LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Amate Suore,

Ormai tra pochi giorni ci troveremo sulla soglia di un nuovo periodo liturgico e, insieme a tutta la Chiesa, entreremo nel tempo d’Avvento, cioè il tempo di preparazione alla venuta di Gesù nel mistero dell’Incarnazione.

Il nuovo Anno Liturgico offrirà alla Chiesa intera e al mondo speciali grazie connesse con il Giubileo Straordinario della Misericordia, che verrà inaugurato da papa Francesco nella solennità dell’Immacolata Concezione della B. V. M., l’8 dicembre p. v., nella Basilica di San Pietro, a Roma.

La data dell’apertura della Porta della Divina Misericordia non è casuale, si richiama all’inizio della storia della salvezza, un’ininterrotta catena della misericordia di Dio, cioè del suo chinarsi sull’umanità e su ogni uomo senza alcuna eccezione ( Cfr. Francesco, Bolla Misericordiae vultus, 3.). È stata Maria, Madre di Gesù, a ricevere per prima la grazia della misericordia divina, che la preparò ad abbandonarsi completamente a Dio nell’istante dell’Annunciazione e a pronunciare un incondizionato “Sì” all’eterno disegno di Dio riguardante tutta l’umanità. È stato grazie a Maria che il Figlio di Dio, assumendo la natura umana, abbia potuto testimoniare la misura dell’amore di cui è capace Dio Padre. Lo conferma Gesù stesso, nel colloquio con Nicodemo: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna” (Gv 3, 16). E, in un altro momento aggiungerà ancora di essere venuto a “cercare e a salvare ciò che era perduto” (Lc 19, 10). San Paolo allarga questo pensiero dicendo che “Dio, ricco di misericordia, per il grande amore con il quale ci ha amato, da morti che eravamo per le colpe, ci ha fatto rivivere con Cristo” (Ef 2, 4). Così Dio risponde con la pienezza del perdono al peccato e al rifiuto del Suo amore,

È una realtà conosciuta sempre troppo poco e troppo poco approfondita dal mondo di oggi, che si accontenta di un surrogato di felicità che scaturisce dal benessere, dalle passioni e dalle semi-verità…, dalla convinzione che se la caverà perfettamente senza Dio! Osserviamo con spavento i violenti attacchi contro la dignità umana, la negazione dell’identità dell’uomo e della sua vocazione, mediante la negazione dei valori della famiglia tradizionale e ponendo in questione le fondamentali norme morali. Si presentano continuamente le impreviste conseguenze delle manipolazioni genetiche o il lancio dell’ideologia di gender, sotto il riparo di bei slogan di modernità o di progresso, che possono e debbono destare una profonda angoscia riguardo al futuro.

L’Anno Santo che tra poco vivremo, è un tempo speciale di grazia del Signore, la chiamata al perdono, ad usufruire dei doni della divina misericordia, entrando nella ricchezza della Buona Novella e nella potenza dei santi sacramenti, ed è insieme l’esortazione al vicendevole amore.

Possiamo, noi che apparteniamo al popolo della Chiesa, al gruppo delle persone chiamate alla sequela di Cristo, sulla via dei consigli evangelici, affermare con tutta la tranquillità, di aver scoperto pienamente l’amore di Dio, la Sua infinita misericordia? Questo amore misericordioso del Signore, ci trasforma e ci rende simili a Gesù? Lo testimoniamo con tutta la nostra vita? Sono solo alcuni interrogativi, che dovrebbero mobilitarci affinché si manifesti in noi la pienezza del mistero della divina misericordia. Prima di parlare della divina misericordia agli altri, proviamo, durante il tempo d’Avvento, a scoprire il chinarsi di Dio sulla storia della nostra vita. Sia questo uno specifico esame di coscienza nello scoprire le grandi opere che Dio ha operato in noi stesse, in vari periodi della nostra vita, anche grazie alle persone da noi incontrate, alle gioie vissute e anche alle esperienze difficili, che, infatti, non si possono separare dalla vita umana. Più sapremo scoprire quanto Dio ha compiuto nella nostra vita, tanto più saremo capaci di condividere questo dono con gli altri.

Papa Francesco esorta tutta la Chiesa ad un nuovo impegno, per testimoniare la propria fede con maggiore entusiasmo e convinzione. Prima di tutto si tratta di essere un segno vivente dell’amore del Padre ( Cfr. Francesco, Bolla Misericordiae vultus, 3). Il motto dell’Anno Santo è: “Misericordiosi come il Padre” e il suo programma sono le parole di Gesù: “Siate misericordiosi, come il Padre vostro è misericordioso” (Lc 6, 36). Il Papa raccomanda anche di vivere l’Anno Santo alla luce della parola di Dio (Cfr. Francesco, Bolla Misericordiae vultus, 13-14). La liturgia dell’Avvento, come pure l’intero anno liturgico, sono la Tavola della Parola imbandita abbondantemente, non passiamo accanto ad essa con indifferenza. Che la Parola di Dio diventi il quotidiano nutrimento sul cammino del nostro peregrinare verso il Padre e l’espressione del nostro essere per gli altri. Personalmente e nelle nostre comunità, cerchiamo di approfondire l’insegnamento di Papa Francesco, concernente il Giubileo della Misericordia, affinché possa avverarsi il suo ardente desiderio “che gli anni a venire siano intrisi di misericordia per andare incontro ad ogni persona portando la bontà e la tenerezza di Dio!” (Cfr. Francesco, Bolla Misericordiae vultus, 5).

Ricordiamoci di essere generate nel Cuore di Gesù Agonizzante e perciò siamo invitate a portare al mondo l’amore misericordioso, nascosto in questo Cuore, all’apice del compimento della missione affidata a Gesù dal Padre e a viverlo ogni giorno. Dobbiamo essere trasformate da questo amore oblativo, in modo che Gesù possa servirsi e usarci per portare il messaggio d’amore e di speranza ovunque essi mancano ed innestarli nei cuori dei bambini, dei giovani e delle famiglie, dei sofferenti e degli agonizzanti. Questa è la missione affidataci dalla Chiesa oltre novanta anni fa e non cessa di essere attuale anche oggi, ad ogni latitudine geografica, dovunque ci ha condotte la Divina Provvidenza. Non sprechiamo il tempo per le cose secondarie e di poca importanza, allarghiamo i nostri cuori e apriamo le nostre comunità, e dirigiamoci verso coloro che attendono il nostro aiuto.

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Desidero trasmettervi qualche notizia tratta dalla vita della Congregazione:

Come ogni anno, nel mese di gennaio, in Tanzania un gruppo numeroso di suore avranno le loro celebrazioni religiose: il 5 gennaio 2016, 11 postulanti verranno ammesse al noviziato; il 6 gennaio, 8 novizie del secondo anno di noviziato, emetteranno la prima professione religiosa; 5 professe di voti temporanei avranno la professione perpetua e 20 iuniores rinnoveranno la professione religiosa per uno o due anni.

Vi prego cordialmente di circondare di affettuosa preghiera le nostre suore della Tanzania. Rinnovo la richiesta di pregare per le Suore che sono in Canada, le quali il 6 dicembre p. v. renderanno grazie a Dio per i 50 anni di lavoro in terra canadese; uniamoci a questo rendimento di grazie e domandiamo la benedizione del Signore e le grazie necessarie per gli ulteriori anni di vita e di servizio delle nostre Suore.

Dal 2 al 14 dicembre p. v., insieme con sr assistente Aleksandra Kmieciak, visiterò le comunità in Canada in occasione delle celebrazioni giubilari e dell’insediamento di una nuova superiora del Centro Canadese, sr Anna Fidor. Conto sulla vostra preghiera per questa intenzione.

 

Pniewy, 21 novembre 2015

nella Festa della Presentazione della B. V. M.

Con cordiali saluti –

(-) m.Franciszka Sagun

 

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