LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Ecco ora il momento favorevole,
ecco ora il giorno della salvezza!
(2Cor 6, 2).

 

Molto amate Suore,

            Con tutta la Chiesa entriamo nel nuovo tempo dell’anno liturgico, nella Quaresima, il cui scopo è la preparazione dei fedeli a vivere il più importante mistero della fede: la risurrezione del Signore. La Quaresima è un periodo particolare per ogni cristiano, è l’invito a fare insieme a Cristo il cammino dalla morte alla vita. Nel mistero Pasquale Gesù ci restituisce la dignità perduta e fa di noi una creatura nuova. Ciò che si è compiuto in Cristo, può compiersi in noi, per opera della Sua grazia e della nostra collaborazione.

            Come l’Avvento è un tempo d’attesa alla venuta del Signore, così la Quaresima è il tempo dell’attesa di Dio al ritorno dell’uomo.

            La liturgia della Quaresima esorta ad intraprendere la lotta spirituale, a rivestirsi dell’armatura divina, mediante la preghiera, il digiuno e l’elemosina, a pronunciarsi nuovamente a favore di Dio. Ciò conduce al rinnovamento delle promesse battesimali, e per le persone consacrate, ad accettare con nuovo slancio le esigenze della consacrazione religiosa. È una nuova possibilità che ci viene offerta nel cammino della maturazione alla santità, affinché possa in noi manifestarsi la potenza della Sua risurrezione. Apriamo dunque i nostri cuori all’invito da parte di Dio, lasciamo che si plasmi in noi il volto del Cristo risorto.

            Questa cristificazione si compie sulla via della conversione – della metanoia – del cambiamento del consueto modo di pensare, del cambiamento di direzione del cammino che vuol dire del ritorno al Padre con tutto il cuore! Qui non c’è spazio per le mezze misure, per la tiepidezza, per la mancanza d’impegno, ma deve essere uno sforzo continuo e la sollecitudine per compiere il bene, una scelta molto consapevole del bene, sino a realizzare le parole di Gesù: rinascere, nascere dallo Spirito[1]; sino a sentire il desiderio di un altro cibo: non di solo pane vive l’uomo[2] e giungere a desiderare solo di fare la volontà di Dio.

            L’anno liturgico è caratterizzato dal ritmo, dalla crescita e dalla maturazione. Usciamo dall’Avvento, cioè dall’annuncio della venuta del Salvatore, attraverso il tempo ordinario cresce in noi la consapevolezza dei compiti e dei doveri, e la Quaresima ci pone la prospettiva di una scelta. Il pronunciarsi a favore di Cristo comporta la radicalità degli atteggiamenti, il che di conseguenza  conduce alla vita nuova – alla Risurrezione!

            Durante la Quaresima dovremmo alimentare in noi il desiderio delle cose di Dio e di una sempre più totale intimità nel rapporto con Dio, fino a comprendere e ad udire: Se tu conoscessi il dono di Dio e sapessi chi è Gesù,  gliene avresti chiesto ed egli ti avrebbe dato acqua viva, che diventerà sorgente di acqua che zampilla per la vita eterna[3].

            Può stupire e spaventare la chiamata ad impegnarsi fino a tal punto, tuttavia questo non è lo sforzo individuale di ciascuna di noi, ma la fatica di tutta la Chiesa. È lo sforzo anche di Cristo, che fa questo cammino insieme a noi, ci accompagna, ci sostiene e ci guida. Infatti è Lui stesso ad esortarci: Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. (…) fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno[4].

            La Quaresima, in modo particolare per noi, orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, è tempo di conversione interiore, di ravvivare la grazia del battesimo e tempo di penitenza individuale e comunitaria[5]. È una speciale occasione per approfondire nuovamente e meglio comprendere il nostro carisma nascosto nel mistero del Cuore di Gesù Agonizzante, nel mistero del costato aperto di Gesù, da cui prendono inizio i sacramenti del battesimo e dell’Eucaristia.

            Durante la Quaresima, Dio non soltanto ci chiama alla conversione, ma in Cristo cerca l’uomo, si china sulla sua povertà, cura le ferite. In Gesù Cristo, Dio attende da noi qualcosa di più, ci chiede di ascoltare il suo grido dalla croce: Sitio – Ho sete! Di quale sete si tratta, di che cosa ha bisogno Dio? Ha sete Lui che è il vero cibo e la vera bevanda? Gesù ha sempre la stessa sete: Fare la volontà del Padre e compiere la Sua opera: condurre tutti alla sorgente della vita.

            Se la nostra vocazione ci unisce in modo particolare al mistero dell’agonia di Cristo[6], dobbiamo sentire e scoprire i desideri di questo Cuore agonizzante.  La Fondatrice ci viene in aiuto e ci indica il giusto orientamento del nostro impegno:  Amore e penitenza[7] che si esprimono col donarsi a Gesù totalmente e senza riserve, affinché Egli possa prolungare in noi e per mezzo nostro la sua opera di salvezza; consacrando tutte le nostre forze ad estendere il Regno di Dio sulla terra[8].

            Per chiudere la mia riflessione voglio riportare un passo dal Messaggio per la Quaresima dello scorso anno, del Santo Padre Benedetto XVI: “Guardiamo a Cristo trafitto in Croce! E’ Lui la rivelazione più sconvolgente dell’amore di Dio, (…). Sulla Croce è Dio stesso che mendica l’amore della sua creatura: Egli ha sete dell’amore di ognuno di noi. (…) In verità, solo l’amore in cui si uniscono il dono gratuito di sé e il desiderio appassionato di reciprocità infonde un’ebbrezza che rende leggeri i sacrifici più pesanti. (…) La risposta che il Signore ardentemente desidera da noi è innanzitutto che noi accogliamo il suo amore e ci lasciamo attrarre da Lui. Accettare il suo amore, però, non basta. Occorre corrispondere a tale amore ed impegnarsi poi a comunicarlo agli altri: Cristo mi attira a sé per unirsi a me, perché impari ad amare i fratelli con il suo stesso amore”.

            Che Maria, in piedi sotto la croce, insegni a noi un amore generoso e fedele per Cristo e per la Chiesa, affinché rispondiamo ogni giorno meglio alle attese del Signore verso noi stesse e verso la nostra Congregazione.

 

            Con tanti saluti e affetto –

                                                                                               (-) la madre

 Varsavia, Quaresima 2008


 

[1] Cfr Gv 3, 5.

[2] Cfr. Mt 4, 4.

[3] Cfr. Gv 4, 10. 14.

[4] Gv 7, 37-38.

[5] Cfr. Costituzioni n° 51, 1.

[6] Cfr. Ibidem, n° 2.

[7] Cfr. Direttorio: Che ci domanda Dio.

[8] Cfr. Costituzioni, n° 3.

 

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