LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Amate Suore,

Nell’anno liturgico, il tempo della Quaresima è un tempo particolare, è la diretta preparazione al Triduo Pasquale della Passione, Morte e Resurrezione del Signore. Le letture di questo periodo sono una sintesi della storia della salvezza e allo stesso tempo sono il cammino e la guida, affinché questa salvezza possa diventare la parte dell’uomo di oggi, di ciascuna di noi.

Nelle letture domenicali dell’Anno A, scopriremo il significato e il valore del santo battesimo, cioè del nostro innesto in Cristo, grazie al quale siamo diventati figli di Dio e perciò è stato aperto davanti a noi il cammino verso la pienezza della vita. Dobbiamo tenere anche presente che la consacrazione religiosa è radicata in quella battesimale; dunque questo è per noi un tempo particolare, il tempo della riscoperta della nostra identità e della nostra vocazione. Così dunque, nella liturgia del Sabato Santo, rinnovando con tutta la Chiesa le promesse del santo battesimo, rinnoveremo ed approfondiremo il significato della professione religiosa e con ciò confermeremo il desiderio di appartenere a Cristo con cuore indivisibile e di diventare sul Suo modello un “uomo nuovo” secondo il pensiero creatore di Dio stesso.

La prima domenica di Quaresima, la domenica delle tentazioni, ci avvicina la verità che la vita umana è sottoposta alla prova, è la lotta e la scelta tra il bene e il male. Il Vangelo secondo san Matteo, che tratta delle tentazioni di Gesù subito all’inizio della sua missione, ci permette di guardare più da vicino, come possiamo combattere contro la tentazione del possesso, del potere, delle passioni. In questa lotta, la più efficiente arma non è la nostra intelligenza, la nostra astuzia o l’intuizione, ma la parola di Dio e l’incondizionata sottomissione ai piani di Dio. Si tratta di porre la fiducia in Dio stesso e di invocare il Suo aiuto in ogni circostanza della vita, memori anche delle parole d Gesù che senza di Lui non possiamo far nulla (cfr. Gv 15, 5).

La seconda domenica fa vedere la fede di Abramo, e Gesù sul monte Tabor. Mediante il battesimo abbiamo ricevuto il dono della fede, tuttavia esso è un dono che nasconde in sé la potenza e il mistero dello sviluppo e della crescita, porta alla pienezza della vita divina in noi. Abramo non si ferma alla prima tappa dell’incontro con Dio, parte per una destinazione sconosciuta e tramite le ulteriori scelte di Dio e della Sua volontà, diventa padre di tutti i credenti. La meta del cammino della fede è Cristo che si rivela nel mistero della trasfigurazione sul monte Tabor, il quale invita a partecipare alla vita di Dio stesso. A quanti hanno accolto il Verbo di Dio, ha dato potere di diventare figli di Dio (cfr. Gv 1, 12).

Nelle domeniche successive, la liturgia della Parola ci aiuta a scoprire il significato dei simboli che accompagnano il rito del battesimo, i simboli dell’acqua e della luce. Nell’incontro con la Samaritana, Gesù dice di essere colui che dà l’acqua della vita, che sazia ogni sete dell’uomo. Quest’acqua è il Suo Spirito, che conduce alla conoscenza di tutta la verità su Dio e sull’uomo, e che viene in aiuto alla nostra debolezza, intercede con gemiti inesprimibili (cfr. Rm 8, 26). Il simbolo di una candela accesa è il segno di Cristo. Il Vangelo della quarta domenica di Quaresima, che presenta Gesù mentre restituisce la vista ad un cieco, conferma che Gesù è la luce del mondo e chi segue Lui, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita (cfr. Gv 8, 12). Nel santo battesimo l’uomo passa dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita. La risurrezione di Gesù ne è la migliore prova.

Amate Suore, all’inizio della Quaresima, incessantemente, da molti secoli dell’esistenza della Chiesa, risuona l’esortazione di Gesù alla conversione: Convertitevi e credete al Vangelo (Mc 1, 15). È necessario ricordare di anno in anno questa esortazione? Non è sufficiente il fatto stesso che mediante il battesimo siamo stati innestati in Cristo e, come persone consacrate abbiamo confermata la nostra scelta di Cristo con la professione religiosa? Il dono del santo battesimo, tuttavia, che ci immerge nella morte e resurrezione di Cristo, che dà la vita eterna, non si svilupperà senza un ritorno costante a Cristo e a vivere il Vangelo. Qualcosa di simile riguarda la professione emessa, ne parlano esplicitamente le nostre Costituzioni: “In una continua conversione del cuore e in una crescente fedeltà agli impegni assunti il giorno della professione, collaboriamo con la grazia per far crescere in noi l’amore e la dedizione alle cose del Padre” (cfr. n° 17).

Perché questa esortazione alla conversione tocchi i nostri cuori e li renda capaci ad aprirsi alla potenza trasformante della grazia, è necessario per noi attingere costantemente la forza vivificante della grazia, dalla fonte di vita quale è la Parola di Dio e i sacramenti, in modo particolare quello dell’Eucaristia e della riconciliazione. La conversione non è una questione d’una sola volta; è un processo che si compie nel tempo, a misura della nostra adesione a Cristo. Si può anche dire che soltanto alla luce della Sua Parola, di cui ci cibiamo giorno per giorno, si aprono dinanzi a noi i nuovi orizzonti della conoscenza di Dio e di noi stesse. La Parola di Dio ci spinge alla conversione, la quale non consiste nel disfarsi una sola volta di una debolezza, di un’imperfezione o di un peccato, ma è un desiderio ardente e uno sforzo di rendersi simile al Maestro e Signore, a seguire il quale per tutta la nostra vita, ci siamo impegnate con la professione religiosa.

Convertitevi e credete al Vangelo… la conversione stessa non basta, è necessario anche l’abbandono a Gesù, affidare al Suo amore se stesse, la propria vita di ogni giorno, tutto ciò che ci capita. Dobbiamo riscoprire sempre nuovamente la profondità delle parole di Gesù: Io sono la via, la verità e la vita (Gv 14, 6). Soltanto la scelta della via che è Gesù conduce alla scoperta della verità che dà la pienezza di vita. Il modello dell’ascolto della Parola di Dio è per noi Maria, che la custodiva e la meditava nel suo cuore e, grazie a ciò, la Parola di Dio ha potuto mettere le radici in Lei, crescere e portare frutti, e il frutto più pieno era Gesù Cristo, suo Figlio e nostro Redentore.

Anche noi, più ci apriremo alla Parola di Dio, più Essa approfondirà ed espanderà il nostro cuore, metterà ordine tra i nostri pensieri e ci spingerà ad essere attive al servizio degli altri.

In una delle sue conferenze per le suore, m. Francesca Popiel pronunciò un pensiero molto importante, che non perde la sua attualità anche per noi oggi: “Il tempo di Quaresima non è soltanto un tempo, in cui ognuna di noi si avvicina al Signore Gesù, ma è anche il tempo in cui ciascuna di noi ha un dovere molto importante: quello di condurre molte anime al Signore. (…) È un tempo in cui dobbiamo lavorare molto, insieme a tutti i pastori delle anime, mediante la nostra preghiera, il nostro sacrificio, affinché tante anime, più numerose possibili, ritornino a Cristo e partecipino anche alla risurrezione la Domenica di Pasqua. Durante questo tempo di Quaresima cerchiamo di divenire per gli altri una nuova forza, dalla quale potranno attingere in seguito la loro crescita, per poter, anche insieme a noi, raggiungere il Signore”.

Nel nostro vivere la Quaresima non manchi neppure il soffermarsi sul testo del Messaggio per la Quaresima 2014 di papa Francesco, di cui voglio riportare un passo: “Questo tempo di Quaresima trovi la Chiesa intera disposta e sollecita nel testimoniare a quanti vivono nella miseria materiale, morale e spirituale il messaggio evangelico, che si riassume nell’annuncio dell’amore del Padre misericordioso, pronto ad abbracciare in Cristo ogni persona. Potremo farlo nella misura in cui saremo conformati a Cristo, che si è fatto povero e ci ha arricchiti con la sua povertà. La Quaresima è un tempo adatto per la spogliazione; e ci fa bene domandarci di quali cose possiamo privarci al fine di aiutare e arricchire altri con la nostra povertà. Non dimentichiamo che la vera povertà duole: non sarebbe valida una spogliazione senza questa dimensione penitenziale. Diffido dell’elemosina che non costa e che non duole”.

Affidiamo questo tempo particolare all’intercessione di Maria, fedele serva del Signore, la cui festa dell’Annunciazione cade nel periodo di Quaresima.

Con il dono di preghiera e cordiali saluti .

(-) m. Franciszka Sagun

Quaresima, 2014

 

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