LETTERA della Superiora Generale alla Congregazione

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Varsavia, 21 novembre 2013

Amate Suore,

vi scrivo questa mia nell’83° anniversario dell’approvazione delle Costituzioni della nostra Congregazione, nella festa della Presentazione della Beata Vergine Maria. Colgo l’occasione per richiamare ampi passi della lettera della m. Francesca Popiel, indirizzata alle suore nel 30° dello stesso evento. Questa lettera della m. Popiel, che tratta della fede e della fedeltà, coincide con la chiusura dell’Anno della Fede, che il Santo Padre compirà la prossima domenica, il 24 novembre, nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo.

“Il 21 novembre – festa della Presentazione della Beata Vergine Maria, è un giorno che da alcuni anni acquistò per noi un particolare significato. Entrò silenziosamente, quasi senza essere notato, nella serie delle nostre feste di orsoline grigie, e divenne anche per noi una festa, che porta in sé il carattere della fedeltà. (…) In questo giorno, la piccola Maria – che stava per iniziare il suo noviziato di Vergine fedele, in un certo senso ci ha presentato queste Costituzioni, raccomandandoci di essere sempre ad esse fedeli.

Adesso, dopo 30 (83) anni, indicando lo stesso piccolo libro, a ciascuna di noi pone la domanda: “La tua fede come è?”, poiché nient’altro che la fede è il fondamento di tutta la vita religiosa.

Suore mie carissime, questa domanda, specialmente ai nostri tempi, è una domanda molto importante ed è necessario non soltanto di porla in modo chiaro a se stesse, ma anche di darne la risposta in un modo molto chiaro e sincero.

Come è la mia fede?

A qualcuna di noi non sarà forse facile dare la risposta a questa domanda, perché la fede è un grande mistero tra l’anima e Dio. Il mistero che in molti casi un essere umano, non è in grado né di comprendere né di studiare a fondo, perfino nella propria anima. La qualità della nostra fede, tuttavia, è in un certo senso verificabile dalla FEDELTA’, che da essa scaturisce. Praticamente è nient’altro che la vita di fede per ogni giorno. Possiamo chiamarla il termometro della nostra fede. (…)

Una fede autentica vive nelle opere d’amore. La fedeltà, invece, è perseverare negli atti d’amore che hanno il loro inizio nella fede.

Questa FEDELTA’ è una virtù molto silenziosa, ma insieme molto forte.

È essa a provocare nell’anima, senza fine, quei ritorni a Dio, di cui è tessuta la nostra vita. È essa a non permettere di lasciar perdere e dire: “Ne ho abbastanza!” Non permette di amareggiarsi, di scoraggiarsi, ma indica senza mai cessare, che bisogna ricominciare…, che proprio adesso…, che oggi, se udite la sua voce… Questa voce silenziosa ci rafforza tanto da dentro.

Suore mie carissime, quanto abbiamo bisogno oggi di questa forza dal di dentro. Il giorno di oggi ci fa così a pezzi, sgretola, strappa, butta giù… Abbiamo bisogno di una grande forza, di una particolare potenza che unisce, che mette insieme. Tale potenza è la nostra fedeltà, questa viva, costante coerenza della fede. Credo, dunque… e in questo “dunque” è radicata la forte decisione, che sarà seguita dal metterla in pratica: il compimento di ciò che ho promesso, di cui ho fatto voto a Dio, dicendoGli nel giorno della mia professione, di voler vivere secondo la Regola e le Costituzioni di questa Congregazione.

Ho fatto i voti all’onnipotente ed eterno Dio, al cospetto della Beata Vergine Maria… Lei, questa Vergine fedele, era presente a questo atto e il dono della mia vita fatto a Dio era passato tra le sue mani purissime. Non poteva essere diversamente. (…).

Questo, però, è soltanto l’inizio. Il primo, un singolo atto: credo, e dunque faccio dono di tutta me stessa a Dio, perché Lui è degno di esso. Offrirò al Signore i miei voti.

E segue la fedeltà. Dalla mattina fino alla sera. Credo, “e dunque”… manifesto a Dio il mio amore, attraverso una vita fedele. Allora non c’è in noi divisione, non c’è incertezza, non c’è una ricerca ansiosa, lo scoraggiamento, non c’è questo disgusto interiore verso se stesse, che conosciamo così bene mentre facciamo l’esame dei propositi non messi in pratica. C’è la fatica, lo sforzo, lo sconquasso, il sudore, e, a volte, le lacrime, è vero. Capitano delle cadute, ma anche esse possono rafforzarci, se ci rialziamo e ritorniamo fedelmente al Padre.

Unica direzione: verso il Padre.

Unica invocazione: al Padre.

Unica volontà: quella del Padre.

E in tutto questo l’unica Stella che indica dove è Lui: MARIA.

Lei, quella Benedetta che ha creduto. Lei, che per prima e con massima fedeltà visse la sua professione, ci insegnerà questa fedeltà nel nostro abbandono totale a Dio in ogni istante della nostra vita religiosa.

Maria, la Vergine fedele, così silenziosa ma forte, così che si mise accanto alla croce e così rimase per tre ore intere, le lunghe ore dell’agonia. Fedele sin dall’inizio, adempì sino alla fine i suoi materni doveri. Sin dai primi servizi resi a Betlemme, dedicati nella stalla al Divino Bambino, fino a quell’ultimo lavaggio dell’insanguinato Corpo di Gesù sul Golgota. È perciò il rosario della sua vita, che inizia con il “fiat” dell’annunciazione, non termina con lo “stabat”, ma con l’incoronazione nel cielo come Regina. (…)”.

Amate Suore, penso che le parole della lettera di m. Francesca Popiel, non hanno perso nulla della presente attualità e possono diventare per noi anche l’aiuto per porci nuovamente la domanda riguardo alla nostra fede e alla nostra fedeltà, oggi, nella quotidianità della nostra vita di orsoline grigie. Dobbiamo sempre ricordare che la fede senza le opere è morta (Gc 2, 26). I nostri atteggiamenti e le nostre opere sono espressione e termometro della nostra fede e della nostra fedeltà agli obblighi assunti il giorno della professione religiosa.

Un forte accento dell’Anno della Fede che sta per terminare, è la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo. Il Cristo Re, non con parola, ma con il dono di sé, dal trono della croce, testimonia la veridicità delle parole annotate nel Vangelo: Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio (Gv 3,16). Un’orsolina del S. Cuore di Gesù Agonizzante, dovrebbe scorgere in questo mistero qualcosa di più e rispondere più pienamente al Sitio di Gesù crocifisso. Guardando in fondo al mistero del S. Cuore di Gesù Agonizzante, sempre di nuovo cerchiamo di renderci conto della nostra fede e del nostro amore. Maggiore sarà il nostro abbandono a Gesù e il nostro donarci a Lui attraverso tutto ciò che viviamo ogni giorno, tanto più i nostri atteggiamenti porteranno il segno d’amore e di apertura verso gli altri, come espressione del nostro amore per il Signore.

Oggi, nella Chiesa universale, sia parla molto della nuova evangelizzazione. La sua efficacia dipende prima di tutto dalla crescita della fede e dall’approfondimento del contatto, personale e quello comunitario, con Dio, dall’aprirsi alla Sua grazia, alla Sua incessante venuta, per curarci e per salvarci.

Tra pochi giorni entreremo nel nuovo Anno Liturgico e nel tempo di Avvento. Vi esorto alla gratitudine per le grazie ricevute nell’Anno della Fede e ad attingere dalle grazie che Dio riserva per noi nel tempo dell’attesa alla Sua venuta nel mistero dell’incarnazione.

Maranatha! Vieni, Signore Gesù!

* * *

Durante la recente riunione del Consiglio Generale, alcune Suore della Tanzania e del Brasile, sono state ammesse alle cerimonie religiose.

In Tanzania, il 5 gennaio 2014, 9 postulanti inizieranno il noviziato, e il giorno successivo, 3 novizie faranno la prima professione, 13 suore emetteranno i voti perpetui e 21 juniores rinnoveranno la loro professione temporanea. A Mkiwa, il 1° ottobre u. s. sono state ammesse nella Congregazione altre 6 candidate e le 12 candidate, ammesse prima, hanno iniziato il postulato. In Tanzania, attualmente ci sono 13 postulanti (senza contare coloro che vanno nel noviziato) e 14 candidate.

In Brasile, verso la fine del mese di gennaio 2014, una suora farà la professione perpetua.

In Polonia, quest’anno sono entrate nella Congregazione 5 candidate. Trascorrono il tempo della candidatura nelle seguenti comunità: Lipnica Murowana, 2 candidate, a Sieradz-Monice, altre 2 candidate e a Tarnów – una candidata. Una delle candidate dello scorso anno, trascorre il secondo anno della candidatura nella comunità di Pietroburgo. Dal 4 ottobre u. s., a Pniewy, 2 postulanti hanno iniziato la preparazione, che dura un anno, al noviziato.

Domando cordialmente a tutte le Suore di circondare di preghiera le nostre più giovani Suore; anche per ciascuna di noi chiediamo la grazia della fedeltà sulla via della vocazione e la crescita in santità.

Ringrazio tutte le Suore per le iniziative intraprese in occasione dell’Anno della Fede e dell’Anno di m. Francesca Popiel, che stiamo vivendo, sia nelle nostre comunità che nelle opere che gestiamo e negli impegni che assumiamo.

Unisco cordiali saluti per ogni Suora e assicuro del mio ricordo nella preghiera e ringrazio per il vostro ricordo per me –

 

 

LETTERE della SUPERIORA GENERALE alla CONGREGAZIONE