Madre Orsola Ledochowska |
Meditazioni sul S.Cuore di Sant' Orsola Ledòchowska
I passi attinti dalle Meditazioni per il mese di giugno.
Cuore di Gesù, Figlio dell’eterno Padre!
“Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato nel Figlio suo” (Gv 14,13).
Gesù ci ha lasciati su questa terra, però, come un padre che ama, ci indica vari modi per poter rimanere uniti a lui e non sprofondati nella terra. Sa bene che siamo molto miseri, che la terra ci attrae, le tentazioni tormentano, che nel vortice della vita terrena è così facile dimenticare il cielo. Ci indica dunque il modo, per impetrare sempre e sempre di nuovo le grazie dal cielo, e pregando, avere la certezza di non pregare invano e di essere certamente esauditi. Riceveremo tutto ciò che domanderemo nel nome di Gesù. Sicuramente tutto? Sì, se chiederemo al Padre, che è nei cieli, ciò che ha valore, cioè i doni celesti. Così spesso diamo assalto al cielo per delle sciocchezze terrene infantili, per un po’ di fango, che oggi c’è e presto si dissolve, e non sappiamo chiedere, implorare le grandi, le sante grazie di Dio, che ci assicurano il cielo, che avvicinano a Lui, che ci distaccano dalla terra, innalzando l’anima verso le chiare, luminose regioni della vita soprannaturale.
O Gesù, guarda la mia miseria e insegnami a pregare!
Cuore di Gesù, formato dallo Spirito Santo nel grembo della Vergine Madre!
In qualsiasi difficoltà, siano nel mio cuore e sulle mie labbra le seguenti parole: “Eccomi, sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto” (Lc 1, 38). Voglio passare silenziosamente attraverso questo mondo, come se non ci fossi. Nel silenzio interiore e nel silenzio esteriore, come il mio Signore e il mio Dio, che passava così silenziosamente in questo mondo, così che la sua voce non si sentiva nelle piazze e nelle strade delle città. Dio si trova, infatti, non nei tuoni e nei fulmini, né nella voce potente dell’uragano, ma nel silenzioso alitare del venticello mattutino (Elia). L’unica cosa che dovrei curare è che il mio cuore, sul modello del Cuore Divino, divenga mite ed umile. Mite sempre e ovunque, senza esagerare e senza attirare l’attenzione su di me. Mite quando qualcosa mi tocca in modo doloroso; mite quando m’imbatto nell’ingiustizia; mite quando non vengo presa in considerazione, quando provo l’indifferenza da parte di coloro che dovrebbero nutrire per me gratitudine; mite, quando la sofferenza morale tormenta la mia anima, quando mi tormentano i dolori fisici e mi riempiono gli occhi di lacrime. Un cuore sempre mite, in ogni prova, in ogni contrarietà. Mite e – anche se con le lacrime agli occhi – pronto a tutto ciò che Dio vuole. Mite nei riguardi della volontà di Dio, senza ribellione, senza lamentarsi.
Cuore di Gesù, sostanzialmente unito al Verbo di Dio!
O Gesù, ai piedi della croce, fissando con lo sguardo il tuo Cuore Divino trapassato dalla lancia, comprendo la tua voce silenziosa che mi sussurra: Se vuoi essere la mia fedele serva, ama e fa’ penitenza! Ama! Sì, mio Gesù, voglio amarti, desidero amarti, amarti sempre più. Ma come devo manifestare il mio amore? Tu, o Signore, hai bisogno di opere. I sentimenti passano, ma gli atti rimangono. Mostrerò il mio amore per Gesù prima di tutto con la fedeltà alla preghiera. Una preghiera senza consolazione ma fatta con diligenza, è più meritevole di una preghiera che dà consolazione e il trasporto dello spirito. Nonostante le difficoltà tenderò a quell’unione con Dio, che per la natura umana è un duro lavoro, ma nel santo amore innalza l’anima a Dio. Ti mostrerò il mio amore, Gesù, mediante l’amore del prossimo, l’amore che sacrifica il proprio “io” per il bene altrui, che ama con le opere, come Gesù ci amava con le opere, col sacrificio, con dedizione senza limiti; un amore che ama fino all’annientamento del proprio “io”. Cuore di Gesù, voglio amare, voglio amare con tutta la mia vita, sempre, sempre più.
Gesù non esige da me penitenze straordinarie, sofisticate e, diciamolo, spesso tali da destare nel cuore la vanità, il compiacimento in se stessi. No, la mia penitenza è la compassione per le sofferenze di Cristo, è la contrizione dei peccati. La mia penitenza sia quella di portare gioiosamente e serenamente le piccole croci che comporta la vita.
Cuore di Gesù, infinitamente maestoso!
Chiediamo a Gesù la santa pace divina, che ci unisce al Signore e che fa scendere nell’anima un’atmosfera celeste. Ricordiamo allo stesso tempo che la pace è promessa alle anime umili. Una persona umile non ha tutte quelle lotte, preoccupazioni, ansie, che agitano un’anima superba. Chi è umile riposa in Dio, al quale si affida con piena fiducia. Sa che da solo nulla riesce a fare, nulla può, perché è una nullità, dunque tutto attende dalla fonte di ogni bene, dal suo Dio, e in tutto si fida di lui. Là dove c’è un’umile sottomissione della propria nullità al Signore Altissimo, lì il cuore non deve né allarmarsi, né temere. Dio è il mio Signore, il Signore più buono di tutti, colui che ama più di tutti. Nella sua mano la mia vita, i miei lavori, le mie iniziative e la morte stessa. E’ lui a guidare tutto, a governare ogni cosa, e io, piccolissima serva, non desidero null’altro se non che il Signore abbia in me uno strumento duttile per compiere la sua volontà. Voglio essere una pallina nella mano di Gesù. Giochi con me come gli piace. Nulla mi può angustiare se so di essere nella sua mano. Voglio respingere via da me tutte le ansie, le preoccupazioni, tutti gli affanni, che cercano di insinuarsi nel mio cuore. Voglio ascoltare la voce del buon Signore e stringendomi con fiducia a lui, dirò: In te la mia fiducia, la mia pace; quando ti ascolto il mio cuore non teme, non ha paura. In te ho sperato, non sarò confusa in eterno.
Cuore di Gesù, tempio santo di Dio!
Il legame con Gesù mi permette di far tanto del bene e di procedere sempre sulla via della virtù e della santità. Nella nostra vita così attiva dobbiamo lottare intensamente per essere unite a Gesù, affinché le nostre attività siano di Dio e sante. Nulla possiamo senza Gesù. Senza di Lui le nostre attività, utilissime in apparenza, sono soltanto illusioni, sono sepolcri imbiancati, pieni di ambizione, di amor proprio, di vanità e di simili cattive spinte. Gesù, mio Signore, aprimi il tuo Cuore, perché trovi in esso una stabile dimora, il luogo del mio riposo, o Signore.
“Rimanete in me e io in voi” (Gv 15, 4). Come è dolce questo invito che scaturisce dal Cuore del mio Gesù che ama. Gesù sta per lasciare questo mondo, ma mi incoraggia a dimorare in lui, ad abitare nel suo Cuore, per me aperto dalla lancia. Che beata dimora! Sei tu stesso, Signore, ad offrirla a me. Come è dolce trovare il luogo del riposo nel tuo Cuore, che ci ama tanto. E ora mi domanderò: perché mi dò così poco da fare, per approfittare di questo invito d’amore? Proprio perché ancora non sono capace di vivere distaccata dalle cose terrene, in quel distacco che dà la pace interiore e che introduce il mio cuore nel Cuore Divino. Volendo abitare nel Cuore Divino di Gesù, devo concentrare in Lui tutto il mio amore, amando le creature soltanto in lui. Devo avere un solo desiderio: quello di essere più strettamente possibile unita alla volontà di Gesù. Devo guardare il mondo esterno con occhio sempre più indifferente, per orientare sempre più ogni mia aspirazione, ogni mio desiderio e ogni mia azione al raggiungimento della santità. Più un’anima è santa, maggiore è la sicurezza di rimanere nel Cuore di Gesù. E se io cercherò di dimorare in Lui, anche Lui vorrà rimanere nel mio cuore. Che grazia, che felicità: io in Gesù, Gesù in me! Siamo uniti così strettamente, che nulla, eccetto il peccato, può separarci. E se Gesù è con me, è in me, cosa mi manca ancora? Cercare te, o Gesù mio, essere sempre con te! Io, povera, piccola, miserabile, nel tuo grande Cuore e tu, mio Gesù, rimani per sempre nel mio misero cuore.
Cuore di Gesù, abitazione di Dio e porta del cielo!
O Divino Cuore, sei la mia guida nel cammino verso le vette, dove, ormai libera dagli affanni del mondo, potrò immergermi nell’amore di Dio. O Divin Cuore, insegnami a tendere sempre più in alto. Sursum corda! In alto i cuori! Non sono stata fatta per la terra. La mia patria non è questa valle di lacrime, ma Dio, dal quale è stata creata la mia anima, a cui deve tornare. Devo vivere sulla terra perché questa è la volontà di Dio, qui devo lavorare, lottare perché il regno di Cristo si estenda nel mondo. Ma vivrò qui soltanto per un certo tempo e perciò mi deve interessare di più l’eternità, che ora devo guadagnarmi. Voglio dunque rimanere sempre unita a Dio, per Dio e in Dio. Per Dio voglio svolgere i miei lavori, per Dio sopportare le mie piccole croci. Voglio offrire a Dio e per Dio le mie fatiche e la mia stanchezza. Non voglio sprofondare nella terra, non turbarmi troppo delle cose terrene. Tutto passerà, Dio solo rimarrà per i secoli. In questa grande, santa tranquillità divina voglio passare per il mondo come un pellegrino, il quale nonostante le bellezze che lo circondano, costantemente rivolge il suo pensiero verso la meta del pellegrinaggio, verso Dio, verso te, o Cuore divino di Gesù.
Cuore di Gesù, fornace ardente di carità!
Nel mio pensiero non dovrei mai separare Gesù crocifisso da Gesù nella bianca Ostia nel Sacramento d’Amore. Il ricordo di ciò mi dovrebbe essere di incoraggiamento per mostrargli il mio amore, sopportando volentieri la sofferenza. Non ho bisogno di inventare nuove sofferenze, ma accettare con amore e con gioia le piccole croci della vita quotidiana. O, se davvero amassi Gesù - Ostia, giungerei persino a rallegrarmi di potergli mostrare il mio amore mediante il sacrificio. Appartengo forse a quelle anime che si lamentano per ogni piccola croce, per ogni mancanza di comodità, per ogni difficoltà? Gesù agonizzante sulla croce ha ottenuto per me la felicità della santa Comunione, e io non voglio restituire a Gesù nella santa Comunione l’amore oblativo! Gesù mio, dammi la grazia di comprendere la valore e la bellezza del sacrificio per amore, unito al tuo santissimo sacrificio sulla croce.
Cuore di Gesù, santuario di giustizia e di carità!
Dolce Cuor del mio Gesù, fa’ che io t’ami sempre più! Il Sacro Cuore di Gesù è pieno di amore e di misericordia. Quindi con tutta la fiducia, senza temere alcun rifiuto, posso chiedergli le grazie più preziose. E per me la grazia più preziosa è l’amore di Dio, l’amore verso il Cuore Divino di Gesù. La voglio domandare non soltanto per me, ma per tutti. Che cosa ancora devo desiderare se non che tutti insieme, formando un cuor solo e un’anima sola, Ti amiamo, o Divin Cuore, con un amore ricolmo di tenerezza e di ardore? Di fronte a questo unico compito ogni altra cosa è nulla. Se amerò Gesù, ogni lavoro mi sarà gradito, ogni occupazione piacevole, ogni piccola croce dolce. Dammi la grazia, o Gesù, di esercitarmi in questo santo amore, di cercare di ottenerlo ripetendo spesso almeno brevissimi atti d’amore, e poi, una grande bontà verso il mio prossimo. Gesù accetta come fatto a sé il bene che facciamo agli altri. Non è questo per me un incoraggiamento, per mettermi veramente al lavoro affinché gli altri stiano bene con me?
Cuore di Gesù, traboccante di bontà e d’amore!
Il Sacro Cuore di Gesù ci ama come nessun altro al mondo sa amare, e ci circonda di una tale bontà che nessuno al mondo sa dimostrare. Come è dolce, nei momenti difficili, pieni di delusioni e di sofferenze, poter dire a se stessi: anche se tutto e tutti, dovessero abbandonarmi, anche se dovesse cadere su di me tutto ciò che fa soffrire, il Cuore di Gesù non cesserà mai di amarmi. Questo pensiero mi basta. Posso essere infelice quando posso dire così in tutta verità? E so che è così, perché nella Sacra Scrittura è Dio stesso ad assicurarmi: anche se una madre dovesse dimenticare il suo figlio unigenito, il Cuore di Dio non mi dimenticherà. Il Cuore di Gesù mi ama, più ancora, il Cuore di Gesù mi circonda della sua bontà. Posso non essere in grado di comprendere le manifestazioni della sua bontà, posso lamentarmi quando la mano di Dio peserà su di me, ma verrà il momento in cui comprenderò con chiarezza che tutto ciò che Dio mi mandava, era una prova della sua bontà. Cuore di Gesù, la mia consolazione sia sempre la convinzione che tu sei buono, che mi ami con grande amore. In questo devo trovare la mia felicità e la mia pace.
Cuore di Gesù, abisso di tutte le virtù!
Vengo da te, Cuore di Gesù, per fissare con lo sguardo l’esempio della tua mitezza e della tua umiltà, per poter imitarti e diventare come te, mite e umile. Dammi la grazia di conoscere il tuo Cuore e, dopo, fammi conoscere il mio cuore. Il tuo, perché io ammiri sempre più la tua virtù, la tua umiltà, il mio, per conoscere sempre meglio quanto mi manca, per diventare almeno un po’ simile a te. Il tuo Cuore più di noi risente l’ingratitudine, l’ira, la malizia, l’invidia dei farisei e dei dottori della legge, ma tu, mite, non ti lamenti, non maledici, non gli fai torto e non pensi alla vendetta. Affatto! Sempre mite, perdoni, dimentichi, rimani silenzioso. La tua umiltà, o Divin Cuore, è profonda, autentica, non solo a parole, ma nelle opere. Tu, Signore, Re e Dio nostro, rimani sempre tra i piccoli e i semplici, non cerchi di innalzarti, vuoi servire tutti, senza esigere di essere servito. Il tuo Cuore è umile, dovresti regnare, e servi, dovresti essere il primo, e sei l’ultimo. O Cuore di Gesù, fa’ che il mio cuore sia mite e umile.
Cuore di Gesù, degnissimo d’ogni lode!
Il Cuore Divino di Gesù, per me agonizzante, trapassato dalla lancia, sacrificatosi senza limiti, non merita ogni lode e gloria? O Cuore Divino, è infatti per me un onore e una felicità il fatto di poter, io, misera e peccatrice, rendere gloria e lode a te, dimenticare me stessa e le mie piccole gioie e preoccupazioni, per poter quasi perdermi completamente nella tua gloria. La preghiera di lode è la più perfetta, perché in essa l’anima si innalza a Dio, gioisce della sua grandezza, bellezza, santità, e irradiata, abbagliata dalla luce divina, dimentica se stessa, si trasforma in nulla, perché Dio possa essere tutto in essa. Cuore di Gesù, io ti lodo e ti glorifico come dovrei? O Cuore Divino, tu sai quanto mi è difficile farlo, perché non so dimenticare me stessa, perché sono occupata di me, perché persino nella preghiera, nel mio amore per te, cerco me stessa, la mia consolazione, la mia gloria. Cuore di Gesù, buono, amante, insegnami a lodarti, dimenticare me stessa per te, perché non viva più io, ma tu viva in me.
Cuore di Gesù, sovrano e centro di tutti i cuori!
Cuore di Gesù, tu vuoi che i nostri cuori siano uniti nel tuo amore; tu, o Cuore Divino, che palpiti pieno di misericordia per noi nel Tabernacolo, vuoi essere nelle nostre case circondato di una corona di cuori che ti amano, che sono uniti nel tuo amore da un cordiale, reciproco affetto. Se noi vogliamo consolarti, o Cuore Divino, dobbiamo prima di tutto cercare di essere unite nel santo amore. Devo dunque impegnarmi in questo, così come se tutto dipendesse da me. Non devo far attenzione a ciò che fanno gli altri, ma devo indurre me stessa a mantenere la concordia, anche a prezzo del mio amor proprio, dei miei capricci, delle mie inclinazioni e simili. Ad ogni costo dovrei diventare un angelo di pace. E’ un bel compito, ma esige un grande spirito di sacrificio, molti sacrifici, una grande abnegazione nei riguardi del proprio “io”. Sia vivo in me questo desiderio: voglio sempre pensare a ciò che fa piacere agli altri, essere sempre pronta a cedere, a lasciare agli altri la lode, il riconoscimento, gli onori. Non è facile pensare sempre agli altri, la natura si ribella, ma è proprio questo a diffondere la pace, a dare la possibilità di mantenere la pace nel proprio ambiente. Cuore di Gesù, concedimi la grazia di essere un angelo di pace!
Cuore di Gesù, nel quale sono tutti i tesori della sapienza e della scienza!
Tutto ciò che possiedo l’ho ricevuto da Dio, e a chi in modo particolare devo la grazia santificante, le grazie sacramentali? Tutto questo lo devo al Sacro Cuore di Gesù. Non sono stata creata per me stessa, non per la soddisfazione dei miei capricci, non per il compimento della mia volontà, ma per Dio, per il Cuore Divino. Devo dunque cercare di rinnovare spesso la buona intenzione: per te, Gesù, per te! Non cercherò la mia soddisfazione né la mia volontà, ma il compiacimento di Gesù e la sua santa volontà. Cuore Divino, sostienimi, affinché in tutta la mia vita io sia tua e viva solo per te.
Cuore di Gesù, nel quale abita tutta la pienezza della divinità!
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui (Gv 14, 23). Se amo Gesù e osservo i suoi comandamenti, diventerò la dimora di Dio stesso. Non è un premio così grande da superare ogni mia attesa? Per quei piccoli servizi d’amore che offro a Gesù, Lui mi promette che il mio cuore diverrà la sua dimora. Questo mi permette di comprendere, quanto Gesù desideri, che io lo serva fedelmente, poiché per un po’ di lavoro promette un premio così grande. E perché tu, Gesù, desideri il mio servizio? Può esso darti qualcosa, o mio Signore, hai bisogno del mio servizio? No, no, Gesù non ha affatto bisogno di me. Lui in se stesso è grande, potente, è fonte di ogni felicità, ma ha sofferto sulla croce, per darmi la sua felicità, e me la vuol dare, perché mi ama. Ed è per questo che mi chiama al suo servizio, perciò promette già qui, sulla terra, un premio così grande per il mio servizio piccolo, di poco valore. Ora sto riflettendo su che cosa vuol dire che il mio cuore diventerà la dimora di Dio. Vuol dire che nel mio cuore abiterà la pace di Dio, la felicità di Dio, la luce di Dio e la sapienza di Dio, che mi fa comprendere, quanto è piccolo il mondo, e quanto grande è Dio, quanto breve è la temporalità, quanto sconfinata è l’eternità, come sono piccole le croci di questa vita, e quanto ineffabile è la felicità del cielo. Un cuore in cui abita Dio, vive su questa terra, non cade quando la croce lo schiaccia, non si lamenta quando il mondo lo perseguita, e neanche dispera, quando è costretto ad ammettere la sua grande miseria, la sua grande colpa. Si stringe al suo Dio, vive della vita di Dio, s’immerge nella sua grandezza, nella sua bellezza, nella sua gloria ed è felice in Dio. O mio Signore e Dio, vieni, prendi in tuo possesso il mio cuore e stabilisci in esso la tua dimora per sempre.
Cuore di Gesù, in cui il Padre si è compiaciuto!
Come è bella una vita che può essere, e questo dipende da me, un’unica, ininterrotta catena di atti d’amore verso il buon Gesù. “Prendete e mangiate”. Mangiate le mie forze, sono a vostra disposizione, vi voglio servire con esse. Prendete e mangiate le mie capacità, il mio talento, se con esso vi posso essere utile. Prendete e mangiate il mio cuore, che con il suo amore esso riscaldi e rischiari la vostra vita. Prendete e mangiate il mio tempo, sia a vostra disposizione. Prendete me, anche se ciò dovesse costarmi molto, sono vostra, come Gesù-Ostia è mio. Sono anch’io, come Gesù sulla croce, disposta a sacrificare per gli altri la mia tranquillità, la mia comodità, i miei piaceri, a portare a favore degli altri la croce della sofferenza e del dolore, la croce dell’ abbandono e della dimenticanza, e accettare, di morire su questa croce e questo senza lamentarmi? Gesù mio, sono ancora così lontana dall’ideale dell’amore che tu mi poni dinanzi agli occhi, ma ho buona volontà.
Insegnami dunque, ad amare gli altri, come mi ami tu, o Gesù - Ostia, o Gesù crocifisso.
Cuore di Gesù, dalla cui pienezza noi tutti abbiamo attinto!
Il Cuore di Gesù è la pienezza di ogni grazia, è soltanto santità. Questo Cuore, trapassato dalla lancia, è spalancato per noi, come se volesse invitarci ad andare e ad attingere dalla pienezza delle sue grazie. Il Cuore Divino me ne vuole dare il più possibile. Si rallegra quando vado ad attingere da questa pienezza le forze per la mia povera anima. Lì troverò la consolazione, li apprenderò la virtù. Per essere salvata ho bisogno delle grazie, ma non posso lamentarmi perché il Cuore di Gesù è aperto per me. Dipende da me se andrò ad attingere da quella fonte o se la eviterò. Può essere che finora io abbia chiesto molto poco, che abbia desiderato così poche grazie divine? Forse sono indifferente nei riguardi del mio futuro eterno, ci penso poco, lo curo poco?
Gesù, Cuore di Gesù, come posso farmi perdonare la mia svogliatezza e indifferenza? Dovrei spesso rivolgermi al Cuore Divino, presentare a Lui la mia miseria e chiedere, implorare, anche con brevissime giaculatorie, le grazie di cui ho bisogno per acquistare le virtù.
Devo essere santa, dunque per questo voglio pregare, pregare con fiducia, aver sempre fiducia. Il Cuore di Gesù certamente mi esaudirà.
Cuore di Gesù, regna nella mia anima, sii sempre il mio re e io voglio essere la tua fedele suddita. Governami e manifestami sempre la tua volontà. Non la mia, ma la tua volontà sia fatta. La voglio eseguire indipendentemente dal fatto che mi sembri gradita o dura. Sei il mio Re, hai diritto di governarmi come vuoi, di usarmi per qualunque cosa tu vuoi, dove vuoi, con chi vuoi, senza badare se ciò mi piace o no, basta che venga eseguita fedelmente la tua volontà. Tu sei il mio fine. Devo avere un fine nella vita, a cui possa incessantemente tendere con la consapevolezza che è duraturo, stabile e costante. Qualunque scopo terreno io scelga nella vita, sarebbe vanità delle vanità (Qo 1, 2), poiché sulla terra tutto passerà. Però quando come scopo mi prefiggo di piacere a te, di desiderare che tu, o Cuore Divino, sia il mio unico amore, allora questo fine aumenta le mie forze per la lotta, per il sacrificio, per fare grandi, grandissimi sforzi, poiché un fine divino conferisce alla mia vita, a ciò che faccio un valore divino.
Cuore di Gesù, tu sei il mio unico fine. Tu sei il mio tesoro e il mio tutto.
Cuore di Gesù, paziente e immensamente misericordioso!
Il Cuore di Gesù è paziente e pieno di misericordia per noi, miseri, vuole essere per noi di esempio per insegnarci come dovremmo comportarci verso il prossimo. Cuore di Gesù, come sei paziente e pieno di misericordia per me! Appena prometto di correggermi, cado nuovamente nelle mie imperfezioni, nella freddezza, nell’indif-ferenza nei tuoi riguardi, e tu aspetti e perdoni, e continuamente hai pietà di me. E io, come sono verso gli altri? Quanto manco di pazienza! Non riesco a comprendere come gli altri non si correggano immediatamente, non cambino, benché non lo faccia io stessa. Quanta mancanza di comprensione in me, quanta asprezza. E questa mia asprezza verso il prossimo porta buoni risultati? Se il Cuore Divino, che meglio di tutti conosce il povero cuore umano, ritiene che il miglior modo per rialzarci è la pazienza, la bontà, la misericordia, perché noi non ci atteniamo a questo modo? Esso va bene per noi, ciascuno dice che il modo più efficace che lo porta a correggersi è la pazienza da parte degli altri, perché dunque non lo usiamo nei confronti degli altri?
O Gesù, dammi la grazia di imitare la tua pazienza, la tua misericordia, e per la mia povera anima sii un Cuore paziente e immensamente misericordioso.
Cuore di Gesù, generoso verso coloro che ti invocano!
Cuore di Gesù, confido in te! Come è bene avere qualcuno di cui ci si può fidare completamente. Ma è possibile fidarsi completamente dell’uomo? Fino a un certo punto sì, ma non del tutto. L’uomo è mortale e non è onnipotente; anche se volesse, non sempre può. E il Cuore di Gesù? E’ il più pietoso, quello che ama di più, e inoltre è onnipotente. Come dunque non fidarsi di Lui completamente! O Gesù, spero che il tuo Cuore mi abbia già perdonato i peccati del passato e con piena fiducia getto quel passato nelle fiamme d’amore del tuo Cuore Divino. Spero, o Gesù, che mi aiuterai nelle mie attuali difficoltà e contrarietà. I problemi, le preoccupazioni, i dolori, gli insuccessi, ti affido tutto questo. Tu mi soccorrerai. Non ho paura perché sei accanto a me! Spero, che avrai cura del mio futuro, sia temporale che eterno. Non voglio temere, anche se dovessi trovarmi tra le ombre di morte, perché tu, o Cuore di Gesù, sei il mio scudo contro ogni pericolo.
Sempre, sempre voglio esclamare con gioia: Sacro Cuore di Gesù, confido in te!
Il mio scopo, lo scopo della mia vita è la santità, il raggiungimento della vera vita, della vita di Dio in me. Non è facile, tuttavia, uccidere in me il mio “io” e raggiungere la vera vita: che Cristo viva in me e io sia santa. Da chi devo recarmi per ottenere l’aiuto nel mio sforzo di tendere alla vita divina, quando so di essere debole e di non poter nulla da sola? Ricorrerò al Cuore del mio Signore e lì troverò aiuto in ogni necessità. Posso contare massimamente sull’aiuto di Dio, quando si tratta di tendere alla santità, poiché, come dice l’Apostolo: “Questa è la volontà di Dio, la vostra santificazione”. Se io ricorressi al Cuore Divino fedelmente, con perseveranza, se io lo invocassi incessantemente, se imparassi la virtù da Gesù mite, umile, obbediente, questo Cuore, che mi ama tanto, certamente mi aiuterebbe a raggiungere il mio fine, la santità.
Cuore Divino, accetta il mio fermo proposito: costi quel che costi, ma io voglio essere santa, voglio che tu, Gesù, viva nell’anima mia, non io ma tu, o Signore!
Cuore di Gesù, propiziazione per i nostri peccati!
O Cuore Divino, chi di noi è senza peccato? Perciò prostrandomi ai tuoi piedi, o Gesù crocifisso, devo ammettere di aver peccato, di non essere degna di alzare gli occhi al cielo. Abbi pietà di me! Vedo il tuo Cuore, trapassato dalla lancia, sanguinante, con una larga ferita, che mi dice: Ecco la propiziazione per i tuoi peccati! Non perderti d’animo! Anche se i tuoi peccati fossero rossi come scarlatto, nel sangue del mio Cuore diventeranno bianchi come la neve, soltanto abbi fiducia e ricorri a me per ottenere il perdono! O Gesù, come devo ringraziarti? Il tuo Cuore ferito è propiziazione per i miei peccati, posso dunque dire all’eterno Padre: Padre, ho peccato, ma perdonami, ecco il Cuore del tuo Figlio espierà per i miei peccati! Ti mostrerò la mia gratitudine, Gesù Crocifisso, con la contrizione, con una grande contrizione, con una contrizione perfetta. Come Maddalena voglio, inginocchiata ai tuoi piedi, pentirmi, pentirmi costantemente dei miei peccati, e aver fiducia, perché so che, o Cuore Divino, sei la mia propiziazione e io ti offro all’eterno Padre, invocando: Padre mio nei cieli, ti imploro per il Sacratissimo Cuore: rimettimi, perdonami i miei peccati, abbi misericordia di me misera!
Cuore di Gesù, per amore verso di noi trapassato dalla lancia e degno di ogni lode! Quando rivolgo il mio sguardo verso il Calvario, vedo questo Cuore pieno di obbrobri. E perché? Odo l’insegnamento che Gesù mi impartisce dall’alto della croce non più con la parola ma con un atto: “Imparate da me che sono mite e umile di cuore”. Ed è per questo che tu, o Cuore Divino, vuoi scendere in un profondissimo abisso di umiltà; vuoi essere saziato di umiliazione, di disprezzo, di obbrobri, per insegnare a me che per andare in cielo non si cammina lungo una via di gloria, di considerazione da parte degli uomini, di elevazione. No! Gesù dolce, io che sono così sensibile a ogni minimo rimprovero, alla minima umiliazione, che a volte lo è solo ai miei occhi, come dovrei ringraziarti per il tuo amore per me, perché per darmi un insegnamento, per riparare per la mia superbia ti sei coperto di obbrobri.
O Signore, anch’io per tuo amore voglio tendere all’umiltà, voglio essere piccola, molto piccola, e perseverare nella convinzione che tutti sono troppo buoni per me e che nulla mi è dovuto.
Cuore di Gesù, spezzato a causa dei nostri peccati!
Per i miei peccati! Spezzato vuol dire consumato, quasi annientato. E questo per me, e questa è la penitenza per i miei peccati. Voglio ricordare quanto hai fatto per me, o buon Gesù e voglio, per tuo amore, ridurre in polvere il mio “io”. Che esso non viva, affinché tu, Gesù, possa vivere in me. Non è così facile uccidere il proprio “io”, è un lavoro di tutta la vita, è una lotta incessante. Uccidere il mio “io” vuol dire resistere ai miei capricci, alle mie inclinazioni, alla mia vanità, alla voglia di attirare l’attenzione, alla mia ambizione, alla mia pigrizia e via dicendo. Vuol dire esercitarsi continuamente nelle piccole mortificazioni, che non recano danno alla salute, e tuttavia fanno rigare dritto e esercitano la volontà. E’ una lotta, ma il pensiero del tuo Cuore spezzato a causa dei miei peccati, non mi incoraggerà esso ad agire per amore, a una lotta coraggiosa? Gesù ha sofferto tanto per me, e io non voglio fare nulla per Lui? Egli fa penitenza per i miei peccati, e io non vorrei far penitenza per essi?
Cuore di Gesù, obbediente fino alla morte!
L’obbedienza è una totale rinuncia alla propria volontà, non è una cosa facile, è il sacrificio di se stessi. Nella vita capitano dei momenti in cui l’obbedienza ci è facile, gradita, dolce; capitano anche dei momenti quando essa pesa all’anima, quando la volontà deve infrangersi, per piegarsi alla volontà altrui. Ricordiamo allora il Cuore di Gesù obbediente fino alla morte. Per obbedienza Gesù dà la vita, e io non posso piegare la mia volontà per Gesù? Voglio dunque guardare dentro la mia anima se sono pronta a rinunciare alla mia volontà, anche se ciò dovesse costarmi moltissimo. Ma perché sia così, devo esercitare la mia volontà, seguendo il consiglio dell’autore dell’Imitazione: “compiere piuttosto la volontà altrui che la propria”. Tale esercizio è gradito al Sacro Cuore di Gesù ed è salvifico per la mia anima. Se posso farlo senza peccare, invece di compiere la mia volontà, dovrei piuttosto piegarmi a quella degli altri, non soltanto a quella dei superiori, ma anche a quella dei miei pari o dei più giovani. Il mio peggior nemico è la mia propria volontà. Quando mi sarà possibile, rinuncerò ad essa per amore del Cuore di Gesù.
Cuore di Gesù, trafitto dalla lancia!
Fisso con lo sguardo il Cuore del mio Gesù, trafitto dalla lancia. D’ora in poi sarà ormai per sempre aperto per noi, povere anime e peccatrici. Questo Cuore diventa un sicuro rifugio per i cuori che cercano Dio e la salvezza. Il mondo attira a sé la povera anima, le tentazioni la importunano, si sente circondata da pericoli. Dove si rifugerà davanti al nemico, che sta in agguato ovunque? Ecco, per essa è aperto il Cuore di Gesù, dunque non può più lamentarsi di non aver dove rifugiarsi. Il passero ha il suo nido, la colomba ha la sua buca nella roccia, e l’anima ha il Cuore Divino di Gesù, in cui si può sempre rifugiare, nascondersi, rimanere in Lui in silenzio, lontano dal mondo, come un bambino nel grembo di una madre. Ma io corro in questo rifugio? Cerco io, mediante il raccoglimento, il silenzio, di rimanere nel tuo Divino Cuore, o mio Gesù, e con la fiducia di un bambino, tranquillamente e beatamente riposare lì? Gesù ha cura di me, ma la cura sarà tanto maggiore quanto io mi occuperò più di Lui.
O Gesù, voglio vivere silenziosamente nel tuo Cuore, senza cercare i piaceri del mondo né la sua gloria. Voglio soltanto te, solo te, o Gesù!
Il cuore umano ha bisogno di consolazione. La nostra vita, infatti, è una lotta, la lotta contro il male, contro il peccato, contro le tentazioni e le nostre cattive inclinazioni, la lotta contro il nostro “io”, la lotta contro le varie contrarietà, contro i vari problemi, contro le varie preoccupazioni che ci cadono addosso. Il nostro povero cuore, contorcendosi dal dolore in questa lotta, di ansia e di paura, ha bisogno almeno di un po’ di consolazione e di calma. E dove devo rivolgermi? Al mondo? Agli uomini? Il mondo ci inganna, gli uomini oggi ci sono, domani non ci saranno più. Dove troverò una consolazione che mai mi deluderà? Ecco, la troverò nel tuo Cuore, mio Gesù. So, che lì c’è la sorgente di ogni consolazione, soltanto sono io a non ricorrere sempre a quella fonte. Cerco la consolazione ovunque, meno dove dovrei cercarla. E perché? Perché sono troppo protesa verso l’esterno, mi distraggo, non tengo a bada i miei sensi. Ed è per questo che un cuore proteso verso le cose esteriori, un cuore che si attacca alle creature, non è neanche in grado di sentire tutta la dolcezza della consolazione che viene da Dio.
O Gesù, non sono stata creata per il mondo, e non devo ricorrere ad esso, ma in te voglio cercare la consolazione, la gioia, la felicità. Tu solo, o Gesù, sei tutto, e tutto il resto è nulla.
Se ci attaccheremo al Cuore Divino, sempre, perfino nei momenti più bui della nostra vita saremo illuminati da un chiaro raggio di gioia. Ma dobbiamo essere convinte, che Lui è la nostra vita e la nostra resurrezione. Ed è così, perché vivendo nel Cuore di Dio, avendo in Lui il rifugio e il luogo del nostro riposo, insieme a Lui e in Lui troveremo la vita, e questa non sarà una vita che dura brevemente, ma sarà la vita eterna. Vivendo con Gesù ci assicuriamo la resurrezione, perché il Cuore Divino alita in noi il soffio dell’eternità, non lascerà perire per sempre neanche il corpo, che tante volte si nutrì del suo Corpo e del suo Sangue. Non è una consolazione in ogni pena il pensiero che il male passerà, e la vita nel Cuore di Gesù si muterà in breve tempo in una vita di eterno amore e di eterna felicità? Che perfino le più acute sofferenze di questa carne una volta termineranno ed essa risorgerà nella gloria, e questa sarà tanto più grande quanto più era stata nascosta nel Cuore di Gesù e visse, si sacrificò e soffrì per il Cuore Divino?
Attraverso il Sacro Cuore di Gesù voglio tendere alla vita, alla resurrezione.
Cuore di Gesù, nostra pace e riconciliazione!
Padre, ho peccato, non sono degna di chiamarmi tua figlia. Sì, Padre, sento di non essere degna di alzare verso il cielo i miei occhi, ho peccato! Ma nonostante i miei peccati e le mie mancanze di correttezza non ho bisogno di tenermi lontano da te per paura, perché il tuo Cuore è per me aperto, e tu, o Gesù, accogli me, peccatrice, mi stringi al tuo Cuore e io odo queste beate parole rivoltemi: Pax tecum – la pace sia con te. Lo so, lo sento, che il tuo Cuore, colmo d’amore, è sempre pronto a perdonare, a rimettere i peccati e a riconciliare la mia anima peccatrice con il Padre celeste, che perdona a motivo del tuo Cuore che per me implora misericordia. La contrizione dei peccati e la sconfinata fiducia nella misericordia del Cuore Divino sono il fondamento della pace di un’anima misera e peccatrice. Come non pentirsi dei peccati, per le minime trasgressioni, quando ciascuna di esse è una prova di mancanza d’amore, e quindi una ferita inflitta al Cuore Divino. E io, o Gesù, voglio tanto amarti! Come non devo fidarmi senza limiti, se questo Cuore è soltanto bontà e desidera unicamente rimettermi i peccati, perdonarmi, riconciliarmi con il Padre celeste, che ho offeso?
O Gesù, il tuo Cuore è vittima per i miei peccati. Agonizzò di dolore, trafitto dalla lancia, e da esso uscirono le ultime gocce di sangue, come vittima di espiazione per i miei peccati, come un’offerta consumata dal fuoco del santo amore sull’altare della croce. O Gesù, anch’io voglio essere la tua vittima. Guarda, mediante i santi voti mi sono offerta a te in olocausto, dunque ti appartengo. Puoi fare di me ciò che ti piace, sono la tua vittima, dunque acconsento a tutto. Fa’ di me quello che vuoi, come vuoi, quando vuoi, basta che io sia una vittima, che mi consumi sull’altare del tuo amore, fino a consumarmi completamente. Nulla per me, tutto per te! Sono una vittima, dunque devo ardere nella preghiera, fino a consumarmi, anche se a volte mi è faticoso. Consumarmi, sino alla fine, nella penitenza, anche se la vera contrizione che è la migliore penitenza, non mi è facile averla e richiede lo sforzo della natura.
Devo abbracciare con l’amore il mio ambiente, il mio prossimo, il mondo intero fino a quando, in questo amore, in questo sacrificarmi annienterò il mio “io” e così, sull’esempio del Cuore di Gesù, diventerò un autentico olocausto, in sacrificio per i miei peccati.
Cuore di Gesù, salvezza di quanti sperano in te!
Perché vivere, soffrire, stancarsi in questa valle di lacrime? Tutto ciò è una via verso una meta e la mia meta, il fine per cui vale la pena di lavorare, di soffrire e faticare, è la salvezza eterna, e la vita eterna in un’estasi d’amore ai piedi di Gesù e di Maria. A questo fine, l’unico importante nella mia vita, voglio tendere incessantemente, verso di esso orientare tutti i miei sforzi. Vedendo però la mia miseria, la mia debolezza, sentendo la grandezza del male che si trova in me, perdo il coraggio e mi cadono giù le braccia impotenti. Come raggiungerò la salvezza, io, miserabile piccolo verme terreno? Ma il mio amato Gesù conosce tutta la mia debolezza e per questo mi apre il suo Divin Cuore e mi sussurra: Non aver paura, rifugiati nel mio Cuore, lì troverai la salvezza e non perirai per sempre. O Gesù, il pensiero dell’eternità mi riempie di sgomento ed è proprio per questo che non voglio soffermarmi su questo pensiero, soltanto affidando a te la mia eternità, voglio godere la beata speranza: il Cuore di Gesù mi salverà! Voglio vivere molto silenziosamente in te, o Cuore Divino e fidarmi di te senza limiti. La mia eternità è nella tua mano, o Gesù, nulla devo temere. Il Cuore di Gesù è con me, mi sono nascosta in Lui, dunque, mi è assicurata l’eternità nell’amore.
Cuore di Gesù, speranza di quanti muoiono in te!
Il più importante istante della nostra vita è indubbiamente il momento della morte, l’istante del passaggio dell’anima nel-l’eternità. Finita la temporalità, finite la varie lotte, inizia uno stato permanente, che nessuno e nulla possono ormai cambiare, lo stato di felicità, oppure di infelicità, eterna. E’ un momento serio, pieno di spavento, ma soltanto per coloro che non hanno affidato quell’ultimo istante della propria vita al Cuore di Gesù, e il momento beato, luminoso per le anime che si sono rifugiate in Lui, consapevoli che il Cuore Divino le difenderà, sarà per loro di consolazione nella dura agonia e le condurrà alla felicità, alla vittoria.
Cuore Divino di Gesù, so di non potermi salvare da sola, perché sono misera, perché sono soltanto una nullità, ma so anche che mai, mai abbandoni i tuoi figli che in te si rifugiano e fiduciosi ti invocano. O Cuore Divino, la fiducia è un omaggio reso alla tua bontà, e fino all’ultimo istante della mia vita, ti voglio rendere questo omaggio di fiducia senza limiti. Gesù, a te raccomando la mia ultima ora.
Fa’, che io mi addormenti tranquillamente con il sonno della morte sul tuo Cuore Divino. In te, Signore, ho posto la mia fiducia e non sarò confusa in eterno.
Cuore di Gesù, sii il mio amore! L’amore è il più meraviglioso dono di Dio offerto al povero uomo.
Che cosa sarebbe la nostra vita senza l’amore? Esso la illumina, le conferisce valore e felicità. Perfino l’amore umano, inteso secondo Dio, è fonte di gioia e di felicità, e che cosa dire se l’oggetto del nostro amore è proprio lo stesso Cuore Divino di Gesù, degnissimo di amore? E il Cuore di Gesù ci permette di amarlo. Posso tendere le mani verso il buon Gesù e dirgli: Gesù dolce, ti amo, ti amo tanto, ti amo sopra ogni altra cosa! E’ felice l’anima che ha scelto il Cuore Dolcissimo di Gesù come unico oggetto del suo amore. Troverà in Lui tutto ciò che può assicurare la felicità. Devo dunque tendere con perseveranza per ottenere nel mio cuore un grande, ardente amore per Gesù, l’amore che si esprime non tanto con il sentimento quanto con gli atti di virtù.
Anche se non sentissi nulla, Gesù, per amore tuo, voglio essere buona verso gli altri, e questo sarà l’amore attivo verso il Cuore Dolcissimo di Gesù.