LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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LETTERE della SUPERIORA GENERALE alla CONGREGAZIONE

 

Amate Suore,

            Nei paesi dell’emisfero nord, con l’inizio di un nuovo anno scolastico, nella nostra Congregazione cominciamo un altro anno di lavoro spirituale. Il programma di quest’anno è una modesta risposta all’appello del Santo Padre Benedetto XVI, per la nuova evangelizzazione. Alcun anni prima, il Beato Giovanni Paolo II, nelle lettere e nei discorsi a noi rivolti, esortava a “cercare, alla luce dello Spirito Santo, le possibilità per inserirsi, con un dinamismo nuovo, nella grande opera di evangelizzazione, che la Chiesa intraprende incessantemente”[1].

            Prima di tutto vogliamo evangelizzare noi stesse interrogandoci sulla nostra fede, speranza e carità oggi. Le tre virtù teologali, innestate nel santo battesimo, se vengono sviluppate nella vita di un cristiano, portano all’apice della santità. Vogliamo dunque porci la domanda riguardante la nostra fede, se essa continua ad essere viva e profonda, se essa veramente influisce le nostre opzioni e forma i nostri atteggiamenti nella vita di ogni giorno. Ponendoci la domanda riguardante la speranza, vogliamo chiederci: in chi o in che cosa noi la poniamo? Infine, interrogandoci sulla nostra carità, chiediamo come essa è verso Dio e verso il prossimo;è incondizionata e fedele, disposta ad un dono totale di sé?

            Per la sua natura, la vita religiosa è inscritta nella missione della Chiesa. La nostra vocazione di orsoline ci unisce in un modo tutto speciale al mistero dell’agonia di Cristo, ma anche ci invita e in un certo senso ci obbliga a portare nella nostra carne l’agonia del Sacro Cuore di Gesù; il “Sitio” di Cristo ci spinge a condividere con gli altri la fede, la speranza e la carità. Desideriamo infatti rispondere con l’amore all’amore del Divin Cuore in modo da diventare nel mondo di oggi un prolungamento della sua salvifica missione[2].

            In una delle sue lettere alla Congregazione, M. Frncesca Popiel, meditando il messaggio: “Andate ad annunciare…” che Gesù risorto trasmise alle donne giunte alla sua tomba e quello rivolto a Maddalena: “va’ dai miei fratelli e di’ loro…”, scrisse: “per poter compiere questa missione di Cristo, nelle nostre menti deve esserci la luce e il calore nei nostri cuori, poiché dobbiamo annunciare Gesù con la nostra vita. È il nostro modo di raccontare ai fratelli il Vangelo di Cristo. Ogni nostro contatto con essi parli loro di Cristo. Riconoscano in noi la sua bontà e la misericordia che perdona e dimentica tutto. Riconoscano il suo immergersi nella preghiera, una grande pace e il raccoglimento. Possano discernere in noi la sua donazione totale ai fratelli e lo spirito di sacrificio senza limiti. Guardandoci, comprendano quale grande gioia sia l’essere al Suo servizio”[3].

Lavorando sui singoli temi attingeremo dal magistero della Chiesa, in modo particolare dai testi del beato Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI. Non può mancare il riferimento agli scritti della nostra Santa Fondatrice, dove possiamo cercare le ispirazioni sempre nuove per la nostra vita e il nostro impegno nella Chiesa. Nella sua lettera alla Congregazione nell’anno 1995, Giovanni Paolo scrisse di Lei così: “Sensibile ai bisogni dei propri tempi, li affrontava con coraggio, trovando modi nuovi e pratici per la loro soluzione. Si tratta qui prima di tutto della questione dell'educazione dei bambini e dei giovani, del ruolo e dell'identità della vocazione della donna, del problema del lavoro e delle questioni sociali ad esso unite. Grazie a ciò, si può dire che la Beata Orsola Ledóchowska fu, ai suoi tempi, un'apostola della nuova evangelizzazione, dando con la propria vita e attività, la prova che l'amore evangelico è sempre attuale, creativo ed efficace”.

Nella stessa lettera il Papa ci esorta: “Camminate con perseveranza, con spirito di sacrificio e con coraggio sulla via dell'amore. Questa è la testimonianza che la Chiesa, il mondo contemporaneo e l'uomo attendono oggi da voi. Dimenticando voi stesse, fatevi – sull'esempio della vostra Fondatrice – tutto a tutti, portando tutti a Cristo, all'amore del suo Cuore Divino. "Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al vostro Padre che è nei cieli" (Mt 5,16)” [4].

Suore amate, questi pensieri vi incoraggino a riprendere, con uno nuovo slancio ed entusiasmo la chiamata ad inserirci con tutta la vita nella grande opera dell’evangelizzazione. Ricordiamo allo stesso tempo che: “Qualunque sia il nostro servizio in seno alla comunità, partecipiamo all’apostolato mediante le proprie disposizioni interiori, grazie alle quali la nostra preghiera, la sofferenza, l’attività oppure l’infermità acquistano carattere apostolico”[5].

* * *

Durante gli incontri estivi, quest’anno a Pniewy, mi sono rivolta alle suore con  la proposta di consacrare al Cuore Divino le nostre opere e le nostre iniziative apostoliche. Essa è nata sullo sfondo dell’iniziativa del Santo Padre Benedetto XVI, annunziata antecedentemente, di affidare i giovani al Sacratissimo Cuore di Gesù, durante la XXVI Giornate Mondiale della Gioventù a Madrid,. Il Pontefice ha compiuto il suddetto atto durante la veglia di preghiera, la sera del 20 agosto u. s. all’aeroporto dei Cuatro Vientos.

La nostra Madre Fondatrice, l’11  giugno 1920, compì per la prima volta l’atto di consacrazione della nostra Congregazione al Cuore Divino, nella chiesa del Gesù a Roma. Lo fece per la seconda volta, un anno dopo, durante la benedizione della prima pietra della cappella di Pniewy, il 22 agosto 1921. Un successivo atto di consacrazione della Congregazione al Cuore Divino, ebbe luogo in modo solenne, durante il Sinodo delle orsoline a Pniewy, nel mese di gennaio dell’anno 1999.

Sin dall’inizio dell’esistenza della nostra Congregazione, la Fondatrice desiderava di radicare nelle suore l’amore per il Cuore di Gesù e allo stesso tempo rendere questo Cuore fine e il fondamento della vita della Congregazione e anche  fonte di efficienza apostolica. Dopo aver ricevuto la prima notizia che la Congregazione avrebbe ricevuto il nome di: “Orsoline del Sacro Cuore di Gesù”, nella lettera dall’Aalborg, Madre Orsola scrisse così: “Prego incessantemente per voi, insieme a voi mi reco alla preghiera. Porto tutte con me e prego per ottenere una sola grazia, nella quale tutto è contenuto, cioè di amare sempre e sempre più il Cuore Divino di Gesù. Questa è l’essenza e la base, il fine della nostra vita. Se ci sarà questo, tutto il resto andrà bene”[6].

In una successiva lettera alle stesse suore, la Fondatrice le esortava intensamente a pregare per questa intenzione: “Preghiamo con ogni lavoro, con ogni azione, con ogni piccola croce, e sempre, in fondo al cuore ci sia questa preghiera: amare sempre più il Sacratissimo Cuore di Gesù. Il Regno del Sacro Cuore si estenda sulla terra, si consolidi, e noi dobbiamo essere dei suoi piccoli strumenti – non abbiamo bisogno d’altro. (…). Avanti, con fiducia, verso il Divino Cuore…”[7].

Poiché la missione principale della Congregazione “è annunciare Cristo, l’amore del Suo Cuore” attraverso ogni forma del nostro apostolato (cfr. Cost. 4), mi parve dunque opportuno non soltanto affidare al Sacratissimo Cuore di Gesù tutta la nostra Congregazione, le nostre comunità e noi stesse, ma anche le opere che gestiamo e le iniziative apostoliche che assumiamo, i bambini, i giovani, intere famiglie e le persone che incontriamo e che serviamo ogni giorno.

Ad un atto del genere occorre prepararsi bene e preparare anche le persone che vogliamo affidare al Divino Cuore. Rivolgo dunque l’appello alle superiore dei centri e a quelle locali, ed anche a tutte le Suore della Congregazione, di intraprendere una comune preparazione, durante i prossimi mesi che ci separano dalla solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il 15 giugno 2012, in cui compiremo il suddetto atto di consacrazione al Cuore Divino.

Ecco alcuni suggerimenti da sfruttare liberamente, ad esempio:

·                     una novena di mesi, il primo venerdì, iniziando dal mese di ottobre 2011;

·                     ogni comunità potrebbe offrire (ove è possibile) la Santa Messa secondo le intenzioni delle nostre opere apostoliche, chiedendo i buoni frutti dell’atto di consacrazione al Cuore Divino;

·                     una fervida preghiera di ringraziamento e di impetrazione, unita agli atti di riparazione al Cuore Divino.

 

Al termine di questa lunga lettera, auguro a ciascuna e a tutta la nostra Congregazione uno zelo infaticabile al servizio di Dio e dell’uomo, la pace del cuore e che si sprigioni una profonda gioia nella nostra grigia quotidianità.

Saluto cordialmente –

m.Franciszka Sagun                                                                                 

Varsavia, 24 agosto 2011


 

[1] Giovanni Paolo II, Telegramma al XIV° Capitolo Generale della Congregazione, 17.08.2001.

[2] Cfr. Costituzioni, 2-3. 76.

[3] M. F. Popiel, Lettera alle suore, Czêstochowa, 11.03.1956.

[4] Giovanni Paolo II, Lettera alle Orsoline SCGA in occasione del  giubileo  del 75° della Congregazione 20.06.1995.

[5] Cfr. Costituzioni, 85.

[6] M. Orsola Ledóchowska, lettera del 28.04.1920.

[7] M. Orsola Ledóchowska, lettera del 17.07.1920.