LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Varsavia, Avvento 2009

Amate Suore,

   alla soglia del nuovo Anno Liturgico e del periodo dell’Avvento, nella mia riflessione, desidero soffermarmi in modo particolare sull’Anno Sacerdotale, che ora stiamo vivendo in tutta la Chiesa universale.

   L’Anno Sacerdotale, come sappiamo, è stato proclamato dal Santo Padre Benedetto XVI, nella basilica vaticana, nella solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù, il giorno tradizionalmente dedicato alla preghiera per i sacerdoti.

   Durante l’omelia per l’apertura dell’Anno Sacerdotale, il Papa ha sottolineato che la Chiesa ha bisogno di santi sacerdoti, che aiuteranno ai fedeli a sperimentare l’amore misericordioso del Signore, e allo stesso tempo saranno dei testimoni convincenti[1]. Nell’apposita lettera, indirizzata nella stessa occasione ai sacerdoti, il Santo Padre giustifica la ragione per cui quest’anno è stato proclamato, e questo è voler “contribuire e promuovere l’impegno d’interiore rinnovamento di tutti i sacerdoti per una loro più forte ed incisiva testimonianza evangelica nel mondo d’oggi”[2]. Come modello, il papa ha posto a tutti i sacerdoti San Giovanni Maria Vianney, il curato d’Ars, il quale non soltanto diceva che “Il sacerdozio è l’amore del Cuore di Gesù”, ma l’ha testimoniato anche con tutta la sua vita. Il Santo Padre, richiamandosi al pensiero di San Giovanni M. Vianney, sottolinea che “Questa toccante espressione ci permette anzitutto di evocare con tenerezza e riconoscenza l’immenso dono che i sacerdoti costituiscono non solo per la Chiesa, ma anche per la stessa umanità”[3], in considerazione del ricordo delle parole e dei gesti di Cristo, della quotidiana fatica apostolica, della testimonianza del servizio d’amore e di fedeltà, indipendentemente dalle sofferenze sopportate e dalle persecuzioni per rimanere fedeli a Dio.

   Tuttavia, il Santo Padre non fa passare sotto silenzio il fatto che anche la Chiesa soffre a causa dell’infedeltà di alcuni sacerdoti e che essi, ipso facto, diventano per il mondo motivo di scandalo e di rifiuto.

   Il sacerdote, secondo il pensiero del santo Curato d’Ars, è per i suoi fedeli un dono grandissimo. “Un buon pastore, un pastore secondo il cuore di Dio, è il più grande tesoro che il buon Dio possa accordare ad una parrocchia e uno dei doni più preziosi della misericordia divina”.

   Amate suore,

   con commozione e gratitudine ritorno alle parole e ai pensieri della nostra santa Fondatrice, la quale nei suoi scritti dedicò anche molto spazio alla sollecitudine per i sacerdoti e affidò alla Congregazione la missione di pregare per essi. Il nostro carisma, che scaturisce dal Cuore di Gesù Agonizzante, dovrebbe renderci particolarmente sensibili a ciò.  Infatti è dal costato di Gesù trafitto sulla croce che nacquero la Chiesa e i più importanti sacramenti: il battesimo e l’Eucaristia. I sacerdoti, ministri dell’Eucaristia sugli altari del mondo, rinnovano ogni giorno il Santissimo Sacrificio offerto da Gesù sulla croce. Giovanni Paolo II ricorderà con maggiore fermezza che “il sacerdote opera in persona Christi e compie la consacrazione del pane e del vino ripetendo i gesti e le parole di Gesù dell’ultima cena. Attraverso le povere mani del sacerdote Cristo rende presente nel tempo il suo Sacrificio[4].

   Conosciamo la sofferenza della gente e delle nazioni prive della santa messa e della possibilità di accostarsi alla santa comunione, a motivo della mancanza di sacerdoti. Infatti, “senza il sacerdozio non c’è l’Eucaristia, come senza l’Eucaristia non esiste il sacerdozio”[5].

   Nella XVI Domanda del Testamento, intitolata Lo zelo per la salvezza delle anime, la Fondatrice rivolge a noi un ardente appello per “moltiplicare per la Chiesa“ i zelanti sacerdoti. Scrive tra l’altro: “La più divina delle opere è collaborare per la salvezza della anime. A me sembra però che ancor più divina sia quella di collaborare per la santificazione dei sacerdoti”.

   Negli articoli scritti per Dzwonek œw. Olafa,  Madre Orsola esorta a pregare per ottenere le vocazioni sacerdotali: “Pregare dobbiamo sempre più spesso, con un ardore sempre maggiore, per ottenere numerose vocazioni sacerdotali. Preghiamo per ottenere i buoni e numerosi sacerdoti. In quanto possibile, contribuiamo affinché le vocazioni sacerdotali possano maturare e portare abbondanti frutto per la gloria divina e per il profitto delle anime”[6].

   L’insegnamento del Santo Padre Benedetto XVI dedicato ai sacerdoti e alla loro missione nella Chiesa e nel mondo, e anche le richieste della nostra Fondatrice, siano per noi un incoraggiamento ad una più intensa preghiera per la santificazione dei sacerdoti e per ottenere i frutti del loro ministero pastorale e missionario, e anche per nuove, zelanti vocazioni al servizio di Dio nella Chiesa. Non dimentichiamo nelle nostre preghiere neppure la gratitudine verso Dio per i numerosi sacerdoti, posti sul cammino della nostra vita e per tutti coloro che ci hanno servito e ci servono col molteplice ministero come cappellani delle nostre comunità religiose, come confessori, come predicatori di esercizi spirituali, i direttori spirituali. Ricordiamo anche i sacerdoti, che devono affrontare varie difficoltà, che sono sottoposti a prove e a tentazioni, che sono perseguitati e donano la propria vita per la fede. Non risparmiamo preghiere e sacrifici secondo le loro intenzioni.

   Prima di chiudere, in riferimento al periodo dell’Avvento che sta iniziando, voglio augurare a tutte, di lasciarci formare e condurre attraverso la liturgia quotidiana e la Parola di Dio, ed anche mediante l’attivo amore verso prossimo ad una sempre più completa scoperta del mistero della venuta di Dio e della Sua presenza nella nostra vita e in quella della Chiesa.

   Per noi e per tutto il mondo, e in modo particolare per i sacerdoti, interceda Maria, Madre del Verbo Incarnato e ci conduca tutti a Gesù.

 

   Saluto cordialmente –

                                                                                     /-/ Francesca


[1] Cfr. Benedetto XVI, omelia del 19 giugno 2009.

[2] Benedetto XVI, Lettera per l’indizione dell’Anno Sacerdotale

[3] Ibid.

[4] Cfr. Giovanni Paolo II, Dono e mistero.

[5] Ibid.

[6] Cfr. Dzwonek œw. Olafa, VII, 1926.

 

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