LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Varsavia, Avvento 2010

            Amate Suore,

            nella prima Domenica d’Avvento, insieme a tutta la Chiesa iniziamo il nuovo anno liturgico. La liturgia di quattro settimane di seguito, avvicinandoci gli eventi salvifici, ci esorterà alla vigilanza, per riconoscere il tempo della visita del Signore. L’Avvento, infatti, è un tempo di incrollabile speranza, ormai attuatasi nel mistero dell’incarnazione di Gesù, che si compirà nella Sua seconda venuta. È dunque un tempo di attesa, di preparazione e di vigilanza, cioè il tempo in cui la vita va vissuta con maggiore consapevolezza e attenzione e contemporaneamente è un tempo di fare ordine e di rimettere a posto la giusta gerarchia dei valori, del assaporare il gusto delle cose di Dio, del acutizzare l’ascolto spirituale per udire i passi di Colui che viene.

            Parlando dell’Avvento, il Santo Padre Benedetto XVI, sottolinea che questo “è il tempo che ci deve aiutare a comprendere, che il Signore è vicino, che il Signore viene costantemente, per essere con noi, per formare il nostro amore”.

            Nasce spontaneamente la domanda: quanti Avventi ci sono stati nella nostra vita e come li abbiamo vissuti? Sono stati per noi veramente un tempo di grazia? Quei periodi hanno segnato le tappe successive del cammino della nostra maturazione spirituale e umana? Il nostro amore, si è reso almeno un po’ simile all’amore del Sacro Cuore di Gesù Agonizzante, cioè a quello del dono di sé, senza calcoli e senza attendere l’amore altrui?

            Poniamoci anche delle domande se la nostra attesa della venuta del Signore è almeno un po’ simile a quella di Maria, Madre di Gesù, la quale senza difficoltà riconobbe il tempo della visita divina ed accettò con fede il piano di Dio per Lei. La propria disponibilità a compiere la volontà divina, Maria la confermò con le parole che sono il motto della nostra Congregazione: “Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola”. Maria rimase sino alla fine fedele a quelle parole, indipendentemente dalla situazione in cui si trovava nella vita. Sulla via della fede e della speranza formava il proprio atteggiamento di fedeltà alla parola data una volta.

            Vogliamo trascorrere insieme a Maria questo tempo speciale. Dobbiamo, come lei, voler cantare il nostro Magnificat per le grandi cose che il Signore ha fatto e continua a fare nella storia dell’umanità, della Chiesa, della nostra Congregazione e in noi stesse. Perseveriamo con Maria nella preghiera, meditando e conservando la Parola di Dio, offertaci dalla liturgia quotidiana. Consolidiamo, insieme a Maria, la nostra fede e la nostra speranza nel compimento di questa Parola di Dio, poiché vogliamo credere come Lei, che veramente “a Dio niente è impossibile”.

            Nel Testamento a noi lasciato, la nostra Madre Fondatrice scrisse che “questa fiducia incrollabile, infantile”, calma, è una delle prove d’amore che possiamo dare a Gesù”. Nel mondo di oggi, dove tutto viene messo in dubbio, il nostro atteggiamento di fede ancorato nel Signore della vita e della carità, per molti può diventare un segno di speranza che non tutto è perduto, che vale la pena faticare per le giuste cause e i giusti valori. I numerosi martiri del nostro tempo continuano a portare accesa la fiaccola di Cristo Risorto, annunziando la vittoria dell’amore sull’odio e della vita sulla morte. Anche noi, grazie alla consacrazione religiosa, abbiamo intrapreso la via della totale donazione al Signore; rinnoviamo dunque la nostra fedeltà a Cristo nella vita di ogni giorno, riconoscendo il Signore in ogni persona che viene, in modo particolare in quella che è accanto a noi in casa, per la strada, sull’autobus o sul tram, in una persona malata e bisognosa d’aiuto. Ci accompagnino costantemente le parole di Gesù: “Tutto quello che non avete fatto a uno solo di questi più piccoli, non l’avete fatto a me” (Mt 24, 40).

            Nell’ambito della formazione permanente personale e degli incontri formativi nelle nostra comunità, non dimentichiamo il nostro essere nella Chiesa e con la Chiesa, sia nella dimensione universale che in quella particolare di un dato paese in cui viviamo e lavoriamo. Voglio ricordare che è stata pubblicata l’esortazione postsinodale Verbum Domini, che costituisce il riassunto della XII Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi che tenne i suoi lavori a Roma, dal 5 al 26 ottobre 2008, il cui tema è: La parola di Dio nella Vita e nella Missione della Chiesa. Nella Chiesa in Polonia, invece, nella prima domenica d’Avvento inizierà la realizzazione di un programma pastorale triennale: “La Chiesa: casa e scuola di comunione”. Il primo, anno del programma previsto per tre anni, si concentrerà intorno al tema: “In comunione con Dio”. Mons. S. G¹decki, presidente della Commissione per la Pastorale, della Conferenza Episcopale Polacca, metropolita di Poznañ, durante la presentazione del suddetto programma, espresse l’opinione che l’attuale compito della Chiesa in Polonia è il risveglio della mistica, e dunque il ricupero della sensibilità al legame con Dio e sottolineò che l’elemento fondamentale della fede cristiana è la relazione personale dell’uomo con Dio, il radicamento in Dio.L’Arcivescovo osservò anche che il fondamento di ogni programma o di ogni azione pastorale, deve essere il consolidamento di questa relazione essenziale per la fede. “Se perdiamo una tale prospettiva, le iniziative pastorali – perfino quelle preparate perfettamente – soddisferanno esclusivamente gli organizzatori, senza produrre un effetto più profondo”. L’anno liturgico 2010/2011 sarà dunque dedicato principalmente alla “scoperta delle radici mistiche – della comunione con Dio”.

            Ritengo che i suddetti materiali e i loro contenuti dovrebbero essere inseriti nei nostri programmi di formazione e sfruttati da noi come lettura spirituale e come aiuto nell’”incontro personale e comunitario con Cristo, Verbo della Vita che si è reso visibile, e a farci suoi annunciatori perché il dono della vita divina, la comunione, si dilati sempre più in tutto il mondo”[1].

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            Spero che a tutte le comunità sia arrivato il numero 100° del Messaggero Grigio, quasi totalmente dedicato alle notizie attuali della vita della Congregazione, ed anche a quelle di carattere storico, comprendenti il periodo degli inizi dello sviluppo della Congregazione negli anni 1920-1939, cioè durante la vita della Fondatrice.

            Il 1 ottobre a. c., a Pniewy, cinque candidate sono state ammesse al postulato “stretto”. Lo stesso giorno, a Mkiwa in Tanzania, cinque candidate sono state ammesse al postulato. In Polonia, negli ultimi mesi sono entrate nella nostra Congregazione due candidate: Ola So³tysiak di Blachownia, vicino a Czêstochowa (il 26 settembre) e Anna Przywara di Bratkowice, nei pressi di Rzeszów. La prima, trascorre il periodo della candidatura nella comunità di Sieradz-Monice, la seconda, a Tarnów. Domandiamo al Signore le grazie necessarie alla nostra gioventù religiosa e il consolidamento nella vocazione, e non cessiamo di pregare per le nuove vocazioni per la nostra Congregazione.

            Dopo il soggiorno a Roma di tre anni, è tornata in Tanzania Sr. Anitha Kasanga (il 12 novembre). Dopo circa due anni in Bolivia, Sr. Anna Klimczak ha ripreso il lavoro in Brasile, a Primavera (il 17 novembre). A Oruro rimangono Sr. Gra¿yna Ma³ecka e Sr. Nelida Pilinco, un’argentina  di origine boliviana. Sr. Nelida si trova in Bolivia dal 22 aprile u. s.

            Dal 7 ottobre u. s., Sr. M. Thérèse Vallet ha fatto la visita canonica alle comunità del Brasile e dell’Argentina, invece suor assistente, Sr. Aleksandra Kmieciak ha visitato, nel mese di ottobre le comunità in Ucraina, e prossimamente farà lo stesso nella nostra comunità di Minsk, in Bielorussia. Io invece sto visitando la comunità di Varsavia.

            Unisco i miei cordiali saluti e assicuro del mio ricordo nella  preghiera –

                                                                                  (-) m. Francesca


[1] Cfr. Benedetto XVI, Verbum Domini, n° 2.

      

 

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