LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Varsavia, 21 agosto 2015

 

Amate Suore,

 

come ogni anno, nel mese di settembre, nella maggioranza delle nostre comunità, specialmente in quelle dell’Emisfero Nord, iniziamo un nuovo anno di lavoro. Siamo nel corso del Giubileo del 150° della nascita della nostra santa Fondatrice, iniziato nell’aprile di quest’anno. Tutte sentiamo che questo è un particolare anno di grazia per ciascuna di noi, per le nostre comunità ed anche per gli ambienti in cui viviamo e lavoriamo. Nell’ultimo Messaggero Grigio del giugno a.c., abbiamo cercato di raccogliere i più importanti eventi connessi a questa circostanza non comune. Possiamo notare con facilità quanto sant’Orsola sia conosciuta e amata non solamente da noi, orsoline grigie, ma dalle cerchie sempre più ampie della gerarchia e dei laici. Sono sempre più numerose le persone che pregano mediante la sua intercessione e ottengono le grazie di cui hanno bisogno per se stesse e per le loro famiglie. C’è di che rendere grazie a Dio! Desidero, a questo punto, dire un affettuoso grazie a tutte voi perché vi inserite attivamente nelle celebrazioni giubilari, organizzando vari eventi e iniziative di ogni tipo, per l’uso dei mezzi di comunicazione sociale, per la pubblicazione dei libri e di altri materiali utili per la diffusione del culto di sant’Orsola. Ringrazio le suore inferme e anziane, che con costanza sostengono tutta la Congregazione con la preghiera e con l’offerta non sempre visibile e a noi conosciuta, ma non meno efficace in un’altra dimensione!

 

Nel vivere questo giubileo, tuttavia, non possiamo limitarci alle singole celebrazioni, oppure ad altre iniziative di questo genere, indubbiamente belle e preziose per noi, e per gli altri… Dobbiamo interrogarci sempre di più, se noi, figlie spirituali di sant’Orsola, siamo almeno un po’ simili a Lei e quanto cerchiamo di vivere il carisma lasciatoci da Lei? E sia proprio esso a formare il nostro modo di pensare e di formare i nostri concreti atteggiamenti, e le scelte che operiamo?

Per meglio rispondere a queste domande dobbiamo cercare di ricorrere nuovamente agli scritti della Fondatrice, specialmente al Testamento, che la Madre lasciò a noi in forma di Domande rivolte “alle sue dilettissime figlie”. Il Testamento, si può dire, è la sintesi della nostra spiritualità, è un tentativo di esprimere con le parole la forma della nostra vita, la vita delle orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante. Racchiude in sé anche la nostra identità e come dovremmo essere, se vogliamo rispondere in pienezza alla nostra vocazione.

 

Nell’Anno del Giubileo di sant’Orsola, non si può fare a meno di non tornare a ciò che costituisce il fondamento della nostra Famiglia religiosa ed è, allo stesso tempo, la fonte da cui possiamo attingere incessantemente la linfa vitale per rinnovare in ogni dimensione la nostra vita! Per ciascuna di noi, il Testamento della Fondatrice è un tesoro nascosto nella terra della nostra quotidianità. È una perla, per acquistare la quale vale la pena sacrificare tutto. È una sicura ed infallibile guida, è come un segno stradale sulla via della pratica del comandamento dell’amore di Dio e dell’uomo, cioè uno strumento efficace per tendere alla santità.

 

In questo particolare anno il Testamento sia per ciascuna di noi l’obbligatoria lettura, il testo base per la meditazione. Che esso ci conduca alla contemplazione e all’imitazione del Cuore Divino, nel suo amore senza riserve per Dio Padre e per ogni uomo. Sia esso contemporaneamente la nostra risposta alle ultime parole della Madre a noi rivolte: “Vorrei chiedervi incessantemente, Figlie mie, cercate in primo luogo la santità. Questo è lo scopo per cui siete entrate in convento, questa è la volontà di Dio: la vostra santificazione. Siate sante e la benedizione di Dio rimarrà nella nostra Congregazione. (…) Siate sante e sarete la consolazione del Cuore di Gesù in agonia. Siate sante!”

 

In un discorso alle religiose, Paolo VI disse: “La vita religiosa, oggi più che mai, deve essere vissuta nella sua genuina integrità, nelle sue alte e tremende esigenze, nella profondità, sempre nutrita di puntuali e regolari preghiere, della sua vigilante interiorità, nell’osservanza austera, normale, connaturata, dei santi voti; dev’essere santa, in una parola; e santa secondo i maggiori bisogni della psicologia moderna, e secondo il combattimento morale, fatto più arduo e strenuo, dal circostante lassismo moderno. O santa, o non è”  (Beato Paolo VI, Discorso alle Missionarie Francescane di Maria, Grottaferrata, 11 settembre 1965).

Queste parole, pronunciate alcune decine anni fa, non hanno perso nulla della loro attualità, infatti “la vita consacrata dovrebbe rispecchiare lo stesso modo di vivere di Cristo” (cfr. VC, 32).

 

Amate Suore, stiamo vivendo un anno che è particolare per tutta la Chiesa. Continua l’Anno della Vita Consacrata, indetto alcuni mesi fa dal papa Francesco. Nel mese di ottobre p.v. si compie il 50° del Decreto del Concilio sul rinnovamento della vita religiosa: Perfectae Caritatis (28.10.1965), il quale, insieme alla Costituzione dogmatica sulla Chiesa: Lumen gentium, tracciò le vie del rinnovamento della vita consacrata nella Chiesa universale.

 

Tra alcune settimane, dal 4 al 25 ottobre, saremo testimoni della seconda parte del Sinodo dei Vescovi dedicato alla famiglia. Non è necessario scrivere quanto questo tema sia impellente e importante, da parte nostra circondiamo della nostra perseverante preghiera i lavori dei Padri Sinodali e le famiglie.

 

Un altro importante evento di quest’anno è l’Anno Santo, il Giubileo Straordinario della Misericordia, indetto già prima dal papa Francesco, che si aprirà l’8 dicembre, nella solennità dell’Immacolata Concezione della BVM e si concluderà il 20 novembre 2016, nella solennità liturgica di Gesù Cristo Signore dell’Universo. La bolla pontificia Misericordiae vultus, informa ampliamente i fedeli e gli uomini di buona volontà di ciò che è e come dovrebbe essere vissuto questo straordinario anno di grazia. Nel programma del lavoro annuale abbiamo previsto i temi connessi ad esso, siano essi di aiuto per approfondire e comprendere più pienamente l’amore misericordioso di Dio e per “diventare strumenti della misericordia verso gli altri, perché noi per primi l’abbiamo ottenuta da Dio” (Cfr. Francesco, Bolla Misericordiae vultus).

Nell’anno 2016, la Polonia celebrerà il 1050° anniversario del Battesimo e ospiterà, nel mese di luglio, la Giornata Mondiale della Gioventù, alla quale presiederà il Santo Padre Francesco. Sono eventi storici, estremamente importanti per la Chiesa che è in Polonia e per tutta la società, cerchiamo non soltanto di seguirli grazie ai mezzi di comunicazione sociale, ma anche attraverso la partecipazione alle funzioni o agli incontri con il Santo Padre, penso in modo particolare alle suore che lavorano con i giovani… Apriamo le nostre case per accogliere la gioventù che vorrà prendere parte alla suddetta Giornata Mondiale della Gioventù.

 

Nella nostra Congregazione, oltre al Giubileo della nascita di sant’Orsola e di ulteriori iniziative ad esso unite, non possiamo dimenticare gli altri anniversari importanti, che avremo ancora nel corso di quest’anno solare, elencherò soltanto alcuni: nel mese di settembre a.c. si compiono i 25 anni dalla riattivazione (dopo i 28 anni di intervallo) della Scuola di Pniewy, fondata da sant’Orsola, 95 anni fa.

 

Vogliamo rendere a Dio il nostro comune grazie, per la possibilità di poter continuare a Pniewy quest’opera, che forma le nuove generazioni dei Polacchi e, da pochi anni, anche la gioventù che viene dall’Ucraina e dalla Bielorussia.

 

Nel settembre si compiono anche i 25 anni dall’inizio del nostro lavoro in Ucraina e in Tanzania, e nel mese di dicembre p.v., le suore in Canada, avranno il giubileo d’oro della loro vita e del loro lavoro in terra canadese. Rendiamo grazie a Dio per le nostre Suore nei paesi sopra menzionati, per il loro generoso lavoro e per tutte le persone, che resero possibile la realizzazione della nostra presenza e della nostra missione. Ringraziamo il Signore per il dono di numerose vocazioni alla nostra Congregazione, specialmente in Tanzania, e domandiamo la protezione divina sulle Suore, sulle comunità, sulle opere che gestiamo e sugli impegni di lavoro che assumiamo – affinché tutto sia per la maggiore gloria di Dio e per il bene di coloro per cui lavoriamo e con chi condividiamo la nostra quotidianità.

Saluto cordialmente –

(-) m.Franciszka Sagun

 

LETTERE della SUPERIORA GENERALE alla CONGREGAZIONE