LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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V° ANNIVERSARIO DELLA CANONIZZAZIONE

Mi univo in  spirito alle preghiere

 di ringraziamento per la grazia della canonizzazione,

 chiedendo alla S. Madre Orsola di intercedere

 presso il trono di Dio, affinché le sue figlie spirituali

seguissero le orme della loro Madre sul cammino

verso la santità e colme d’amore per il Cuore di Gesù, servissero

Dio nel prossimo, bisognoso di consolazione spirituale e di aiuto

Giovanni Paolo II

dalla lettera a M. Jolanta Olech, 31 maggio 2003

     Molto Amate Suore,

      il 18 maggio p. v. cade il 5° anniversario della canonizzazione della nostra Madre Fondatrice, il 20 giugno invece – 25° della sua beatificazione. Entrambi questi anniversari, ci esortano al rendimento di grazie a Dio per la persona di Sant’Orsola Ledóchowska ed anche per il dono della nostra Congregazione e del suo straordinario carisma, di cui, il Santo Padre Giovanni Paolo II, disse durante la sua visita presso la sua tomba, nella casa generalizia a Roma:

La vostra Fondatrice ha ricevuto dallo Spirito Santo un grande carisma. Questo carisma del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, così profondo e allo stesso tempo così umano, così aperto, così moderno, così evangelico, semplice, così aperto alle situazioni di ogni genere.

Voglio augurarvi di portare nel mondo questo particolare carisma della vostra vocazione, il carisma della vostra Fondatrice, della vostra Comunità religiosa, della vostra famiglia[1].

Cerchiamo una volta ancora di fissare lo sguardo su questo carisma, nel quale è ancorata la nostra sequela di Cristo sulla via dei consigli evangelici. Nei suoi scritti la Fondatrice ci conduce da maestra a scoprire e a vivere il nostro carisma sia nella dimensione verticale che in quella orizzontale.

Nel Direttorio, subito nell’Introduzione, ci pone innanzi Maria e Gesù: Maria nella scena dell’Annunciazione e Gesù agonizzante, nel mistero del Suo Divino Cuore. Questi due Misteri, la contemplazione di essi e il fissare lo sguardo su di essi, devono formare la nostra vita consacrata come orsoline[2]. La Madre avverte che qui non si tratta del sentimento e del dolce trasporto, della ricerca di cose straordinarie, ma della costruzione degli atteggiamenti basati sulla ragione e sulla volontà, dell’assimilazione degli atteggiamenti e dei sentimenti che caratterizzarono la vita di Gesù e di Maria, e dell’incarnazione di essi nella vita di ogni giorno.

Nel nostro carisma siamo ancorate al “Fiat” di Maria e al “Sitio” di Gesù – questo è il luogo e la forma della nostra risposta – della nostra vocazione e missione. Guardando Maria nell’Annunciazione, vogliamo a suo esempio formarci un atteggiamento di servizio e di disponibilità a compiere la volontà di Dio, e allo stesso tempo, con il suo aiuto e per sua intercessione, scoprire i desideri del Cuore Divino. La Fondatrice ne parlò in modo molto esplicito:

Amore, penitenza, ecco il nostro dovere, ecco il nostro servizio di Dio; spirito d’amore e di penitenza nella preghiera, nella carità verso il prossimo, nel lavoro duro, sovente spiacevole, nella croce della vita di ogni giorno, nella sofferenza, - amore, penitenza dalla mattina alla sera, sempre e dovunque![3]

Un atteggiamento di questo genere è possibile soltanto se è fondato sull’umiltà, la virtù principale della nostra Congregazione.

Nell’anno 2001, Giovanni Paolo II scrisse alla Congregazione di Madre Orsola: La sua vita era “un inno d’amore” per il Sacro Cuore di Gesù Agonizzante e un “fiat”, pieno di dedizione, nel quale impegnò tutto lo sforzo della sua mente e del suo cuore. Questa contemplazione del Cuore di Gesù, agonizzante d’amore per l’uomo, e l’unire con Lui tutta la vita, divenne la fonte del suo “eroismo di santità”, che si distingueva per la capacità di armonizzare un’intensa vita interiore con un’attività apostolica, ugualmente intensa, piena di nuove iniziative[4].

Durante la canonizzazione, in Piazza San Pietro, il Santo Padre indicò un’altra fonte da cui Sant’Orsola attingeva molto abbondantemente: la Fondatrice attingeva dall’amore per l’Eucaristia l’ispirazione e la forza per la grande opera dell’apostolato. Scriveva: «Devo amare il prossimo come Gesù ha amato me. Prendete e mangiate… Mangiate le mie forze, sono a vostra disposizione (…). Prendete e mangiate le mie capacità, il mio talento (…) il mio cuore, affinché con il suo amore esso riscaldi e illumini la vostra vita (…). Prendete e mangiate il mio tempo, sia esso a vostra disposizione. (…) sono vostra come Gesù-Ostia è mio»[5].

Dalla quotidiana Eucaristia anche noi dobbiamo attingere potenza e forza, per rendere presente l’amore del Cuore Divino e per condividerlo con la comunità e con i fratelli[6].

Rendendo grazie a Dio per il dono della Santa Fondatrice, vogliamo ringraziare anche per il dono della vocazione e della vita di ogni orsolina grigia, per la continuazione e per aver reso presente il carisma della nostra Famiglia religiosa in cinque continenti, in dodici paesi e in quasi cento comunità. Non è possibile misurare l’amore e la dedizione, la sofferenza e il sacrificio delle nostre consorelle, sia di quelle che sono già andate dal Signore, che di noi tutte, che ogni giorno cerchiamo di realizzare la missione della Congregazione – Dio stesso sia lodato in noi e da noi, e il Suo regno, il regno del Cuore Divino, si consolidi nei nostri cuori e in quelli di coloro con i quali condividiamo la nostra quotidianità.

Quest’anno è anche l’anno giubilare della Comunità delle orsoline a Primavalle, a Roma – nel mese di giugno cade il 75° della sua fondazione da parte di Sant’Orsola. Nella lettera alle suore, la Madre scrisse così sugli inizi di questa casa:

Devo condividere con voi ciò che per noi tutte dovrebbe essere una grande gioia. Il Cardinal Vicario del Santo Padre nella sede episcopale di Roma, vuole affidarci una missione – non in Africa, ma qui, dove c’è ugualmente bisogno delle missioni, e precisamente alla periferia di Roma, a Primavalle. Vi sono solo baracche rosse e ci daranno una di quelle. Ho chiesto di non costruire nulla di meglio. Vivremo lì, insieme ai poveri, insegneremo loro il catechismo, assisteremo i malati e offriremo a tutti il nostro amore. È per noi onore e grazia di essere chiamate al lavoro di questo genere, ma dobbiamo rispondere alla fiducia che pongono in noi, dobbiamo cercare di essere sante. Quel Padre, che ci ha preparato questo lavoro, mi disse: «Dovete santificarvi sulla strada – sulla strada come gli apostoli», e la nostra Madonna della Strada ci darà una mano in questo[7].

Dobbiamo cercare di essere sante – sono le parole della nostra Fondatrice.

Sappiamo che la vita consacrata, per sua natura è il tendere al perfetto amore, cioè alla santità. Nell’esortazione apostolica Vita consacrata, Giovanni Paolo II disse che: Il cammino che conduce alla santità comporta quindi l’accettazione del combattimento spirituale. È un dato esigente al quale oggi non sempre si dedica l’attenzione necessaria[8].

La santità è un fine ambizioso, ma non è questo il compimento della vocazione essenziale di ogni uomo creato ad immagine e somiglianza di Dio? Saremo anche noi, orsoline del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, a dare al Signore la possibilità di attuare in noi e per nostro mezzo il suo disegno eterno: Siate santi, perché io sono santo[9].  L’elevazione della nostra Fondatrice alla gloria degli altari, non dovrebbe mobilitarci a seguire coraggiosamente le vie tracciate per noi dalla nostra Santa Madre?

 

Che questi anniversari non passino senza un’eco nelle nostre Comunità disperse in tutto il mondo, e prima di tutto ridestino al nostro rinnovamento una più piena consapevolezza del dono e dei compiti, nascosti nella nostra vocazione e consacrazione religiosa, nel nostro carisma di orsoline.

                                                     Benedico di cuore –

                                                                                        (-) madre

 Varsavia, 3 maggio 2008 


 

[1] Roma, 26.01.1986.

[2] Cfr. Costituzioni, 51.

[3] Direttorio, p. 5.

[4] Telegramma al XIV Capitolo Generale, 17.08.2001.

[5] Meditazioni, VI n° 13.

[6] Costituzioni, 6.

[7] Lettera circolare, marzo 1932.

[8] VC, 38.

[9] Lv 11, 44.

 

madre Francesca

 Varsavia, Pasqua 2008

 

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