LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi abbiamo contemplato la sua gloria …

A quanti però lo hanno accolto

ha dato potere di diventare figli di Dio

(Gv 1, 14. 12).)

                                 

Amate Suore,

            Da oltre duemila anni la Chiesa non cessa ad annunziare al mondo la lieta notizia dell’incarnazione del Figlio di Dio: “Ecco, vi annunzio una grande gioia: oggi è nato per voi un Salvatore, che è Cristo Signore. Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”[1].

            Nonostante il trascorrere del tempo, sorgono sempre nuovi interrogativi riguardanti il luogo di nascita di Colui che era atteso dalle nazioni.  Perché il Signore del mondo intero, sceglie una piccola borgata sperduta nel paese di Giuda, e in esso una stalla e una mangiatoia?

            Per donarsi a noi, Dio può servirsi di qualunque luogo e di ogni evento. Viene anche senza essere invitato, si ferma lì dove regnano le tenebre e le oscurità, per essere luce e vita. Per la sua nascita non poté scegliere un posto migliore di Betlemme, che vuol dire: “casa del pane”. Gesù stesso dirà di sé di essere “il pane di Dio che discende dal cielo e dà la vita al mondo”[2]. Il Bambino che giace nella mangiatoia è l’annuncio dell’Eucaristia e sempre nuovamente ci invita alla sua mensa “prendete e mangiate”. Sia a Betlemme che nell’Eucaristia ci dona tutta la sua fragilità ed impotenza, nel suo amore si affida tutto a noi. Tutto affidato alla discrezione dell’uomo, perché tale è l’amore del Dio Incarnato – esposto ad essere ferito, soltanto esso è capace di saziare la fame dell’uomo, di restituire la speranza e dare la vita.  Sulla pagine del Vangelo è Gesù stesso a garantirci che “chi mangia questo pane vivrà in eterno”[3].

            Il mondo di oggi, come quello di duemila anni fa, continua a non riconoscere la visita di Dio e la presenza di Dio nel mondo, e più volte addirittura aspira che venga cancellato il ricordo del Dio vivente, del Dio incarnato… È a noi, che confessiamo Lui, Gesù affida la missione di annunziare il Mistero della sua Incarnazione. Vuole nascere in noi e per mezzo nostro nei cuori degli uomini, vuole restituire ad essi la vita di Dio, vuole essere il cibo e la via verso il Padre.

            Suore Amate, adorando il Bambino Divino – il Dio incarnato – apriamo i nostri cuori per accogliere il dono ineffabile del Suo amore, che è capace di trasformare i nostri cuori e rigenerarci alla vita nuova – al dono di sé, cioè a rendere il nostro amore simile all’amore del Divin Cuore. Preghiamo anche Maria, Madre di Gesù e Madre nostra, di accompagnarci in questa adorazione del Verbo Incarnato e di condurci ad una più profonda conoscenza dei desideri del Suo Cuore.

            Col pensiero, con la preghiera e con il cuore, abbraccio tutte le nostre Comunità disseminate in tutto il mondo, ciascuna di voi amate Suore, le nostre famiglie, i nostri amici e i nostri ospiti che trascorrono con noi questa sera della vigilia del Natale del Signore.

                        Saluto cordialmente ed auguro gioiose

 e colme di benedizioni Feste del Natale del Signore –

                                                                                              (-) m. Francesca

 

Varsavia, Natale del Signore 2010


[1] Crf. Lc 2, 10-11.

[2] Cfr. Gv 6, 33.

[3] Gv 6, 58.

 

 

 

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