, cioè la grazia di amare sempre, sempre più il Cuore Divino di Gesù. Questo è l’essenza, il fondamento e lo scopo della nostra vita. Se ci sarà questo, tutto il resto andrà bene” (cfr.Lettere da Roma alle suore di Aalborg, 28 aprile 1920). Pochi giorni dopo scrive nuovamente: “Figlie mie, prego per voi con tutto l’ardore di cui sono capace, chiedendo di aumentare l’amore, l’umiltà e la mitezza, secondo il Cuore di Gesù. In questo si racchiudono sia le Costituzioni, sia tutto ciò che facciamo, e andrà tutto bene, basta che ci sia questo” (cfr.Lettere da Roma alle suore di Aalborg, 1 maggio 1920). Poi aggiunge nella lettera successiva: “Prego per voi, tanto quanto riesco, chiedendo a Dio, che questo nostro ramo delle orsoline diventi davvero l’apostolo del Sacro Cuore di Gesù Ricordate però: la prima condizione è la santità, e la prima condizione della santità sono: l’umiltà e l’amore, l’ardente amore per Dio e per il prossimo, perché non è possibile separare l’uno dall’altro” (cfr.Lettere da Roma alle suore di Aalborg, 12 maggio 1920).

 

    Le parole sopra riportate non hanno perso la loro attualità, sono esse a determinare costantemente l’orientamento e la forma della nostra vita, che noi vogliamo vivere innamorate di Dio e al servizio di tutti coloro a cui il Signore ci invia e con cui dividiamo la nostra quotidianità. La nostra vocazione di orsoline ci unisce in modo particolare al mistero dell’agonia del Cristo (cfr. Cost. 1-2). Perciò, anche nella preghiera che recitiamo dopo la s. Messa, spesso domandiamo: “Signore, Dio nostro (…) concedi che (…) portiamo nel nostro corpo l’agonia di Gesù, cercando di vivere solo per te” (Preghiera dopo la comunione della s.Messa di Sant'Orsola Ledòchowska). Ma ci rendiamo conto di ciò che chiediamo? Come possiamo portare nel nostro corpo l’agonia di Gesù? Non basta infatti contemplare il mistero del Cuore Divino soltanto durante la preghiera. Tutta la nostra vita dovrebbe essere pervasa da questo mistero, mediante l’atteggiamento di scoprire i desideri del Cuore Divino, in modo che Gesù possa prolungare in noi e per mezzo nostro la sua missione salvifica (cfr. Cost. 3). Essa si prolunga in noi e per mezzo nostro mediante l’umiltà e l’amore, mediante il vivere la quotidianità nello spirito di fede e di totale abbandono alla Divina Provvidenza, che veglia incessantemente su di noi e ci conduce; mediante concreti gesti d’amore, non solo verso coloro che ci amano o che noi amiamo, ma verso ogni persona umana, senza alcuna eccezione, sull’esempio di Gesù, il quale diede prova del suo amore offrendosi in sacrificio di olocausto per la salvezza del mondo.

 

    Il tempo della Quaresima è dunque per ciascuna di noi un tempo di verifica e di approfondimento della nostra risposta, della purificazione delle nostre intenzioni e di ritorno al Signore, che ci invitò a seguirLo sulla via dei consigli evangelici. Le nostre Costituzioni lo ricordano con chiarezza, affermando che “La Quaresima e il Triduo Pasquale debbono essere per ogni orsolina, tempo di conversione interiore, occasione per ravvivare la grazia del battesimo e della consacrazione religiosa, tempo di penitenza individuale e comunitaria” (Cost. 51,1), cioè di ritorno a ciò che è più importante nella nostra vita, a Dio e alle cose Sue; al compiere la volontà del Signore sempre e ovunque.

 

    Nelle Meditazioni per la Quaresima, la Fondatrice ci suggerisce come vivere fruttuosamente questo tempo, affinché, per caso, non sia un tempo perso: “Non si tratta qui di cose straordinarie, di ricercati atti penitenziali, no! Affatto, non di questo, ma di impostare una certa disciplina a tutta la mia vita, vigilando di più su me stessa. Voglio dunque essere più attenta alla puntualità, più diligente nel lavoro, più servizievole verso gli altri, più zelante nella preghiera, nell’unione con Dio” (cfr. Meditazioni: le Ceneri).

 

    E nel Direttorio, la Fondatrice ci esorta: “Ricordati, che la tua vita deve essere consolazione per il S. Cuore di Gesù agonizzante, vita d’amore, vita di penitenza. Abbi il desiderio di soddisfare per i peccati tuoi e anche per quelli altrui. Come non soffrire alla vista di tanti peccati, con i quali gli uomini offendono questo Cuore, così dolce e misericordioso? Le iniquità umane furono la causa dell’agonia dolorosa di Gesù – prega per i poveri peccatori, prega affinché il mondo riconosca l’amore di Gesù ed eviti i pericoli del peccato!

 

    Cuore Agonizzante di Gesù, come non amarti per tutto ciò che hai fatto per noi? Tu agonizzi per essere per me fonte di dolcezza, di gioia santa, di pace, di speranza – ed io non vorrei offrirti la mia vita come sacrificio di olocausto, di espiazione” (cfr. Direttorio, Parte A, cap. XIII)?

 

    E, infine Sant’Orsola ci esorta: “Invochiamo spesso, molto spesso: “Dolce Cuor del mio Gesù, fa’ ch’io t’ami sempre più!”; “Gesù, mite ed umile di cuore, rendi il cuor nostro simile al tuo!” (cfr. Direttorio, Parte A, cap. XIII).

 

    Affidiamo questo tempo speciale all’intercessione di Maria, fedele Serva del Signore, chiedendo a Lei “di insegnarci ad amare con umiltà, gioia e spirito di sacrificio” (cfr.Cost. 22).

 

    Vi assicuro la mia unione nella preghiera e vi saluto cordialmente –

(-) m. Franciszka Sagun

  Quaresima 2017


 

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