LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Molto amate Suore,

             Insieme a tutta la Chiesa entriamo nel periodo successivo dell’anno liturgico, nella Quaresima. È un tempo particolare che ci deve aiutare ad approfondire il significato di questo tempo e a vivere il Mistero Pasquale di Cristo, della sua passione e risurrezione – il mistero che è il centro della nostra fede. Ciò che si è compiuto in Cristo come il capo, si compie anche nella sua Chiesa – Cristo, attraverso la Chiesa continuamente prolunga e perfeziona nei suoi membri il passaggio dalla morte alla vita.

            Questo periodo è particolarmente importante per ogni orsolina del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Deve essere tempo di conversione interiore, occasione per ravvivare la grazia del battesimo e della consacrazione religiosa, tempo di penitenza individuale e comunitaria, come segno della Chiesa, che si converte e fa penitenza[1]. Se vogliamo che questo tempo diventi veramente fruttuoso nella nostra vita, dobbiamo prima di tutto metterci in ascolto della Parola di Dio, rivolta a noi nella liturgia e sull’esempio di Maria e conservarla nel nostro cuore,[2] fino alla pienezza della Sua fede, quando a Cana di Galilea non dubitò, che per Dio nulla è impossibile, se faremo qualsiasi cosa ci dirà[3]; fino ad udire e a mettere in pratica le parole del Padre celeste sul monte Tabor: Questi è il Figlio mio, l’eletto, ascoltatelo[4].

            Alla soglia della Quaresima, la Parola di Dio è univoca – per bocca del profeta Gioele esorta a convertirsi a Dio con tutto il cuore, con digiuni, con pianti e lamenti[5].

            La conversione – la metanoia, cioè il cambiamento della direzione del cammino e del consueto modo di pensare, il ritorno a Dio della vita e dell’amore, a Dio ricco di grazia e di misericordia; ciò dovrebbe toccare e trasformare la nostra vita, dovrebbe portare il frutto di un nuovo impegno del cuore e di tutto il nostro essere, affinché dal profondo del cuore sappiamo pregare con le parole del Salmo 63: O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne in terra arida, assetata, senz’acqua.

            Nelle sue lettere, San Paolo ammonisce e sollecita a riconciliarci con Dio senza indugio, sottolineando che: Ecco ora il momento favorevole, ecco ora il giorno della salvezza![6] Esorta anche a riconciliarsi con se stessi e con l’ambiente; sarà come il ritorno nella casa natale – nella casa del Padre: Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio. colui che non aveva conosciuto il peccato, Dio lo fece peccato in nostro favore, perché in lui noi potessimo diventare giustizia di Dio[7].

            Cristo è il prezzo della nostra riconciliazione con Dio, con se stesso, con gli altri. La sua spogliazione per noi e a nostro favore non dovrebbe accendere in noi l’ardore dell’amore per Lui e per i fratelli in un concreto atto d’amore e nella vita trasformata? Non perdiamo energie per le cose di poca importanza, per lamenti e l’attesa di tempi migliori, possono non giungere mai! Invece il vivere bene ogni giornata è la speranza per un domani migliore. Seminiamo dunque nei nostri cuori e intorno a noi il bene e la carità.

            L’essenza della vita consacrata è la sequela di Gesù, e questo consiste nel prendere la propria croce e seguirLo[8]. Il mistero della passione del Signore è costantemente presente nella liturgia della Quaresima. Ogni venerdì di questo periodo, celebriamo insieme la Via Crucis – non vogliamo che sia soltanto il ricordo del cammino fatto da Gesù lungo le vie di Gerusalemme, desideriamo invece in modo molto reale e consapevole, prendere la nostra croce: tutto ciò che ci capita, che fa male, che è difficile. Ben sappiamo che le sofferenze di ogni tipo non risparmiano nessuno e si presentano sempre dinanzi a noi come una nuova chiamata. Cerchiamo, insieme a Gesù, di leggere queste esperienze in spirito di fede, sul modello del Signore e Maestro stesso, il quale nell’ora della prova non rinunciò a combattere con la tentazione, non fuggì, ma si abbandonò al Padre ed accettò la sua volontà con amore: Abbà! Padre! (…) allontana da me questo calice!  Però non ciò che voglio io, ma ciò che vuoi tu[9] e per questo Dio lo esaltò sopra ogni altro nome[10].

            Nei suoi scritti la nostra Fondatrice dedicò molto spazio all’amore del Crocifisso e ci esorta a fare spesso la Via Crucis; vogliamo di nuovo chinarci su questo suo messaggio, per attingere la saggezza della vita in questo speciale anno, nel quale vivremo il 70° della sua morte e il 20° della traslazione delle sue reliquie in Polonia.

            In questo periodo di intenso lavoro interiore non dimentichiamo tuttavia ancora una forma delle pratiche quaresimali, l’elemosina, la quale accanto alla preghiera e al digiuno è segno esterno della Chiesa che fa penitenza. Ricordiamo sempre le parole di Cristo, rivolte anche a noi: Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete  fatto a me[11].

            Maria, in piedi sotto la croce ci insegni un amore coraggioso e fedele fino alla fine, affinché veramente diventiamo la consolazione del Cuore agonizzante di Gesù.

* * *

            Come già sapete, verso la fine del mese di gennaio u. s. abbiamo iniziato il lavoro in un successivo paese dell’America Latina, in Bolivia. Sono andate là due suore: Sr. Anna Klimczak del Brasile e Sr. Gra¿yna Ma³ecka da Pniewy, la quale ha trascorso l’ultimo anno in Argentina al fine di apprendere la lingua spagnola e conoscere un’altra mentalità. Abbiamo intrapreso il lavoro nella Bolivia su invito, rivolto ancora alla M. Jolanta Olech, prina del Capitolo Generale del 2007, dal vescovo Krzysztof Bia³asik della diocesi di Oruro, verbita. La suddetta richiesta era stata discussa durante il capitolo ordinario ed è stato il Capitolo a prendere la decisione definitiva di aprire in Bolivia un nuovo posto di lavoro missionario della Congregazione.

         Sappiamo bene con quale passione e inesauribile energia Madre Orsola rispondeva alle chiamate da parte della Chiesa dei suoi tempi e alle necessità dei più poveri. Abbiamo sempre in mente le parole che il Papa Giovanni Paolo II rivolse a noi durante la visita nella Casa Generalizia della Congregazione a Roma: “Grandi cose, il Signore ha fatto nella sua vita e che certamente vuole continuare mediante il retaggio lasciato a voi e a tutta la Chiesa; non soltanto alla Chiesa in Polonia, non soltanto alla Chiesa di Roma, ma alla Chiesa del mondo intero, di tutti i continenti”[12].

            Scrivo di questo in modo dettagliato, perché vi voglio rendere consapevoli della decisione riguardante la nascita di questo posto di lavoro e allo stesso tempo chiedo a tutta la Congregazione di circondare di preghiera e di vicinanza del cuore questa nostra più giovane comunità missionaria.

            Chiedo di cuore a tutte Voi, e in modo particolare alle Suore malate, la preghiera secondo l’intenzione del viaggio mio e di Sr. M. Thérèse Vallet in America Latina, ed anche per le Suore che lavorano lì e per le opere apostoliche che gestiscono.

            Dal 16 al 28 febbraio saremo nelle nostre comunità del Brasile, in seguito visiteremo le comunità della Congregazione in Argentina e la nuova comunità in Bolivia. Per il 24 marzo p. v. programmiamo il ritorno in Europa e in Polonia .

                                                           Cordiali saluti

Varsavia, Quaresima 2009                                                       m. Franciszka


[1] Cfr. Cost. 51, 1.

[2] Cfr. Lc 2, 19. 51.

[3] Cfr. Gv 2, 5.

[4] Lc 9, 35.

[5] Cfr. Gl 2, 12.

[6] 2 Cor 6, 2.

[7] 2 Cor 5, 20-21.

[8] Cfr. Mt 16, 24.

[9] Mc 14, 36.

[10] Cfr. Fil 2, 9.

[11] Mt 25, 40.

[12] Giovanni Paolo II 26 gennaio 1986.

 

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